NOTE E DOCUMENTI 43 .associazioni, mentre tollera e lascia impuniti le devastazioni e gli incendi che colpiscono i suoi avversari e degradano l'Italia al cospetto del mon- ·do civile. " Tutto il paese è testimone che il pretesto addotto per questa politica repressiva è una ridicola menzogna, nessuna cospirazione minaccia la Na- _zione, nessun attèntato venne com- .piuto contro le sue leggi. " Chi si pone fuori della costituzio- . ne oggi è il governo : chi tenta sottrarsi agli oblighi e alle sanzioni del- .le leggi è l'oligarchia fascista, facendo appello ai presunti diritti della sua rivoluzione. "L'Aventino non è una sedizione nè una congiura; è una risoluta ed in- -sopprimibile protesta di rappresentanti del popolo, convenuti da parti diverse, dopo il più atroce delitto del regime : e oggi come ieri e come domani, uniti e solidali per una suprema rivendicazione morale e per la difesa delle civili libertà. " Milioni di lettori si leveranno a confermare che nella stampa delle Opposizioni non si è annidata l' insidia di uomini irresponsabili, ma si è combattuta al chiaro giorno una impari battaglia, nella quale intrepidi giornalisti hanno affrontato in pieno le dure responsabilità della legge. e le vendette di chi detiene il potere. E i fatH denunziati non sono una faziosa inscenatura, ma risultano da accuse pre·cise di collaboratori del governo, da documenti riconosciuti autentici, da provvedimenti di magistrati. "Taluni zelatori più audaci e lo stesso governo basano la loro difesa su di una pretesa inapplicabilità del codice penale d'Italia ai dominanti di oggi. Ma i " diritti della rivoluzione" non possono essere invocati da un governo che ha chiesto ed ottenuto l' investitura d~ un Re costituzionale, che BibliotecaGino Bianco ha cercato la legittimazione di una serie di voti parlamentari, çhe ha riconosciuto esso stesso chiusa la fase dell'azione illegale con una amnistia e cori e motivazioni che l'accompagnarono. "Invano, quindi, la reazione cerca pretesti e tenta diversivi 1 Il Paese intuisce, il Paese ha capito che il governo, incalzato dalla questione morale, fa uno sforzo supremo per sfuggire al verdetto della pubblica opinione, sbarrando la via a chi ricerca e vuole la giustizia. " Di fronte a questo tentativo, goal valore può avere la cosl detta sfida del presidente del Consiglio, il quale vorrebbe appellarsi - attraverso la procedura dell'art. 47 dello Statuto - al giudizio della superstite mag• gioranza, creatura sua, alla quale egli ha già prudentemente ricordato una responsabilità comune e della quale ha saggiato, nel caso Giunta, la sensibilità morale ? " Quando egli ste_sso in piena Camera, e fra gli applausi dei suoi, ha preso sopra di sè ogni responsabilità "politica, storica e morale " di quanto è avvenuto, non si tratta più di formulare un'accusa nè di dare un voto politico; resta solo aperta, ed in modo sempre più temibil-e per gli indiziati, la questione delle singole responsabilità giudiziarie. " Le stesse tardive, condizionate, ma eloquenti am1nissioni del presidente del Consiglio, confermano quanto era già acquisito alla pubblica discussione. I delitti fiorirono sul terrreno e nel clima storico necessariamente determinati da un Governo che ali' illegalismo e alla violenza deve la sua ascesa e la sua permanenza al potere, e la loro preparazione risale alle minacce che la stampa fascista avventava contro gli uomini colpiti poi da sicari. J
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