Critica Sociale - Anno VII - n. 23 - 1 dicembre 1897

366 CRITICA SOCIALE viduo sull'ambiente. L'uomo si esplica e si perfe– ziona solranto nella società, e la sua vita individuale è indissolubilmente compenetrata con quella so– ciale. Non neghiamo la realtà di una quantità di feno– meni che si vogliono gabellare per tr'ascendentali (eccettuato quello delle apparizioni, che, per ora, riteniamo effetto di impostura o di auto-sugge– stione); ma, come nulla di metafisico si presup– pone nella elettricit.-\, cui nessuno conosce nella sua vera essenza, e della quale non si fanno, in fondo, che delle applicazioni empiriche, cosi crediamo che le ,•ibrazioni di quel quid. che si sprigiona dall'attrito delle cellule corticali - ultimo risultato di quella serie di fenomeni tlsio-psichici che co– mincia colla sensazione semplice - possano pro– durre non solo gli effetti già conosciuti, ma tanti altri dei quali oggi non abbiamo neppure la più lontana idea. Il materialismo, o - più esattamente - la scienza sperimentale, non conosce, secondo il Du Prel, lo sviluppo progressivo: accusa che richiede molto coraggio, nel formularla, in chi afferma che lo scopo dell'esistenza viene 1•aggiunto. in ogni mo– mento della vita, dal singolo individuo. Anche la asserzione che il male sociale dipende interamente dall'uomo e non dalle circostanze, non dimostra invero troppa profondità di osservazione; ed è per lo meno molto strano che, per sostenere una data teoria, si dia per inconcusso ciò che si rinnega a– pertamente in tutti e singoli i casi della vita indi– viduale e sociale. È facile accorgersi che anche questa categoria speciale di idealisti, che fonda il proprio sistema sulle teorie dell'occultismo, ha comune con la prima, della quale si è già tenuto parola, l'erro,·e di considerare l'individuo quasi come un'astrazione o come un essere indipendente dalle leggi naturali del mezzo nel quale egli si trova. .Ma in faccia al contin1:10 dissolversi di questa società decrepita ci vuol altro che i melliflui sor– risi che i sacl'ificati si vedono rivolgere dai per– gami, dai libri e dai parlamenti: costoro battono francamente alla porta dei pubblici poteri cui non hanno alcun interesse a conquistare colla violenza. In conclùsioue, è inutile il cercare Cubi consi– stam fuori dell'orbita del reale: la religione della umauit."l. è la sola che sia destinata a sopravvivere, ed è vano piangere sulla caducità degli dei, cui l'uomo ha riconosciuti per creazione sua propria. e che vuol sostituire con concetti più veri. Di chi è la colpa se le dighe, vecchie o rifabbricate sul vecchio 1ipo, non bastano più a contenere le onde della marea che sale? Di nessuno e di tutti; è il fatto che si impone, sono le ombre che dileguano in faccia alla realtà delle cose. . L. l<.INIElU DE' Rocc111. BOLLETTINO BIBLIOGRAFICO D.r jur. CAH.I, STt:G~l,\N~ und o.r phil. c. HUGO: Hand· bu<;hdes Socialimms (Ma.nunledel socialismo). - Zù– rich, Verlags-.Magazin (J. Schabelitz), 1896, pag. 8i8, ((r. 14). Annunziando la prima puntata di quest'opera (16 a– prile '95), che è non un Manuale, come lascerebbe cre– dere il titolo, ma una raccolta alftlbetica. di articoli diretti a dare una. storia obbiettiva del socialismo, inteso come somma delle teorie scientifiche, giuridiche, economiche e filosofiche e dell'azione di tutti i partiti politici che, pur divergt>ndo nei mezzi, banno il fine comune di sol– levare la. classe lavoratrice dalla attuale miseria econo– mica. e spirituale, ponemmo questa inrerrogazione: Gli autori riesciranno nel loro intento di offrire al pubblico d U IU O é:I G una. descrizione completa e ponderata del socialismo come ratto, mantenendo la. Sel'ennà. doverosa. in chi vuole essere storico e come storico al pubblico si pre– senta. 