Alfabeta - anno IV - n. 41 - ottobre 1982

(fr. Autori vari Scienze credenze occulte livelli di cultura Firenze, Leo S. Olscbki Editore, 1982 pp. 557, s.i.p. Il libro raccoglie gli atti dell'omonimo Convegno Internazionale di Studi, svoltosi a Firenze dal 26 al 30 giugno 1980 e legato in modo informale ad alcune sezioni dell'Esposizione «Firenze e la Toscana nell'Europa del Cinquecento• (in particolare lilla sezione «Magia, astrologia e alchimia nel Rinascimento fiorentino e europeo•). Ne ba curato la pubblicazione l'Istituto Nazionale di Studi sul Rinascimento che ba ospitato il Convegno e al quale dovrà rivolgersi chi fosse interessato ad avere il volume. I testi dei ventitre interventi, alcuni dei quali in inglese e in francese, sono ordinati in sette -sezioni («Scienze e uomini senza lettere: il paracelsismo•, «Maestri, medici e colportori», «Acculturazione nel Nuovo Mondo e nell'Europa riformata e controriformata», «Riti demoniaci nella controversia confessionale», «Credenze occulte, filosofia della storia e propaganda», «Miti nello spettacolo e nelle immagini•, «Collezionismo e enciclopedismo») ed offrono un'ampia panoramica delle interazioni fra credenze occulte e processo di formazione di alcune moderne discipline scientifiche, e tra forme e contenuti dei saperi diffusi in strati sociali diversi fra Cinque e Seicento, con uno sguardo particolarmente attento sulle conseguenze della rapida e crescente diffusione del nuovo medium della stampa. Segnalo due interventi che mi banno particolarmente interessato. Giorgio Stabile ( La ruota della fortuna: tempo ciclico e ricorso storico) analizza il tema letterario, filosofico e iconografico della ruota della fortuna mettendo in luce come la rappresentazione classica del tempo storico (ciclica e legata ai ritmi della vita agricola) non svolga un ruolo puramente «residuale• ma conservi vitalità culturale accanto e assieme alla concezione lineare del tempo instaurata dal cristianesimo. Paola Zambelli (Fine del mondo o inizio della propaganda?) delinea un quadro dettagliato del dibattito astrologico sulle conseguenze della congiunzione planetaria del 1524, mettendone in rilievo la natura «propagandistica», sia perché dettato più da motivi politico-religiosi che scientifici, sia per la diffusione a livello di massa del tema, che ne denuncia la funzione di terreno di sperimentazione dei nuovi mezzi di comunicazione. Baltbas Mostra e catalogo Spoleto, estate 1982 C.F. cll suo sonno attuava, in una certa misura, la possibilità dell'amore», «Quando dormiva, non dovevo più parlarle, sapevo di non essere più guardato da lei, non avevo più bisogno di vivere alla superficie di me stesso•. Si pensa alla scrittura concentrica della Prisonnière, che spia il sonno di Albertine sempre più da presso, fino a descriverne la grana della pelle, di fronte ai fogli dell'ultimo Baltbus che concludono la mostra di Spoleto. Percorsi i meandri del palazzo che la ospita, e che Baltbus ama perché le finestre a bifora gli ricordano quelle della sua casa italiana di Montecalvello; dato ascolto al discorso erudito che ] la mostra propone, si entra nella sala appéna suggerito del sonno si fa percettibilmente dominante. Si espandono le dimensioni del foglio, è più vibrante la materia, più prezioso il ductus; una totale semplicità della visione, lontana ormai da implicazioni letterarie, si annuncia, somma di sofisticazioni supreme. È. nato il disegnatore Baltbus, e le date fissano questo evento attorno al '70. Nella contemplazione pura, nello studio sul motivo, si rigenera l'illustratore straordinario di Cime tempestose; e come la Catby del romanzo, ormai, non ci insegnerà altro che ciò che ba imparato. Prima il pretesto al delirio, e l'occasione per descriverne il languore, è stato la lettura; in seguito l'atto del leggere - sappiamo del libro privilegiato: un album di TinSin -; poi, ancora, all'immagine del sogno succede quella del sognatore (e se Baltbus non è indulgente con il lavoro di Bérard, in questo almeno due esperienze tanto dissimili si assomigliano). Della sua pittura, e anche dei suoi primi disegni, l'aspetto più effabile, cosi evidente nella Chambre, pari come spessore psicologico a grandi opere narrative, permette in un rapido sguardo di ricostruire antefatti, caratteri, situazioni e destini - Cime tempestose, certo, ma per Les joueurs de cartes cosi a lungo maturato nel suo studio romano - e sotto gli occhi invaghiti di Piero Bigongiari - si pensa a Menzogna e sortilegio; di questo che Balthus chiama ironicamente un guignol dove ogni porta cigola e trasmette segnali di