Critica Sociale - Anno IV - n. 14 - 16 luglio 1894

CRITICA SOCIALE 210 proporzione diversa da quella del grado di sfrutta– mento, il valore può variare in maniera diversa o può anche rimanere come prima. Ed è precisament.e questa elasticità e variabilità dell"erficacia del capitale in qua• lità di creatore di prodotto e di valore che il Loria tra.scura affatto nella sua teoria e non riconosce nep– pure nella marxista fino a condurlo a dare alle sue conclusioni un significato diverso di quello che intrin• secamente per sè hanno. Se a.dunque il costo del lavoro può variare senza che il valore varii, per la di,•crsa. ertlcacia intensiva od estensiva del1a potenza produtliva inclusa nel capitale, anche il valore può rimanere uguale pur crescendo il maggior valore ottenuto dal capitalista, senza bisogno di obbligarlo a ruggire. È perciò totalmente falsa la conclusione del Loria. che anche in questi casi per la teoria.marxista. il valore sì dolormino. sen.:a aletm in• teruento <lell'elemenlo capitale. . .. V. al Questo. che do"rebbo essere la critica più forte ò invece la meno fondata, poichà il passo seguente di Engels non autorizza a ritenere che per spiegare il profitto commerciale si sia dovuto ricorrere all'ipotesi cho il manifattore venda al commerciante il suo pro– dotto ad un val-Orem.inore di quello <lato dalla quan– tità di lal)o1·0: « Marx dice espressamente che anche il « guadag110 commerciale forma una pa.rte del 111.aggio,· « valore e questo è solo possibile, dopo lo precedenti pre– « messe, quando il fabbricante venda al commerciante il « prodotto ad un valore inferio,-e, passandogli cosi una « parto della preda. La questione razionalmente do– « nebbe essere posta così: Come si I ras fonde il mag– « gior valore nelle sue sotto-forme: p1·ofillo, inte1·e11e, « quaclagno commerciale, rendita terriera., ecc.! Ed a « questa questione i\larx promette d'altra. parte di ri– e spondere nel terzo volume. > (') Come si vede, il Loria ha completamente spostata la questiono. Partendo dal preconcetto che i socialisti am• mettano un profttto al solo capitale salari, per spiegare il proftlto che il commerciante ricava dal capitale im– piegato nell'acquisto del prodotto, ha dovuto interpre– tare quel valore itiferim·e come riferentesi alla quan– tità di lavo1-o, ma presa nel signiftcato rislretto già sopra segnalato, invece r:he al val-Ore completo come realmente si riferisce. E evidente, dice Engels, che il manirattore non potril. vendere al commerciante la merce n. quel valore finale che ossa acquisterà. sul mcr– ca.lo , ma ad un valore infe>·iore. Sar à. questiono di vedere come si di,•ideranno l vari guadagni, nella qual divisione altri elementi entra.no oltre a. quelli determinanti il valore. No11c"ò poi ragione perchò il Loria, data la prima critica, non venga alla secondo, e cioè che ogni pro– dotto ottenuto con una proporzione di capitale tecnico minore della massima si scambi contro i prodotti olle– nuti colla proporzione massima di capitale tecnico ad un vat01·e mùio,·e di quello dato dalla quantità. di la– voro. Ma si ò gfa ,•ista fu.Isa la prima illazione, falsa nò verrà. di conseguenza. anche questa, essendo basata sulla erronea interpretazione del come la scuola socia– lista concepisca il p1·ofilto e la quantità, di laVQ't·o. ('> ('I Bu(len DWlrlnfl'•• ecc., p11.g. !08. (Zilrlch, t886). l'I Vt!dl anche Mar:&: Kapttal, Il cap. IHIO, § 3•: Tran,por– t/1101ttn. LI chiama eolo 111,ese per la renllu:u1one del valore e come tali do,·entl risaltare dal mhflfllOr