Critica Sociale - Anno VIII - n. 13 - 16 agosto 1899

CRITICA SOCIALE 195 libertà», si metteranno a tumultuare col pretesto che han fame. « O insani tentativi I» diranno allora i socialisti « coscienti » nei loro manifoiti; se ci Iasciavan fare, la evoluzione economica avrebbe loro portata la felicilà. E intanto le plebi « inco– scienti» saran massacrate, i socialisti <coscienti» sal'an fucilali, gli stati d'assedio ritorneranno a funzionare; e tutti ci avvedremo che il Ministero « riparatore :t non differiva in niente da tutti quelli, che lo avevano preceduto. Certo, di un fiasco così colossale noi altri < ma– terialisti storici• non dobbiamo spaventarci; se una mezza dozzina di nostri deputati ritornerà in galera, otterremo dopo qualche anno l'amnistia; se i futuri Bava Beccaris. per evitare ai padroni la seccatura di da.reamnistie, fucileranno senz'altro i no3fri migliori, sarà mal di poco: sono tanti in Italia i • materialisti storici », che il posto lasciato vuoto dai primi non tarderà ad e~ser occupato dai secondi; eppoi non è forse vero che il socialismo è «fatale!» · Non sarebbe quindi il caso di spaventarsi troppo delle conseguenze di questa nuova p1·ova,che fa– rebbero i democratici costituzionali coll'aiuto com• piacente dei socialisti. Ma quando anche questa prova sarà compiuta, che faremo noi 1 Abba11done- 1·emonoi ogni speranza di rirorma «costituzionale» e ci decirleremo a fare il famoso «salto nel buio»! Oppure ritorneremo a sperare da capo nella .... Si• nistra costituziouale1 '!'urati osserva a Bonomi: tu non speri nulla dalla Sinistra costituzionale, ma speri molto dai radicali legalitari; eppure fra radicali e sinistri non c"èiu fondo quasi nessuna differenza! È questa una oliia. zione formidabile, dalla quale non so come il Bo– nomi riescirà a cavarsela. Ma l'amico Bonomi spera nei ,·adicali legalitari. Io, che di simili speranze non ne ho, domando: E se noi negassimo il nostro appoggio anche ai radicali legalitari 1 Una domanda di questo genere, in questo periodo di alleanze radico-repubblicane socialiste rampollanti da tutto le parti, apparirà a molti una stonatura; oggi tutti siamo transigenti, anche il l?erri dalla tattica delle alleanze spera un raddoppiamento dei depu· lati popolari; è vero che il Ferri questa la chiama non transigenzama«.comunedi(esa ». Ma,o comune difesa o transigenza. è un fatto che il fanatismo delle alleanze si è impadronito di tutti, come il fanatismo della intransigenza dominava ancora sei mesi •ddietro. Eppure, se io non m'inganno, dopo il decreto del 22 giugno un partito in Italia avrebbe dovuto cessare immediatamente di esistere, e questo ò il partilo radicale legalitario. Questo partito è formato quasi tutto da antichi repubblicani: repubblicauo in origine era il Bertani. che lo fondò; repubbli– cano in ·origine il Cavallotti; repubblicano e se– guace di Cattaneo e di Fer1·ari si diceva ancora nel 1882 Ettore Sacchi. lu un·o,·a in cui lo Stato pareva fosseaperto anche ai partiti giorani e forti, questi repub~licani dis– se,·o: « prodamo, > e si dichiararono sinceramente legalitari. Ebbene, non hanno essi « provato» ab– bastanza iu questi ultimi trent'anni! Etto,·e Sacchi oserebbe oggi, dopo iJ dec,·eto del 22 giugno, affer– mare quel che affermava nel dicembre passato nel Secolo, cho nella politica italiana non c'è alcuna ombra di ingo1·enza personale! A questa domanda so che il Sacchi uou si degnerà mai di rispondere; ma a questa domanda la coscienza pubblica ha già risposto, e se noi « materialisti storici » non ci affaticassimo a traviare questa coscienza, le