Alfabeta - anno IV - n. 36 - maggio 1982

BaltruSaitis L e Moyen-Age Fantastique comparve nel 1955. Poi, divenne un libro segreto, un libro-parola d'ordine. Quando te lo prestavano, ti facevano giurare di restituirlo subito. Una nuovy edizione - con importanti aggior!'amenti e nuove documentazioni iconografiche - consente ora di riscoprire questo lavoro fondamentale: Perché Jurgis Baltrufaitis, lituano allievo di Faucillon, ha rinnovato in modo decisivo la Storia dell'Arte. E l'influenza di libri come Anamorphoseso Aberrations. Essai sur la légende d'un myte è assolutamente decisiva per i pensatori che oggi contano (per esempio, i commenti di Jean-François Lyotard in Discours, Figure). Con .un'arte di cui lui solo possiede il segreto, Baltrusaitis mescola le più incredibili sregolatezze con il rigore erudito. Nei suoi libri, i fantasmi, le favole, i mostri, si organizzano sotto i nostri occhi; quasi, si direbbe, vanno in ordine! Perché in quelle classificazioni c'è un delirio logico. Tra cento altri temi, Baltrusaitis dimostra come in epoca gotica -in pieno X/li secolo-, la Cina abbia invaso il nostro mondo, con le i sue forme e le sue leggende. Di fatto, solo a partire dal X/Il secolo i demoni occidentali presero ali di pipistrello. Leggere Baltrusaitis è seguirlo tra mimai si dilettarono tanto in questi esercizi di pazienza e di abilità? Per la risposta basta rinviare alla p. 284, dove si mette in chiaro che l'ondata più cospicua scoperta da Pozzi è secentesca e di ambiente religioso. Si tratta di chierici regolari, di carmelitani e cappuccini, più raramente di gesuiti, dato «l'orientamento letterario della compagnia, volto a un classicismo moderato e relativamente dimesso, certo poco incline al culto dell'eccesso•. Attendendo a questi esercizi poetici, quasi sempre su tema religioso o encomiastico, questi autori non rischiavano di superare «i limiti che al ceto s'imponevano nell'esercizio delle lettere», anzi sentivano di compiere opera devota. Il loro passatempo poetico era tra l'altro «un rimedio fra i più notevoli alla noia dell'esistere, un ascetico rimedio al vizio capitale dell'accidia». • Si colgono cosi due motivi, forse i gliaia di quadri, di testi che nessuno ha mai letto; è anche vedere il nostro Medio Evo arricchirsi con tutti quegli «altrove». E si ha bisogno dell'occhio esercitato di questa guida per raccapezzarsi in ciò che il Medio Evo chiamava arte saracena, mescolando tutto quanto non era cristiano: le forme islamiche, quelle greco-romane, e poi l' «altrove» cinese. Perchémolto presto si sono fatti provenire i Tartari dal tartaro. E si dice che l'autore di questo calembour dal sinistro significato storico sia stato San Luigi ... In cammino, quindi, per un viaggio favoloso tra mostri meticolosamente ordinati. Presto non confonderete più i Grylli (figurine il cui corpo è costituito unicamente di teste)con gli dei acefali o multicefali; e neanche con i quadrupedi a due zampe o con gli alberi che, invece che frutti, producono uomini e donne alti un braccio. In meravigliose contaminazioni, Van Èyck riproduce elementi orientali nei suoi dipinti, Alberto Magno si veste da arabo (nel 1245, per tenere all'università un corso su Aristotele). Addentrarsi in questi sentieri che portano ovunque significa soffermarsi sui mostri che Hyeronimus Bosch raffigura con tanta minuzia nella Tentazione di Sani'Antonio, e anche scoprire che quei demoni con il corpo aforma di principali, dell'oscurità precipitata su • questi verseggiatori: la loro estraneità, o perifericità, rispetto agli ambienti letterari propulsori, e la natura sostanzialmente non letteraria, ma