la critica politica - anno III - n. 7 - 25 luglio 1923

VECCHIO E NUOVO REPUBBLICANISMO 295 dendo posizion~ per la parte polit_ica più n~ttamente definita - l' < Unione dei partiti popolari> incominciava a sfaldarsi. Non solo i partiti che la 'Componevano avevano ripresa quasi intera la propria autonomia, ma si manifestavano le prime sostanziali divergenze sulle finalità politiche immediate. L'uccisione di Umberto - al quale si attribuiva a ragione di avere avuto una parte preponderante negli avvenimenti più recenti - aveva determinato una situazione politica nuova. Per quanto non apertamente sconfessato (e la prima parola del nuovo re non ebbe un accenno solo alle ·istituzioni parlamentari I) il programma della reazione aveva subito un arresto; quindi, a distanza di un anno, si determinava alla Camera, col Gabinetto Zanardelli, una situazione di Sinistra. È di allora l'ardente campagna del Ghisleri e di altri pubblicisti repubblicani contro la < sbornia delle illusioni > parlamentariste a legalitarie dell'Estrema che, come dicemmo, ci attrasse ed ebbe una decisiva influenza sul nostro spirito. Il nuovo indirizzo della politica parlamentare e dell'azione sociale e democratica ci ebbe oppositori decisi fin dagli inizi. Motivi prevalentemente sentimentali allora, sia pure 1 ma che ci consentivano intanto _diassistere . con assoluta indipendenza ai nuovi esperimenti. Successiva1nen~e le ragioni della nostra opposizione vennero modificandosi in ragioni di ordine pratico, positivo, reale. Nuovi problemi e nuove esigenze si affacciavano coll'affermarsi e svilupparsi, rapidissimo, del movimento operaio. Le organizzazioni di mestiere sorgevano e si moltiplicavano : gli scioperi seguivano agli scioperi, vittoriosamente. Bastò che Giolitti riconoscesse alla Camera il diritto di sciopero agli operai e il dovere del governo di rimanere neutrale nella lotta tra capitale e lavoro perchè egli entrasse definitivamente nelle simpatie dei socialisti i quali votarono per la prima volta per il Governo. Fu il fatto nuovo. L'Estrema Sinistra entrava nell'orbita costituzionale : solo i repubblicani ne restavano fuori. L'on. Bonòmi - allora, nel 1903, redattore capo del1' A vanti I - assegnava al Partito socialista il compito di partecipare al Governo con le altre frazioni de1nocratiche costituzionali. La questione istituzionale, principalissima nel 1900, era tre anni dopo per il Partito socialista di nessuna importanza. La Monarchia non costituiva un ostacolo alla realizzazione delle finalità socialiste che anzi poteva favorire. Questi presupposti rendevano possibile la politica che, inaugurata da Giolitti nel 1903, doveva governare l'Italia per vent'anni. Sappiamo ora · in che abbia consistito tale politica la quale poteva subire volentieri ·1a pressione delle nuove aspirazioni sociali solo in quanto rispondeva anche ad una logica conservatrice, alle esigenze di sviluppo dello Stato . -centralista e ad una tendenza oramai comune a tutti gli Stati di Europa. Ma nel periodo iniziale del riformismo, ciò non appariva altrettanto evidente. E noi avevamo bisogno, oltre che di apprendere, di trovare nel contatto e nell'esame dei fatti risposfe soddisfacenti ai problemi di libertà che ci preoccupavano. iblioteca Gino Bianco

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