Alfabeta - anno IV - n. 36 - maggio 1982

(14) Tesi di Lévi-Strauss, svolte da P. Smith, «La nature des mythes», Diogene, 82, 1973, 91-108; u Ricit populaire au Rwanda, Paris 1975, 114-115. (26) La parola d'ordine è: inventare (euriskein, Aris101ele, Poetica, 1453 b 25) (27) Arislotele, Poetica, 1453 a 17-22; cfr. R. Dupont -J. Lallot, op. cit., 247-249 nella prospeuiva della mitologia e del pensieromitico ( 106), cioè «l'insieme delle carte implicite, garanti dell'ordine regale, divino e cosmogonico,chesi esprime a diversi livelli della creazione letteraria, popolare o colta» ( 108) (15) Ipotesi comune a R. Barthes, clntroduction à l'analyse structural des rtcits• (I 966), ripreso in R. Barthes, W. Kayser, W. C. Booth, Ph. Hamon,Poetique du redt, Paris, 1977, 7-57; A. J. Grcimas, Du sens, Paris, 1970, 185-230; H. Weinrich, «Structures narratives du mythe•, Poétique, I, 1970, 25-34, ecc. (28) Perché vi sono altri significati di mythos: il «si dice», l'incredibile, il falso (Hist. anim. VI, 30, 579b 2-4; 35, 580a·I 6-21; VIII, 12,597 a 7); le storie, i racconti fatti da coloro che perdono la giornata a narrare qualsiasi cosa: il phylamythos, il chiacchierone (Etica nicomachea, lii, 13, 1117 b 34); il «mito• composto di racconti meravigliosi, soggetto di meraviglia, virtù filosofica (Metafisica, I, 2, 982 b 15-20); infine, la forma «mitica» accordata a una «antica tradWone divina» (che gli astri siano dei), forma scelta per persuadere la moltitudine e per servire le leggi e gli interessi comuni (Metafisica, XI, 8, 1074 a 38 - b 14). Cfr. J. Bollack, «Mytische Deutung und Deutung des Mythos». in Poetik und Hermeneutik, IV, Mfinchen, 1971, 67-119 (in particolare, 76-78; 96-99). (32) Sapere sulle categorie o sapere sul mondo? si chiedevano recentemente, nello s1esso periodo, P. Smith e D. Sperber, «Mythologiques de Georges Dumézil», Anna/es E.S.C., 1971, 583-585 (33) Le più «generali•, suggerisce P. Smith, Le Récit populaire au Rwanda, cit., 115. Più di recente,_in occasionedel progetto di una nuova rivista, Le Tempsde la réflexion, I, 1980, 61-81, lo stesso aulore, dedicandosia una lettura sfumata e rispettosadelle Mythologiques, ricorda che, per l'antropologia, cii mito è un concetto operativo di choc» (64), non il mito-racconto, ma il «mito mentale» (66), oggetto o concettoche non pare eliminare tutte le inquietudini circa la sanità del «pensiero mitico». (16) Peresempio,J.-Fr. Lyotard,Discour:s,figure, Paris, 1971, 149-151 (17) Plotino, Enneadi, 111, 5, 9; 111,7, 6, con le analisi di J. Pepin, «Espace et temps en Grèce», Revue de synthc!se, nn. 57-58, 1970, 97-102. (18) E. Cassirer, Filosofiadelleforme simboliche. II. li pensieromitico, (tr. it. Firenze, 1961-66) tr. fr. J. Lacoste, Paris, 1972, 17 (19) E. Brehier, «Philosophie et mythe», Revue de métaphysique ti de morale, 22, 1914, 361-381 (20) Come ha dimostrato l'analisi di J. Bompaire, «Le mythe selon la Poétique d'Aristote», in Fonction ti surviedesmythes, Paris, 1977, 31-36. (21) Aristotele, Poetica, (l'edizione adottata da Detienne è R. DupontRoc-J. Lallot, Aristate. La Poitique. Texte, traducion et notes, Paris, 1980. A essa si riferisce