La Critica politica - anno V - n. 1 - gennaio 1925

28 LA CRITICA POLITICA nostre per i loro olt, per i loro vini, uve, mandorle e cos) via, le conquiste che in quest'ultimo anno avevamo raggiunto sul mercato tedesco sa~ ranno forse irrimediabilmente compromesse. Per .questo bisogna invocare che non tardi troppo la stipulazione del trattato definitivo e che essa si ispiri ad una intelligente e realistica difesa delle nostre esportazioni. GINO LUZZATTO La Gazzetta Ufficiale del 12 gennaio 1925 pubblica il testo delle note scambiate il 10 gennaio fra il ministro degli esteri italiano e l'ambasciatore della Germania a Roma per regolare in via provvisoria i rapporti doganali fra i due paesi fino al 31 marzo 1925. Il governo italiano non ha creduto di poter completamente aderire alla proposta tedesca di concedere alla Germania la piena reciprocità del trattamento della nazione più favorita, di cui l'Italia ha finora goduto unilateralmente. Ammesso il criterio generale della reciprocità, è stata però fatta eccezione per un certo numero di voci, alcune delle quali, come i velluti tinti, i tappeti di lana, le confezioni, le armi e munizioni, le pelli conciate non hanno una grande importanza e non possono certamente esercitare una influenza decisiva sulla politica commerciale germanica verso di noi; di altre, come la seta naturale ed artificiale, non riusciamo ad intendere la ragione, dato che di questi prodotti noi siamo fortissimi esportatori, di altre invece comprendiamo anche troppo bene il motivo determinante, tale da giustificare le più gravi preoccupazioni per l'accordo definitivo. Sono queste, oltre alle macchine motrici, locomobili, caldaie in ghisa, pompe, generatori, trasformatori, accumulatori, e contatori elettrici, tutte, meno 4, le 298 voci comprese nella Categoria XVIII della tariff'a (ghisa, ferro e acciaio). Manco a farlo apposta, è ancora la siderurgia che si erige come massimo ostacolo alla conclusione di un accordo commerciale favorevole alle nostre esportazioni agricole in Germania, pretendendo di mantenere, contro di essa, in tutta la sua altezza la tariffa generale del 1921 che ha ridotto a cifre insignificanti l'importazione dei prodotti siderurgici tedeschi. L'effetto di questa intransigenza si manifesta anche nell'accordo provvisorio, in cui i tedeschi hanno escluso dal trattamento della nazione più favorita alcuni prodotti, fra i quali principalissimo l'uva fresca, di cui l'esportazione avea avuto nell'ultimo biennio un incremento promettentissimo, raggiungendo quest'anno (fino al 31 ottobre) il valore di 48 milioni di lire. Questi primi accenni non sono davvero promettenti per il trattato definitivo. g. I. LE FORME POLITICHE « L'esperienza della Storia vecchia e della contemporanea ci venne e ci viene illustrando la prova che la forma entro la quale si atteggiano gli istituti politici non è un fatto secondario e poco degno di stima, secondo il detto dei monarchici, anche di quelli che si dan l'aria di non esserlo. Il dispregio filosofico delle forme politiche nuocendo all'avvenimento d'altre giova alla conservazione delle presenti. E in ciò i monarchici ebbero ausiliarii non inutili i socialisti e gl' internazionalisti, i quali, mettendo in non cale ogni oggetto che non fosse quello del rimaneggiamento della proprietà, si persuasero di riescirci egualmente con la monarchia o con la repubblica. E in vero i socialisti nel Cinquantuno e gli internazionalisti molt'anni dopo fecero buon viso all' Inipero buonapartesco. No, 1zo, forma e contenuto sono consustanziali; l'uno risponde all'altra perchè questa modifica quello profondamente». [1878] . ALBERTO MARIO Biblioteca Gino Bianco

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