Alfabeta - anno IV - n. 35 - aprile 1982

<:::, "1 "' ·~ e,, "' CO "' ~ ·.:: §- "' "1 s:: l:! " -e .i:!, <i - rinformaZiOallsecuola Ministero della pubblica istruzione Decreto IO febbraio 1982 Norme per l'attuazione dell'art. 15 (diffusione di giornali nelle scuole) della legge 5 agosto 1981, n. 416, concernente la disciplina delle imprese editrici e provvidenze per l'editoria. Il ministro della pubblica istruzione Veduta la legge 5 agosto 1981, n. 416, concernente la disciplina delle imprese editrici eprovvidenze per l'editoria; Ritenuta la necessità di emanare le disposizioni ministeriali previste dall'art. 15 della leggesopra citataper l'attuazione di quanto stabilito dal medesimo articolo; Decreta: Art. I Negli Istituti e scuole di istruzione secondaria superiore sono posti a disposizione degli studenti giornali quotidiani eperiodici a carattereculturale e scientifico. La consultazio11edi quotidiani e periodici da parte degli alunni avrà luogo in ore diverse da quelle delle lezioni, secondo un orario che, ad inizio di anno scolastico, sarà stabilito con deliberazione dal consiglio di istituto, su proposta della giunta esecutiva. Per la lettura e la consultazione dei predetti quotidiani e periodici dovrà essere adibito, ove disponibile, un apposito locale dell'edificio scolastico oppure la sala della biblioteca scolastica o la sala delle riunioni dei docenti o un'aula scolastica. L'orario perla lettura e la consultazione da parte degli studenti dovrà essere articolato in modo da consentire l'utilizzazione dei predetti locali anche per le altre attività alle quali essi sono adibiti. Art. 2 La scelta delle testate, da acquistare con i fondi dei singoli istituti e scuole di istruzione secondaria superiore o con i fondi messi a disposizione dalle regio11iè, deliberata dal collegio dei docenti, sulla base di criteri generali indicati dal consiglio di istituto e delle proposte formulate dai consigli di classe. Il collegio dei docenti, il consiglio di istituto e il consiglio di classe, ciascuno per la parte di sua competenza, dovranno ispirarsi, nella scelta delle testate, a criteri di imparzialità. Ciò al fine di assicurare nella scuola l'equilibrata presenza di più fonti di informazione, ispirate a tendenze ed esperienze culturali diverse, indispensabile per un costruttivo confronto di opinione e per stimolare l'acquisizione dell'attitudine a/l'analisi critica dell'informazione. La scelta delle testate dei periodici dovrà essere ispirata, inoltre, al criterio di assicurare la presenza di testate appartenenti a vari settori di ricercaculturale e di documentazione, di indiscusso livello scientifico, utili ad allargare la prospettiva della esperienza, e del lavoro scolastici. Deve essere previsto, altresì, l'acquisto sia di testate a diffusione nazionale che a diffusione locale. Roma, addl 10 febbraio 1982 Il Ministro: Bodrato • A cura di lndex-Archivio Critico dell'Informazione questo scopo ciascun 1s1ttuto dovrà mettere a loro disposizione una sala di lettura nell'edificio scolastico (in tutto sono oltre 7 mila) è rifornirla di quotidiani e periodici nazionali e locali. Lo stabilisce un decreto del ministro della Pubblica Istruzione, Guido Bodrato». Dunque, tutto bene? La stampa e l'informazione hanno fatto un altro passo-sia pur piccolo-dentro le scuole italiane. Le cose non stanno proprio cosl e ci sentiremmo di consigliare il caso a quegli insegnanti che svolgono a scuola attività di analisi della stampa. L'esempio è infatti istrutti-vo per due aspetti: per il modo con cui la notizia è presentata e per esaminare la concezione dei problemi informativi che vige nello Stato italiano. Andiamo a leggere l'ultimo capoverso dell'articolo: «Ma quanti giornali potranno essere acquistati e con quali fondi? Chi si aspettava un congruo I 1rA IBmrr: !ij)TI' MI QJl UJ!LfiRJc.• (I} UJ~iE. I -~·ll1j'ir, I 1, ...J1.,"'- - .. -.- ciascuna scuola. A questo punto, si sarà forse compreso perché - contrariamente alle nostre abitudini - ci occupiamo di un fatto che non solo non ha avuto l'onore delle prime pagine, ma è passato quasi inosservato.