allarme; di questo teatro inquietante oggi si è perso il ricordo. Ed è molto probabile che ciò sia avvenuto proprio attraverso la pratica del disegno dal vero. Sarebbe impensabile, oggi, un quadro come La leçon de guitare, e sappiamo che il suo autore fu lieto di saperlo espunto dalla monografia - l'unica, e recente - che Jean Leymarie gli ha dedicato. li disagio che ne può aver ricavato è del resto chiaro nella mostra dall'unico disegno che non sia progettuale: un d'après datato '49, dove· alla figura della donna incombente si sostituisce un autoritratto al limite della confessione dolorosa. Balthus detesta la cultura del surrealismo, alla quale molti l'hanno un tempo aggregato; anche se gli antenati di questa sono stati anche i suoi. Ma è originale quel suo blasone dove l'anima romantica, e il sogno, si stemperano in un umorismo volto più a Dickens che a Lautréamont: qui è la sua modernità. Bisogna aggiungere che, per quanto l'idea di un progresso sembri ingenua, questo progresso c'è, e consiste materialmente in un segno più schietto, in una visione più densa, nella forza delle cose raggiunta al termine di un percorso fatto di ogni possibile contaminazione: tanto che sembra sfocato il riferimento alla tradizione, a quei nomi che pure bisogna pronunciare, al nome stesso di Cézanne. Dei grandi artisti viventi consacrati dalla gloria Balthus è l'unico non obsolescente. Privo di autoinaulgenza, alieno dalla ripetitività, sprezzante alle volte di se stesso, è un dio ascoso che vive con grazia incomparabile un suo precetto: e rema in unknown•. Autori vari Il cinema elettronico Filosofia e tecnologia dei nuovi mezzi video a cura di Toni Verità Firenze, Liberoscambio edit., 1982 È. difficile dire se gli anni ottanta segneranno il declino dell'immagine analogica e referenziale e l'avvento dell'immagine elettronica e digitale, ma certamente la tecnologia videoelettronica rappresenta il passaggio essenziale del cinema della modernità matura, il suo nodo mediologico. «L'immagine chimica è archeologia. L'immagine elettronica è energia allo stato puro» dice Francis F. Coppola che ba deliberatamente assunto una posizione di avanguardia nella sperimentazione tecnologica. E_ Storaro, che ba lavorato con Coppola nella realizzazione diApocalypse Now e di One from the Heart, pensa ad una «scala cromatica delle emozioni e degli stati d'animo• in cui si ridefinirebbe una nuova realtà esistenziale ove «tutto è energia». Il cinema del futuio gli sembra il laboratorio di intrecci di emozioni di radiazioni capaci di intervenire direttamente sull'attività metabolica e le secrezioni endocrine dello spettatore, potenziandone la forza e la capacità d'azione. E Antoniani sostiene che il sistema elettronico permette di ottenere «effetti proibiti al cinema normale•, aggiungendo o togliendo colore, intervenendo «sulla sua qualità e sui problemi fra le varie tonalità• e producendo nuove e più intense emozioni. Coppola e Shirley Clarke lavorano con il computer per programmare tutte le fasi della lavorazione del film, dalla ideazione alla realizzazione. E l'avvento del digitale consente non solo la creazione libera e dissennata dei più irreali contrasti di colori, ma soprattutto lo svincolamento dell'immagine filmica dal suo debito referenziale e, dunque, dall'impressione di realtà, sino ad oggi strutturale nel cinema. L'immagine digitale può costruire un universo visivo assolutamente nuovo e impensabile, può reinventare totalmente l'orizzonte del visibile e aprire la possibilità di un radicale allargamento della percezione. L'elettronica può costituire davvero una svolta paragonabile a quella del I927 e all'avvento del sonoro, come sostengono i più convinti sperimenta- - tori video-tecnologici? L'antologia - curata e introdotta da Toni Verità, autore egli stesso di esperimenti video (Network e Contacts)-più che rispondere alla questione, consente un primo approccio al problema, documentando numerosi interventi di registi, specialisti e critici sul problema dell'utilizzazione dell'elettronica nel cinema. Gli scritti di Coppola, di Storaro e di Shirley Clarke costituiscono le riflessioni più significative sulle più radicali trasformazioni in atto. Al confronto, la testimonianza di Godard rappresenta una posizione di retroguardia, infinitamente meno consapevole delle potenzialità creative del video. E le incertezze di Wenders relative al video (ribadite anche in una recente intervista ai Cahiers du Cinéma n.337) sembrano confermare una sorta di dualità Europa/ America, in cui l'America svolge una funzione anticipatrice. Ma, ovviamente, la