81bliotecaginobianco AndreaZanzotto Da Ghène Impossibile accedere alla dolce ruina dell'osteria immota sull'angolo delle due vie volte alla pruina di autunnali vecchiezze e ghiaie acquiescenti, immota come incantata vigneua nel giornali110degli g11omi nel giornalino degli eroi nel giornalillo dei sommi suoni - Nessuna temporalità nei muri che ancora tengono la traccia di un comodo, profondo sé, e si adeguano e vanno incontro sbrecciati a un tenerissimo, inte11so.perché. /111ravedonsipannelli e pareti sfo11date reggonsi travi e coppi a far tetto così che l'imperfetto del tulto vi si sposta, ma accentuato, esaltato oltre ogni assuefazio11e al di là di ogni sicurezza - lievissima sipariette o porta i11feri o porca di limbo-vignetta Quiete e certezza nel tuo infinito sbrecciarti nei travi che te11go11si tra loro a fatica nei forati da me già apportati o strappati 1111a0 11110 11eimattoni che a malta affidansi ancora, stinta, sintesi d'ogni colorazione d'ogni perdonazione, d'ogni ristoro Per/LIS/ra11Si i ruoi neri incavi talvolta da chi passa dinanzi, .;;-,. ma non v'è mistero che duri che in calcine e malte sfritte non si purifichi per occhi appena divaganti o buttati giù col ruscello o nidificanti peggio che ogni uccello là dentro ancora - o cara ruina - da te ospitato insieme con le panoplie delle scritte invitanti - sempre quelle - VINO E BIRRA quasi minacciosamente o sottilissimamente o dementemente assevera11do. Chi mai oserà contraddire? Chi non s'arresterà su quest'orlo Chi non gusterà, passando, di questo tuorlo d'ordini e spazi invano contestati: non ci sono qui forse rutti i dati?? Collassare e Pomerio Dimmi che cosa ho perduto dimmi i11 che cosa mi sono perduto e perché così 101110q,uasi tuuo ho lasciato a piè del muro - oh fastelli scrigni fardelli di rovi e poi là gemellari luci, aurico/azioni nell'i11finitopomerio Da sempre vi inciampo, in qualcosa di combattuto vinto ribelle e comunque m1110-lussazioni nei baluginii del pomerio Dimmi quale e che modo di collassarsi Dimmi quale lingua ho perduto e lasciato collassarsi Dimmi in che lingua ho perduto ho collassato e perché in questa cinta amata per la sua tanta perdita mi sono aggirato senza mai perdermi ma pur sono stato perduto da alwno da alcuno Dimmi perché ogni nervo d'erbe verdissime su dal collassato campo di mura e pomerii percepisca quel che io non percepisco nello sfatato, 11elcollassato, nel simil-naro in cui mi sono guadagnato e riperuto Dimmi perché questo disamore per sempre mi porta davanti all'amore creduto perduto e a dorso del sempre io mi allontano dall'amore creduto perdwo - amori raccattati come fili di sputo, invasione, luogo invasato tutto nel rivolgersi al mio iato Dimmi: e poi non fa niente: chinato sul pomerio all'impari, sotto sbilancio o sfratto dall'alto stato dei cieli: forzano a mille danari succhiano da mille prede offerte luminarie ho avviato là qualcosa di mio a scorrere dava/lii a me • a qualificare profondità-ruine mondi, occhieggianti divine latrine - mi sono adeguato a voi divote e umili demarcazioni territoriali deposte da quanto è più chimicamente animale - • e mi apriste in incalcolabili avanti afferendomi ai collassati cieli ai loro ammanchi palpitanti! Dimmi perché adorando questa perdita secca o riducendo a più non posso o riducendo e basta o non badando a remissione, mutuo, sostituto, oh, come accucciato accucciato o divaricato divaricato dal mio proprio collassato mi sono evoluto sì che potrei con le mie parti infime del brillio dell'oscuro lo stato vero assumere e oralità e orazione infine adergere essere - in esse - chimico segno pomo mai prima individuato dentro la folata del crepuscolo del rilasciato dell'affra11catodel defenestrato al di là di labbra e nari su instabilità di pomeri di legenda di agenda e luminarie
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