Critica Sociale - Anno VII - n. 23 - 1 dicembre 1897

CRITICA SOCIALE 367 non sono poche le lacune. Fra gl'italiani, se a buon dir tto vi figurano Cipriani, Costa, Ferri, però non senza inesattezze; qualcun altro pure meritava di esservi. Se gli Autori si occmparono dei filosofi del socialismo uto– pistico, dedicando articoli o cenni spe~iali a Pia.tane (e perchè non a Mih-Teh, fondatore del socialismo chi– nese1), a pensatori del R.1nascimento come il Cu.mpa– nella, il Doni, T. ~foro, non è scusabile che abbiano omesso lo Hegel E risaputo (e A. Chiappelli professore di storia. della filosofia nell'Uni"ersità. di Napoli lo ha testè bellamente lumeggiato nell'opera: il socialismo e il pensie,·o modtn-no) che il Marl:isrno, come dottrina filosofica, è flilazione diretta del Hegelismo, il quale è una concezione org-an ca della vita dell'umanità., che, seguendo la necessità. del fatto naturale, si inna.lza di grado in grado e acquista sempre più chiara e precisa coscienza <lolla sua essenza e della fattibilità del suo perfezionamento intellettuale, in fo!'za del contrasto che ogni fase nasconde in se stessa. E, se ali' idea. as– soluta degli 1-legeliani i Marxisti, per analisi più appro– fondita della natura umana considerata. 11clla genera– lità, hanno sosti,uita la struttura economica come fon– dam&nto e cardine dell'evoluzione, pure molti aspetti della morale hegeliana, come di quella cristiana, si ri– producono nei socialisti. nella parte culta e dirigente di essi in ispecie. Onrl'ò che chi concepisce la storia. umana dal punto di vista Hegeliano, cioè d1 una evo– luz1une naturale e necessaria, non può nnn riconoscere la grandezza ideale del socialismo come dottrina e la t'orza. organica che ha e che maggiormente avrà. in av– venire come funzione sociale. Mu. lacuna. maggiormente sentita. che questo o quel nome, e già rilevata dal Kautsky nella Nt!UeZeit, è la mancanza. di indicazioni letterarie. cioè delle fonti a cui gli Autori attinsero; indicazioni che avrebbero ch,to agio ai volonterosi di es1.eni.lerele proprie cognizioni su questo o quell'argomento. A questo incon,veniente speriamo che gli Autori vorranno rimediare in una nuova edi– zione, che noi auguriamo commercialmente vantaggiosa e riteniamo necessaria, perchè fra poco questa prima. non soddisferà pilÌ le giuste esigenze dei lett0ri per la. velocità. sempre più in,ensa che il movimento sociali– stico va a.~sumendo in Europa e ruori. E la. nuova edi– zione sarà, come la presente, gradita. ad ogni uomo che pensa e studia, se gli Autori esporranno coscienziosa.– mente i fatti, astenendosi, come in questa, da. ogni giu· dizio subbiettivo sulla tattica, sui programmi, sulle teo– rie de, singoli partiti, e lasciando al lettore la cura di formarsi un'idea. pl'Opria.. Una vers one italiana di quest'opera dovrebbe essero utile e rimunerativa. (Pavia). LUIGI c,umARO. MA RRO dott .. prof. ANTONIO: La pubertà studiata nell"uonw e nella donna, in rapporto alla antropologia, alla psichiatria, alla pedagogia e alla sociologia; con 4 ta– vole e 4 figure. - Torino, nocca, 1897 {L. 10). li libro del r,.1:arro ò un nuovo e forte contributo a quella vigorosa battaglia che la scuola positiva comba.1te giornalmente per allargare i confini della sc•enza. Merito speciale del M,~rro ò l'aver preso a trattare con tutta com– pGtenza un argomento intorno al quale si addensano da secol1 i prei;riud1zi i più incredibili, le ipocrisie le più stolte, la ignoranza la pil'1crassa Tutti noi ricordiamn di aver letto in uno dei romanzi dello Zola lo spavento pro– vato da una fanciulla, ignara <lAisegreti della natura, al sopravvenire dell'età. pubere. Ebbene, pensate che que– sto fatto si ripete in migliaia e migliaia di giovinetti e giovanette, i quali, per colpa di un falso pudore, ven– gono lasciati in balìa di sè stessi nell'ora appunto in cui più urgente sarebbe l'assistenza dei loro educatori. Chi ancora non fosse persua!'