la critica politica - anno III - n. 7 - 25 luglio 1923

294 LA CRITICA POLITICA le forme di realizzazione della libertà al di fuori delle istituzioni esistenti, diamo solo per ciò afproblema una impostazione di assoluta efficacia pratica. Forme di realizzazione : la f orrì1a, cioè, ~ome sostanza. Insistiamo su questo punto. Non è una ·questione di nome quella che ci occupa. Sarebbe puerile. Comunque occorre dire che non si pone una questione di forma che non sia anche, implicitamente, una questione di sostanza. In politica come in economia ogni distinzione netta tra forma e sostanza è arbitraria. La sostanza è subordinata alla forma e viceversa. Se nessun rapporto esistesse tutte le istituzioni politiche si equivarrebbero, ciò che, invece non è. Tanto vero che ogni loro modificazione anche parziale ' . suscita sempre preoccupazioni ed entusiasmi, contrasti spesso vivissimi. Lo vediamo appunto adesso in Italia. Di che si preoccupano molti c'ritici del fascismo se non appunto del fatto che le modificazioni che esso ha apportato e apporterà ad alcune -forme delle istituzioni, praticamente si risolvono e si risolveranno in una modificazione della sostanza dei problemi politici e sociali della Nazione? E lo stesso Mussolini parlerebbe, forse, con tanta insistenza di uno Stato fascista, intendendo stabilire una distinzione netta tra lo Stato di oggi, da lui rappresentato, e quello di prima, se non annettesse grande importanza al mutamento della forma nei riguardi della sostanza dello Stato ? Bisogna vedere piuttosto se il dispregio che alcuni manifestano per le questioni di forma non sia anche un modo, comodo e se si vuole pure elegante, per non arrivare alla sostanza di alcuni problemi. Molto probabilmente, sì. * * * Servirà a precisare la nostra posizione in questo periodo critico ec~ cezionalissimo della nostra vita politica e sociale, dire anche come vi siamo pervenuti. Il repubblicanismo - prima di definirsi nelle linee in cui lo vediamo e affermiamo - fu anche per noi una idea abbastanza imprecisa. Fummo repubblicani in un momento in cui come oggi vivo, sentito, preoccupante era avanti tutti il problema della libertà. I fatti del '98, le sentenze dei Tribunali Militari, i provvedimenti eccezionali del governo reazionario di Pelloux e la battaglia ostruzionista alla Camera contro di essi da parte di una piccola minoranza parlamentare avevano enormemente ravvivato le correnti repubblicane nel paese. La Monarchia era molto decaduta nell'opinione pubblica, nè si trovavano liberali che apertamente, nei limiti ammessi e garantiti dallo Statuto, avessero assunto le difese delle pubbliche libertà. Il Corriere delta Sera sosteneva in quel tempo la causa della reazione e la necessità del < regime personale>. La situazione aveva reso possibile quell' < Unione dei Partiti Popolari> in cui socialisti, radicali, democratici e repubblicani, rinuncian_do alla loro autonomia, solidarizzarono e si"riconobbero fusi nella comune avversione contro la dinastia. Quando noi entrammo nel partito repubblicano - prenBiblioteca Gino Bianco

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