Alfabeta - anno IV - n. 40 - settembre 1982

l:! " -<> Il gioco della verità. Molti tra i cosiddetti uomini di cultura in Italia hanno mostrato di comportarsi come se non avessero alcun tipo di cultura, cioè nasuno strumento direi/o per valutare gli eventi (in questo caso il rilevantissimo evento del Mundial di calcio in Spagna). Le loro reazioni, infatti, almeno quelle che i mass media ci hanno esibito, con pari incompetenza, come tutti hanno potuto constatare, sono state di tipo indirei/o: hanno guardato, con sorpresa cracente, quello che gli altri facevano, come il vicino o il lontano, via TV, reagiva alle villorie della squadra italiana. A loro discolpa va ripetuto che non sono stati molto aiutati dai giornalisti cosiddetti sportivi, che in alcuni casi hanno tentato di spiegare le «misteriose» vi11orieitaliane con l'affermazione che il gioco del calcio è di per sé misterioso, inspiegabile (un mistero agonistico, un mistero senza fine bello, come la vita, ma certo...). Comportamento spiegabilissimo, quello di cerrigiornalisti cosidde11isportivi, visto che non sono riusciti a capire 11ulla,né prima né dopo. Tu110il be,re che ci viene è misterioso e perché mai i /erroridovrebbero volerne sapere di più. Paradosso nel paradosso: i /errorine sanno di più degli infedeli cronisti e hanno anche capito, da tempo, che il lavoro di giornalista è spesso avvilito dal nulla sapere e dal 1u110presumere. dal cogliere della realtà solo indizi superficiali, quelli che perfino il Dr. Watson avrebbe giudicato sviami. Un solo esempio, quello di un tale che ha potuto paragonare in un fondo a difesa della corporazione giornalistica, la sorpresa del risultato della partita Algeria-Germania, che inaugurava il girone eliminatorio per le due squadre con quella per il risultato di Italia-Brasile, la vera finale dei campionati. Solo gli analfabeti non sanno, e alcuni alfabeti possono solo fingere di ignorare, che due comesti ramo diversi cambiano completameme il significato della parola «sorpresa». Ora, se gli strumemi per conoscere la realtà fossero un poco più raffinati del semplice mimare le reazioni dei vicini e dei conciuadini, e dei connazionali. molto più uomini di cultura e giornalisti si sarebbero resi conto di trovarsi di fronte una italiana chiara superiorità tecnica e agonistica e si sarebbero allora domandati da dove tale superiorità scaturiva, quali basi doveva avere. Ma per sapere vedere la tecnica ,. saper godere dei suoi risultati occorr,· una base culturale non qualunquistica. precisameme quella base culturale che moltissimi italiani mostrano di possedere, dalla moda alle costruzioni, tanto da asere richiesti in tutti i paesi a tecnologia avanzata. E questa non è una piccola sapienza: è una strullura culturale che si oppone decisameme a quella, mai morta, che definire tardo-umanistica sembra un eufenismo. Di farroè la cultura della competenza contro quella dell'incompetenza. Che poi l'incompetenza a livello dell'informazione sia ben pagata è un problema politico che rulli conoscono, che la «gente» ha ormai perfel/amente individuato. L'incompetenza serve la retorica nazionale (in tulle le nazioni, non solo nella nostra, sia chiaro) e la retorica serve a manipolare perfino le cifre del bilancio dello Stato. Naturalmeme ci sono anche i giornalisti competemi e con qualche giorno di ritardo un grande quotidiano si è deciso a dedicare una pagina alla vera informazione sportiva, iniziando cosi il suo titolare: «C'è anche una chiave di leuura tecnico-tallica per il successo mondiale degli azzurri». Solo quell'anche fa ancora da spia alle carenze dei redattori «titolisti». C'è prima di tutto una chiave di interpretazione tecnico-tattica, che infalli gli intervemi dei tecnici interpellar, Il gioco ~tUa verità spiegano alla perfezione, in primis l'ottimo Trap, /'allenatoredellaJuvep/uriscude11ata: il modulo de/l'Italia dei mundial è il più avanzato di 1u11(i nfalli ha vinto} avendo trovato un equilibrio, mai prima raggiumo, anche se più volte tentato, tra marcamento a uomo e disposizione difensiva a zona, con uno spostamento del vecchio «catenaccio» verso il centro campo. È invece curioso notare che altri, che in certe occasioni hanno mostrato di capirne, siano caduti in un corto circuito logico scrivendo che la squadra italiana, giocando per l'appumo all'italiana, non sa produrre un gioco proprio. Ahimé, la comraddizione non lo conseme. Dunque i tecnici veri sono perfe11ameme in grado di spiegare quello che agli sciocchi appariva un mistero nato nel mistero. (Che cosa potrebbe mai produrre una realtàmisteriosa se 1101l1a stessa realtà misteriosa...). Certo, i tecnici 1101s1ono in grado di sapere prima se quel modulo sarà vinceme fino in fondo o dovrà invece essere perfezionato, magari con giocatori diversi. Se lo sapessero prima e 11011 procedessero invece, per approssimazioni e ~sperimenti indispensabili, sarehhrrn indnl'ini ,, mag/ri. Un tecnicn come.