Critica Sociale - Anno VII - n. 8 - 16 aprile 1897

CRITICA SOCIALE 127 ------------------ ------------------- lerà. subito a lavo rarvi a ttorno. C,onsiderale che il lerl'ono sarà nel pill dei ca.si vergine dal contatto dell'erpico o dell'aratro; quindi occorrerà. sudarvi, o molto, por ren– derlo passibile d'accogliere le semine. Cosi l'ingenuo nuovo proprietario, se era presso un padrone, per im– megliare il suo lenimento, lo a.bbandoneriL Ma., siamo larghi, ammettiamo pure che il terreno sia bollo o pronto per esser sarc hiato, seminalo, ccc., e che il no– str·o contadino non •~bbia.da disgustarsi col suo ultimo }ladrone. Viene l'epoca dei lavori campestri; egli non può aspettare a. compierli nel suo cam1>0 nelle ore di ozio o nei periodi dì inazione rorzata; de,·o porglisi attorno subito di buona lena; 1. 0 llanno: egli perde l'occasione di servire i grandi proprielari proprio quando essi, pel gra.nde bisogno, danno I migliori sa.lari. Il piccolo proprietario finirà certo i lavori prima del grande: corno fare 1 Mangiare bisognt, ad ogni costo, quindi. ... ritorna. llal padrone n chiedergli lavoro; ~. 0 danno: il padrone, che nulla ci autorizza a credere sia uno stupido, glì renderà. pan per rocacc1a e gli im– porra. delle condizioni umilianti, derisorie. Egli sa che il giornaliero piccolo t>ropriotario non potrà. ri– tlutarlo so non voglia morir di rame; questi, d'altro lato, posto tra il non avere nemmanco il necessario per vivere (che il suo campo non glielo dà.) o i! IM'ornr molto ed esser pagato poco, si adatterà a questa se– conda condizione; purchè però (e il padrone non sarà tanto bestia da protendere di pii1) purchè il suo gua– dagno, sommato al prodotto del campicello, gli dia il necessario por sussistere assieme alla sua. famiglia. Verrà co1ì a lavoi·are precisamet1tc come gli altl·i con– tadini, che non posseuuono nulla, percepcnilo per contt·o una mercede molto minore! E badate che io ho considerato il caso che il neo– proprietario fosse già. un salariato avcenli::io, un gior- 11aliero; chè, se egli è un contadino ji1so, verrà a per– dere anche i pochi vantaggi che la persistenza della retribuzione gli concedeva.; perchè 11 padrone, non J>O· tendo più contare su lui appunto nei momenti di mag– gior bisogno, lo licenzierà. Qui si potrebbe ribattere: e e il prez:o imilario dove lo lasciate1 > Ma la bisogna qui ,·a diversamente. In una produzione, come quella, medievale e forse anche più arretrata, O assurdo pretendere una. tal regolare f1>rmazionedi prezzo, quando tutto cospira appunto nl polo contrario: l'interesse dei padroni dei grandi teni– menti; quello, spinte o 1ponle, del piccolo proprietario; il livore degli ex compagni suoi, non ra.voriti dalla. for– tuna e che nulla tralasceranno per fargli scontare 11 vantaggio avuto; la grettezza. da ultimo dei compagni piccoli proprietari, più tirchi di lui e dìsposti a porre gli interessi propri avanti a quelli d1 tutti, caschi il mondo. f; taccio tutte lo solite delizie della proprietà. ridotta ai minimi termini: il nuo,'o piccolo proprietario dovrà lavorare molto di più di quello che sarebbe necessario con più numerosi e più perrezionati attrezzi, con ca– pitali propri o racilmente otlenibili a prestito, con con– cimi o metodo razionali; egli, almeno fluquando la pro– lluziono dei piccoli proprietari non nbbia preso una tale ostensione da 1u·odurre le influenze esposte, dovrà