prossime elezioni generali non manderebbero alla Camera cento deputati d'Estrema invece che cin– quanta; ne manderebbero solo quaranta, dei quali dieci socialisti, trenta repubblicani e neanche un radicale legalitario. A questa profonda trasformazione dei partiti po– polari dovremmo contribui,· noi socialisti,obbligando i radicali ad aderire al partito repubblicano e a formarne il nucleo più simpatico e più autorevole. O dichiaratevi repubblicani e impegnatevi a impe– dire con l'ostruzionismoqualunque nuovo aumento di imposte, o vi neghiamo il voto; dovrebbe esser questa la nostra tattica nelle prossime elezioni. E il corpo elettorale ci seguirebbe con entusiasmo, e mentre le elezioni amministrative si sono tra– sformate in formidabili dimostrazioni antimonar• cbiche solo per la imbecillità dei conservatori, le elezioni politiche acquisterebbero eguale significato specialmente per merito nostro. Ma capisco perfettamente la impossibilità di una simile tattica in questo momento; oramai la smania delle alleanze domina tutto; aperto il varco ai legalitari, bisog!tera ben fare un posticino anche ai costituzionali. E un'altra prova che ci accin– giamo a fare; e data la nessuna voglia di romperla coi legalitari, è una prova ineluttabile. Fosse al– meno l'ultima! Potessimo almeno sperare che, sva– nite le illusioni attuali, dopo che avremo provate le nuove fucilate di Sinistra, dopo che avremo as– sistito ai nuovi colpi di Stato, si chiuda per sempre il varco a nuove illusioni I Il male è che neanche questo è dato sperare. Che peccato non essere monarchici in un paese in cui i sovversivi sono cosi buoni! IL PESSDflS'fA. Sì, ma intendiamoci bene! Al nostro articolo La Sinistra alla pl'ova è tocca.to - sia. venia. al paragone - quel m~desimo cbo alla Divina Commedia: il martirio dei commenti e dei commentatori. Ci sia.movisti stiracchiati in vari sensi, ciascun partito e ciascun giornale non mostrando di intendere e non cita.odo se non quelle partì che gli era lusinghierod'intendere o di citare. I giornali di Sinistra, in particolare, non hanno rirerito, per lo più, che i brani nei quali si accennava. alle antiche bene– merenze e alla. possibilità di una. reviviscenza. del loro partito. Si direbbe credano cosl poco alla possibilità di rivivere, che il sentirsela. diro da. noi li riempie di ineffabile gioia: come un tisico al quale si narra che so ne sono visti di più marci tirarsi su. A questo proposito ci siamo sentiti lodo.re assai più elle non rosse nostra ambizione; per taluni, ai quali veramente credevamo di non essere eccessivamente simpatici, siamo diventati ad un tratto dei « socialisti illuminati ~, più veri e maggiori, o, ad ogni modo, ratti d'una pasta. diversa dalla folla. dei nostri compagni cli partito e di idee; o ciò unicamente percbè parvo ad essi di scorgere in noi i paraninfi delle fa.uste nozzo (elettorali) fra il socialismo e l'Opposizione costituzio– nale. Per l'identica ragione..... capovolta, la stampa delle ma.notte brontola e ringhia. nel modo più signi– nco.nte: il giornale, per esempio, di Ferruccio Macola, ragionando degli « adescamenti socialistici •, dissimula. l'amaro della bocca.sotto l'ironia del sorriso e ci trova perfettamente logici d'aver posto il nostro sguardo e la nostra protezione (com'esso scrive) sopra Giolitti e Ztt.nardelliper iniziare la. «resistenza.al potero regio• o per i:uarenlirci « il rispetto di tutte le propagande e delle relativo organizzazioni •· È forse perciò che la Stampa di Torino - l'organo autorizzato dell'on. Gio-

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