• t.:11:.0 IJt't1r:.01 lw St'mprt' tffuto un programma che è del 1u110corrello considerare di tipo sciemifico. Non ci siamo certo dimemicati che in Italia abbiamo quella che viene considerata dai tecnici di 1u110il mondo una vera scuola universitaria per il gioco del calcio, il centro di Coverciano (per inciso va ricordato che anche i sovietici sono venuti per due anni a imparare a Coverciano e hanno applicato il modulo italiano, uomo più zona o vicev-ersa, con meno 1ale111a0nche se con pari forza agonistica). Giova ricordare che il programma tecnico-sciemifico di Bearzot è costantememe appoggiato da quello parallelo di assistenza medica che dura da più di vent'anni (elogi unanimi al Prof Vecchie/ che ha comribuito a ricostruire e rilanciare giocatori molto provati dal campionato appena finito). Ma il programma tecnico non sarebbe giumo a compimemo e coronazione mondiale se l'applicazione dei suoi modelli 1a11icnion fosse stata affidata a grandi talenti. È la fusione tra intelligenza fallica e talemo, tra modulo e genialità che dà il godimemo. Quel godimemo che si raggiunge quando il sinistro di Tarde/li colpisce con tale precisione lapalla da meuerla fuori dalla portata di un grande portiere come Fil/o/. Si tralla di celllimetri, anzi di millimetri e di decisioni prese in un decimo di secondo. Fuori dubbio che il re del centesimo di secondo è stato Paolo Rossi che è risorto amicipando e superando il più temo e compiaciuto godimento dei brasiliani. Perché questo va dello una volta di più: i goal delle viuorie italiane hanno gareggiato in bellezza l'un con l'altro, così come il virtuosismo difensivo non può essere rozzameme chiamato catenaccio. Insistere su questo vocabolo è segno di pervicace cecità. li giovanissimo Bergomi ha annullato uomini di gran classe commeuendo pochissimi falli, giocando d'a111icipoe operando certi stacchi di testa da far impallidire i grandi atleti tedeschi (certo, come suggerisce ,m possibile sltlpidario calcistico flaubertiano: grande atletadicasi per tedesco; furbo dicasi per iwlia110;giocoliere dicasi per brasiliano o anche sudamericano in genere...). li gioco in difesa può essere bello, spe11acolare,godibile quanto quello al- /'a11acco.Solo 1111d0ifesa sapiente può far scaturire quel/'eve1110 orgasmico che chiamiamo contropiede: il massimo della semplicità e dell'efficacia , 1·e/nci1tì.fredde::a e n11cf11<, hrrlrffn. ~uperiorità imellettuale. con il 111i11i11u. dei mezzi impiegati, come i capolavori che ci appaiono «semplici» e sono invece sapientissimi, come un gesto conclusivo. (Un giomalista ha definito «eleme111are•il tocco di A/robe/li per il terzo goal della Germania ... grave confusione culturale! Il goal di A/robe/li è staro soltanto perferro; e/eme/Ilarepoté sembrare a chi sovrappone una finale di Coppa del Mondo a una partitella di periferia. Anche qui, ww questione di comesro). Giustamente Alberto Ronchey si è chiesto come mai gli italiani che pure sanno eprimersi come ai mondiali di calcio (dunque ha colto bene le ragioni di un successo ben preparato) 1101s1i esprimano allo stesso livello in tulli i campi della loro auività. A me pare evideme che gli italiani, ben al di là e al di sopra di ogni revival nazionalistico e patriottico, sanno esprimersi ai massimi livelli mondiali in molti campi (l'elenco sarebbe perfino troppo lungo, adesso) ma ci rende profondamente infelici la persistente divaricazione tra ge111eche lavora con competenza indiscutibile e la classepolitica, che ha occupato ciò che chiamiamo Stato invece di lavorare per il suo funzioname1110. Così uno Stato nato con una carta repubblicana democratica viene a poco poco trasformato in un luogo di traffici secondo il modello che la Mafia ha ben sperimemato a livelli mondiali. Gli italiani hanno capito che la presenza di Pertini ai mondiali di calcio era giusta perché hanno riconosciuto in lui un uomo che forra per cancellare questa de/iuuosa divaricazione tra ci11adi11i compe1e111ei Stato. Proprio nei giorni in cui l'Italia ha mostrato al mondo incredulo la propria assoluta competenza e capacità nella difficile arte del gioco del calcio, il Presideme del Consiglio dei Ministri ha dichiarato in Senato, con coraggio ed encomiabile lucidità, che «lo Stato deve riconquistare la propria sovranità sulla spesa pubblica». Emblematiche, storiche parole. Chi altri allora controlla la spesa pubblica se è stata so11ra11allo Stato? E come fa uno Stato a sostenere di esistere ancora se ha perduto il controllo sulla propria spesa? Occupazione e svuotamento sono la definizione precisa dell'a11ività della classe politica 11azio11a/ed,i quella, naturalmente, che è riuscita a prevalere tanto da poter occupare e svuotare. Ecco /'i11compe1e11zache