IL TRATTATO DI COMMERCIOCON LA GERMANIA 27 metà della nostra esportazione totale, e continuando nelle condizioni attuali sarebbe anche suscettibile di aumenti molto maggiori. Quando invece si sottopongano, come si minaccia, aranci e mandarini ad un dazio di 12 marchi-oro (70 lire-carta), o l'uva fresca ad un dazio di 30 marchi-oro ( 170 lire), è evidente che un tale sovraprezzo, aggiunto al costo altissimo dei trasporti ed ai rischi fortissimi a cui sono sottoposte derrate tanto deperibili, farebbe scomparire del tutto i nostri prodotti dal 1nercato tedesco. Il danno che ne deriverebbe non colpirebbe soltanto poche centinaia di esportatori, ma intere regioni che oggi, dalla ristrettezza del mercato e dalle gravissime oscillazioni di prezzo che ne sono la conseguenza, sono trattenute dall'estendere quelle colture più ricche, che sole potrebbero redimerle dalle condizioni d'inferiorità economica a cui si vedono condannate. Di fronte a questi interessi a cui è legata la sorfe di molti milioni di lavoratori, di piccoli e medi proprietari, di commercianti, sta l' interesse di minuscoli gruppi di abili e potenti capitalisti, i quali nell' immediato dopo guerra hanno approfittato della loro influenza politica e delle illusioni economiche artificiosamente diffuse per tentare di consolidare una situazione c4e la guerra aveva necessariamente creato, e assicurare, con una tariffa che in molti casi supera del cento per cento il prezzo della merce sul mercato libero, la vita di industrie le quali contano, molte volte, tre o quattro od anche un solo modesto opificio, spesso insufficienti a soddisfare per qualità ed anche per quantità le richieste del consumo nazionale. Vittima di questa protezione assurda, strappata in un momento di debolezza e di cecità, non è soltanto la nostra agricoltura, ma sono anche moltissime delle nostre industrie più vitali, costrette a pa- ~ gare sovraprezzi enormi per ottenere dall'estero molti prodotti che l' industria nazionale protetta non riesce a fornire. Sarebbe dunque assurdo che i nostri negoziatori, spinti da preconcetti puramente formali, facessero coincidere la difesa della economia nazi onalé con la difesa di una protezione fuor di ogni limite ad industrie, le quali costituiscono - nel loro privilegio attuale - un danno evidente per quella economia, e si irrigidissero per questo in una posizione d'intransigenza, che renderebbe impossibile ogni utile sbocco delle trattative. È questo appunto il terreno delle contrattazioni, sul quale sarà possibile ottenere le concessioni indispensabili alle nostre esportazioni. Non · si tratta del resto di chiedere per ciò delle condizioni di privilegio o di esenzione. Per merci che nella maggior parte dei casi rispondono a -bisogni voluttuari non è un piccolo aumento di prezzo quello che possa impedirne il consumo. Quello che è indispensabile e urgente è di ottenere la piena e sicura parità di trattamento cogli altri paesi esportatori. Se mentre noi indugiamo per tentare una difesa impossibile di indu- . .strie sbalJate, Spagna e Grecia otterranno condizioni più vantaggiose delle . , Biblioteca Gino Bianco
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