Critica Sociale - Anno III - n. 16 - 16 agosto 1893

252 CRITICA SOCIALE questa degenerazione. che colpisco o.Ila radice e dissecca l'albero 1·igoglioso delle classi dominanti; e dato dal grande contrasto moderno fm la citfa e 111 campagna. La citt1\, organismo supremamente sfruttator e nel mondo moderno ed in cui, benché gradualo es.so s tesso in classi,si concentra il mnni- 1>010 dei trionfatori dell'oggi; la citfa o lo attività sociali implicato nel suo organismo sono suprema• monto mortali per la ra1.1..0. Gli ljtudi 1·ecenti sulla erodil/1 - (dott. Jncoby, do Cnndollo, Ribo~ occ.) - hanno dimostrato pionamoute il vocchio detto di Housscau, che lo citfa sono gli abissi della specie umana: e lo statistiche, mostrando che nelle citt:\ o nelle classi superiori in genei-alo le cifre della mortalità superano di gran lunga lo cirro delle nascite, il che implica un continuo rinnovcllamento del popolo cittadino poi• rinvnsiono dallo campagne, hanno un valore di p1'0Yn innegabile contt·o la trasmissione ereditaria della suporiol'ità organica dello classi dominatrici. 'l'utti questi ,•ari gruppi di fatti conrnrgono ad un solo punto: alla negazione della teoria che ,·ede uegli sviluppi a1·istocratici sociali il p1'0gresso or– b'1UliCOdella specie umana. Sta contro a questa teoria il fatto cho questo ,•ittorie storiche sono h'OpJ)O vario e contraddicentisi 1>0rpotor essere il l'isultato di una suJ>0riorit1\ complessa cd assoluta: sta conh'O a questa teoria l'altr'O fatto cho nella com1>0Sizionedi una classe sociale entrano troppi olomenti artificiali e pa.sseggieri, perché in esse possano espandersi i llori delle vero superiorit..1\ organiche germoglianti ad ogni generazione 1lal gr'tl.n fondo di un popolo.. \la sia SOJH-atutto il fatto della 1-apida degenerazione che elimina specialmente lo classi superiori e cittadine, e che in un bre,·e giro di generazioni le rifonde di elementi nuo,·i. Ln clasro sociale dominatrice non ò insomma il gruppo, la specie su1>01·iore,cho fra la docadenza, In 1'Qvina, la dispc1-siono immensa o perenno degli olemonli inreriori J)Ol'ta a trave1·ao ai secoli sempre piil nito il ,·cs.sillo luminoso della umnuit..11.: essa è un fenomeno \'ario di fo1·ma, continuamente flul– tunuto. como un esercito i cui quadri rimangono ma in cui gli indi\'idui si cambiano di anno in :umo: cho ha senza dubbio a\'uto una influenza immensa, primordiale, nella ro1•mazione storica della civiltà.; ma che non ha cambiato di un inllnitesimo la co– stituzione 1>Sichica rondamentalo dell'uomo. La ,•ia del grande p1-ogresso umano e sociale O nitra. Condannata alla immobilit.1\ 01-ganic.'ldal fatto di essere orgnniz1.ata in società, l'umanit..\ trova la via del progresso nella complicazione o nella varia• ziono dei rapporti sociali. A variare il risultato di un gruppo di numeri si riesce per due modi: con la ,•ariazione di questi numeri, o con la ,·ariaziono dei rapporti. Quest.'\ legge dello quantità matematiche valo :rnche nelle scienze sociali; si estendo sino allo scienze naturali: In variazione dei rapporti oquilib1·a o compensa della immobilità degli elementi; e. se è ,·era la tooria atomica, in fondo ad ogni dh•orsilù apparente di elementi non c'O cho una \'nriazione semplice di 1-:.tJ>porti. I milioui di molecole che costituiscono il corpo umano non sono ognuna poi· sò supel'iore alla molecola organica ordinaria: ma la superiorità. del complesso cho costituiscono risulta dalla mera– vigliosa a1·monia di meccanismo in cui sono coor– dinato. Gli uomini dell'Europa dei nostri giorni non sono superio1·i indi\ 1 idualmento agli our-opei del Modioo,·oi l'immensa su1>0rioritit eh-ilo della efa moderna è il risultato di un intreccio diverso e più complicato di rapporti sociali. Gli indi\•idui di un momouto di ri,•oluzione ba1·barica o di dissoluzione sociale sono psicologicamento equh-:1.lenti a quello che ossi erano uei momenti di p1-og1-csso cli tran– quillità; l'immensa varietà dei duo momenti stol'ici ò il l'Ìsultato di una ,•al'iaziono dei 1·appol'li. Sotto questo colpo di luce si spiegano i fenomeni pii1 intricati della sto1-ia: lo 1-apido rovino o lo alter– na.lire di ci,•iltà e di barbarie; il malo riso1·1>0ggiante sotto nuo,·e forme dai tempi seh•aggi ai tempi ci– vili; la ricche1J.a di forme storiche, ci\•ili e sociali, nella stessa razza, ecc. E tutti quesli fenomeni concor1-0110 d'altra parte a rib.'Ldiro Il\ grande intuizione cd asph'nziono so– cinlisln, che, ,•odendo in una vari.11.iono dei ruppo1·ti sociali l'unica probabilità di un J)rog1·osso; dice (lascia1no da parto le esagerazioni e le soutimenia– lil:.\ )lasseggiero): Datemi una nuova società o noi ,•i dnromo un'umanità nuo,•a. ÙLISOO MALAOODI, IL PARTITO DEIL!VORATORI IT!L AII Rapporto prese11110 ~ C111ress;i IOCIIIIIII 1111rm~1111 di ZlrliD Cenno storico. Por renderci conto di ciò che ù o di ciò che può dil 1 entaro il Partilo dei laooratori italia11i, com•ien pre– mettero qu:t.lcho cenno sullo conditionì nello quali nacque o si è affermato. L'Italia, dh·isa flno al 1860 in una fJUllntil&di state• rolli sotto diverso signorie nazionali o straniero, tutte In sostanzo. ,itranioro e tiranne ad un modo, l'Italia, ehe non r:iggiunse cho noi iO la. sua unità approssimati\'a con lloma capitalo, non otrrl cho molto in ritardo le condizioni ra.,·oro,·oli allo nlluppo del socialismo e ancora non le presenta. che a. mezzo. Non solo quante erano nella. nazione forze vh•o e generoso furono per lungo 1ompo assorbito nella conquisi& dcll'uni1à. nazio– nale; ma quello stesso smembramento,che cosi & lungo solcò li paese di dogano intorno, non perrneltova alla industria di svolgersi o i nchiod ava l'economia nazionale nello rormo rudimentali qua.si del medio e,·o. tn rh·olutione italian a ru u n11 rivoluziono affatto borghese - questo si videro costretti a. riconoscere persino gli scrittori più consenatori, prorossori d'Uni– vorsi1à o ministri di Stato, al quali la livrea. ufficiale non lm1>odin1di vedere una , 1 c1•itù.cosi lnmpnntc. Mnl-

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