Critica Sociale - Anno VII - n. 23 - 1 dicembre 1897

Critica Sociale RIVISTA QUINDICINALEDEL SOCIALISMO SCIENTIFICO Nel Reg110: Anno L. 8 -Semestre L. .a- .lll'E!ttero: Anno L. tO • Semestre L. 5,50. Lettere, vaglia, cartoline-vaglia all'Ufficio di CRITICASOCIALE - MILANO: Portici Galleria V. E., 23 (2' pianonobile) Anno VII - N. 'l:J. Non st ventle a tutnuwi sepall'ltti, Milano, 1. 0 dicembre 1897. SOMMARIO Attualità. Riop,·endost Montecitorio (LA CRITICA SOCIALE). Rti;lsta internazionale: L'Europa e fa Ctna (O. M.). Studi sociologici. La ti·tpuce aUemua: 11. Oh€ l'ha i;oluta/ A proposito del lihro del sanatore Chiala /ARTURO LABRIOI.A). I,~ d,,ttrl1,,; economiche cli ':11csnay studiate da vn ma,•.i:isut (E. C. LONGOBARDI), Il prol>lema della terra al 00119,·esso di Bologna e 1l p,·ouramma mtn(mo del Partito socrnltsta Ualtano (S. CA~IMARHRl·SCURTI). Pe,· la colont::zaztone della Sat·de{lna: a!l'avv. O. B. Palmieri (MASSIMO SAMOOOJA). Neo-Idealismo e questione socia/e (L. R1NJER1Di::' Roccul). Filosofla, letteratura e varietà, Bollettino btbliogroflco: « Manuale del socialismo "' di Steqmann e Hugo (Prof. l.. CllY.DARO)-- t( La pubertà,. di A. Marro (P. P.) - « I.a questions dei negri,. del doll. Monao:tnt (O. MoNDOt.Fo). Pubb/tcaztoni pervenute tn dono. Invochiamo un'ultima volta dalla cortesia di quelli fra i nostri abbo– nati, che ci debbono ancora il 2.' se– mestre di quest'anno, perchè vogliano inviarci il saldo possibilmente tosto ricevuto il presente numero; rispar– miandoci così la spesa e il perditempo della riscossione postale, che in caso diverso dovremo spedir loro entro la quindicina, dovendo l'Amministra– zione liquidare le vecchie partite pri– ma della fine dell'anno. RIAPRENDOSI MONTECITORIO Non oseremmo davvero affermare cha il disser– rarsi dei battenti di Montecitorio susciti nel paese alcuna ansiosa aspettazione, alcuna speranza e nep– pure alcuna trepidanza. All'infuori del piccolo e garru lo mondo dei coulissiers della politica, peì quali questa si risolve e si esaurisce nel pettego– lezzo d'anticamera o d'ambulatorio; all'infuori dei soldati di ventura e dei bracchi del giornalismo, spianti, invocanti o deprecanti l'esodo cli Pf'inetti, le piroette di Gianturco e di Codronchi, i «passi» di Rudinì verso Zanardelli o verso Sonnino, pura e semplice coreografia davanti a uno scenario di cartone; il paese non analfabeta, che pensa, che legge, che lavora, attende la ripresa di ciò che dovrebbe essere la sua più alta e vitale funzione con un'indifferenza quasi pari a quella con cui accoglierebbe il riaprirsi della stagione teatrale sovra una ribalta di second'ordine. Nessuna que– stione, delle molte annunziate, lo titilla e lo stuz- E u ULC,I,, IV L CA. zica; nè la contestata nullità dell'elezione Cipriani, che involge un'altissima questione cli diritto pub– blico; nè il processo Crispi-Favilla, che risuscita, in iscorcio, tutta la questione morale; nè l'Africa, per la quale, pure, questo paese semisfatto sanguinò ed imprecò così forte, non sono ancora due anni; nè la politica militare e finanziaria, della quale non sembra vedere il nesso, pul' così immediato e uLirlo, colle tribolazi,)ni che ì 1~• t· ,gm1J.s::,e:·1., or- 1a qualche mese; né, infine, la politica interna, che, involgendo la facoltà nei cittadini di farsi valere, tutte le altre domina e assorbe. Neppur questo il paese sembra veder nettamente; e, se non sarà rimandata, come cosa futile, a... dopo i bilauci, anche la discussione de11apolitica interna si eva– porerà, è p1·obabile,in un inutile piato fra i pochi repubblicani e socialisti da una parte, fors'anche fra qualche clericaloide irritato dalle recenti mi– nacce antipretine, e il Governo dall'altra; un piato a base di proteste stereotipe e di non meno stereo– tipe risposte di un ministro in sottordine, sciori– nante innanzi alla :sbadigliante assemblea le verba– lesse monotone delle questure, a giustificazione e a sepoltura di tutto. Che questa apatia patologica sia nata ad un parto col Ministero presente, sarebbe ingiusto affermare. È da oltre 26 anni, da quando, con Roma capitale, si chiuse il periodo eroico della vita nazionale, che la malattia è sorta e cammina; ma è a tutti chiaro che il Governo del Rudioì fece il possibile per condurla allo stadio più acuto. Ministero, come si affermò, di liquidazione delle questioni morale e africana, non seppe liquidare nè quella, né questa; Ministero di riforme, abbandonò tutte quelle che pomposamente annunziava,nè seppe proporne alcun altra; Ministero di coalizione, non seppe e non sa star unito, nè tener unita la compagine su la quale si regge; tutto il suo acume è speso a guar– darsi dalle defezioni degli amici e a prepararsi alleanze di ricambio nelle banrte avversarie. D'onda lJ. paralisi cronica, che non é ancu!'a. Ièi. 1.0orte:iOlo perché le forze nemiche non sanno a lor volta coalizzarsi e si guatano a vicenda come marinaro e galeotto. Unica sua azione l'inazione; unico suo cemento la disgregazione avversaria. Da tale un Gabinetto e da tale una Camera, che cosa sperare1 Meno ancora - convien confessarlo - che dalla Camera austriaca, dove, pur fra i tu– multi e le violenze, alita robusta la passione e freme la vita. La vita è una forza positiva che può essere inalveata ad un fine; ma che può uscire dal ma– rasma 1 Il paese avverte questo e non avverte più altro: somiglia alla rana, cui il fisiologo sperimen• tatore ha avulso il capo dal tronco; sgambetta e saltella a quando a quando; ma non coordina i moti nè sa mantenere una di-rezione. . .. Eppure Io stesso esperimento di questi ultimi mesi dimostra a chiare note quanto potrebbe il

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