Critica Sociale - Anno II - n. 16 - 16 agosto 1892

CRITICA SOCIALI: mente coscienza- colla classe borghese,si traduce, nelle menti rozze, in una specie di diffidenza. irra- 1.ionaloo istintiva verso tutto ciò che dalla classe borghese proceda, quand'anche si tratti di forze csscn:dalmontccontrarie al dominio borghese o di ;u•mi adattissimo o indispensabili a rovcscia1·lo: diffldcma che i meschini ambiziosi e gli sciocchi p.1rolai ponno a meraviglia sfruthwe. Di qui quell'anarchismo e quel scmianarchismo che ha tuttora in Italia gran prosa, me,.zo fatto rt'imp,.izicm.a e meu.o d'indolcu,.a, e che do,•o pare pili violento cd estremo è in,•ecc pili conservatore e più rcmdonario, come ò sompro reazionaria e ronsc1·, 1 alricc, anche suo malgrado, la beata cd in– uoccnto ignora111.a. Di ,,ui quella tondenr,a a gittar ,•i11, come vana o corrompitricc, l'arma poderosa del Y0lo, utilissima come strumento all'organizza– zione e allo s,•iluJlJ>O della coscienza di classe, indi– spcn.sabiloalla graduale conquista del potere sociale, condiziono quest'ultima d'ogni mutamento radicale economico. Di qui il disinteresse .sistematico dal– razione politica, la sfiducia pre,•enli\'a in tutti quei vantaggi immediati - siano leggi o siano \'antaggi tl'altm qualsfroglia natura - che il proletariato organiu.ato può, con tenace sforzo, strappare alle classi dirigenti per servirsene a invigorirsi e vol– gerli contro di quelle. Di qui ancora e sopratutto quella tendenza, sempre "iva fra molti dei nostri OJlOmi (e acc.'l.rez,.ata, si può imaginaro con quanto amol'e, dai partiti della classe borghese sen1.a di– stinzione), ad appartar:si, a trincerarsi nell'àmbito co.sidetto eco,1omtco - fra.se falsa e colla quale si intende l'àmbito delle c ontese di puro mestiere - battcu.ando non meno falsamente questa tattica eunuca col nome grandioso e fatidico della Wlla dt classe. Che pill ! La gran fra.se l'iassuntiva e finale del– ropora di )larx:, Prolotarì di tutti i paesi, unitevi!,., la grande epigmfe del!' lnte1·nazionale: « remanci– pazione doi la\·oratori deve esso1-o l'opera degli stossi hwo1-atol'i•• ridotto al se8to di corto teste in cui la lettera, fa groppo o impaccio allo sp1t·ito, ,·engono, ad uso degli idioti, tradotte cosi: e Sepa- 1·inmocida quant'è intelligenza, indipendenr.a e col– tura, guardiamo alla blouse. non ai principi, non all'animo. non alla "ita; e formiamo il partito ope– raio degli analfabeti ». !\ei procedenti Congres.cii,massime nell'ultimo di Milano, cogli ordini del giorno appl'o,·ati a impo– nente maggioranza. por la colletth•i1.zazione delle ricchozze e per la conquista dei pubblici poteri, si tentò, ripetutamente, a dosi sempre pill intense o con apparenza di buon esito, l'inoculazione del vt,·us socialista nell'anemica arteria operaia, ossia l'insi• nun1.ione nel mo,•imento di una chiara e sicura co– !cienza del flne \'Oluto. Ma le deliberazioni dei Con– gre:Mi rimangono immobili sulla carta e la formula accettata "(questo av,•iene anche nei dotti, e quindi molto pill negli operai) non è sempre Hsucco real– menleassorbitoe fatto Mngue. Tant'òche al Congresso di .\filano segui un dormi,•cglia accidioso (basti ram- B bllot ca G no Bianco montare la bancarotta operaia del primo maggio nella st&sa Milano) e, dopo tanti Congressi, come giustamente osser\Tan la Loti.a dt classe, si direbbe che siamo ancora ed in eterno al primo Congl'OSSo. tanto si rimano a marcare il passo, immobili, sulle stesso questioni, che gli altri paesi han superate da un pezzo o non ricordano pii1. Noi per il Congresso di Geno"a formuliamo un sol volo: che esso segni un Yero pa.sso avanti e tracci un indiriu,0 progressivo e sicuro, poi quale, una ,•olta av,•iati, non sia più nò lecito nè possi– bile rifare il cammino a ritroso. Coi·ti ,lubbì, corte questioni, non possono pill es• sere sc1·iamente agitate - nello stato attualo del movimento ou1'0J>eo - da un partito operaio che non voglia .seppellii-o, fra le menzogne convenzio– nrili 1·innet,rate,anche il proprio cervello. Finchò il socialismo era un partilo utopistico, una specie di filanti-opia liberale da filosofanti, e finché l'o1-ganiz1.a1.ionoperaia non avo,·a fatte losuo prime. lunghe e dolorose prorn, un movimento operaio divelto dal p.'l.rtito socialista si .spiega,·a - era anzi ine,·itabile. )fa oggimai il socialismo, disceso dalle regioni utopistiche, è dh•eutato non altro cho la coscienza scienll/lca e chia,·a dello stesso movtmento opc- 1·ato: ò l'intelletto cito "ede lungo e che addita all'o1-ganizzazione dei Javorato1•i la meta finale e sicura e la via da seguirsi, atri-ottandone il co1"SO, salva11dolodallo illusioni e dai di:-!inganni. Il socialismo è del movimento i.stinti\'O operaio il prodotto dil'etto, la spiegazione, ranima, la difesa. la guida: esso funge nella compagine della classe proletal'ia come, nell'organismo animale, funge il 001'\'Bllo. E il mo,•imento operaio di meslfere, quello che i confusionari han chiamato mo,•imento econom'lco. scWO dal pensiero socialista, s·è chiarito, di fronto alla strapotenr.a del dominio bo1-ghcsc,un ,•01'0corpo ,ti r:rna ,•iva a cui ·sia.si amputato il corvollo: un assieme di moti riflessi, scoordinali e iucomposli, esaurentisi nella impotenza. L'impotenza del tnO\Timento di me.stiero, della l otta di ta riffo e crorarf abbandonata e sco1>0a sè 8tes:sa.do 1>0 che persino le ricchissime T,·ailc·s Cntona l'hanno confessata, non ha pill bigogno di dimo.str::azione, è diventata un assioma. La classe borghese. col potere politico, colle inllucnze della coltura, colla facolL.i. d'introdur macchine. coi mol• teplici vantaggi che dà ai forti la concorrenza, ha l:mto in mnno da ridurre al nulla, sol cho il \Toglia. qualunque sforzo, per quanto pertinace, dolio classi opomie per il 101'0migliora111ento sul ter1·eno del lavoro a salario. Gli sforzi degli operai poi miglio– ramento della 101'0schiaYilù sono - in quoota cer– chia ristretta - un lavoro di.sperato di Sisifo. Ma questo la,·oro disperato ed inutile dh•enta opera redentrice quaffdo, conosciuto negli intimi oongegni il sistema d'oppressione. sia volto, uon ad aUenuarlo soltanto, ma a. di.struggerlo cd I\ sor– piantarlo. Allora la lotta di mestiere, come ogni

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