Critica Sociale - Anno II - n. 20 - 16 ottobre 1892

306 CRITICA SOCIALE assai più francamente. Questoucciderà quello.Ormai le proteste, i di.scorsi vengono a noia. li proletariato ha veduto intera qual è la sua via. Ila scoperto tutto intero il giuoco deirav,·ersario. Ila capito dove s'anoid:mo le sue rorze maggiori. Lo Stato, il Comune, In amministrazione, la giustizia.,. l'orario: la conquista dei pubblici poteri. . . . Perché questa conquista1 a che mira T Essa mira 11\dO\•e mirò tutto il movimento; anche prima di saperlo, prima di averno coscienza. Mira a restttut,·e un equilibrio tm·bato. Il monopolio dei mezzi di lavoro, combinato colla grande industria, ha prodotto lo sf.'lcolosociale; ha distrutto, por lo mnsse, libort:ì, p1'0prictà, patria, ramiglin; ha gettato nell'umanità un tremendo con– flitto. Bisogna tog1ioroquesto malo, restituire quei boni, con i mcz1.iall'uopo omcaci. La produzione si è socializzata no Ila più gran parto: si va socializ– zando, a poco a poco, tutta. Bisogna preparare la socializzazionecorrispondente della appropriazione dei prodotti. L'armonia non si ristabilisco che per questa via. Cho di pii1 naturale, clipili semplice, di pili ragione,•olof Puro sono naturali e ragione,•oli anche lo resistenze. La mAlattia di questa fine di secolo è tutta qui, in questo sfon.o resistito. Esso assumo milio formo: esso è tutta la storia presente. Sono naturali lo resistenze. E sono anche prov– ,•ido. So il p1-olotariatosi trovasse di un balzo al potero o reali1.znsso il suo sogno, osso sarebbe im• preparato a fnrlo perdurare. Esso è tutto pieno di principì, di tendenze, di residui borghesi: il nemico che ha contro di sè lo ha anche in sè stesso. Deve spogliarsene, gettare il vecchio uomo: questo non avviene in un giorno. Ma t>hìla visiono netta del fine lo attrae o lo domina, più in osso diventa coscienza e ,•olore, o ph'.1 esso medesimo muta denti-o sé; st adatta tn anttct11aztone au·amt>tente avvent1·e. Lo resistenze sononaturnli; ma osso dove negarlo; sono pr-ovvide, ma dove combatterlo. Sono p1'0vvide unicamente nnchò o.sso lo combatta e lo stritoli. Se lo subisce, è morto. Questo è il paradosso dell'evolu1.ionopresente. Produzione od appropria.dono socia1iz7,ate,ossia cooperazione; ossia sociel:.\di eguali, di fatto e non di nome. Questo Uno non ha che un ostacolo: il monopolio economico; questo ostacolo non ha che una difesa; il monopolio politico. Infranto questo è vinto l'altro, e chi polo vincerlo può sostituirlo, porchè esso J>el' vincerlo ha dovuto divenire il più forte. E qui si vede quanto sia puerile l'accusa che si move alla formula: conquista det potert; alla for– mula: lotta dt classe. « Voi volete imporvi, volete dominare! > - Su chi dunque, di grazia, se per vincer questa ti1-annia è giuocoforza spezzarne il congegnof Sui lavoratori1 ma il potere son essi. Sugli oziosi, sui parassitiT ma questi non esistono più, non pos.sono esistere: sono già rientrati nelle me. B bhotf'ca G no Bianco A qualunque velleità di dominiomanca ormai un obbietto reale. lmaginato una grande cooperativa, senza salariati, senza speculazioni, retta con criteri strettamente cooperativi. lvi, dovo i dominati, do,•e i dominatori? Il potere non esisto: la e conquista del potere > non fu che l'acquisto o il riattamento dei mezzi d'esercizio. Poi - se l'impresa non falli - il potere è sparito. Soprav,•i..ssoro sole lofunztont . La lotta di classe moderna è l'abolizione delle cla...'lSi. Non porchè si proponga questo come un fine estrinseco, ma pcrch0 O il suo sbocconaturale. sono due momenti di un fenomeno medesimo che evolve nel tempo. Lotta di classe è il ritorno dell'ordino; ò la societ..i. che risana. Perciò il partito socinlistn, che vedo il fenomeno qual O o \'u0Isocondarlo, ò il solo partito cho merita nomo di con.servato,·e. Gli nitri, di <1ua• lunque nomo si ammantino, sono ,·ca.;tonm·i. La tm·miuologia borghoso è l'o0òlto di u11a illusiono ottica: i perseguitati sono i salvatori; i persocutori sono i ribelli. . . . Coopcrato1·t e t•eptilJIJlicant hanno anch"cssiusur• pato il loro nome. I pl'imi tW>l ·vogliono la coope• razione: perch0 non atL1ccnno il mono1>0lio che la rende impossibileodoriso,·ia. I socondinon v<>oltono la repubblica: perch0 1-epubblica è libortà, capita– lismo è SCl'\'aggio:od essi non atlaccano il capi– talismo. li socialismo - esso solo - è cooporativista e repubblicano. Cosi ha usurpato il suo nomo fl pa,·ttto della JJacc. Veramente, non Oun partito: sono alcuni apostoli. La inconseguenza dello 101'0dottrine è sentita da tutti. J~i non voutt01w la paco pol'chè la pace col militarismo è alt1-ettanto impossibileo vana, quanto senT,amilital'ismo O impossibile il monopolio eco– nomico. Dovo il militarismo non fu, oggi, sotto l'una o l'altra forma, si va componendo. So non ci rosso,alla borghesia conver1'0bbocrearlo. li partito socialista è il solo partito della pace. Socialismodi Stato,socialismoreligioso, socialismo imperiale sono anch'essi semplici eufemismi. Essi Yogliono il patronato: ossi non possono volo1'8 il p1'0letariato al pote1'0perchè vogliono il potere al disopra ,del proletariato. Mirano a temperare la lotta di classe perché non si risolva. Vogliono dunque perpetua e velata la lotta di classe. Ciò è l'antitesi del socialismo. li partito socialista è il solo partito socialista. Il socialismo abbraccia o perseguo lo pili alte idealità sbocciate corno un flo1'8 al di.sopradel con– sorzio sociale. Ciò non è caso: è la logica ferrea dello cose. Hisoh•e tutti i p1'0blemi sociali perché ha la chia"e del p1'0blema sociale. n regolatore è in sua mano. Pace fra lo nazioni foderate - istru• zione diffusa- uguaglianza civile ed economica dei sessi - armonia, morale , diritt o si tro,•ano con esso, non si trovano fuori di es.so: partono e piovono da lui come dalla premess a le c onseguenze. Esso p&-

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