Alfabeta - anno IV - n. 35 - aprile 1982

del ministro della Pubblica Istruzione. Ciò non significa ovviamente cadere nell'ingenuità di credere che negli altri paesi tutto proceda per il meglio e che l'Italia si potrebbe adeguare ai paesi più avanzati semplicemente distribuendo giornali in classe e istituendo una materia in più, da chiamare «comunicazioni di massa» o «informazione». Con il passare del tempo, i rapporti scuola-informazione risultano in realtà sempre più intricati. «Quotidiani in classe» è un 'espressione che significa, di per-sé, molto poco. A seconda della nazione, di questa o quella esperienza locale, si va da un uso limitato al mero espediente didattico per insegnare materie del tutto tradizionali fino a una «rilettura» di tutto il programma in rapporto alla «rivoluzione dell'informazione». Le contraddizioni non mancano. Si pensi alla pesante ingerenza degli interessi editoriali che vedono nella scuola un luogo di riproduzione dei lettori e di ampliamento di un mercato sempre più minacciato dagli altri mezzi. Si pensi alle difficoltà pratiche di introdurre una nuova disciplina in programmi di insegnamento già sovraccarichi. Si pensi al gigantesco problema di assicurare agli insegnanti (a quelli di oggi non meno di quelli di domani) una preparazione specifica sui problemi dell'informazione. Per inciso, va detto che in Italia in proposito non si è fatto quasi nulla, con le conseguenze che si possono immaginare. Si pensi alle dicotomie che si presentano fra l'uso della stampa come mezzo didattico e l'assumere la stampa come oggeuo di studio; fra l'indirizzo che pone l'accento sulla «lettura critica» e l'indirizzo che privilegia la necessità di sperimentare la produzione di informazione. In tutti i paesi occidentali questi problemi restano in gran parte irrisolti e sottoposti a «curvature» che risentono fortemente delle influenze di gruppi di pressione o di modelli obsoleti. Il nodo centrale sta nel fatto che lo stesso sistema informativo è in continua e rapida evoluzione. Al problema del come innestare l'informazione nella scuola si intreccia quello di che cosa si vuole innestare. Oggi èdi moda parlare di quotidiani a scuola; in molti paesi si preferisce parlare di media e di comunicazione. Ma il profilarsi delle nuove tecnologie rischia di sconvolgere il quadro nel giro di pochi anni. Alcuni dati sono chiari già sin d'ora. È stato stimato che negli Stati Uniti un ragazzo di diciotto anni, lasciando la scuola, ha trascorso, in media, più Lf=llere Qual è il mio mardùo d'infamia? uuo Direttore, Vergine Lea - per usare u11elegante artificio retorico gradito alla stessa polemista -pubblica nel numero di marzo di Alfabeta u11violento pamphlet contro la mostra gli A11niTrema, dal quale non risulta ben chiaro se la mostra non fosse comunque da farsi o se si sarebbe potuta fare qualora si fosse dato il conveniente risalto, anziché a Sironi, Carrà o Depero e Prampolini, a Paolo Ricci e ai circumvisionisti napoletani -degnissime persone, sulle quali la Vergine scrisse anni or sono un prezioso libretto. E ancora lapolemista ci informa che Sironi e Carrà erano fascisti; notizia che, a causa della dichiarata incompetenza dei curatori delle varie sezioni, coglie tutti di sorpresa. Per stare al mio caso, devo ronfessareche me n'ero acrorta; e se la Vergine avesse avuto la pazienza di leggere il mio saggio in catalogo, avrebbe appreso che fascisti erano anche Arturo Martini e Lucio Fontana, largamente presemi ù1 mostra e da lei non menzionati. ~l 1i [uo~i ~i '!ues/e considerazio11i - 81D11Ult:Gé:l9lrl0 a --1,1 ':nlenH. I I I I I I tempo davanti alla televisione che nelle aule scolastiche. L'incidenza crescente dei mass-media nei processi conoscitivi e formativi ha suggerito agli studiosi di sistemi educativi la nozione di scuola parallela. Essi si sono chiesti se la scuola può continuare ad ignorare la «scuola parallela» e quindi la perdita del monopolio tradizionale della 11:asmissionedel sapere. Le nuove tecqologie fanno apparire sempre più