partita resta tutta da giocare. li volume è completato da interventi di critici (Aristarco e Beauviala) e da testimonianze di John Alcott e di Thomas Brown relative alla realizzazione di alcuni film di Kubrick (2001 Odissea nello spazio, Barry Lindon e Shining) e di One from the Heart. Paolo Bertetto Georges Duby Il cavaliere la donna il prete Bari, Laterza, 1982 pp. 266, lire 20.000 Duby indaga sull'evoluzione dell'istituzione matrimoniale fra i secoli Xl e XIII. Va tuttavia precisato che l'indagine riguarda i rapporti intersessuali all'interno delle classi dominanti, gli unici che abbiano lasciato tracce documentali, mentre le strutture dello scambio fra i sessi delle masse rurali e degli altri strati sociali subordinati sono ancora avvolte da un silenzio che solo qualche raro indizio viene a rompere. L'avvincente narrazione del!' Autore restituisce vita ad antichi contratti, alle cronache agiografiche familiari, alle prediche e alle dispute teologiche e liturgiche sull'argomento. A parlare sono sempre i preti che si propongono volta a volta di educare, edificare, ammonire, terrorizzare. li periodo infatti è cruciale: la Chiesa sta impegnando tutte le sue forze per imporre alla nobiltà feudale pratiche matrimoniali più consone ai principi della religione cristiana. Non si tratta solo di far trionfare una morale violentemente sessuofobica e antifemminile, ma di reprimere comportamenti come il ratto, il divorzio (praticato nella forma del ripudio della moglie), la bigamia (il concubinato). L'impresa non è semplice e si scontra con l'ideologia e con alcuni interessi di fondo della classe dominante (per es., l'esigenza di garantire in ogni caso la continuità della stirpe e del patrimonio attraverso la generazione di figli maschi, e le prove di esuberanza sessuale come un elemento indispensabile dell'iniziazione del giovane guerriero). Non solo: essa getta lo scompiglio nelle file stesse del clero, fra le quali il matrimonio (nicolaismo) è assai diffuso sotto forma di concubinato. Malgrado queste dure opposizioni la battaglia sarà vinta: dopo lunga resistenza i cavalieri finiranno per accettare il punto di vista dei preti, non senza averli costretti a modificare a loro volta profondamente la dottrina, in modo da dare all'istituzione matrimoniale un assetto che tenga conto dei loro interessi politici, economici e sociali. È. da questo compromesso, prima che da un'evoluzione teologica, che secondo Duby il matrimonio cristiano assumerà valore di sacramento e una vesìe liturgica che si riprodurrà nelle sue linee essenziali fino ai nostri giorni. Un compromesso concluso sulla pelle della donna che, da tutta questa evoluzione, otterrà solo una certa tutela contro i rischi del ratto e del ripudio (e delle gravi conseguenze sociali cui andavano incontro le vittime di simili episodi) senza emanciparsi dal ruolo di oggetto di contrattazione e scambio fra uomini, che il nuovo sacramento ribadirà aggravandolo. C.F. ..E!, più grande, ed ecco che il tema prima 8"'"=""--=oc-'-:e~c=-=a~~---;;- -=n-=o-=-a--,a1 a-:: ::.n==-::c=o=--------'L.....--------'---------' Lorenzo Tornabuoni Il piccolo Hans rivista di analisi materialistica n. 35 luglio - settembre 1982 Tra gli elementi della natura e gli artifizi dell'arte, da inceppo o da stimolo, funzionano due aspetti dell'attività umana: fobia e perversione. Testi di V. Finzi Ghisi, S. Finzi, E. Krumm, A. Pizzati, F. Very-Cottet, P. Saddy, Pb. Duboy, A. Rossi, E. Donda, J. Lacan, C. Berberian. edizioni Dedalo Trimestrale della cooperativa scrittori e lettori Direttore responsabile: Paolo Mauri Numero 3 estate - autunno 1982 •. ....~.Io 4, ID auuunameDtO Abbonamento per un anno (4 numeri) lire 20.000 Inviare l'importo a Cooperativa Intrapresa Via Caposile 2, 20137 Milano Conto Corrente Postale 15431208 Intrapresa mailing nuova serie autaut 189-190 Maggio-agosto 1982 PAESAGGI BENJAMINIANI saggi e contributi di JACQUES DERRIDA, GIORGIO AGAMBEN, REMO BODEI, ANTONIO PRETE, MASSIMO CACCIARI, PIERRE KLOSSOWSKI, PETER SZONDI, WOLFGANG KEMP, MAURICE BLANCHOT, GIANNI CARCHIA, ANTONELLA MOSCATI e inoltre BENJAMIN-SELZ, Carteggio (1932-1934) FRIEDRICH HEINLE, Poesie FRANZ ROSENZWEIG, Metaetica OTTAilTAylORill racconti di notizie ottobre numerouno i maestri e la guerra, i padri e la droga, il campionato di calcio e gli affari dell'anima. le figure di Don Chisciotte e il disco che Dalla non ha mai inciso. una regione che vuol es.sere una metropoli in edicola,perstrada nelle librerie dell'emiliaromagna OTTAilTAylORill racconti di notizie

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