UN PROBLEMA SPIRITUALE DEL PARTIT9 REPUBBLICANO 11 un'eroica e integrale ribellio"ne del partito alla realtà politica che lo circondava ; nelle nostre battute polemiche ricorreva molto spesso, allora, quel riferimento alla posizione del cristianesimo primitivo in mezzo al mondo pagano di cui si compiaceva il Sorel nei suoi scritti sindacalisti. Ora invece la maggiore esperienza politica e l'amaro ma più virile sapore della realtà hanno fatto sl che al gusto degli amori platonici - purissimi ma sterili - sia successo pian piano quello di altri amori, sempre illuminati dal riflesso di un obbietto ideale ma più umani e fecondi. Negli avveniinenti svoltisi fra il 1920 e il 1922 i due fondamentali criteri direttivi dell'azione repubblicana - quello dottrinario e moraleggiante da una parte e quello prevalentemente politico da un'altra - si erano trovati concordi in una medesima valutazione o, per meglio dire, svalutazione delle possibilità repubblicane offerte dal malcontento della plutocrazia e dall'esasperazione nazionalistica di cui era sintomo l' impresa fiumana; ma le divergenze di mentalità e di valutazione politica sedate allora, riaffiorarono presto, col 1nutare della situazione, alla superficie. Che cosa si deve fare, in sostanza, nel partito repubblicano : si deve partecipare alla lotta politica oppure si deve fare della morale e della dottrina rimanendo insensibili alla sterilità politica cui indubbiamente condanna questo secondo atteggiamento ? Si devono sollecitare, senza eccessivo timore di offuscare la propria rigidità dottrinaria, le forze politiche non repubblicane ma suscettibili di provocare a un certo punto, per le fatali contradizioni che portano in seno, una situazione repubblicana, oppure si deve limitare l'azione del partito all'apostolato e alla critica 1norale? In altre parole : si vuol fare della politica, nel senso più nobile e più alto della parola, oppure si vuol rendere il partito repubblicano simile a una setta protestante, limitandone l'azione a una predicazione dottrinaria o religiosa a seconda del tempera1nento e del gusto personale di ciascuno ? L~ due vie non sono sempre, come è stato già accennato, in contrasto fra di loro ; vi sono anzi dei periodi in cui si confondono e si conciliano in una sola: se nel fatto, però, possono qualche volta confluire, questo non significa che i principi da cui procedono siano identici o idealmente conciliabili. Molte volte i repubblicani si lamentano dei loro scarsi successi politici e ne attribuiscono la causa alla malizia dei tempi, all'incomprensione degli avversari o all'atteggiamento da loro seguito in que~to o in quel periodo : la verità è che essi portano nel loro spirito, nel loro preponderante rigorismo morale, nel loro disdegno per le transazioni e gli accomodamenti che sono idealmente ripugnanti ma politicamente fecondi, la ragione prima dei loro ·insuccessi. In linea di massima io credo che se i repubblicani vogliono essere davvero una forza viva del paese, devono tendere a fare soprattutto della politica. Le altre esigenze del partito devono rimanere, per quel tanto che sono, intimamente aderenti allo spirito dei repubblicani stessi e neces- ·· iblioteca Gino Bianco
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