sottile il confine fra apparato scolastico (trasmissione di sapere «codificato») e apparati di comunicazione (trasmissione di informazioni più o meno «effimere»). Il decreto Bodrato va nettamente nella direzione di erigere una barriera che separi apparato scolastico e apparato informativo. Ma fino a quando si potrà riproporre un modello scolastico basato sull'isolamento? L'esigenza di «collegare la scuola alla società• sta cessando di essere una illuminata esigenza progressista per divenire una esigenza tecnico-operativa imposta dallo sviluppo economico e tecnologico. D caso del Parini e la scuola «claustrale» Martedl 16 marzo nella pagina milanese del Corriere della Sera si poteva leggere un articoletto dal titolo D film del Parini non è piaduto a nessuno. Sotto questo titolo poco felice c'è una storia che vale la pena di sapere. «Dopo gli annunci, i rinvii e i ripensamenti, il film è stato proiettato. Ma l'eco di tutta la vicenda, le polemiche, le accuse hanno lasciato uno strascico di incomprensioni e amarezza. Cosi al liceo Parini, ma anche fuori, si continua a parlare di questa laboriosissima e contrastata presentazione del filmdocumentario 'Processo per stupro', peraltro già presentato sui teleschere di altre, ovviamellle, che si potrebbero avanzare -la mia lettera ha un sig11ificato squisitame111eperso11ale:la sezione dove abbondano gli artisti novece11tisti 11eicui riguardi la Vergi11e sprime la sua ripugna11zaè quella da me curata e, tengo a dirlo, in piena auto11on1ia, senza co11dizionamento alcuno da parte dell'organizzatore ge11erale della mostra, Renato Barilli; mi sembrava più corretto, nell'attacco, fare nomi precisi. Anche perché, rico11osce11domi con qualche difficoltà nei «trovarobe abbigliati da critici, storici, esperti» cui la polemista fa cenno, vorrei sapere quale specifico marchio d'infamia mi riguardi. La Vergine ha l'i11Sultofacile. Del resto, «insultate, insultate: qualcosa resterà». Certache questa mia troverà ospitalità nella rivista, per rispetto della verità, Le i11viocordiali saluti. Rossana Bossaglia Nemmeno l'astrologia! Gentile redazione di Alfabeto, qui a Venezia gli ultimi giorni di Carnevale gelano, come afidi sulle rose, gli ospiti della citttl. Noi, veneziani ricchi, al caldo nei nostri mezzanini, nelle nostre sale passanti condizionate, canticchiando le note del magnifico « Entfi1hrung» meditiamo sul futuro. Scettiche sono le nostre co11c/usioni. mi ... li 'caso' del 'Processo per stupro· ,.,.-,_.,na:-- non aveva, almeno all'inizio, assolutamente i motivi per diventare tale. Tutto in perfetta regola. Una richiesta di assemblea in occasione della festa della donna: accordata. Una proposta di proiezione del film e di discussione sullo stesso: accordato. Una scelta del giorno di programmazione: accordata. «Sono state alcune lettere dei genitori degli alunni più giovani (in genere di ragazze del ginnasio) a obbligare il preside Mario Spegne al ripensamento. Da una parte la maggioranza per il 'si';dall'altra una minoranza perii 'no· o per lo meno 'aspettiamo, vediamo. discutiamo meglio'. Accettare le indicazioni dei 'meno'? Le regole democratiche non lo permettono. Proiettare non ascoltando questi segnali d'allarme? E chi tutela le minoranze? Ecco dunque la scappatoia-compromesso: proiettare il film in orario extra-lezione, per consentire cosi ai genitori perplessi di tenersi a casa le loro figlie». Al di là di ogni altra considerazione, ecco un altro esempio di reazione di .. ~ !e...L-.A,,.,:;J _.,:4~ 1.S'lP: rigetto del sistema scuola verso rinformazione che già circola nella società. Si badi bene: Processo per stupro non è un film, ma un'inchiesta giornalistica girata soprattutto nelle aule giudiziarie della Repubblica Italiana e regolarmente trasmessa dalla seconda rete della Rai. Chiunque poteva averla vista alla televisione. Ma i prodotti della televisione di Stato, come i giornali di partito, sono già troppo per l'istituzione claustrale. Nel convegno che la Regione Lazio ha promosso un anno fa sulla