Critica Sociale - Anno II - n. 20 - 16 ottobre 1892

320 CRITICA SOCIALE prema magistratura esclusivamente occupata dell'Inter– pretazione delle leggi, pub meglio soddisrare il bisogno di un'autorevole giurisprudenza., che tenga conto dei progressi dei tempi. Si aggiunge però che per evitare le disrormi interpretazioni legislative bisognerebbe uni• f.care la Cassazione. A parte che non sappiamo se nelle liti ciò "che piti inte!'f'ssa sia la quistione di fatto o quella di diritto, e se Io Stato non abbia maggior obbligo di curare che ad ognuno sia resa giustizia., anzichà di creare una Istitu– zione mi generi, interpretativa delle leggi, che non ha i caratteri nè del potere legislativo, nò della. magistra– tura ordinaria, è da richiedere se è possibile sceverare la quistione di diritto da quella di ratto. Entrambe sono cosl connesse, che non v'è causa che - assistita da abili avvocati - non vada alle Corte di cassazione; e il magistrato della Cassazione, credendo di giudicare del diritto, spesso giudica del fatto, come resporionza quotidiana ci ammaestra. Ma. anche prescindendo da ciò, chi giudica so il magistrato di Cassazione s· ò sba– gliato a sua volta 1 V'ho.. ò vero, il magistrato tli rinvio o poi la Cassazione a sezioni riunito. Ma non si sa ca– pire perchò solo a questo punto, e non prima nè dopo, i responsi del magistrato debbano ritenersi perfetta– mente conformi alla leggo. E poi è possibile a.vereuna giurisprudenza. che possa dirsi conformo al pensiero del legislatore ed al progresso dei tempi, quando lo Corti di cassazione, essendo varie e quindi composte di diverso persone, emettono decisioni quasi sempre discordanti, sposso completamento contraddittorie1 Nè l'inconveniente sarebbe eliminato coll'unificazione della Cassazione, perehò la molteplicità. delle cause rendo necessaria la molteplicità dello sezioni di quell"unica cassazione, e ne ,·ione l'inconveniente ancora pit'l de– plorevole di sentire in nome di quell'unica Cassazione sentenze conlraddittor,e portanti la stessa. data. Tutto ciò su per giù ò stato detto quando discute– vasi il progetto delruniflcazione della Cassazione pe– nale; ma, approvato quel progetto, la cosa s'è mossa a lacero. Noi qui vogliamo insistere su due concetti: 1° che l'istituto della. Cassazione è un Istituto di sua natura. aristocratico, perehò tendo ad eternare i giudizi e li rendo enormemente costosi, in modo che la giustizia diviene un privilegio o quindi un mono– polio poi ricchi ; 2' che l'unificazionedella Cassazione aumenterebbe ancora più questi mali senza arrecare il benchè m&– nomo vantaggio. L'istituto della Cnssazione,por la. sua natura ibrida, tende ad eternare i giudizi, facendo buon giuoco ai ricchi. Difatti. cominciando dal deposito delle somme di cui all'ari. 521 Cod. proc. civ., e passando allo gravi spese da sostenere per carta da bollo, dritti usciorili, onorari di avvocati, stampa di memorie, ecc., non è chi non vegga come è necessario essere sufficientemente forniti di quattrini por venire ad un cotale espediente giudi– ziario. Ma v'ha ancora ben altro. Lasciamo le moro del giudizio, por cui una causa, se non prelevata. - o la prelevazione si ottiene in casi rari, od almeno quando c'è sufficiente abilità. da parto del difensore - ,ione sul ruolo dopo quattro o cinque anni: ma l'inconve– niente più grave si è che, ammesso il ricorso, la causa to!'nerà.a rifarsi dinanzi il m~istrato di rinvio. Fate conto che la Corte di cassazione di Palermo abbia an• nullata una sentenza della ~o!U d'appello di catania. B blioteca G no Bianco Ebbene, la causa dovrà.rifarsi, supponiamo, alla Corte d'appello di Messina.. Qui ricomincia il combattimento giudiziario. Il povero litigante, che già. s'è mezzo rovinato per le spese di lito ed ba.dovuto anche sostenere le spese per recarsi a Palermo e adibire gli avvoca.ti locali, dovrà poi re– ca111i a. Messina a ricominciare lo stesso divertentissimo giuoco. Se egli dopo ciò perde, pagherà. le spese di quattro giudizi; ma se vince ed ha un avversario ricco, il giuoco continua. La causa tornerà. in Cassazione, e da questa ad un'altra Corte d'appello, p. es., alla 1· s&– zione di Palermo: e se anche in questa la sentenza è contraria, ritorna in Cassazione, che può rimandare la causa a una nuova.Corte d'appello e cosl all'infinito. È vero che, trattandosi della stessa quistione giuri• dica, quando la causa ritorna alla Corte di Cassazione, 11uestadecide a sezioni riunite ed obbliga il magistrato di rinvio ad uniformarsi alle sue statuizioni: ma a parto che tutto ciò porta enormi spese, e che per giunta. coll'unificazione della Cassazione, le sezioni riunite non possono sedere che nella capitale, non per questo la lite ha un termine; perchè, deciso un punto del diritto, s'impegna quistiono su un altro punto, e la cosa continua cosi indefinitamente con gran delizia dei liliganti. La conchiusione sì è che il litigante ricco, prol\ttando di tutte questo agevolezze che gli fornisco la legge per condurre sempre avanti una lite in cui egli ha torto, non si arresta. so non quando, dopo tanto litigare, ottiene una sentenza. favorevole. È allora che aspetta al varco il suo avversario per fargli pagare le spese di tanti giudizi sostenuti e ridurlo completa– mente alla miseria.. L'istituto della Cassazione dunque merita. di essere abolito o riformato completamente in modo che più non si avveri l'im'erecondo spettacolo di una lite che non ha pit'l termine e che favorisce esclusivamente chi può spendere e intrigare. L'unificazione della. Cn.ssazione poi sarebbe il non pltt4 ullra del predominio della plutocrazia, per cui potrebbero solamente esperire questo mezzo d' impu– gnare le sentenze coloro che fossero forniti a dovizia dei mezzi cli fortuna. Chi non potrebbe sostentire una lotta pecuniaria cosl onerosa.sarebbe sicuro di perdere. Infatti a. nulla.varrebbe l'aver vinto, dopo enormi spese, una causa in primo grado e in appello. L'avversa.rio ricco vi trascinerebbe alla.capitale e, se voi per una prima volta arrivaste a sostenere le speso, verreste però subito a stancarvi sopraffatto dalle immense dìf• flcoltà. pecuniarie, e restereste vittima del più impu• dente avversario. li diritto diverrebbe un lusso inutile per chi non può spendere: la. ragione starebbe a fianco del denaro, cioè della prepotenza. G. 0' AOUANNO. Diffidare di pret,esi commis– simw,1-i da voi non ben conosciuti, che vi off1-lssero abbonQ/lne;ntl allei Oritioa. La Oritioa non ha in gi1-o viaggiaw1-i e 1wn 1w 1-isponde. A,v. Fll,IPPO TURATI, dlr,ttore reqxmi<Wlle. TipograJ1a degli opera! (IOC. coop.) • Milano.e. Vltt. Eman.,tl-16.

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