La Critica politica - anno V - n. 1 - gennaio 1925

.. r • 4 LA CRITICA POLITICA que~lo che contro M,ussolini non aveva saputo fare _la _Came~aeletta da Giolitti. II colmo della ingenuità I Si fece calcolo sut d1ssens1, sulle defezioni, sulle ambizioni insoddisfatte, si pensò sul serio di disgregare la maggioranza. A qualche piccolo risultato in tal senso - e non precisamente dovuto all'opera degli oppositori -:- si diede gran peso. I vecchi parlamentari dell'opposizione si sentirono rinfrancati e si rimisero i~ attività di servizio. La vita di Montecitorio per i deputati di opposizione non iu mai cosl intensa come in questo periodo in cui dissero· di volerne restare fuori. E fu cosl, attraverso le chiacchiere, i si dice incontrollati e incontrollabili che essi smarrirono il senso della situazione. Quante voci non _sono corse là dentro negli ultimi ~giorni dell'anno? E quante assicurazioni 1 < La nuova legge elettorale era il risultato di un compromesso >. <( Mussolini si rassegnava a lasciare il Governo purchè · gli lasciassero fare l'amministia >. < Tutto era oramai deciso>. Non aveva detto Giolitti che se c'era < una cosa certa era che non sarebbe stato Mussolini a fare le elezioni > ? < Il re è d'accordo > si ripeteva. A sentirli certuni sembravano perfettamente al corrente dei pensieri e delle decisio~i della Corona (e per troppo zelo agivano da.... cattivi monarchici) ; tenendo poi conto della loro qualità, del loro grado e delle posizioni già occupate c'era da crederli. Le voci di Monteritorio passavano ai giornali, si trasfondevano negli articoli, nei titoli, nel notiziario. Le illusioni degli oppositori di Montecitorio divenivano certezza nel Paese. E nulla ha fatto più male, ha depresso maggiormente. gli animi determin~ndo un senso di smarrimento in coloro che avevano creduto, come la brusca smentita. Chi volesse esaminare l'azione delle opposizioni parlamentari troverà~ che essa è stata presocchè nulla. Fu solo dopo l'eccidiò di Matteotti che queste si accorsero di avere un compito unitario da svolgere, e l'~tto più importante ·che abbiano compiuto è stato e resta quello della loro ùnione. Ma 'l'unione supponeva anche un proposito e un piano di battaglia: l'uno mancò, l'altro non si vide. Si assegnarono essi, i deputati, la direzione del movimento - scavalcando arbitrariamente i partiti nella loro funzione specifica - e soppressero il movimento. Senza la libera iniziativa della stampa, la opposizione non si sarebbe vista e non si sarebbe sentita. Della vivacità della < campagna morale > i parlamen- _ tari hanno una responsabilità assai relativa; mentre si deve unicamente ad essi se restò, nei suoi risultati immediati e visibili, una campagna a vuoto, come certi spari di mortaretti nelle sagre rurali. La loro~ tattica fu temporeggiatrice, sempre in attesa di un miracolo che non doveva avvenire. La loro occupazione più importante la redazione del solito comunicato. Tutto ~u misura con una· costante preoccupazione di non precipitare, di non andare oltre certi segni, di non toccare le suscettibilità cli questo o di quello, di coloro che erano dentro e di coloro che erano fuori. I gruppi e gli elementi più decisi, si trovarono in tal modo priBiblioteca Gino Bianco

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