stampa quotidiana a scuola (Roma, 28-39 aprile I98 I) un famoso pedagogista come Pietro Prini ha difeso le ragioni della scuola «claustrale» con argomenti che non sono banali. Unamico fidato mi porta notizia dell'avvenuto arrivo di una carovana di astrologi. Si dice siano tutti legati ad u11afamosa pubblicazione specializzata, ancor più legata ad un ancor più famoso gruppo editoriale, a sua volta pressoché avviluppato in arcane ma famosissime vicende editoria/i, politiche, edilizie. Costoro, con il massimo candore, ammettono d'essere stati attirati nel Veneto con la promessa di poter espletare la loro· attivittl in favore di uno scelto pubblico, all'interno di u11palazzo gentilizio sul Canal Grande. Nessuno di loro lesse l'imbroglio negli astri! La carovana è s'tatafatta fermare a Mestre. I malcapitati, chiusi in edicolette malferme e piene di spifferi (in una settimana la temperatura è ricalata di I 5°, soffia una bora da 25 km.) sono stati costretti ad astrologare per la marmaglia della provincia («Mi son del Leon, dime se fosso tredese!»). Gli è stato poi detto che tutto ciò si chiama Promotio11. Forse è invece la punizione decisa dallo staff dirigenziale, a castigo di una redazione dimostra- • tosi incapace e disutile, che nulla previde delle tristi vicende in cui sarebbe stato coinvolto il Gruppo in cui lei stessa era parte. Tra11andosicomunque della più autorevole redazione astrologica italiana, neri pensieri ci assalgono, meditando ~,,,,.~,.,,,,;--. ~ :,_;,,,~--> .<' ,,,,.,i~c •' / I/ , ~- , .11:.... ~,..7-./_,,.UJ-i «L·introduzione del giornale quotidiano nella scuola è l'ultimo atto, fino ad ora, di quel processo di trasformazione che ha condotto dall'isolamento della scuola nei problemi del passato o delle linghe classiche - la scuola claustrale, come la chiama Spranger - alla scuola immersa nella corrente della vita, nei problemi del mondo attuale. Si tratta di una trasformazione che può apparire ovviamente necessaria in un certo modo di pensare che è comune ad un tipo di civiltà com'è la nostra, che privilegia l'immediato e il pragmatico. Ma l'ovvietà della richiesta non deve nascondere il suo carattere di aperto contrasto con una tradizione quasi generale nella storia della scuola di tutti i tempi, dall'isolamento temporaneo dell'adolescente nelle culture tribali alle esercitazioni ludiche e culturali dell'efebia nel mondo greco, dalle scuole monastiche al nostro ginnasio-liceo. E d'altro lato non è vero che il contrasto non si riproponga oggi all'interno delle esigenze di formazione della nostra scuola od anche di quella che si voglia proporre in prospettiva utopistica come la più moderna delle scuole. Proprio il nostro modo di lavoro, un modo fatto di macchine, di impianti aziendali e di servizi, è l'obiettivazione di una cultura scientifico- tecnologica che esige tempi sempre più lunghi - e periodici aggiornamenti per tutta la durata della vita attiva - per una preparazione adeguata in tutti i campi dell'attività produttiva e dei servizi terziari. È fuori di dubbio che la serietà di una simile preparazione esige una nuova forma di isolamento della scuola nella 'claustralità' del laboratorio scientifico o comunque nell'esercizio di ricerche analitiche sempre più rigorose». Ma la «claustralità» di Spranger e di Prini è la stessa di Bodrato? «Claustrasulla proprietà transativa. Nemmeno l'astrologia può dunque nulla per l'Italia?. Parrebbe di no. con reverenza Giulio Camillo Delminio Richiediamo Al Presidente della Repubblica nella Sua qualittl di Preside/Ile del Consiglio Superiore della Magistratura A tutti i membri del Consiglio Superiore della Magistratura Al Collegio degli avvocati difensori degli imputati dell'inchiesta.