// Giorno ha avuto, se non altro, il merito - che divide con // Tempo, l'Unità e pochissimi altri - di riferire quanto disposto dal ministro della Pubblica Istruzione: la maggior parte della stampa non ha fatto neppure quello. Comportamento tanto più strano se si considera che l'oggetto è la stampa stessa e la sua diffusione in un'area della società per la quale la federazione degli editori, la Fieg, aveva mostrato negli anni passati un certo interesse. Deboli anche le proteste; di una certa consistenza solo quelle dell'Unità che si è sentita, giustamente, una delle vittime designate dal decreto ministeriale che, senza tanti compiiscuole di quella provincia), mentre nel Lazio e in Puglia le leggi regionali in. materia sono state bloccate dai commissari di governo per l'asserita illegittimità di alcune norme». La «bocciatura» delle leggi regionali del Lazio e della Puglia si iscrive a pieno titolo nella logica del decreto: gli enti locali, se vogliono, paghino i giornali, ma non mettano il naso negli affari interni della scuola. Non è certo un caso che la Regione Lazio avesse già sperimentato l'invio in tutte le classi di dieci testate a rotazione, selezionate attraverso un referendum nelle scuole. La rotazione automatica delle testate era stata vista come un attentato all'autonomia delle singole scuole e come una ingerenza nell'orto" della Pubblica Istruzione. Decreto e bocciatura delle due leggi regionali ripristinano l'ordine caotico che sembra indispensabile: ogni Regione e provincia RÉPUBUQUE DE MONTMARTRE Souper démocratique du 17 N eigeo,e, An J MENU foi.,, d'ANtocn.tu truffH de cks "J.Ji-. P..J..f..;dx...J,.11. s.u. if..i,,i, G,i__,IU d f naail..u .a..r... 'Boi..ia ...'---• ...._e_ fniu ck t. fu-1.aa. s...,,.;...1 VlSA.-.L.,C~ ... c;..,--,.;,..i.L.-1---L-i...o... SALUT. ,,..TUKITt .. 9())f UKTIT I studio nella scuola secondaria polivalente. Le scuole sono abbonate a tutti i quotidiani di partito, a uno «indipendente» e a uno locale. Gli abbonamenti sono finanziati dallo Stato e dalle Municipalità. In Svezia la collaborazione editoriautorità scolastiche risale al 1959. In Danimarca i programmi di uso didattico della stampa, già avviati nel I962, investono anche le scuole elementari. In Francia, in mezzo a resistenze che ricordano quelle che si riscontrano in Italia, nel 1976 il ministro dell'educazione nazionale (giscardiano) riconosceva l'ingresso dei quotidiani nelle scuole sia corne mezzo didattico, sia come oggetto di studio. Nel 1977 il ministro formava uno speciale gruppo di lavoro con le associazioni degli editori. Alla fine del 1979 risultavano già sottoscritti 57 .000 abbonamenti da parte di circa 5800 scuole. Un sondaggio Sofres ha stabilito che il 44 per cento degli insegnanti francesi utilizzava già il giornale in classe e che un altro 30 per cento desiderava farlo. Dell'educazione ai media si occupa da tempo anche l'organizzazione culturale delle Nazioni Unite, l'Unesco. Nel rapporto sui problemi mondiali della comunicazione- redatto per conto dell'Unesco da una commissione internazionale di esperti e noto corne Rapporto McBride (Voix multiples - un seul monde, Unesco, 1980).,si legge: «La comunicazione non è solo un sistema di pubblica informazione, ma fa anche parte integrante dell'educazione e dello sviluppo ... I sistemi educativi dovranno preparare i giovani alla comunicazione. L'educazione degli allievi dell'insegnamento primario e secondario all'utilizzazione dei mezzi di informazione (lettura di alcune rubriche, scelta dei programmi radiofonici e televisivi, addestramento alle tecniche elementari degli audiovisivi) dovrebbe permettere ai govani di conoscere meglio la realtà e di arricchire la propria conoscenza dei prostanziamento per l'acquisto dei giorna- menti, l'ha depennata dall'elenco dei faccia come crede, il collegio dei do- blemi di attualità» (p. 319). li da mettere a disposizione degli stu- ,quotidiani italiani, insieme ad altri centi di ogni scuola decida ciò che si Nel novembre del J 980, la Commisdenti è andato deluso. Il fatto è che dei giornali di partito con minori speranze deve «imparzialmente» leggere o non sione svizzera dell'Unesco ha organizmiliardi stanziati dalla legge sull'edito- di diffusione. leggere. zato un seminario europeo su d.a ria il ministero della Pubblica lstruzio- Eppure la questione dei giornali a L'uso dei quotidiani nelle classi ri- Stampa scritta nella Scuola»; gli 80 ne non ha ottenuto una lira. Perciò ci si scuola ha suscitato polemiche, ha pro- torna ad essere la pratica semi-dande- partecipanti al seminario hanno redatdovrà arrangiare con i fondi dei singoli vocato convegni, ha fatto stampare stina dei tempi di don Lorenzo Milani. to una esimesi generale» in cui si afistituti, laddove non ci sia un apposito libri e centinaia di articoli. L'iniziativa La lettura del giornale torna ad essere ferma: cconsiderando intervento della Regione o di qualche di alcune Regioni aveva già coinvolto il privilegio di chi il giornale ce l'ha già - che i media - giornali, radio, televialtro ente pubblico». negli scorsi anni migliaia