calore; 1o1a non c'è alcun accenno a qudla veodil& ad un T:1.lorelnrerlore alla quanthà di lnoro ,u cui Il Lori& si erge 1rlonrante per la critica della teoria socialista. Tirate le somme, veniamo a. dover concludere cho il contraccolpo dialettico della teoria mo.rxiana.del valore non è cosl completo come lo crede il Loria. e che il suicidio della teoria. soc:alistu. del valore, a.Imeno Hno a nuovo ordine, paro scongiurato. ROMEO SOJ,DJ. IL SOC,IALISMO CIENT1FIC0 11 > I grandi filosofi idealisti di Germania, gli Schel• llng e gli lleget, compresero assai bene la insunl– cienza del punto di vist..'\ a cui si erano messi i materialisti del secolo xvm e i socialisti utopistici: quello di una pretesa quanto astratta « umana natu,·a •· Hegel, nella sua to,·ta flella filoso/la. non riOnisce di divertirsi cogli utopi ti bo1·ghesi che si scervellano intorno alla migliore delle co– stituzioni. L.idealismo tedesco conside,-a la sto,·ta come un p1·ocesso ,·egota,·e, e cerca le molle del movimento storico al di fuori della « umana na– tura>. Era un passo notevole verso la verità. Ma gli idealisti, alla loro volta, videro cotesta molla nella « idea assoluta )t, nello « spirito universale )t; e siccome questa loro idea assoluta non era in fondo che uua astrazione del p,·ocesso del nost,·o ve11- ste1·0. ecco che riconducevano nelle loro specula– zioni storico-filosofiche la ,•ecchia amica dei filosofi materialisti, la natura umana, solo rimpannucciata in guisa da esser degna di frequentare la seve,.,. e rispettabile società dei pensatori tedeschi. Cacciato la natura dalla porta, vi rientrerà dalla finestra! Malgl'ado i molti servigi che gli ideali ti tedeschi hanno reso alla scienza sociale, il gran problema, il problema fondamentale di questa cienza. i-imase con essi altrettanto insoluto quanto coi filosofi mate– rialisti francesi. Qual è la forza segreta, onde scatu,·isce il moto storico della umanil/11 Non se ,ie sapeva nulla. In questo campo si erano falle alcune più o meno vere ed acute osservazioni - talune assai ,•01·0 ed acute - ma pur sempre osservazioni sbraucate e unilaterali. Se la scienza sociale usci a!One da questo cui di sacco, lo deve a ca,·10 Manx;. Per Marx « i rapporti giuridici e le forme poli• tiche non si possono spiegare da sè stesse, nè col cosicletto sviluppo generale del pensiero umano, ma hanno bensì la radice loro in quelle condizioni materiali cli vita, il cui complesso Hegel, seguendo l'esempio dei francesi e degli inglesi del secolo xv111, chiamò la società borirhese. • Non molto diversa– mente si esprimeva Ouizot, quando nelle sue ri– cerche storiche dice,·a cho le costituzioni politiche hanno radice nelle condi1.ioni della proprietà. Ma mentre per Ouizot le« condizioni della p1'0prielà • rimanevano un enigma, che egli i1n-ano tentava svelare colle sue riflessioni intol'n0 all'umana na– tura, per Marx esse non ebbc1'0 più nulla di mi– sterioso; per lui esse sono determinate dalle foi-ze v,·olluttive alle quali ogni socielà si adatta: « l'ana– tomia della socieu\ borghese elevo rintraccia1'Si nella economia politica )t. Ma lasciamo Marx formulare egli stesso il suo concetto della storia: Nella produzione &ociate gli uomini incontrano deter• minati rapporti, necessari e indipendenti dalla loro volo ntà, 1·appo1·ti di produ;ionc, i quali corrispondono a un da.lo grado di s,•iluppo dolio loro forzo produttive. (1) \leggasi nel aumero precedente: Il ,ociau1m.o utopt,tfco e le ,ue ft>rrne.

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