La Critica politica - anno V - n. 1 - gennaio 1925

CRITICA ALLE OPPOSIZIONI 3 sun governo - si osserverà - arrivò a servirsene sino a tal punto e ,. su così larga misura~ È verissimo. E sta in ciò la sua abilità e la sua fortuna. Mussolini non ha fatto che sviluppare e perfezionare un sistema di elezi,oni messo in uso da coloro che Io hanno preceduto nel governo dello Stato. Non ha inventato niente. Ogni cosa resta nei termini della Costitùzione, come prima. Con essa il Governo è a posto. C'è un Parlamento, c'è il Senato. Qui, su questo punto, ha ancora una volta ragione l' on. Mussolini : gli oppositori pretendendo che il re lo licenziasse si posero fuori della Costituzione, anzi contro la Costituzione. La Costituzione ha consentito a Mussolini di assumere il governo nonostante che la Camera fosse fino a quel momento favorevole all'on. Facta. Ma alle porte di Roma e' erano le camicie nere accampate. Ora non ci sono altre camicie di colore in vista o alle porte. C' è invece per il Governo una sicura maggioranza alla Camera. Ed è ciò che ha importanza. Particolari violenze, delitto Matteotti, questi_one morale non sono cose di cui si possa o debba pretendere che il re abbia ad occuparsi: la Costituzione lo vieta. C'è per questo scopù la Magistratura. Ed è recare offesa a questa altissima istituzione dello Stato solo dubitare della sua indipendenza. Si lasci, dunque, che la giustizia faccia il suo corso. Quanto a mutamenti nel Governo provino le opposizioni a rovesciare la situazione alla Camera. O altrimenti provino a fare esse_ una seconda < marcia su Roma> .. Le opposizioni si trovano oggi impigliate entro le corna di tale dile1nma. r Ci si sono lasciate prendere. Ed è qui il loro errore : essere cadute inconsideratamente nel giuoco dell'on. Mussolini; avere impostato una battaglia senza la decisione di condurla sono 'in fondo, senza farla anzi; avere creduto e lasciato credere alla propria vittoria senza nulla avere in mano che servisse a dar loro tale certezza. Errore di metodo, difetto di azione, mancanza di programma. Fu errore l'avere insistito ad operare nella Camera in vista di un risultato da ottenere là dentro, dopo essere uscite dall'aula e avere proclamato la loro incompatibilità a rimanervi. La secessione sull'Aventino voleva dire interruzione di ogni rapporto, di ogni forma di relazione tra le due parti della Camera. Tra gli eletti per libera scelta dei cittadini (1) e quelli del Listone, eletti d'ufficio, s'era scavato un solco; logicamente bisognava approfondirlo.· Bisognava prendere maggiori contatti col paese e solo con il paese. Invece i contatti, interrotti nell'aula di Montecitorio vennero subito Tipresi nei corridoi. I deputati che erano usciti sdegnosamente dall'aula si affollarono alle tribune. Era l'anima parlamentaristica che riprendeva il sopravvento. Si attese cos) da questa Camera (1) Per la verità tra i" deputati di opposizione ve ne sono anche di quelli (qualcuno) che devono proprio ~i fascisti - che li hanno personalmente favoriti in odio ad altri candidati della stessa lista più. quotati e meno graditi - la loro elezione e che, per riuscire, non hanno avuto ritegno di puntare su quel favore la carta del loro personale successo. iblioteca Gino Bianço

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