Informazioni Einaudi Giinter Grass L'incontro di Telgte. Un racconto-finzionedai toni picareschi, in cui uno scrittore riflene sul conflitto fra spirito e potere. «Nuovi C:Oralli•• pp. 191, L. Sooo. Altri romanzi Alfred Doblin, Novembre 19 r 8. Borghesi e soldati. «Struzzi», pp. 369, L. u ooo. Ernst Toller, Una giovinezza in Germania. «Nuovi Coralli•, pp. 2,,, L. 8,oo. Rex Warner, La cacciaall'Ocaselvatica. « Supcrcoralli », pp. 330, L. i, ooo. Walter van Tilburg Clark, La città delle foglie tremanti. « Supcrcoralli •• pp. 698, L. 20 ooo. Yates Cabbaia e occultismo nell'età elisabelliana. Un tentativo di esplorare alcuni punti chiave della cultura religiosa, letteraria, politica tra Quattrocento e Seicento. «PBE•, pp. x1-240,L. 10ooo. Momigliano La storiografia greca. Le ricerche organichedi Arnaldo Momigliano sulla storia dei greci, dei romani e del mondo antico. «PBE•, pp. VI-362 1 L. 1, ooo, Rossi-Doria Scritti sul Mezzogiorno. Vent'anni di lavori sui mutamenti della realtà meridionale e le politiche che la riguardano. «Saggi•• pp. xu-207. Gramsci La Cillà futura. 1917-1918. Nella nuova edizionedegli scritti, gli articoli censuratie numerosi inediti, a cura di SergioCaprioglio. «NUE•, pp. x-1032, L. 3, ooo. Wittgenstein Osservazioni sui colori. Attraverso questeriflessioniil filosofoviennese costruisce una vera e propria grammaticadel vedere. «Papcrbacku, pp. xix-111, L. ]000. Agamben Il linguaggio e la morie. Un seminario sul luogodellanegatività. «Saggi •• pp. JX·JJ8, L. IJ ooo. Storia dell'arte italiana Settecento e Ollocento. Anna Ottani Cavina, Il Settecento e l'antico. RobertoGabetti, Architettura italia11a del Sellecento. Amerigo Restucci, Città e archi- /e/Iure nell'Ollocenlo. SandraPinto, La promozione delle arti negli Stati italiani dall'età delle riforme all'Unità. affermavano i diritti degli specialismi, abbiamo cercato di affrontare quella che resta nella pratica, nella realtà, la tendenza prevalente, e cioè la crisi dei ruoli, e la crisi delle discipline nella loro formale autonomia. E abbiamo cercato di riconoscere tutto questo proprio nella roccaforte fondamentale del problema, cioè la scienza, le scienze naturali, che tradizionalmente erano state abbastanza lontane dagli interessi delle pagine culturali, e tutto sommato anche dalle pagine del Manifesto. E qui si collega anche un altro discorso, la forte presenza della cultura anglosassone, più forte che nella media degli altri giornali italiani. Questo non ha a che fare con la riscoperta dell'America, che pure c'è stata: quella scoperta noi l'abbiamo fatta un po' prima, e nel senso opposto. Mentre cominciava la crisi del inarxismo, in Europa, noi andavamo a vedere la nascita del marxismo in America, e anche in parte in Inghilterra, sia pure in forme nuove e diverse, molto più empiriche e legate alle ricerche concrete. Abbiamo cioè cercato di vedere fenomeni, anche negli altri paesi, che contraddicevano quella che sembrava essere una tendenza prevalente in Europa. Così, abbiamo avuto un certo interesse per i paesi nordici, per la Germania, per esempio: il rapporto tra ecologia e economia nella società tedesca, i tentativi di rinnovamento della socialdemocrazia. Insieme a questo, voglio segnalare anche un altro interesse, che è molto difficile da far emergere: la questione dei nuovi soggetti sociali, o emergenti. il nesso tra la produzione e la riproduzione sociale (la questione della donna, della famiglia, dei giovani). Ciò non esclude, evidentemente, una attenzione ai problemi del mercato culturale, di cui non ci sogneremmo mai di sottovalutare l'importanza; ma spesso ci interessa di più, nel mercato culturale, la macchina, e non il prodotto, che spesso ne è solo una esemplificazione. Cesari. Infatti, non