piuttosto devota, dei loro esercizi. Non avevano tutti i torti Quadrio ed Affò parlando, a proposito di questi prodotti, di «ghiribizzi» e «giocolini»; e in particolare Quadrio a definire gli scritti di uno di questi poeti, Girolamo Musici, «tutte cose scipite, che il loro autore però, che doveva essere di malvagissimo gusto, reputa molto bellissime». A rivalutare anche letteralmente questa produzione Pozzi, qua e là, spezza qualche lancia. La difesa più solida consiste, a mio parere, nel rinvenimento di una continuità secolare e internazionale di procedimenti, con relativi perfezionamenti e propagginazioni, e soprattutto nell'insegnamento teorico che se ne può trarre quanto ai rapporti tra discorso e figuChristian Descamps campana sono vicinissimi agli oggetti umanizzati giapponesi. Perché incessantemente l'antichità ellenistica, poi l'Islam, poi l'Estremo Oriente, si sono condensati per alimentare la produzione di grappoli di teste, di bestie dal volto multiplo, di bipedi che escono da conchiglie. Tutto questo, in un contorcimento insolito, che non si preoccupa minimamente di rifarsi agli antichi dei, generosi quanto a contorsioni. È in questo magazzino iper-surrealista che l'autore reperisce la sovversione estremo-orienta/e. ra, tra sintassi e geometria, tra linguaggio e concetti: ciò che fa ottimamente Pozzi nelle prime due parti del volume. Le numerose illustrazioni (che si sarebbe desiderato fossero fornite di «chiavi» per la decifrazione dei loro giochi) sono utilissime a verificare da un lato la natura ornamentale, quando non celebrativa, del loro iconismo, dall'altro l'assoluta assenza di poesia. Facile la spiegazione. La poesia fa sempre leva su valori connotativi. La costituzione semiotica consente al testo di sviluppare, attorno alla sua letteralità, suggestioni supplementari anche potenti, comunque di rilevanza prevalentemente semantica. In questi esercizi cruciverbistici l'impegno è solo esercitato sulla plurima utilizzabilità della lettera, delle lettere. Abilità dell'emittente; meraviglia, o divertimento del ricevente. Fatti senz'altro positivi, ma lontani dalla funzione Quando Gengis Khan unifica l'Asia, l'Estremo Oriente è alle porte dell'Occidente. L'Europa, un po' affascinata e un po' terrorizzata, prende a scoprire un universo che precedentemente era conosciuto solo attraverso le favole. Già allora la Cinaprende ad attrarre;e, per una curiosa astuzia dellastoria, delle bande incolte recano ali'Europa tesori di erudizione. Tra cento meraviglie, la Cina aveva scoperto la stampa, ma quella scoperta si mescolava a mille prodigi ... Nel XIII secolo, in Occidente nasce un mito: quello dei demoni. Che, ali' Est, annunciano la fine del mondo! Si avvicina l'ora dell'Anticristo! E fioriscono i demoni cinesi, rinnovando la imagerie demoniaca. Si ritrovano divinità con molte braccia persino nel Decameron di Boccaccio. La prostituta della Apocalisse del/' Escuria/ ha la testa coperta da un cappuccio con cinque cobra. Le bizzarrie estremo-orientali, le rocce con forme animali o umane, i personaggi rinchiusi in vasi di vetro, sciamano per tutta l'Europa. Ma, a quel conta110,il Medio Evo rinnova le proprie forme, e l'arco lobato cinese si ritrova, trasferito dalle nicchie buddiste a quelle gotiche. Delle fotografie - accostamenti avvincenti -pongono le une in fianco alle altre decorazioni fiampoetica. A riprova si noti che un testo poetico continua a parlare al lettore e al critico, non finisce mai di rivelarsi; mentre questi prodotti, una volta scoperto il meccanismo, non hanno più nulla da dire. Ciò non significa che questi verseggiatori e questi teorici