Critica Sociale - Anno V - n. 23 - 1 dicembre 1895

362 CRITICA SOCIALE zioni mercantili, che avviarono il commercio d'oltre maro. I Veneziani o i Genovesi, noi porto di Alessandria. o di Costantinopoli, ciascuna e nazione > nel suo proprio fondaco (che comprendeva, accanto all'Ufficio centrale, la casa, l'albergo, il magazzino o il mercato) forma• vano vero società. commerciali; compatte di fronte a concorrenti o ad avventori, esse vendevano a prezzi prestabiliti i le loro merci ave,·ano determinate qualilù, garantite dal controllo pubblico o spesso da timbro; decidevano insieme i prezzi a cui vendere agli indi– geni, ecc., ecc. Nè dh·ersamcnto si comportavano gli anseatici sui così detti e ponti tedeschi» (Tycùke Bryggen) a Borgon in Norvegia, o i loro concorrenti olandesi ed inglesi. Guai a colui che avesse venduto al di sotto o a.vessocomprato al di sopra. del prezzo! L'interdetto (BoykOlt) onde ora colpito lo rovinava completamente, senza contare le pene dirette che la. società infliggeva al colpevole. Si rondarono anche società più ristrette, per deter– minati fini, come la Maona di Geno\'a, che dominò a lungo le miniere di allumo della Focea nell'Asia Minore e l'Isola di Scio nei secoli XIVe XV; o come la.grande società commerciale di Ra,·ensberga, che dalla. fine del quattordicesimo secolo reco affari nell'Italia e nella Spagna rondandovi colonie 1 o la soc ietà. tedesca. degli absburghesi Fugger, Welser, V0hlin, llochstett.er , ecc., o degli l lirschvogel di Norimberga, e cc., che con u n ca– pitale di 66.000duca.ti o tre vascelli parteciparono alla. spedizio ne portoghese nello Indio nel 1505o 1506,ri– traendone un guadagno netto del 150,e secondo altri del li5 per cento (H&ro, Commercio col Levante, Il, 524) o tutta una serio di altro società. e Monopotia », contro le quali Lutero tuonò con tanto sdegno. Or qui noi per la prima volta c'imbattiamo in un profitto e in un saggio del profitto. E, por ,•oro, la cura. dei nego– zianti ò diretta. coscientemente a rendere eguale questo saggio di profitto per tutti gli interessati. I Veneziani nel Levante, gli Anseatici nel Nord, pagavano ciascuno por le prop,·ie merci lo stesso prezzo del loro \'icino, avevano uguali spese di tra.~porto da sopportare, ven– de,,ano a uguali prezzi, sborsavano infine gli stessi noli di ritorno come ogni altro negoziante della stessa e nazione>. La quota di profitto era. quindi eguale per tutti. Nelle grandi società commerciali la divisione del guadagno, in ragiono della parto di capitale antici• pato, h& il si.;nift cato s tesso che ha la partecipazione ai dritti della Ma .rea.in ragione della parte rappresen• tata dal podere, o la pa rtocipa.z.ioneal guadagno della. miniera in ragione del carato. L'eguale saggio di pro– fitto, che nel suo completo sviluppo ò uno dei risultati flnali della produzione capitalistica, si presenta qui dunque, nella sua. più semplice rorma, come uno dei punti di partenza della genesi storica. del capitale; si presenta, anzi, come una derivazione diretta dalla so– cietà della Marca, che & sua volta è una diretta deri– vazione dal comunismo primitivo. Questo saggio di profitto originario era necessaria• monte altissimo. Il commercio era pieno dì rischi, non solo per l'audace pirateria, ma anche perchè le nazioni rh•ttli si permettevano, all'occasione, ogni sorta. di vio– lenze; e perchò inoltro lo spaccio o lo condizioni dolio spaccio si rondavano su privilegi che, concessi da.prin– cipi stranieri, erano spesso violali o ritolti. li guadagno doveva quindi comprendere un elevato premio di assi– curazione. Lo smercio era. lento, il congegno degli ar~ rari complicato e noioso, e il commercio dei periodi più propizi, che non dura.vano quasi mai a lungo, era un commercio dì monopolìo con profitto di monopolio. Che il saggio del profitto rosse in generalo elevatissimo, lo si desumo anche dall'elevato saggio dell'interesse, che puro in generalo doveva essere pil\ basso del consueto profitto commerciale. Ma questo elevato saggio di profitto ottenuto morcè la cooperazione sociale, in una misura eguale per tutti gli interessali, non valeva so non dentro ai contini della « nazione >. Veneziani, Genovesi, Anseatici, Olandesi, ogni nazione aveva per sè, o in principio anche più o mono por ogni singolo mercato, un particolare saggio di profitto. La parificazione di questi di\'ersi saggi di profitto sociale si effettuava per la via opposta, cioè, colla concorrenza. Anzitutto vi erano i saggi di pro– fitto dei diversi mercati per una medesima nazione. Se Alessandria offri,·a. per merci \'0noziane più guadagno di Cipro, COstantinopoli o Trebisonda., i venezia.ni po– nevano in movimento più capitalo per Al essandria s ot– traendolo al commercio cogli altri mercati. Dove,·ano a.llora. gradualmente livellarsi i saggi di profitto delle singole nazioni che esporta.vano ai medesimi mercati lo stesse merci o merci analoghe, e in questo processo ben di sovente alcune di queste nazion~venivano scon– fitto e mosse ruori della lizza. Ma questo processo era. di continuo interrotto da eventi politici; cosi tutto il commercio del Levante ru rovinato dallo invasioni mon– goliche o turche; e lo grandi scoverte geografiche com– merciali, dal 1492 in poi, non recero che accelerare o rendere definitiva questa rovina.. L'improv\'isa estensione e.leimercato che ne segui, e la relativa trasrormazione dello linee di comunicazione non apportarono sulle prime alcun cangiamento sostan– ziale nel modo di esercitare il commercio. Anche nelle Indio o nell'America, da principio, prevaleva l'azione dello società... Ma ora., per la prima. volta, dietro a questo società, sta.vano grandi nazioni. Dove prima. erano i catalani che commorcia.\'anocol Levante, ecco entrare nel commercio con l'America. tutta la grande Spagna riunita; oliato ad essa altri due grandi paesi, l'Inghilterra. e la Francia; anche ro10.nda.e il Portogallo, pur essendo paesi piccoli, erano tuttavia almeno al– trettanto grandi e rorli quanto Venezia, la. più grande e rorte nazione commerciale del precedente periodo. L'appoggio che ne derivava al commerciante viaggia• tore, al ·merchant advenlurer, dei secoli XYI e XVII, rendeva. sempre meno necessaria la e società» che pro– teggeva i suoi membri anche con le armi, e che quindi lo g,:\Va\'a. dirottamento di maggiori spese. La. ric.– chezza nelle singole mani si sviluppava ora. molto più rapidamente, sicchè presto negozianti isolati poterono impiegare altrettanti fondi in una intrapresa, quanti ne impiegava prima tutta una e società.•· Le superstiti società. commerciali, si trasrormavano per lo più in corporazioni armato che, sotto l'alta protezione della madre patria., conquistavano o srrutta,,ano monopoli– sticamente interi paesi nuova.mento scoverti. Ma quanto più nei nuo\'i territori \'eniva prevalendo questa colo• nizr.aziono di Stato, tanto più il commercio «sociale> passava in seconda linea di fronte a quello del singolo negoziante, o con ciò il livellamento del saggio di pro· fitto diveniva. sempre pill opera esclusiva della concor• ronza. (La fine al p,·ossimo numero). F. ENGEJ...;;;. • •

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