ci illudiamo minimamente di fare un lavoro che sia fuori delle determinazioni del mercato culturale. Una pagina culturale è anche un servizio che dovrebbe offrire al lettore una presentazione ragionata di ciò che è sul mercato. Però, non è sempre necessario parlare di tutto. Ci sono due lince portanti sulle quali si organizza il mercato culturale: la produzione di libri e la produzione di convegni ... Notarianni. E gli avversari ... Cesari. Sì, e far vedere anche fuori rientrano poi nelle altre due macchine. Libri e convegni si incrociano spesso sugli anniversari, sia quelli del calendario che quelli fittizi. Ora, se pensi alla spontaneità con cui funzionano queste due piccole macchine, vedi che sta accadendo qualcosa di molto particolare nella cultura italiana: si riproduce anche all'interno del campo culturale una sorta di privatizzarsi, di corporativizzarsi della società, per cui si ha un panorama culturale abbastanza simile a quello di un flipper o di un video-game: tante cose impazzite giocano su un piano orizzontale componendosi di v.olta in voi ta in aggregati, e sciogliendosi immediatamente. In tutto questo, cade la possibilità per il lettore di organizzare una propria conoscenza del reale, di trovare nessi riconoscibili. Ora, se si è stretti in questa tenaglia, si può reagire con una immensa ambizione molto inconsistente e velleitaria, forse, di essere un momento parzialissimo, minoritario, di ricomposizione. on di ricomposizione su una totalità, ma segmentata, parziale, una nuova griglia critica. Questo in concreto vuol dire alcune cose precise: parli di tutto ciò che esce? No, perché non sei solo tu il centro apparentemente decisionale che rende conto di questa spontaneità del mercato. Cosa accade in tutte le pagine di cultura? C'è un gruppo redazionale che decide di volta in volta (si illude di decidere), di parlare di un determinato argomento, quasi sempre in relazione al funzionamento del Ii81ol1otecaginob1anco bro, dell'anniversario, del convegno organizzato da una università. Noi cerchiamo di reagire alla radice, con il funzionamento di un nucleo vasto di collaboratori, ai quali si dà un certo potere decisionale. Questi collaboratori, insieme con l'intero lavoro collettivo del giornale, tentano di raccordare il complesso dei saperi dei collaboratori con quello del sapere interno al giornale, condensandolo nella analisi del dato che di volta in volta il mercato ti mette davanti. Si può decidere di fare una pagina enciclopedica - . dico questo con molta ironia -, un elemento di montaggio tra elementi che di per sé non sono raccordati. D. Se tu/lo funziona come un flipper, cercare di far vedere il flipper? Cesari. Sl, e far vedere anche fuori del flipper, la macchina e l'energia che Io fa funzionare. Per fare un esempio, una battuta: in questo momento non c'è libro di scienziato, o articolo di intellettuale intelligente, che non inizi con una citazione di Borges. Credo che sia una cosa ridicola ma indicativa. Dipende dal fatto che Borges è uno scrittore responsabile di una sola affermazione, quella per cui il mondo è contenuto in una biblioteca. Allora, chi, leggendo il proprio libro, si rende conto che le pagine sono bianche, si richiama a Borges illudendosi di uscire dai confini di discipline che si sentono logore, ma con questo accentua il processo di nullificazione del senso. La crisi di statuto dei saperi rimane un frammento vuoto, se non c'è ricomposizione. Un ulteriore piano su cui agisce questo processo è quello del linguaggio. Parole come marxismo o cattolicesimo, in Polonia significano sicuramente cose diverse che da noi. Uno studente che assiste a questo tremendo svuotamento di conoscenza, o il lettore che viene subissato di libri, poi messi