Alfabeta - anno IV - n. 38/39 - lug.-ago. 1982

.Y :... Michael Anderson interpretazioni storichedella famiglia l'Europaocck1entale 1500-1914 introduzooe d• Simona Cerutt1 pp 136, L. 8.000 finalmente una sintesi Ester Boserup il lavorodelle donne la divisione sessualedel lavoronenosviluppo economico introduzione d1 Cristina Sa\lio pp. 236, L. 13.000 un'analisi comparata tra economiee societi diverse storiaorale vita quotidianae cultura materialedelle classi subalterne a cura dì Luisa Passerini pp. 347, L. 10.500 '"un saggk) introdutttvo esemplare per chiarezza concettualee rigore metodologico" Repubblica Paul Bois contadini dell'ovest le radici sociali della mentalità contrOfivo,UDOf'laria a cura di Luisa Accati pp. 440, L. 10.000 '"un'indaginestorica dal modernissimo ta&tio di sociologia polltica" Corrieredella Sera Charles Tilly la Vandea a cura di Sandro Lomblrdini pp. 384, L. 10.500 ..,u una delle più massiccee sanculnose rivolte defle campagne un tenutlvo di rinnovamento della metodologia ,torica" Tuttolibri John Davis antropologia dellesocietà mediterranee un'analisicomparata pp. 288, L. 14.000 cltenteUsmoe onore mediuione e potere fami&liae socialitA Gabriella Gribaudi mediatori antrOIX)logia del potere democristiano nel mezzogiorno note introduttive di AugustoGrazianie EdOardoGrendi pp. 202, L. 7.500 la volonti polltico che ostacolalo sviluppo Informaticae libertà i diritti del cittadino d1 fronteall'automazione dei seMzi arnmin1slratiV1 pp. 90, L. 8.000 "un rapporto esemplare per chiarezza e per documentazione" Mano G. Losano Pierluigi Donini le scuole,l'anima, l'impero la lilosofìa antica da Antiocoa Plotino pp. 288, L. 12.000 tre secolì di dibattito tra aristote,ici, platonici e stoici alla luce di prob4emi e conflitti c:te,la Roma imperiale Oskar Lange la partee il tutto una teor,agenerale del comportamento dei sistemi introduzionedi Renato Sala pp. 202, L. 7.500 ciberneUca e formalizzazione ~la dialettica Alfred Schutz il problema dellarilevanza per una fenomenologia deH'atteggiamentnoaturale a cura di Giuseppe Riconda pp. 108, L. 7.500 un classico di antropologia filosofica deUa vita quotidiana rivistadi estetica fascicolo9 il buffone;esteticae semiologia; la "T E!Ofia Estetica"di Adorno; -~~~ ::iaci~!; la philosophieet la peinture; il giovane Lukks. las<icoloB estetica del~ rovine Bann, Butor. carena, Carchia,Cavaglià, D'Agostin,, IJIJbois, Ferraris, Hofmannsthal, M1nguet,Moroncini, Rondohno, Salizzoni, Simmel lascicok> 7 p0eSie concrete;riflessioni sullacriticadella critica; la ''terra•: Heideggere l'opera d'arte; Euridice e i destini dellaparola; TristanTzara;PaulVirilio abbonamento 1982 L. 22.000 memoria rivista di storiadelle donne i corpi possibili (3) esperienze, rappresentazioni e possibilità espressive del corpo femminile piccole e erandi diversttt (2) tra una donnae l'altra, tra la donnae l'uomo, nellacostruzione dell'identitàfemminile ,.g1one e sentimenti (l) stereotipie ambivalenze nell'intrecciotra razionalità e passione abbonamento1982 14. 5, 6) L. 13.IXXl dossier di le monde diplomatique Le armi dolla guerra (l 1) Interventi mil!lari e minaccia nucleare nella strateg1a dellP superpotenze. Cronache d'autore (!O} La realtà con!empofanea net racconh di: Sciascia, COrtazar, Boclian, Parme+in, Consoo. Benedetti, Bianco. Il fattore nazione (9) Risvegliodei conflittietnici e lingutsbCI, dei particolartSmrìegionalie delle lotte di religione nel mondo industnatizzato. Rteehezza e fame (8) Le incognite del sistema allmentaremondiale America latina (7) Quattro questioni sul tavok> di Reagan: la socialdemocrazial,a rrvoluzione centroamericana, gli 1nd10S, i regimi mllitan. Frontiere nell'Islam (6) La rivoluzione informatica (5) Problemi deg1i anni ottanta 14) Asia1979 13) Il comunismo impazzito La democraziiabernata 12) l'ingranaggio Europa (l) abtx>namento1982 (li, 12. 