26 LA CRITICA POLITICA L'esportazione dei prodotti agricoli in natura rappresenta dunque da sola quasi la metà di tutta l'esportazione italiana verso la Germania. Quando ~ ad essi si aggiungano la seta tratta, i cascami di seta e tutti gli altri prodotti d' industrie schiettamente agricole, si raggiunge un valore di quasi . 950 milioni di lire, che equivalgono ai tre quarti della esportazione to- • tale. Non solo dunque cade nel nulla il tentativo fatto dalla Confederazione dell'industria di ditnostrare la prevalenza delle esportazioni industriali, ma un semplice e rapido esame delle statistiche ufficiali basta a dimostrare quale somma d'interessi rappresentino le esportazioni agricole, e di quali aumenti esse siano suscettibili non appena siano create ad esse condizioni anche modestamente favorevoli. È bastato infatti che il mercato tedesco si riavvicinasse alle condizioni normali, che le classi operaie e medie non vi fossero più obbligate ad una austera contrazione dei consumi, perchè la richiesta dei prodotti italiani della terra riprendesse e in alcuni casi superasse le misure dall'anteguerra. Per fortuna non si riproduce oggi di fronte alla Germania la situazione pericolosissima in cui ci siamo trovati nel 1887 di fronte alla Francia. Allora questo solo paese assorbiva più di due quinti delle nostre esp?rtazioni, e dovette trascorrere più di un decennio perchè le produzioni agricole che traevano dall' esportazione la principale ragione di prosperità, potessero superare la crisi gravissima che derivò da quella rottura. Oggi invece Svizzera, Gran Brettagna, Stati Uniti, Francia sono per le nostre esportazioni, od almeno per alcune di esse, dei mercati non molto inferiori alla Germania. I nostri negoziatori non si trovano dunque nella dolorosa ed umiliante necessità di presentarsi ai negoziatori tedeschi in veste di mendicanti disposti a qualunqué concessione purchè essi ci concedano il favore di comperarci le nostre uova, i nostri aranci e le nostre mandorle. Oggi per la sua condizione di potenza debitrice, per la necessità di mantenere in piena efficienza i suoi enormi impianti industriali, per gli ostacoli ch'essa incontra nei mercati inglesi, francesi e nord-americano, è molto più urgente il bisogno della Germania di riconquistare il mercato italiano, di q·uel che non sia il bisogno dell' Italia di conservare i vantaggi di cui attualmente essa gode in Germania. Le trattative possono e devono svolgersi quindi sopra un terreno di perfetta uguaglianza, in . modo tale cioè che, per favorire alcune nostre esportazioni, non si debba pretendere la rovina di industrie che in questo decennio si sono rafforzate ed hanno acquistato una tale vitalità da poter soddisfare ai bisogni del mercato nazionale e da poter contare sopra un avvenire sicuro. Ma d'altra parte è assolutamente indi~pensabile che nella difesa, molte volte inconciliabile, delle nostre esportazioni e delle nostre industrie protette, i nostri negoziatori si ispirino ad una chiara visione delfa realtà economica. E la realtà è questa : che per alcuni prodotti, conìe gli aranci e i mandarini, gli ortaggi freschi, l'uva ed altra frutta fresca, le mandorle, le uova, la nostra esportazione in Germania raggiunge e talvolta supera la Biblioteca Gino Bianco·
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