immediatamente in magazzino, è talmente privo della possibilità di orientarsi davvero che anche solo capire il significato delle parole è già importante. Non a caso le pagine culturali del no-. stro giornale si sono chiamate «le parole». Notarianni. Non solamente a caso. D. Che cosa è per voi-un buon articolo? Notarianni. Partiamo da un dato materiale, grossolano, ma determinante: i nostri collaboratori non sono pagati. Se il resto del giornale è fatto in gran parte dai giornalisti del Manifesto, e quindi il controllo sulla scrittura è possibile, invece nella pagina culturale è dominante il problema del collaboratore non pagato. Un problema drammatico per due ragioni: la prima è che i collaboratori non sono professionisti, e difficilmente riusciamo a professionalizzarli. Hanno un altro tipo di interessi, un altro tipo di scrittura (politica, specialistica). Allora, si tratta di convertire questi linguaggi che passa il convento ... E poi, gli specialisti, proprio perché non sono pagati, non possono scrivere molto spesso, o su comando. Scrivono quando hanno qualcosa da dire, mentre il collaboratore effettivamente retribuito, compresi noi, scrive quando c'è bisogno. Perciò, c'è una forte soggettività dei collaboratori, che sarebbe sbagliato reprimere. Cesari. L'aspetto negativo di quanto detto sinora è la scarsa attenzione alla notizia culturale. Notaria1111i. Quando Severino dice «notizia culturale», intende naturalmente tutta una serie di cose. Per notizia culturale si intende in generale tutto quanto è offerto dalla istituzione culturale: ma la notizia può essere sia il convegno sull'ultimo strutturalismo, sia anche l'ultima scoperta scientifica... D. Cioè, 1101n1ecessariamente è cultura/e solo ciò che passa attraverso la comunicazione culturale ... Notarianni. SI. Un giornale come l'Herald Tribune pubblica un giorno sì e un giorno no una notizia scientifica in prima pagina. Nessuno di noi è pazzo d'amore per gli Stati Uniti, però questo è certamente un segno di consapevolezza del peso reale della ricerca scientifica in quella società. D. E le vostre fonti quali sono? Notaria1111i. Fondamentalmente i collaboratori. Un vasto parco di collaboratori che hanno molti collegamenti con la produzione di scienza, di cultura, con le riviste internazionali. Oltretutto, e questa è un'altra sfida, noi non consideriamo la notizia scientifica come neutrale, ma come un terreno di lotta politica. Quindi non ci basta l'agenzia; e non è pensabile nemmeno il semplice collaboratore scientifico, ci vuole «quello èhe sta dentro•, che è in grado di vedere quella specifica contraddizione. Cesari. E inoltre sarebbe molto bello se sapesse unire questo aspetto critico con l'invenzione, con un certo fantastico che oggi è nelle cose. Non è semplicemente la fantascienza. Per esempio, la notizia che un piccione viaggiatore viene ucciso in Francia, e recava con sé un misterioso messaggio in ebraico, è una notizia ovviamente politica, ma che puoi anche scrivere bene. Questa è una sfida grossa per queste pagine, perché prevale, per il discorso di Michelangelo prima, la scrittura da assistente universitario, che è una palla al piede pesante. Bisognerebbe che il tono delle pagine fosse l'unione di rigore e invenzione. Notaria1111i. A questo in parte noi suppliamo con un certo sforzo nella titolazione, che vorrebbe - non sempre ci riesce - essere narrativa, non genericamente suggestiva. Per esempio, abbiamo titoli lunghi, e credo che questa sia una forza del giornale: cioè, non puntare genericamente su un'immagine che incuriosisce, ma avere un titolo che già racconta una cosa .. Cesari.. E pensa anche alla gabbia grafica dell'insieme della pagina, anche delle pagine future che nasceranno dalla ristrutturazione del