Alfabeta - anno V - n. 47 - aprile 1983

Rivista internazionale di arte & poesia lntemational review of art & poetry diretta da Achille Bonito Oliva e Edoardo Sanguineti fatta dai poeti ed artisti di tutto il mondo Ogni numero della nuova serie contiene due inserti di poesia e arte con un manifesto a colori in litografia e serigrafia raccolti in una cartella tinta a mano in fintomarmo L'edizione di soli 1000 esemplari é fatta per 1000 artisti e poeti Abbonamento alla prima serie 11 numeri ( in esaurimento ) L. 70.000 Abbonamento alla seconda serie 6 numeri doppi L. 58.000 collezione della prima e seconda serie, 17 numeri L. 100.000 Inviare l'importo a: Cervo Volante Etrusculudcns Editore V. Bargc 39 / 00166 Roma Tcl. 06/6240707 conto corn:nrc postak- n. 83896001 intestato a:"11 Cnvo Volant<··· Comune diModena Assessorato alla Cultura Galleria Civica MARCO GASTINI Opere: 1958-1983 fino al 30 aprile 1983 Palazzina dei Giardini Corso Canal Grande Catalogo Edizioni Panini Appello per Silvana Costantini Silvana Costantini, mantovana di 31 anni, è stata arrestata il 15 aprile 1982 perché sospetta di costituzione e partecipazione a banda armata. Si è sempre dichiarata estranea all'accusa. Il 4 novembre le è stata concessa e revocata la libertà provvisoria per motivi di salute. Attualmente è detenuta nel supercarcere speciale di Voghera. Alla direzione di Alfabeta. Guardianw con preoccupazione a quello che sta avvenendo nella Giustizia aproposito di imputati in «fatti di terrorisnw». In particolare voglianw dire qualcosa sul dima di distacco dai principi costituzionali verso cui sta marciando Io Stato nel tentativo di risolvere le questioni della «lotta armata» con nwdifzcazioni legislative che - a dir poco - sono contrarie all'orientamento denwcratico di uno Stato di diritto. Non voglianw assumere posizioni innocentistiche «a tutti i costi» nei riguardi delle circa 4.000 persone arrestate negli ultimi tempi per reati politici, ma evidenziare e sottolineare invece i meccanismi e gli strumenti giuridici su cui sta poggiando quella che - pur tra un silenzio impressionante - si sta già da qualche tempo chiamando «cultura del sospetto e della vendetta». Legge speciale dopo legge speciale, contraddizioni maturate e inesplose stanno trasformando alcuni istituti giuridici in tecniche repressive e inquisitorie, violando diritti fondamentali dell'individuo. Ci riferiamo per esempio all'ampliamento del femw di polizia, sia come numero dei casi che come allungamento abituale dei tennini nei quali la polizia, nelle questure o nelle caserme, può trattenere i cittadini senza controllo della magistraturae delladifesa. In teoriail massimo è di % ore, nellapraticaquesto vieneabbondantemente superato quando le «pressionipsicologiche» non hanno prodotto la «collaborazioneonesta» con lagiustizia. Eppure la leggeprevede espressamente il diritto a non rispondere per il cittadino sospettato. Ci riferiamo anche alla graduale riduzione del diritto della difesa, sia durante il periodo di fernw che dopo l'emissione del mandato di cattura: ogni singolo colloquio deve venire autorizzato volta per volta, per reati politici può anche essere impedito per tutta l'istruttoria, non è garantito il carattere di riservatezza, per es. nelle carceri speciali dove l'imputato e il difensore devono urlare attraverso un doppio vetro divisorio. Parliamo anche dell'aver elevato la delazione dei «pentiti» a principio informatore: oltre a scardinare dal punto di vista nwrale un fondamentale indirizzo di civiltà giuridica e umana, di fatto si è legittimata la carcerazione di chi è solo sospettabile anche senza fondamento di alcuna prova oggettiva; e ancora della diretta conseguenza della credibilità completa data alla parola interessata di un «pentito», cioè al81bi1otecaginobianco l'inversione dell'onere della prova, per cui si verifica sempre più il fatto che non è più l'accusa che prova la colpevolezza dell'imputato ma viceversa è questi a dover provare la propria innocenza. Cosa inammissibile in sé e che comunque risulta impossibile anche «tecnicamente», anzi: la tenace negazione è persino considerata elemento gravemente indiziante e prova di una non volontà di collaborazione «onesta» con la giustizia. La nostra Costituzione (art. 27) stabilisce che la responsabilità penale sia strettamente personale, ep• pure - per quel che se ne riesce a capire - la maggioranza dei mandati di cattura viene spiccata «in bianco», nel senso che non vengono contestati episodi specifici o responsabilità personali, ma viene genericamente indicato un reato associativo, per es. associazione sovversiva o partecipazione a banda armata o anche solo concorso morale. Paradossalmente, in tempi di democrazia, norme di contenuto politico vengono usate «politicamente», senza la citazione di estremi specifici. Di fatto, con il puntello e l'avallo di istituti giuridici come l'obbligatorietà del mandato di cattura per un numero sempre maggiore di reati, l'innalzamento dei termini di carcerazione preventiva, l'impossibilità pratica - mediante altri sofi• sticati meccanismi - di ottenere la libertàprovvisoria anche per motivi di salute, le carceri italiane si stanno sempre di più gonfiando di detenuti in attesa di giudizio (oltre il 