1 La risposta ora non è dubbia: sono riusciti. Da quest'opera si può, con gra nde risparm io di tempo e l'aticu, attingere notizie sui pr-incipa.li pensatori, che da Platone in poi vagheggiarono un ideale di giustizia so– ciale, su gli uomini cli Stato e su gli agitatori, che la– vorarono, spesso con lotte aspro o sanguinose, per darvi pratica attuazione; sui colonizzatori, i quali sognarono e si srorzarouo di costruire ex-novo degli organismi s1,ciali sullo basi collettivistiche. Oi ogni nazione è descritto l'e– volvere dell'idea socialista dallo origini fino a noi, dalla fase utopistic a all'attua le di assalto ai poteri pubblici colla bandiera spiega.la: lotta di classe. L'articolo llalien, por citarne uno, comincia dalle lotte medioevali tra po– polo grasso (cavalieri, modici, notai, dottori, banchieri, commercianti) e poi>oto minuto, i lavoratori, i qunli mi– ravano a liberarsi da.I giogo dei pt~droni che pagavano a. mala. pona otto un lavoro che valeva dodici. A Fi.-enzo i Ciompi, a Siena i Riforma.tori, a. Napoli i Lazza1·i, a. Ge11ova i Cupetti. In tulle lo città. le stesse causo pro– ducono gli stessi effetti: la borghesia, spaventata dai progressi del popolo minuto. stringe alleanza colla no– biltà. o col clero: i due partiti uniti soffocano i moti popolari e acquistano il potere. flnchè presto o tardi cadono ambedue sol.!o le signorie. Menu·c nelle città. italiane ferveva tanto rigoglio di vita libera. e popolare, lo altre nazioni c1·Europa.giacevano in pieno reuda.llsmo. Anche nelle camp ,gne le nostre istituzioni avanzarono d1 secoli gli altri popoli; pl'ime lo nostre repubbliche abolirono per legge la s ·hia,vitù dei contadini da. esse dipendenti, e \'esempio 1rascinò anche i nobili e gli ec• closiastici. Lo sfruttamento si tra.sro..mò, non cessò: da schiavi i contadini diventa rono colo ni; le colo11ie 1 per cfl'~tto della speculazione penetra.la pure nell'agricol– tura, da perpetue diventarono tem poranee i le piccole proprietà., per la politica. conquistatrice delle città. fatta. nell'interesse dell'agricoltura, andarono via via scompa– rendo e la popola.z1one si divise in possidenti e prole– tari, h~tifondisti e giornalieri. L'evoluzione era già.com• piuta alla. fine del secolo Xlii nell'alta. e media Italia , ne l XIV nella meridionale; eccettuata. la zona alpina, la qua.le pel costo della produzione no n of friva alletta.– m en to a.Ila speculazi0ne. dell' illllustl'ia. a.gl'icola, che ivi cousol'va tuttavia lo fol'me che nel secolo Xlii vigeva.no nollt~ l'imanento Italia setientrionalo. I contadini sici– liani, che sotto i maomet1ani Sara.ceni avevano vissuto umanamente, colla. dominazione dei cattolicissimi Spa– gnuoli caddero in quella squallida miseria, da cui nes– sun Go,,erno non seppe più sollevarli. Dalla miseria agricola. eruppe la 1·ivolta relhciosa dei Lazzarettisti del 1878 i1'iquel di Siena e i moti siciliani del 1893. Di nuovo inurbandosi gli autori descrivono le agitazioni Mazziniano, operaie, Garibaldine, anarchiche, degli am– liati all'Internazionale; di tutte le Società. segrete e pubbliche d'Italia, indicando persone, luoghi, numero di soci, stampa, persecuzioni poliziesche, tino alla costitu– zio ne del p artito socia.lista al Congresso di Genova del '92, tic! qua.le si riferisce il prog,amma, e alla parte che gli Italiani ebbero in quello di Zurigo del '93. Finiscono con una rassegna numeri1•a delle forze del partito, ri– levando che il contingente più forte è d ato da.Ila Si– cili11.. li che era vero, quando scriveva.no gli autori; e lo sarebbe tu1todì 1 se il socialismo in Sicilia fosse stato una. filiazione diretta delle condizioni locali e non un lavoro d'importazione, generoso e idealistico. Collo stesso metro sono trattate le altre nazioni. E non è agevole, specialmente por chi ha pochi libri a. propria disposizione e vive lontano dalle biblioteche pubbliche. procurarsi lì su due piedi quell'abbondanza. di inrormazioni che i dottori Stcgmann e 1-lugoqui ci ofl'i·ono in bcll'ordine intorno alla legislazione del la– voro, alle Associazioni nazi onali e int ernazionali dei la– voratori, ai programmi e ai dolibern.ti dei vari CongrASSi i111ernaz1onalidi Gand {1877),Co1ra(1881), Pari~i (1889), Hruxel!es (1891), 7.ui· igo (1893); allo Cooperative, alle Società di assicurazione, al socialismo di Sta.to e di cat,. todra, e a. quello cristiano, al comunismo, alle Trades– Unions, alla stampa., alla tat.tica. ccc. L'opera riusci quasi il doppio di quello che gli Autori si proponevano; eppure, come non mancano difetti e sproporzioni (ed essi sono i primi a confessarlo), cosi

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