fossero privi del dono poetico. Se ne colgono tracce proprio nei loro scritti prosastici, dove le operazioni verbali compiute o da compiere ispirano immaginose metafore, che sommuovono il cielo e gli elementi: le lettere anagrammate diventano atomi democritei, o flutti che coprono e scoprono la spiaggia sempre mutandola, o fantasmagorie di stelle; i loro spostamenti rievocano tutta la storia del mondo, dal caos alla divina armonia. Poeta o no (direi no), Caramuel ha il merito di evidenziare gli elaboratissimi meccanismi per l'allestimento dei suoi testi visivi, giungendo sino a Nella PQ~ia gay Corrado Levi Ti prendo in parola, non sottogamba Quaderni di «Dalle cantine», n. 2. Milano, Facoltà di Architettura, 1978 pp. 64, lire 1.000 New kamasutra. Didattica sadomasochistica Milano, La Salamandra, 1980 pp. 81, lire l.80Cf Una diversa tradizione dispensa per l'anno accademico 1979-80, Milano, Facoltà di Architettura, 1980 pp. 202, lire 3.700 Questo scherzo introduce già al metodo del libro. Si tratta infatti di un reperto periferico, disimpegnato e umoristico del nostro comunicare che viene spaesato e buttato su un foglio giallo fluorescente a introdurre un manufatto ben più impegnativo, una raccolta di poesie. Tutto il libro è fatto di spaesamenti e accostamenti stridenti come questo. La prima pagina è occupata da un solo verso, chiave di lettura del seguito: «tra te e lui chi c'è di mezzo?» Nella pagina dopo c'è il primo anello della catena che segue, due parole quasi uguali sistemate una sotto l'altra legate da una congiunzione «e» che sta a T i prendo in parola, non sottogam- metà tra le due, a sinistra: ba è il primo libro di poesie di culo Corrado Levi. Anno di uscita il e 1978, ma in copertina è precisato che è culo stato scritto nel I 976. La copertina è L'accostamento di parole per il traillustrata con una pagina di vignette mite della loro forma fisica, in questo della Settimana enigmistica (titolo del- caso per assonanza, è un modo per la pagina: «tra un enigma e l'altro») costruire nella lingua percorsi nei quali dove ne è posta in evidenza una con un sia impedito qualsiasi controllo prebandito che ha la pistola puntata con- ventivo dell'autore sui significati che si tro un impiegato dell'ufficio informa- produrranno. Quelli che crea questo zioni e.&lidichiara perentorio: «t fini- _gio~o_e~e1:1:..n~a~e ~!'°. C,?~u_nquestri- - i;; .ner, te: ,.;;,,sai troÒP.e-cose!» 11 .. ,, • - denti, capaci di spezzare il tessuto abi- • !l":,1'l..,j~ ~G...: ·).,;:'il,, ,.1r. ,, \ 'tl'~' ,,, Bi ff°iotecifg1nob-. 4an CO tuale della nostra percezione e spiazzarci. Nelle pagine successive la composizione si sviluppa come catena di anelli uguali al primo dove l'unica differenza nella forma delle due parole in ogni anello è il prefisso «tra» aggiunto in quella che sta sotto: «bocca/e/trabocca// disco/e/tradisco// coma/e/tracoma//». La struttura elementare del procedere compositivo contrasta con la catena di lacerazioni che esso provoca invece nella percezione. Si produce in tal modo una lingua sottratta ad ogni risonanza sentimentale e antropomorfismo. Questa può essere poi dilatata ulteriormente con semplici procedimenti sulla sua struttura, quali ad es. l'inserzione tra le pagine del componimento di altre pagine che contengono flashes di immagini e frasi. Nel proseguire. della poesia le due parole che compongono la strofa diventano del tutto uguali. Ma poiché rimane l'oscillazione nella percezione perché siamo rimandati a due significati tra loro assolutamente estranei non cessa il gioco violento della divaricazione: «adagio/e/adagio// battuta/e/battuta// collega/e/collega//». Alla