70 per cento attualmente), assegnando alla nostra nazione il triste primato di Paese occidentale con il più alto numero di prigionieri politici. Con l'uso massiccio della carcerazione preventiva, soprattutto, si sta mettendo al silenzio il dissenso. Le statistiche dicono che almeno la metà dei detenuti in attesa di giudizio viene prosciolta/assolta dalle accuse in fase processuale: il problema dello Stato oggi è che questo avvenga, al limite, tra parecchi anni. Per avere il tempo di esorcizzare la ribellione di un'inte• ra generazione, oggi sono più funzionali la cultura del sospetto, le tecniche inquisitorie, i processi indiziari. Cultura del sospetto ma anche cultura della vendetta, se abbiamo il coraggio di denunciare - colletti• vamente - le condizioni in cui sono detenuti i prigionieri politici. Per loro infatti c'è un trattamento «differenziato». È dal 1977 che sono stati inaugurati i primi «carcerispeciali di massima sicurezza». Da allora è stato il boom dell'edilizia carceraria: sono stati costruiti nu• merosi nuovi complessi per centi· naia di miliardi, sono stati ristrutturati i vecchi edifici, sono sorti bracci speciali in tutti i medi e grandi penitenziari. Le uniche testimonianze «esterne» - oltre a quelle dei familiari - sono degli avvocati di quel 50per cento di detenuti in atte• sa di giudizio che oggi sono reclusi nei carceri speciali, anticipazioni «extra legem» di pene prima dei giudizi. Per loro, ma anche per gli altri... le celle bianche, i fari accesi di notte, l'isolamento acustico o i rumori assordanti, l'isolamento fisico, i trasferimenti a centinaia di chilometri dai familiari, le perquisizioni vaginali e anali, i colloqui con i vetri e i cito{oni, il razionamento del vestiario, niente viveri dall'esterno, le visitemediche inesistenti, i trasferimenti improvvisi, l'ora d'aria in mezzo al cemento e alle telecamere, la posta centellinata, i prezzi incontrollati dello spaccio, l'impossibilità di lavorare, l'osservazione sistematica della personalità, l'elettronica, la psicologia applicata, l' identità fisica, psichica, umana, po• liticapiano piano cancellata... Paradossalmente a ognuno di noi vengono in mente più le scenografie di film stranieri che articoli di protesta o almeno «valutazioni critiche» dei giornali. E infatti è il silenzio, quasi che queste cose non esistessero a un passo da noi, costruite con i nostri soldi, progettate dai nostri tecnici, edificate con i nostri voti. I record dell'inciviltà sono rap• presentati dall'applicazione del- /' art. 90. Questo è un articolo della legge n. 354 del 26 luglio 1975 che riforma l'ordinamento penitenziario e il cui intento è di elevare le condizioni materiali di vita dei detenuti. Ali' orientamento generale della legge si contrappone l'art. 90, che dà facoltà ai direttori delle carceri di restringere i benefici della riforma in situazioni di grave pericolo e limitatamente al perdurare di tale pericolo. Con la circolare del 5 gennaio 1982 «per motivi di sicurezza» il ministero di Grazia e Giustizia ha reso obbligatoria per sei mesi, in tutti i supercarceri e ovunque un detenuto presenti particolari resistenze, l'applicazione del- /' art. 90 che consiste nell'eliminare qualsiasi forma di comunicazione dall'esterno e all'interno del carcere, inasprendo a livelli disumani le condizioni già invivibili. Nel luglio 1982 l'applicazione è stata prorogata per altri sei mesi e a tutt'oggi, nonostante siano ancora una volta scaduti i termini legali, l'applicazione dell'articolo va avanti. Lo Stato viola le sue stesse leggi. Ci rendiamo conto di aver sollevato parecchie questioni «delicate» e nello stesso tempo non possiamo non invitare quanti considerano ancora giusto protestare e denunciarequesto stato di cose, a prendere posizione pubblicamente. E, da ultimo, non possiamo non raccogliere l'appello dei genitori di Silvana Costantini che a nove mesi dal- ['arrestosi trova ancora nell'impossibilità di difendersi concretamente da un'accusa di cui non conosce i termini esatti: la sua vicenda giudiziaria è esemplare di quanto abbiamo finora esposto. A lei e a quanti come lei vivono questa condizione, va la nostra solidarietà personale. Seguono 50 firme Mantova, febbraio 1983 l.a'làrtaruga ediziooi novità O0ROTHY p ARKER Tanto vale vivere I racconti inediti e per la prima volta lepoesie dellapiù cinica e intelligente protagonista degli anni venti Lire 12.000 EDITH WHARTON Vecchia New York Tre romanzi brevi: La zitella, Falsapartenza, Le sorelle Bunner, tre capolavori della grande narratriceamericana Lire 12.000 Per ricevere cataloghi e informazioni scrivere a l.a'làrtaruga ediziooi Via Turati 38, 20121Milano ~ RarMi arx 188•31983 HenrtLcfebvre AbbandonarMe arx? Che cos·è:oggi il marxismo? Cosa re$ta del pensiero di Marx globalmente considerato') KarlMarx. Biografiaper immagini prefazionedfRenatoZanghert La prima ··vita.. di Marx ricostruita su rare illustrazioni d'epoca Marx,un secolo a curadi Rlcolaollerker Saggi di Badaloni, Balibar, Cini, Ferrarotti Galgano. Gerratana. Graziani, Hobsbawm. luporini. Merker, Papi. Schaff, Sweezy. Tagliagambe. Vilar L'editorechehapiù contribuitaolladifl'aslone del marxismo In Italia Editori Riuniti

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