!o per esperienza personale dei tristi effetti che va producendo questo insensato metodo di educazione potrebbe convincersene leggendo le eloquenti pagine del Marro. Qui lo scienziato, il me– dico pratico. il pedagogista si sono fusi per produrre un'opera attraente e vivificata dallo spirito moderno. Alla maggior parte dei lettori non sarà certo interes– sante conoscere minutamente tutte le manifestazioni psicologiche e patologiche che si connettono allo svi– luppo degli organi genitali nell'individuo umanoi ma ò a.ttraverso i capitoli scritti dal Marro con tanta preci– s10ne e altrettanta popolarità che molti genitori e istru~ 1010 e a 1.. U Dd G tori troveranno la spiegazione di quei grandi ~uta– menti che si compiono nel carattere dei loro pupilli. È davvero sorprendente il pensare come l'uma!'ità.. pur addolorata dal grido delle vittime che popolan<i'i ma.nicomì, le carceri, gli ospedali, non abbia. ancora strappa.lo questo fitto velo d'ignoranza soito il quale si tenta nascondere i prodromi della nostra individualità, e non abbia diffuso a piene mani nelle famiglie, nelle scuole, nei collegi quel tesoro di esperienze, di ammae– stramenti, che la scienza è venuta accumulando nel lungo corso degli anni. L'epoca della. pubertà. è una delle più critiche per il nostro organismo e dal modo di superarla, si può dire, dipende l'avvenire del giovane. In questo periodo, nel quale fortemente si fanno seotire le pecche delle pas– sate generazioni, l'individuo si most'.a così sensibil_e a tutte le influenze, che basta un cattivo consiglio d1 un compagno vizioso per condanna.re aH'abe_rrazione un gio– vinetto, cui si prometteva una splendida sorte. Per questo a noi sembrano di grande valore le pagine che trattano la terapeutica della pubertà, pagine che non solo dovrebbero essere lette attentamente da chi ò pre– posto all'educazione dei giovani, ma mandate a memo– ria. È appunto qui che incomincia il nostro scetticismo. Se noi crediamo impossibile, date le condizioni odierne, l'apportare nella famiglia operii,ia i consigli del M"arro, tanto meno però speriamo che essi possano farsi strada nelle alte classi Mciali, alla vita oziosa e para.ssitaria delle quali l'autore non risparmia sferzate giustissime. « L'abitudine al giuoco, egli dice, rappresenta per le classi superiol'i quel primo grado di degenerazione che nelle classi inferiori si esplica col vagabondap:gio e colla ques1ua.. In tutti si rivela l'esercizio di un lavoro im– produttivo per la società; essi se~nano il passaggio alla criminalitii. in quanto rendono chi li esercita. veri paras– siti, che sottraggono altrui, senza profitto alcuno, i pro– dotti del lavoro utile». Le proposte del Marro, per rafforzare la tempra dei fanciulli nel!'epoca della pubertà, si possono così sinte– tizzare: Aria e luce, istruzione sulle funzioni sessuali, sorveglianza dei genitori sugli organi genitali. coedu– c11ziono dei due sessi, dieta principa.lmente lattea e ve– ~etale con abolizione di qualsiasi eccitante; ogni specie di spo,·t, il quale deve essere un mezzo, non un fine c(,,Jla vita. Qnando i giovani hanno rae-giunto « il pe– riodo di perfezionamento della crisi pubere». dare loro la possibilità di applicarsi ad un lavoro pratico, il quale procul'i in breve una certa indipendenza economica dai genitori e non lasci infingardire i! J?iovine, come accade oglli, sui banchi delle scuole per lunghi anni.· Per faci– litare ai giovani che si dedicano agli sturti superiori l'esame delle loro inclinazioni, l'autore rlel'lidererebbe ri– formare radicalmente il Liceo facenclon~ un istituto pro– fessionale. « T1.tlquale ora si mostra, il Liceo, dice il Marra, è una vera tortura dei giovani obbli1?ati ad uno sforzo mentale nell'epoca meno propizia per e~sere so– stenuto - mentre invece dovrebbe prel'lt.arsi alla vera formazione del criterio e del cara1t~re del giovine, che in q11e!'!t'Ppocadeve moilellarsi stabilmente.> Concorde pure coi socialisti è il ifarro quando tratta delle tristi condizioni della donna, te quali non del'ivano già dalla sua inferiorità psicologica o antropologica, corno vo,·rebbero far credere alcuni suoi correlii;rionari della scuola positiva, ma semplicemente dal modo inumano col. quale è rimuner11to e tutelato il suo lavoro. ]~ di conforto il sentire ria.ff~ rmare da uno scienziato come il Marro contro la teoria delle « pros1itute nate», che la causa vera. se non unica, della prostituzione è sempre la miseria.. ma non è nella soeietà capitalista che si può sperare di abolire la prostituzione facili– tando i matrimoni e le libere manifestazioni dAll'attività individua.le. Il ~farro intravvede tutte le difficoltà che si oppongono al realizzarsi delle sue idee ed egli pure, al pari dei socialisti, fa appello continuamente allo spi– rito di associazione degli uomini come mezzo decisivo per migliorare le condizioni sociali. P. P. Dott. GENNARO MONDAINI. - La questione dei neg-1·inetta storia e nella società am,ericana, con prefazione di ENRICO MORSELl,I. - Torino, Fratelli Bocca, 1898. (L. 5). Questo libro del Monclaini ha due pregi grandissimi: l'uno, sopra. tutto, di fronte ai lettori; l'altro, sovra.

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