13, 14)L. 12.000 no1evole sviluppo, specie negli Stati Uniti, di tecniche «pulite• a base psicologica. L'interesse per queste si sviluppa negli anni '50 a seguito delle confessioni di spionaggio fatte da occidentali catturati dai cinesi e di quelle fatte a proposito delle armi batteriologiche da militari americani imprigionati durante la guerra di Corea. Tutto il gran parlare che ci fu sul lavaggio del cervello («brainwashing») realizzato sui prigionieri di guerra con l'ausilio dell'ipnotismo e di particolari droghe «orientali» si rivelò, sulla base di studi più attenti, una miscela di imprecisioni scientifiche e di demonizzazione del comunismo nel clima proprio della «guerra fredda». Emerse invece la consapevolezza sperimentata dell'efficacia dell'applicazione di pressioni sociali e psicologiche sui prigionieri come mezzo, anche più u1ile della tortura, per ottenere confessioni. Attualmente e nelle grandi linee il punto di partenza di queste tecniche sta nella considerazione che nel prendere delle decisioni ogni individuo opera una scelta, tra le varie possibili, alla luce delle conseguenze che egli crede deriveranno da ognuna di esse e del valore, positivo o negativo, che ad esse da. Ne scaturisce che la manipolazione della percezione che una persona ha delle conseguenze delle sue azioni, inducendo conflitti tra prospettive di utilità e perdite per sé o per altri prossimi, tra l'approvazione e disap• provazione verso la società o verso se stessi, può efficacemente indurla ad agire in un modo predeterminato. Questi principi, propri della letteratura psicologica, hanno trovato una precisa applicazione nei manuali americani di scienze della polizia dei quali il più famoso è quello di F.E. lnbau e J. Reid ( Criminal lnterrogations and Confessions, Baltimore, Williams and Wilkins, 1967). Alcuni accenni alle 1ecniche consigliate. L'in1errogante dovrà mostrarsi calmo ed autorevole, convinto della colpevolezza del sospettalo e già a conoscenza di molti dettagli ed aspetti del fatto in questione. Dovrà minimizzare le conseguenze della confessione opLettere Pel' Baj e per Battisti Gentile direttore, nell'articolo «li ritorno del duce» ( Alfabeta 11. 36, maggio 1982), già apparso sotto il titolo Anni Trenta sulla rivista Pietre (genn. febb. '82), parlando della sezione «Proto-design» della Mostra sugli A1111Ti renta, Enrico Baj è i11corsoin un errore: 1101t1utti i mobili i11 tubolare d'acciaio esposti i11 quella sede sono datati tra il '33 e il' 36, come egli sostiene per avvalorare la tesi che quella produzione sarebbe indistintamellle frutto di «imitazioni puerili». Uno dei più interessanti esemplari della rassegna, lapoltrona« Lira» è stata infatti progettata da Piero Bottoni nel 1929 e il suo modello «rifiutato da produttori e mobilieri italiani fu accettato nel 1930 dalla casa Thonet di Parigi ed eseguito come campione per completare una serie di mobili per ufficio, studiati da Le Corbusier» (Controspazio, a. V., n.4, ottobre /973, p. 13). Mi si dirà che quattro anni non cambia110nulla. Faccio però notare che Bottoni nel 1929 aveva 26 anni, 16 meno di Le Corbusier, il quale progetta la famosa «chaise-longue» nel 1928. Ed è grazie ad una generazione di ventenni che la cultura architettonica i1a- /ia11aispirata al Movimento Moderi,o ha colmato in pochi anni il ritardo dai maestri, progetta11doopere in cui la lezione razionalista era assunta in modo origi11alee creativo. Per comprendere come ciò siapotuto avvenire in pie110fascismo,è essenziale riportare alla luce il tenace lavoro