giornale come sviluppo necessario di queste. Unione di narrativo e anche di emozionale, di quanto di emozionale e informativo comunica non la pura scrittura, ma il gioco di scrittura e immagine. E questo può anche essere un punto strutturale della cultura che fornisci; perché non sono esaurite solo legabbie dei saperi, ma anche le gabbie della scrittura in sé. La scrittura oggi, nel lettore comune, gioca insieme a molte altre cose, ad esempio la quantità di immagini viste in televisione. E una pagina oggi non può più essere impaginata, se non tenendo conto necessariamente di un certo esaurimento storico del giornale tradizionale, del giornale che comunica solo quello che c'è scritto. Si tratta cli entrare inun gioco cli comunicazioni intrecciate. D. Come avviene il reclutamento dei vostri collaboratori? Notarianni. Il rapporto tra noi e i nostri collaboratori è sempre politico, nel senso che c'è una parte dei nostri collaboratori che arriva spontaneamente perché si riconosce in qualche misura nelle posizioni del giornale. Per esempio, una fonte importante di collaborazione per noi è il carcere. Questi hanno tempo abbastanza, però sono spesso monotoni, nel senso che hanno una tematica relativamente fissa. C'è poi una serie di collaborazioni tradizionali, di persone legate al giornale da dieci anni. Poi c'è sempre un va e vieni di spontaneità e di ricerca, che spesso è dato anche dai collaboratori, che si scelgono tra loro, c'è una catena. Cesari. Oltre a questo, cerchiamo di fare i talent-scout. Perdiamo moltissimo tempo in un tentativo di radiografia sistematica di quello che esce già, cioè di un altro aspetto della spontaneità del mercato: riviste, tam tam telefonico di collaboratori che si parlano tra di loro, per individuare soprattutto giovani; e lì sondare, proporre, richiedere collaborazioni. Questo instaura un rapporto di non cinismo reciproco: significa costruire nessi e gruppi di persone, con le quali si sviluppa un rapporto di vero scambio intellettuale e di amicizia, non strettamente funzionale all'articolo, ma che sicuramente aiuta a scrivere il singolo pezzo.In uno dei suoi ultimi scritti, Roland Barthes parla del «corteo degli amici», dice che si può scrivere, pensare e lavorare solo se c'è il corteo degli amici, se sai a chi stai parlando, per chi... Notarianni. Forse un dato interessante da segnalare è che i nostri collaboratori non sono italiani. Abbiamo una messe di collaboratori abbastanza ricca (inglesi, tedeschi, francesi), che abbiamo costruito negli anni, e che fanno parte di una comunità cul[\Jrale internazionale di sinistra che in qualche modo c'è. E le collaborazioni vengono anche abbastanza spontaneamente, facilmente.// Manifesto ha una immagine fuori d'Italia almeno grande come in Italia. D. Quanti collaboratori avete? Norarianni. Cento-centocinquanta. !è mostruoso. Gestirli è una cosa dell'altro mondo. DJmmagino che questo tipo di rete funga anche da verifica del feed-back, dell'interesse e della presa di determinati argomenti. Cesari. Certo, questo e altri momenti, troppo pochi, di discussione nelle città, a livello pubblico, di convegni, o anche a livello meno pubblico, di riunioni. Il feed-back è importantissimo per noi, ma è anche uno dei problemi che dobbiaoio risolvere, perché questi momenti sono un po' troppo sporadici. D. Credo che il feed-back si riconosca anche da/l'essere ripresi da alrri giornali ... Notarianni. Certo. Qualche volta ci capitano le polemiche. Spesso ci capita di essere plagiati. f:. facile plagiare li Manifesto: si suppone che sia un giornale di non grandissima tiratura, diffuso in un ambiente molto preciso. E si pensa che sia molto semplice copiarlo, banalmente.
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