diventa fw,:.innale a 1111 di'ìegnn di tlnminio. Sembra pt'rò arrivato ancht•il momento in cui i predatori cominciano a sbagliaremolti colpi. Comincia la rivincita della competenza? Davvero barlumi di verità illuminano il grigio orizzonte? O l'orizzonte non era poi così grigio, anzi neppure grigio, ma volevano farcelo vedere grigio come serviva a loro, ai predatori, per poter continuare /'a11ivi1àdietro le quinte di una tragedia ben simulata. Non sembri temerario affermare che il gioco del calciocontribuisce ad aprire spiragli alla verità. Riflusso. «L'onda della marea / e quella veloce del rifiusso / ciò che il nusso del mare ti apporta/ dalle mani ti strappa il rifiusso. / L'onda della marea / e quella successiva del rifiusso: entrambe sono venute a me/ cosicché io so ben ravvisarle.» Antica lirica irlandese (Torino, Einaudi), componimento XXVI, noto come «li lamento della vecchia di Bearce», VIII o IX secolo. La ricchezza che ci viene dal mare, fo111eprimaria di vita, il riflusso ci toglie e rimaniamo amani vuote. Dunque il riflusso è il vuoto. Sembra invece, in alcuni casi, che il riflusso venga illleso non come ladro e spazzino ma come portatore di doni prima negati. La confusione dei sensi ègrande qui sulla terra avvelenata mentre in cielo regna un ordine marmoreo. Ma leggiamo anche la nota relativa a questa antica poesia irlandese: «I codici testimoniano che la vecchia di Bearce, donna di stirpe regale, il cui nome fu Digdi o Duinech, ebbe la ventura di auraversare sette giovinezze, unirsi a diversi re, veder crescere molti nipoti e pronipoti, avere in adozione ben cinquanta bambini. La tradizione aggiunge che essa, cristianizzata da San Cuimine, da vecchia portò per cem'anni il velo di monaca». Il nuovo Robin. Robin Hood è ancora oggi emblema di giustizia popolare in tutto il mondo anglosassone. /11fa11i toglieva ai ricchi per dare ai poveri. L'auuale presidente americano è ora chiamato Ronald Hood, perché toglie ai poveri per dare ai ricchi. Il suo compito storico sarebbe dunque lapalissiano e esortativo, fare quello che i ricchi hanno sempre cercato di fare e spesso 011e11u10A. meno che i ricchi temano ancora oggi così fortemente di vedersi sourarre ricchezza dal sociale americano, sempre auivo, da avere bisogno di un Ronald Hood, che a cavallo sembra ci sappia andare almeno come la controfigura di Robin. Autoritratti. Esiste un tipo di autoritrailo i11vo/0111ariodisegnato dall'incontrastabile inconscio che sa bene approji11aredella cosiddeua freua con cui occorre confezionare i giornali quotidiani. Quando l'autore si accorge di avere divulgato il proprio malevolo t1111ori1ra1c1r0edendo di parlare degli altri è ormai tardi, la carta stampata è nelle edicole per essere venduta e qualche volta perfino ferra. Questo è un caso, capitato a un noto corsivista. Si occupa della questione dei concerti dei Rolling S1011esin Italia, previsti e programmati per l'estate 82, e dopo avere osservato che tale questione ha offerto «un pretesto coi fiocchi a una delle più dissennate e ridicole controVl'rsieche mai si siano svolte» in Italia, definisce questo nostro un «paese di moralisti ruspami, ideologi da strapaz~ ~o e politici sempre pitì a11ra1tdialle luci del varietà...» Salta subito agli occhi che in un eventuale elenco di «moralisti mspa111i»il corsivista R.G. potrebbe occupare uno dei primi posti. Onore al merito, R.G. ci ha dato una definizione di sé come altri non era ancora riuscito, a conferma che l'esortazione socratica «conosci te stesso», viene messa in pratica quando è l'i11co11scioche deua. Tamo più della /'i11co11scioquando anche i «moralisti ruspanti» si sentono a11ra11dialle luci del varietà e aspirano a diventare «suggeritori di opinioni». Sfinteri giapponesi. Quando i giapponesi, capaci di eccezionale autocontrollo sociale e _dsiacrifici speuacolari e sublimi, ci vengono indicati come modelli possibili di comportamento e organizzazione, bisogna ben ricordare che le basi della loro cultura sono davvero radicali, poggiano, ramo per cominciare, sul comrollo degli sfimeri anali e dell'uretra già all'età di 0110 mesi. Lo sforzo deve essereenorme, leparti, infaui, sono scarsamente innervate a quell'età e un controllo naturale comincia verso i due anni, prima è pura e crudele costrizione. Proprio quel tipo di costrizione che segna il futuro individuo in una società autoco11trolla1a. Così lasessualità viene rigorosamente ritualizzata e divema impossibile senza le regole della trasgressione. Vale u dire, che anche la trasgressione va prevista e circoscrilla, tenuta sollo controllo con la cacca e lapipì. Regole, 11011 divieti. Posizioni, non godimemo. -.':. "'-----------------------------------------------------------------------------------' v t:L,ClYII IVUtanvO

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