ven– dere ad un prezzo inferiore alla retribuzione normale di un ugual perioJo di lavoro. Dovendo vendere e com• porare quando tutti vendono e comperano, troverà. nel primo caso I prezzi eccessivamente bassi, nel secondo eccessivamente alti i non potrà. rar compere m grande, dimodochè anche questo piccolo guadagno gh sarà tolto; se un anno, non avendo kol'ato impiego presso alcun B o grande o medio proprietario, o per una. lunga siccità, o per qualunque altra causa, non avrà. da pagare l'o– sattore, da comperar le sementi, ecc., egli dovrà. rice– vere in casa l'u'iciero o lo strozzino; e potrei continuare. Tali le beatitudini dt questi p1'0prieta1·i-p1·oletari. lii. Ilo detto - Economia Sociale - e non - Politica - por aprirmi il varco a questo terzo argomento, inten– dendo, come intonde,·a e tratta.va n:conomi..t, por es., lo Stuart Mili, quella. in cui sono maggiori riferimenti alle :Litro scienze soci,tll. Crea1·c ncll"eJ)(J('a JJl'e&ente pitx·olt µroprietari l· 1·e– ca1·eun llanno l0Lello1t, n1.lo a loro steui e alla &OCielà. I lettori della Cl'ilica certo ricol'Ja.no lo studio ge– nia.le di A"f'.IU.:0 ~IOHANOOTTI su !.:anima picrolo-pro– JJl'ietaria (Critica Sociale, '06, n. 2): « A chi nulla pos– siede è almeno lecito immaginare il possesso del mondo : 1 miserabili sono inratli i più grandi idealisti. ).la chi possiede nna. casa. d'un piano e un campo è subito ri– condotto, ne' suoi desideri, alla realtà : e il suo ideale non può essere che quello di costruire sul primo un secondo piano, o di arrotondare o tagliare un nuovo spigolo nella bizzarra. figura. geometrica del suo campo. Tutti conoscono questo fenomeno che si può rormularo <'Osl : chi possiedo poco non desidera. a un tratto di posseder molto, ma desidera costo.ntemente di possedere tm po· di più.» i scorgono un disagio, un impaccio op– primeuti in e tutti i movimenti o gli atti della. vita del piccolo proprietario .., i si nota e l'impossibilità. che da questo mozzo si sviluppi un tipo d'uomo molto elevato. Gli mancano tutti quegli agi. quelle larghezze, quei pic• coli ozi fecondi da cui sorge lentamente il bisogno su– periore. » Ora rato che mnnnzi a tali menti di Ja,,oratori, per atavica inazione di secoli incapaci ad assorgere a una idea che varchi i limiti angusti del campo su cm ,,ivono, della casupola in cui s'accucci e no la sera; ma. in cui, ciò nonostante, sotto gli stimoli ognor crescenti della fame, un filo di luce andava facendosi strada; rate che a. queste menti si getti il miraggio dell'indipendenza economica, o \'Oi le vedrete ripudiare quel poco di socialismo che più o meno nebulosamente ave\'ano ac– cettato, voi le vedrete ripio::nbare nella. più tetra cecità. psichica.. Ed è questo, forse, il danno maggiore, e che pil1 a lungo farà. 1•isentire le sue tristi ronseguenze; quello che de,•e, più degli altri, impensierire noi, che pur troppo dobbiamo e dovremo ancora a lungo far proseliti più coli& convrnzione e colreducaz1ono delle menti, che non con un sislema d1re1 quasi frobcllano d1 riforme bociall. Un giorno, fol'11tan hwc mem1niut1 itwabit. \'JTTOH. o'UGO RACCA.. ABBIAMO PUBBl,ICATO: CACASENNOPERAIO discorr·endo col cal'dinale Carlandrea Fer,·ari 1no1;to In un .sacco i vescovi di Lombardia e la 101·0 pastorale sul socialismo. Cent. &. Sconto del 20 ° 0 per commi11io,ii di almeno 20 e1em– plari,

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