la numerazione delle pagine). (29) Sextus Empiricus,Adv,rsus mathematicos, I, 252-253; 91-96, con le analisi di B. Bravo, «Remarques sur l'érudition dans l'Antiquité», Eirènè, 1968, 325-335 (34) Cfr. D. Sperber, «La pensée symbolique est-elle pré-ralionelle?», in La Fonction symbolique. Essais d'anthropologie, a cura di M. lzard e P. Smith, Paris, 1979, 17-42. (35) Proposito di Antifane, commediografo della prima mclà del IV secolo a. C. (ci1a10da Ateneo, I Deipnosofisti, VI, 222, b I- 7), che rii iene che i poeti tragici abbiano un compito singolarmente facile. (30) J. Starobinski, «Le mythe au XVIII' siècle•, Critique, 366, 1977, 976-977 (22) Systasis: Aristotele,Poetica, 1450a 15;synthesis: 1452b 31; 1459 (31) Dalla sua analisi nel Rwanda (Le Récit populaire Rwanda, cii., 114-115), Pierre Smith conclude che, sul suo «campo», per lo meno, i miti non esistono come tipo di racconto, definibile in base a un certo tipo di inlcressea comunicare o di effetto da produrre. Resta che vi sonoquelli che egli chiama «temi mitici»: l'origine della morte, la comparsadella diseguaglianza, come le donne sono state sottomesseagli uomini. Posizioneambigua, utilizzata da Luc de Heusch, «Mythologie et littérature», L'Homme, 17, 2-3, 1977, 101-109, che si propone di rivalutare il mito del Rwanda (36) Cfr. l'esempio proposto da E. Leach, e glossato da D. Sperber, Le symboUsme en général, Paris, 1974, 91 a 22 (23) Aristotele, Poetica, 1451 a 36-38 (24) Aristotele, Poetica, 1451 a 1-2 (eumnèmòneuton) (25) Aristotele, Poetica, 1453 b 3-6. Sguardo cintelleuualizza10», notano R. Dupon1-J. l..aUot,Aristott.La Pottique. cit. 13: «il poeta che compone la propria storia ... deve porsi le cose sotto gli occhi• (Aristotele, Poetica, 1455 a 23) (37) Liste, tabelle, formule: J. Goody, The Domesticationofthe Savage mind, Cambridge, 1977; «Mémoire et apprentissagedans les sociétésavec et sansécriture», L'Homme, 1977, I, 29-52 (38) Silenos di Calatle, in FGrHist 115 F 4 Jacoby. Cfr. M P. Loicq-Bcrger, Syracuse.Histoireculture/led'une citégrecque, Bruxelles, 1967, 138, n. 5; Cl. Va1in, «Jardins et vierges grecs», Mélanges G. Daux, Paris, 1974, 345. Dialogosuglispazi G iorgio Manganelli: Tu vivi a Milano ... Lea Vergine: No. M. Cosa vuol dire che non vivi a Milano anche se abiti a Milono ... Cosa è per te lo spazio milanese? In che modo lo adoperi? E, intanto, lo adoperi? V. Non credo di poter adoperare uno spazio, milanese o 110... per me è talmente faticoso pensare di adoperare lo spazio o il luogo dove si svolge la mia vita... Non mi è mai passuto per la me11- 'l6,_chevivere a Milano sia o possa essere diverso dal vivere a Ramo, a Napoli o a New York. M. Mi pare che tu descriva un tipo di vita in cui il luogo 11011esiste. V. Diciamo che è secondario. Non mi lascio mai vivere dal luogo dove sono. M. Non credo che il luogo abbia la possibilità di viverti, però può emrare in rapporto con te. Io ho vissuto a Milano e a Roma: due grossi spezzoni della mia esistenza, e sono, 11011 c'è dubbio, due forme emotivamellle e plasticamente diverse ... V. Se tu dici plasticamellle diverse devo confessare che, vivendo a Milo110, spesso mi ritrovo