compiuto per aprire gli ambienti architettonici italiani alla cultura europea. Lavoro i11cui si disti11serofigure di organizzatori di cultura, oltre che di valenti architetti, tra i quali un posto di primo {;3 ui1u(e(.;ay1r IUOlé:l ICO pure dovrà invitare il fermato a precisare i veri contorni del fatto «che dalla vittima è stato sicuramente esagerato». ei reati contro la persona, poi, è particolarmente utile la manipolazione delle conseguenze sociali. All'interrogato, che è alla ricerca di un recupero dell'approvazione sociale, dovrà essere suggerito che chiunque in quelle circostanze e spinto da quelle date condizioni avrebbe fano la stessa cosa, che ques1a è perfettamente «ragionevole» agli occhi della gente come lui, che in definitiva la confessione è l'unica onorevole e socialmente accettabile cosa da fare. Manovre del genere tendono ad indurre nell'interrogato una riformulazione del «suo naturale giudizio sulle conseguenze sociali negative del confessare». Per altro verso la confessione potrà presentare (e perciò dovrà essergli presentata come) una affermazione della personalità dell'imputato, dell'immagine che egli ha di se stesso: in questa onica il crimine potrà essere presentato come importante e ben eseguito oppure si potrà affermare che il fermato è stato ingannato e tradito dai complici e che quindi la confessione gli consentirà di porsi in una «condizione superiore• ecc. In generale l'interrogante dovrà presentare all'arrestato l'immagine del reo confesso come particolarmente attraente e di valore sociale superiore a quella del «sospettato». Il tutto deve svolgersi in un contesto in cui sono evitati «banali segni di minaccia• come armi ed altri strumenti, mentre l'intervistatore si pone il più vicino possibile all'interrogato. Questa distanza spaziale, tra l'altro, ove superi il. limite «usualmente definito come improprio tra estranei» provoca per esempio implicazioni di tipo fisico e sessuali che, nell'impossibilità di essere rimosse (il fermato non può allontanarsi), generano ansia ed insicurezza (cfr. E.O. Driver, cit., pp. 45-6 e passim). li problema ulteriore è quello dell'interazione di questi metodi accattivanti con l'uso di eventuali «aiuti tecnici» (per questi cfr. la scheda a parte) e con la situazione più ampia nella quapiano spetta certameme a Piero Bottoni. Di tutto questo non vi è traccia non solo 11ellaMostra sugli Anni Trenta, ma anche nei commemi critici che la hanno accompagnata. Cosi come è sfuggito a Enrico Baj, e a tanti altri, che su un punto architetti come Bottoni, Mucchi, Cosenza, Marescotti, per citarne solo alcuni, 1101e1rano per niente in ritardo: quello di praticare l'architettura come impegno civile, portandola a misurarsi COII problemi di rilevanza sociale e preparando cosi, in un lungo travaglio, uno dei più interessami filoni della cultura antifascista. Un travaglio di cui l'espressione più emblematica è la vicenda di Giuseppe Pagano, che giungerà alla militanza antifascista attraverso un itinerario di critiche puntuali alla politica operata dal regime sulla città. Altro che la «ri• strettezza morale e culturale», con cui Baj bolla i11disti111ame1P11oemi, Mucchi, Bottoni e Pica! Certame/1/eè anch'egli u11a vittima dell'operazione «fare di ogni erba un fascio», propugnata dagli ideatori della Mostra sugli Anni Trenta e dell'operazione che su di essa hanno co11dotto i mass-media. Basti pensare a come è stato snobbato lo sforzo condotto dalla XVI Trien• nale per affromare, sia pure timidameme, questi temi e,percomro, aquanto piombo è stato profuso per sostenere u11adelle maggiori operazio11idi disacculturazionedi massa dopo il fascismo. Ma si sa, i problemi 1101f1an110né cassetta, né circensens, né 