La Critica politica - anno V - n. 1 - gennaio 1925

10 LA CRITICA POLITICA la sua ragione d'essere e il suo valore. I primi sono i_nprev~lenz_a i t~adizionalisti i moralisti, i dottrinari della lotta repubblicana, ti cui abito spirituale è, in un certo senso, la trascendenza ; _i secon_di sono i p~litici e i problemisti, calati nella storia e apprezzatori sereni del co_nt~1?~to parziale che ogni periodo storico ha apportato ed apporta alle def1n1tive soluzioni repubblicane. dottrinari dividono il mondo e la storia in due parti nettamente distinte e alle posizioni intermedie - quelle che ai credenti sembrano malate di scetticismo - preferiscono l'assoluto contrario perchè intuiscono, nel loro fervore apocalittico, che un estremo richiama l'altro : si tratta di una specie di intuizione morbosa del processo storico dovuta all'esaltazione interiore e avente un singolare riscontro con _laconcezione marxista dei trapassi violenti. I politici, invece, vedono le cose da un punto di vista meno astratto e più realistico ; repubblicani e sollecitatori fervidissimi delle soluzioni repubblicane, sacrificano il piacere delle antitesi violente a una obbiettiva valutazione delle penombre e dei passaggi graduali. La malattia dei dottrinari è rappresentata, dopo un periodo più o meno lungo di attività, dal torpore e dalla fede passiva che, stanca ormai di operare, aspetta, inutile a sè e agli altri ; i politici tendono invece - quando sono privi di tenacia e di forza morale - a scivolare nel movimento democratico e là rimangono, a seconda della loro sincerità e dei successivi sviluppi della loro crisi, più o meno fedeli ai primitivi ideali .... Credo che non vi sia alcuno il quale, possa pensare, almeno sin qui, che io non 1ni sia attenuto nella mia esposizione a criteri di assoluta obbiettività. Mi sono limitato infatti a una serie obbiettiva di constatazioni aliene da giudizi di valore. Non è necessario, penso, di avvertire · che la distinzione di cui sopra non vuole essere rigida e assoluta nè pretende di esaurire nei suoi termini tutta la varietà del carattere e della coltura repubblicana: non è la sola distinzione o classificazione che possa farsi ma è indubbiamente, a mio modo di vedere, una delle più importanti e delle più rispondenti agli elementi costitutivi dello spirito repubblicano ; distinzione che è stata sino a poche settimane fa sospinta in primo piano dalla specialissima situazione politica. Nello stesso modo basterà accennare una volta per tutte che qui non si prendono in esame che gli atteggiamenti di coloro i quali partecipano attivamente e sinceramente al movimento repubblicano : degli altri, di quelli che hanno abbandonato la milizia repubblicana per viltà, ,per stanchezza o per il raggiungimento di scopi personali e particolari, non si vuole in nessun modo .parlare. Confesso che due anni fa, quando io posi su questa rivista il problema che ho indicato più sopra, il mio spirito tendeva, come ora, a una conciliazione delle opposte esigenze repubblicane facendo però una parte- .più larga di quella che non faccia ora al carattere tradizionale, religioso e moralistico del partito. Nella mia prima giovinezza, poi, io fui - nei limiti modestissimi delle mie forze - uno dei più strenui assertori di BibliotecaGino Bianco

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