fine invece il meccanismo formale non produce nessuna divaricazione e rimanda oramai solo alla propria forma piatta e dura: «fresco/e/ fresco// pelle/e/pelle// pollo/e/pollo// vacca/e/vacca//». I componimenti che seguono sono tutti incentrati sul medesimo metodo del costruire azione a partire dalla forma fisica della lingua, con elaborazioni elementari, le quali però producono, per contrasto, catene di significati stratificate e complesse con intoppi, lacerazioni, spaesamenti. Corrado Levi è arrivato a questo uso del linguaggio per due vie: la partecipazfone-al -m-ovimenm-o-r,msessirate - meggianti di una pagoda e quelle del castello bretone di lasse/in. Baltrusaitis non effettua grandi generalizzazioni alla Malraux:, propone precisi raffronti. Quando ci suggerisce che la tentazione di Bosch si collega più a una visione buddista di demoni o di oggetti, che a una leggenda cristiana, non omei/e gli elementi de/l'inchiesta. Perché qui i paradossi sono tanto forti quanto motivati. Perché proprio ricevendo ali da pipistrello i demoni hanno potuto conservare quella dignità di principi dell'aria rivendicata nei testi di San Paolo. Rampanti, ineni al volo, i demoni romani erano stranamente privi di dignità ... Tutto questo immaginario rivela una singolare efficacia. Giovanni da Pian del Carpine redige le proprie memorie, Rubrouck fa rapporto al Re, più tardi Marco Polo racconterà i propri viaggi. E proprio leggendo le Memorie di Mandeville un certo Cristoforo Colombo avrà l'idea di lanciarsi alla ricerca di una viapiù breve verso l'India e il Catai. Traduzione di Maurizio Ferraris Jurgis BaltruSaitis Le Moyen-Age Fantastique Paris, Flammarion, I 98 J2 schemi tridimensionali. Si tratta in sostanza di macchine per produrre componimenti, anzi per moltiplicare le letture possibili, scavando negli spazi della letteralità. Vere e proprie scatole catoptriche come quelle di Kircher, dove un'immagine viene scomposta e diversamente riordinata, capovolta, deformata. Caramuel, come i migliori dei suoi confratelli enigmisti della poesia, rappresenta bene l'intelligenza che si arrotola su se stessa, scostato il calice della realtà, attendendo da Dio uno sguardo di approvazione per la sua pia fatica. I giochi catoptrici deformano o abbelliscono la realtà, i giochi dei nostri poeti-enigmisti, esercitati sulla lettera, irrigidiscono e sterilizzano il discorso, perché esso, non più turbato dalle apparenze e dalle sensazioni, disegni i geroglifici della Verità. dei primi anni '70 e lo studio dell'arte d'avanguardia. Due articoli del 19731 testimoniano del suo incontro coll'ideologia dei movimenti di liberazione omosessuale di quegli anni. In essi la forma alienata dell'omosessualità attuale veniva letta come conseguenza dell'educazione ricevuta dagli individui nell'infanzia, in famiglia, dentro il sistema dei ruoli dominato dal potere patriarcale. In una «Nota sull'opera incisa di Otto Diu del 19742 l'analisi delle opere che l'artista tedesco ha realizzato tra il 1919 e il 1922 gli permette di ricavare i procedimenti formali che hanno messo l'artista in grado di afferrare gli estremi contrastanti in Cl!isi muoveva la sua psiche: desiderio di rassicuranti dolcezze piccolo-borghesi e violenta pulsione di morte. Col metodo di accostare massima prefezione formale e rappresentazione dei soggetti più repellenti della feccia sociale, oggetti del più retrivo gusto borghese e luoghi dei disordini sociali più violenti Dix ha saputo creare un linguaggio nuovo. Uno scritto del 1977 (quindi presso1:hé-contemporaneo- all1 elaborazione •

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