1a111omenpoostmodern. infine, per quamo riguarda Alfabeta, 1101p1osso 1101t1rovare preoccupante che, accamo agli «scivoloni» di Baj, accetti che dalle sue pagine si affermi che quella de~'Istituto Milanese per la Storia della Resistenza e del Movimento Operaio sia una sede «non del rutto appropriata» per ospitare il Fondo Piele si trova il fermato («situational factors» ). I fattori più rilevanti sono il tempo trascorso in isolamento in un ambiente non familiare ed in condizioni di deprivazione, la carenza di informazioni (e quindi la totale dipendenza per esse da quello che dice l'intervistatore), il timore di subire violenze fisiche e la violenza insita nella situazione, la durata dell'interrogatorio, lo svolgersi in orario notturno e comunque dopo molte ore di veglia senza riposo né sonno ecc. In generale si può affermare che nessuno di questi fattori, psicologici o ambientali, si presenta come risolutivo. Gli stessi «situational factors», che in linea di massima facilitano la confessione in quanto accentuano lo stato (e la percezione) di dipendenza, possono talora essere controproducenti nel senso di indurre irrigidimenti e rifiuti. Per esempio il prolungare l'isolamento ritardando l'incontro con i familiari può essere talvolta meno «produttivo• di un incontro organizzato in breve tempo e quindi inatteso e disorientante. Quale valutazione dare di queste tecniche «pulite•?. Per una parte sono razionalizzazioni di strumenti «artigianali» già in uso, non immuni talora da critiche di grossolanità da un punto di vista strettamente psicologico (vedi per esempio alcune critiche al manuale di lnbau e Reid in Po/ice interrogation... , cit., p. 40). In generale però sono strumenti di una certa complessità che richiedono un buon livello di specializzazione, tanto che gli esperti statunitensi valutano in cinque anni il tempo necessario per formare un esperto in interrogatori. Nel dipartimento di polizia di San Francisco, poi, si svolgono corsi annuali di aggiornamento all'interno dei quali, oltre alla verifica delle capacità specialistiche attraverso interrogatori simulati e filmati, viene data una precisa informazione sulle ultime decisioni della Corte Suprema in materia di confessioni al fine di perfezionare le modalità di elusione dei suoi divieti. Negli stati Uniti è infatti da decenni ormai consolidata a livello giurisprudenziale la parificazione delle violenze psichiche («menta! abuse») a quelle fisiche nel valutare la volontarietà delle confessioni (Driver, cit., p. 43). Già nel famoso caso Miranda v. Aritona ( 1966) la Corte Suprema ribadì che, nell'interrogatorio di persone in stato di arresto, agli ordinari standards di volontarietà va aggiunta l'assicurazione della protezione del diritto dell'accusato al silenzio («self-incrimination eiause•) considerando questo un diritto essenziale la cui violazione inficia la «giustezza» dell'intero processo (il «due process of law» di cui al XIV emendamento). Per quanto riguarda l'Inghilterra, Irving ed Hilgendorf affermano chiaramente, pur con tutte le cautele immaginabili in relatori ad una e Royal Commission», che l'uso delle tecniche di manipolazione può effettivamente «distruggere la volontarietà» delle dichiarazioni rese, anche in assenza di una precisa consapevolezza nell'interrogante sui meccanismi in azione e che i «situational factors• (isolamento, deprivazione ecc.) possono anche da soli escludere la capacità del fermato di decidere (p.24 e 42). Nonostante queste indicazioni il rapporto finale della «Royal Commission» ignora il problema delle pressioni psicologiche, e delle garanzie necessarie contro il loro uso, se non nel senso di raccomandare una maggiore preparazione della