di insegnanti a casa ed è stato abituato a frequentar- sione - giocano un ruolo sempre più Le 7000 sale di lettura sbandierate e centinaia di migliaia di studenti. lo. L' «analisi critica dell'informazio- importante in una società moderna; nel titolo del Giorno ricordano vaga- A tutto ciò il decreto Bodrato impo- ne» farisaicamente propugn·ata dal - che l'informazione è una delle magmente i dieci milioni di baionette di ne improvvisamente uno stop che met- decreto è in effetti affidata alla casuali- giori condizioni del dibattito democramussoliniana memoria. «Ci si dovrà te l'Italia alla coda dei paesi occidenta- tà e alla volontà di superare le barriere tico e della formazione civica; arrangiare» spiega meglio la filosofia li, dove l'uso didattico dei quotidiani è burocratiche che le vengono frappo- i partecipanti raccomandano a goverdel decreto. In cambio delle fantoma- una prassi acquisita da tempo. ste. ni, ministeri dell'educazione, dipartitiche «sale di lettura» affidate al buon Estromettendo i giornali di partito menti di istruzione e organi scolastici: cuore di presidi e assessori, Bodrato ha in nome dell' «imparzialità», Bodrato Scuola e informazione I. Di sensibilizzare gli insegnanti e gli decretato una serie di micidiali limita- ha sancito una sorta di extrapar/amen- nel mondo occidentale allievi al pluralismo dell'informazione, zioni alla diffusione e all'uso di giorna- tarismo delle istituzioni scolastiche. Proviamo a sollevare un poco lo al ruolo dei media in una società deli nelle scuole. Nella «finestra» ripor- Segregando la lettura dei giornaffal di sguardo dalle beghe meschine di casa mocratica. tiamo dalla Gazzetta Ufficiale del 26 fuori del tempo e del luogo delle attivi- nostra. 2. Di formare gli insegnanti e gli alliefebbraio il testo del decreto, ottimo tà scolastiche normali, ha stabilito la Negli Stati Uniti sono stati gli stessi vi alla ricerca delle differenti fonti di campione di pensiero e di prosa mini- separazione fra istruzione e informa- editori a prendere l'iniziativa nei con- informazioru:. e dei differenti canali di steriali. zione. Rimettendo ogni decisione re- fronti della scuola. Nel 1958 la loro comunicazione, alla conoscenza e alla Come si può constatare, d'ora in sidua al collegio dei docenti ed esclu- associazione, I'Anpa (American New- pratica dei media, alla cultura dell'atpoi: a) i giornali non potranno circola- dendone gli studenti, si fa finta di resti- spaper Publishers Association) varava tualità. re nelle scuole, ma dovranno rimanere tuire potere agli insegnanti, proprio già il progetto Nic (The Newspaper in 3. Di introdurre nei programmi e nelA prendo Il Giorno del 17 febbraio segregati in ben custoditi ricettacoli; mentre si sottrae a tale potere il nucleo the Classroom - il giornale in classe). le branche di studio, dalla scuola priscorso, a pagina cinque, su una b) gli studenti non potranno avere ac- essenziale delle scelte, che il ministro Nel I972 risultavano coinvolti nei maria all'università, corsi di iniziaziocolonna, troviamo questo titolet- cesso ai suddetti ricettacoli (che siano ha fatto per conto proprio. programmi didattici Nic 350 quotidia- ne ai media. to: Bodrato ha deciso / Nelle scuole forniti o no di giornari) se non in orario L'articolo del Giorno ci informa che ni, 95.000 insegnanti, 34.000 scuole, 4. Di utilizzare la stampa - scritta e 7000 sale di lettura per i giornali. L'ar- da stabilirsi, ma in ogni caso al di·fuori «finanziamenti per la diffusione dei oltre 5 milioni di studenti. I program- audiovisiva - come mezzo di insegnaticolo inizia cosl: «Circa 2 milioni e di quello normale delle lezioni; c) i giornali nelle scuole sono attualmente mi Nic sono attuati attraverso accordi mento e di utilizzare l'insegnamento mezzo di studenti delle scuole secon- giornali di partito saranno comunque • assicurati dalle Regioni Piemonte, fra ciascuna scuola e ciascun giornale. multimedia». darie superiori, statali e non statali, bandidi dalle scuole italiane; d) le te- Abruzzo, Campania e Sicilia, dalla In.Finlandia l'educazione ai media Questo succinto panorama può aiuavranno d'ora in poi la possibilità di state da ammettere saranno scelte, in provincia autonoma di Trento e dalla in genere, non solo ai giornali, è stata tare a comprendere meglio la portata e c~~s~l~r~ !~~~'.~!_i~.rn_a':l.~~v~s~--~ _ _;~s'..'.1~z~_d, ~l_c~l~e!i~~e! -~-°,:e~~~~i _ _._B_!~c.'~.~~l~r_: _d~~i:e~~ (per le_ ~n~r~_?~a- ~I_ I_?':_O_c~~e~-a!e~a di ... ~ si~~i<:_a_t!.c)~lt~~~ ~e!'C:. ~~o~~_ Bibl1otecaginoo1anco

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