« 7 aprile - 21 dicembre» A tutti gli organi ~i informazione. Egregio Sig. Presidente, Spett. Consiglio Superiore della Magistratura. Nel maggio 1981 gli imputati -detenuti e non - dell'i11chiesta 7 aprile 21 dicembre, presentavano a codesto Csm, un esposto che elencava le gravissime violazioni procedurali sistematicamente perseguite nel corso dell'intera «istruttoria». Poiché riteniamo diritto costituzionalmente garantito non solo quello della difesa - peraltro sovente negatoci - ma anche quello di rivolgersi per tutelare tale diritto ad istituzioni specificatamente deputate e ad o/tenerne risposta, richiediamo formalmente se il nostro esposto è stato esami11atoe quali le conclusioni cui il Csm è pervenuto. Tuttavia, qualora impegni pregressi non ne lità» significa non leggere il giornale e non guardare la televisione o - per essere esatti - far finta che non esistano? La risposta è scontata per lo stesso Prini: «Voglio dunque affermare che l'attualità - l'informazione sui fatti e sui problemi vivi ed urgenti del mondo sociale e politico in cui viviamo - è soltanto un elemento di disturbo nella quiete operativa della nostra scuola, almeno in quella quiete che occorre a questa per essere realmente produttiva? Per nulla affatto.( ...) Di fronte alla irruzione dell'informazione iconicoorale (la 'scuola parallela', com'è stata chiamata con molto ottimismo pedagogico) la scuola si trova certamente nella possibilità di rinnovare profondamente le sue strutture, i suoi obiettivi ed i suoi metodi. Perduto il monopolio dell'informazione, essa potrà assumere in maniera sempre più consapevole quel primato critico nell'educazione delle nuove generazioni che le compete inalienabilmente ... In questa prospettiva, il commento critico del giornale quotidiano esce dall'ambiguità del suo contrapporsi all'inattuale e si fa invece metodo appropriato del confronto tra le due culture, tra informazione e sapere ... ,;. Fra i fautori «postmoderni» di una scuola informatizzata (oggi il giornale, domani il terminale telematico ...) e i fautori «postumi» di una scuola neoclaustrale che conservi la distinzione tra sapere e informazione, ci sembra che il nostro paese - se il binario è indicato dal decreto Bodrato e dal caso del Parini - si avvia verso un modello che - più che essere «claustrale» -è carcerario-manicomiale. Riempire la scuola di «informazione» per svuotarla del «sapere» può essere un 'operazione reazionaria; ma ignorare l'interazione che si va forzatamente creando fra queste due dimensioni non è neppure reazionario: è semplicemente insensato. Probabilmente, la vicenda dei quotidiani nelle scuole è nata male, ha progredito su molti equivoci (abbiamo sentito parlare troppo di «decodificazione» e di «attualità») ed ha proseguito all'insegna dell'improvvisazione. E non solo in Italia. Ma la questione del rapporto sapere/informazione rimane e si ingigantirà giorno per giorno. Sotto gli occhi disattenti di una stampa demotivata, un ceto politicoburocratico miope pensa di risolvere il problema tappando gli spifferi della tempesta con i cerotti. Non funzionerà. Sarebbe opportuno che la cultura italiana cominciasse ad occuparsi di un fenomeno che è probabilmente destinato a scuotere alla base i suoi apparati fondamentali di riproduzione. avessero ancora permesso l'esame, ribadendo la delicatezza della materia che si pone come specifico crinale di u11aprofonda modificazione del diritto, richiediamo di conoscere se è stata stabilita la data del suo esame o che essa venga fissata tanto più che l'inizio del dibattimento 7aprile21 dicembre è stato deciso al mese di giugno e.a.: Certi che la volontà di chiarezza attesa ed espressa dall'opinione pubblica sia pari a quella più volte manifestata dal Presidente di codesto Csm, e che perta11tosi pervenga ad una accurata e rapida valutazione della denuncia presentata dagli imputati come premessa di un sereno svolgimento del processo dopo tre anni di carcerazione preventiva, inviamo Distinti saluti Arrigo Cavallina Luciano Ferrari Bravo Augusto Finzi Alberto Funaro Alberto Magnaghi Antonio Negri Francesco Tommei Paolo Pozzi Emilio Vesce Giustino Cortiana Egidio Monferdin Jaroslav Novak anche a nome degli altri firmatari del- /' esposto Roma, febbraio 1982, Carcere di Rebibbia

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