a pensare: «Cristo, come ho potuto scegliere di vivere nella brullezz.a!». M. la mia impressione è che Milono non consenta 11essu11faorma di difesa nei co11fro111die/l'autodistruzione. Mi sembra w1a ciuà estremamell/e favorevole alla decadenza, al deciduo. È intensamente inamabile, sebbene possa conseguire un suo rozzo cameratismo. È il massimo che si possa a11it1gereda una ciuà come Milano; o mi sbaglio? V. Rozzo cameratismo ... ma è molto cambiata negli ultimi dieci anni. Pare che 11011ci sia nessun posto in Italia dove la gente soffre, dove patisce anche senza senso, alle volte; il numero di depressi lombardi è sco11fi11a1..0. M. Questo computo sarebbe arduo; diciamo che è una ciuà che da l'impressio11eche i depressi ci stiano bene ... V. la gente passa dalla noia alla depressione all'ansia; 1101s1i diverte ... M. Si diverte in 111a11iermaolto accanita. Fa venire i11 mell/e i tedeschi nelle birrerie. Mo stiamo uscendo dal tema. A ;11ei111eressMailanocomemodellodi uno spazio da percorrere. Ug11i ci/là accarezza u11'i111111agi11e di sé, e questa immagine è uno spazio mentale. In questo spazio 111e111a1l1eoici muoviamo o 11011 ci muoviamo. Milano per me è una porta d'ingressa al tema del 1110 muoverti nello spazio. V. Ma se c'è 1111paerso11ache 1101h1a dimestichezza alc1111caon la categoria dello spazio, quella sono io?! M. Non parliamo p,u di Milano come luogo, ma come ipotesi mentale di una stru/lura. Milano come Londra, come Monaco, è un modo di fantasticare la trascrivibilità dello spazio. Pensa, per esempio, com 'è chiaro il problema dello spazio in 1111caillà come Firenze ... V. Lo spazio di 111c1imitero. Non ci vivresti nzai... M. Non ci vivrei, ma senza il co11ce110 di spazio Firenze è i111pe11sabileO. ra, nei co11fro111dii questo conce/lo tu hai un a11eggiame1110di rifiuto; lo spazio 11011c'è, o c'è ma 11011 èpercorribile? Cioè, lo spazio è un pieno, 1101è1 solo un co111i11uoN.on ci si muove dentro u11 b,b ,o evaQ1 ,obiancu Giorgio Manganelli, Lea Vergine cubo di granito. Tu sei 11e/cubo o sei in 1111s0pazio che, pur essendo vuoto, ti inibisce il 111ovi111e1110, in q11a111ti0offre 11111i i possibili 111ovi111e1tq1ui;indi 111 dovresti sceglierne 11110e negarne w, 1111111eercocessivo per il ILIO temperamento? V. Sono troppo dipe11de111peer riuscire a scegliere uno di questi luoghi o percorsi o itinerari o labirinti ... M. Q11i11dgili itinerari ci sono. Non sei nel cubo di granito. Sei in uno spazio come in un grafico mentale e n dentro tu ti accoccoli 11ell'a11eggiame1110 che ti consente di rifiutare la domanda implicita dello spazio: dove, tu, mi perV. Forse è più giusto ... M. Allora hai 1111 rapporto a111ipa1e1ico con lo spazio. Da come tu lo descrivi lo spazio è co11gela10intorno a te. Sebbene il congelamento, come tale, 11011 abbia nessuna opinione su di te, 111 hai w1'opinione estremamente rigorosa verso di lui. Tu abiti te stessa e ti escludi la possibilità di abitare altre immagini. O mi sbaglio? V. No. Mi sembra celllrato. Mi sembra un'affermazione che rasenta 1111a diagnosi crudele. corri? Quo/e disegno set tu nello spaVo? i~ ~i~] --=·• • i\\',_; I • :;~,-./ ;J'\•~,.~-~- .. ('.' r .