polizia e consapevolezza della «psicologia della detenzione e dell'interrogatorio» (Report, p. I95). Il che sembra più in incoraggiamento al loro impiego che altro. D'altra parte il diritto al silenzio, pure riaffermato come principio essenziale, viene trattato come diritto «esercitato di fatto solo dai colpevoli> che quindi non deve essere garantito più di tanto (pp. 77-9). Alcuni avevano proposto di rendere obbligatoria la presenza durante l'interrogatorio di una parte «terza• nella persona di un legale di turno nella stazione di polizia. La proposta viene rigettata tra l'altro con la incredibile motivazione che un sistema del genere costerebbe troppo all'amministrazione della giustizia (pp. 102). ro Bottoni, come sostiene apag. 9 dello Errata Corrige stesso numero Emilio Ballisti. Nel numero 37 a pag. 18, nell'elenco A parte il fatto che proprio a Sesto S. dei sommari dei numeri 12-36 è stato Giovanni, dove ha sede[' fsrmo, Botto- omesso «immagini a cura di Arturo ni ha esplicato una parte non seconda- Schwan.» dopo la voce Inserto. Piccolo lessico dell'erotismo, relativa al ria del suo lavoro, non si vorrà sostene- numero 3J (dicembre 1981). re che una iniziativa è più o meno cor- t-------------------1 rettaa seconda di quamo dista da Piaz- Errata Corrige za Duomo l'eme che la promuove, che L'articolo di Marina Miuau, Il cooltretutto, nel caso specifico, ha dimen- siddetto «cosiddetto», pubblicato sul sione non sestese ma riferita all'intera nwneroscorso ( Alfabetan. 37, giugno provincia di Milano; oppure che i ter- 82), che originariameme non prevedemini « Resistenza» e« Movimento Ope- va nessun paccheno di riferimento biraio» «stridono» con quello di archiret- bliografico, è stato erroneamente fatto to e che sarebbe opportuno scindere la precedere dalle voci del paccherro bibiografia dell'«uomo» da quella del- bliografico di un altro articolo. Ci scu1' «architetto», secondo una visio11eper siamo vivamente con l'Autrice per cui gli architettisi occupano degli archi- l'imbarazzante equivoco. tetti, i medici dei medici, i politici dei politici e cosi via di corporazione in corporazione, purché l'uomo non si occupi mai dell'uomo e la ricerca storiografica sia inoffensiva o connive/1/e con le concezioni più riduttive del mestiere di architetto, di medico ecc. ecc. Se poi invece il giudizio di Battisti è di natura eminentememe sciemifica. siamo veramente al ridicolo dal momemo che il Fondo Bottoni è uno dei pochi archivi di architelli italiani su cui è in corso un vastissimo lavoro di sistemazione organica in vista della sua pubblicazione, 10111c0he lò'stesso Battisti ha potuto avvalersi di preziosi suggerimemi tratti da questa esperienza pilota. Con i migliori saluJi. Giancarlo Consonni Milano, 20 maggio 1982 Mentre pubblichiamo questa lettera, la redazione di Alfabeta è costretta a rendere nolo che l'articolo di Enrico Baj, a noi proposto regolarmente tramite uno dei Direttori, è stato dall'autore inoltrato tutto insieme - come se si trattasse di un suo «documento politico» - anche ad altre riviste. il .. ~,a~ □ na·.~ Trimestrale della cooperativa scrittori e lettori Numero 2 • primanra 1982 Roland Barthes, Giacomo Debenedetti. co Massimo Bontempelli, Daniello Bartoli, '"" Walter Pedullà, Angelo Guglielmi, ::; Jorge de Sena, Giuliano Gramigna, -~ Castelao, Bice Mortara Garavelli, "'- Luca Archibugi, Ermanno Cavazzoni, ~ Luigi Fontanella, Federico Nelli, °' Edoardo Sanguineti. Colonna cominua Soloinabbonamento Abbonamento per un anno (4 numeri) Lire 20.000 Inviare l'importo a Cooperativa Intrapresa via Caposile 2, 20137 Milano Conto Corrente Postale 1543 I208 lmrapNia m•tJtng

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