--r'~•·.:. \f,\·tl: _,: ;:( ;;i:·•- / V. Ma io 11011 ,ni vivo co111eun disegno nello spazio, 111'i111e11Vdia?le a dire che lo spazio io lo sento come w, altro da me. M. Un altro da te s;g11ificache lo spazio è tuo nemico? V. Probabilme111e.Se 1101m1i è nemico del 111110tu, /lavia 11011mi è affine, 11011 c'è sinzpatia ... M. Qui11di1101p1uoi scegliere nulla 11el/'ambi10di ciò che si propone come spazio. C'è come 1111 diniego str111111rale... V. Diciamo e/te tendo a meuerlo da parte ... M. Potremmo forse dire che tu sei il tuo spazio ... L,... 1h -~= -~ • l. ~ ..;:-· • , • r t7.,, I. -\ r, -_ .. ,-~ M. Mi piace che tu abbia parlato di crudele diagnosi. Perché la chiami crudele? V. Non mi offri 11ess111s1caappatoia, 11011 adon1bri nessun cunicolo affeuuoso nel quale celarmi o defilarmi ... insomma, da queste tue domande 11011 posso venir fuori. /11 questo 1110111e1t10 111 rapprese/lii proprio il cubo di granito, lo spazio congelato che stai descrivendo. M. Allora tu consideri crudele 1111a condizione che ti nega di fantasticare una via d'uscita. Ho la 1e111azio11dei pensare che 111 viva due spazi: quello co11gela10 e quello fantastico. Non coi11cide11dolo spazio fa111as1icocon quello congelato è 1111 alle11a111e1110, quello sì, crudele; se coincidessero cesserebbero di essere tali e tu potresti 11111overtiM. i ha colpito che tu chiamassi crudele la diagnosi, cioè che 111 la vivessi co111euna lùnitazione, come un divieto. Ness11110ti costringe a vivere lo spazio co11gela10. Evide111eme111ce'è, dentro di te, 1111 altro spazio che preme e suggerisce ed è questo che soffre. Mentre quello co11gelato11011ti appartiene, quello fantastico ti appartiene, e tu puoi sapere che soffre. V. Difaui lo so; e allora? M. Però la parola crudele ci ha co11se1t1itodi riconoscere l'esiste11zadello spazio fantastico, in cui tu non ti muovi ma ti immagini in n1ovùnen10. È una situazio11edi quelle che, spesso, sperimentiamo nei sogni. Diciamo che tu 11011puoi muoverti nello spazio che avrebbe bisogno delle tue mani per cambiare. Lo spazio che abbiamo chiamato di granito o co11gela10è desideroso di essere 111a11eggintSoe. 1101m1i sbaglio ci troviamo davi';;,,;ad una duplice offesa: lo spazio congelato ti congela, ma tale spazio 1101v1iene toccato ... V. Swi parlando della vita e adoperi la parola spazio ... M. Non mi pare che la parola spazio possa essere la vita... V. No? Sei sicuro? M. Se i due spazi si incrociano ne 11asceun terza brulicame ... questo è forse ciò che 111 chiami vita, parola che mi ripugna per il suo carattere emotivo, sebbene sia emotivo anche questo discorso; nw lo è in una maniera, conte potremmo chiamarla? V. Emotiva con riserva... M. No. Anonima. Metodologicamente emotiva ... V. t:111e11dame11a1c0ce/lato. M. Q11a11do tu mi parli di vita dici unaparola che mi ripugna, e mi interessa il fallo che mi ripugna come mi interessa che laparola crudele ripugna a te. V. Non è esauo che la crudeltà mi ripug11i.Constatavo che quella che 111 leggi come mia mancata corrispo11de11za tra spazio co11gela10e fantastico sia alfabeto n. 36 maggio /982 pagina 17 ....,

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