Con il «teletext•. infatti, la trasmissione delle notizie non avviene in tempo reale. ma molto più rapidamente. Cosi, l'apparecchio di ciascuno di noi potrebbe ricevere un numero di titoli infinitamente superiore a quello che poi veramente vede nella classica mezzora del telegiornale. li telegiornale allora potrebbe diventare semplicemente un indice ragionato di tutti i titoli disponibili, e l'utente potrebbe «chiamare• e vedere i titoli che gli interessano, nell'ordine che preferisce, costruendo da solo il proprio telegiornale. Cesareo chiama questa possibilità col nome assai calzante di «liberismo informativo»: alla teoria del libero scambio di merci si sovrappone anche quella del libero scambio di notizie (ha proprio ragione il ministro De Michelis allora à sostenere che negli anni futuri l'industria più pesante sarà quella dell'informazione). Solo che liberismo non significa affatto libertà. Teoricamente ognuno è libero di costruirsi il suo telegiornale. Ma innanzitutto esiste pur sempre una selezione dei titoli che compongono l'indice. Al giornalismo degli articoli si sostituirebbe un giornalismo dei titoli, destinato a costruire (come in pubblicità) l'appeal di certe notizie rispetto ad altre. li dispositivo di selezione (per classi di inclusione) richiede una competenza e un addestramento superiori che per giocare a flipper, e dunque costruisce pubblici di cui alcuni sanno ed altri no. E'infine il paradosso più grave: la notizia diventerebbe oggetto di mercato, e al limite (per sfruttarne meglio il costo) ciascuno potrebbe essere tranquillamente portato a ricevere notizie che sa già, o notizie sul mondo come vorrebbe che fosse. E veniamo ad una seconda riflessione, sempre a partire dalle ori- ' ginarie virgolette sulla relatività del gradimento del pubblico. Un'ipotesi che potremmo chiamare «cinicademocratica• è la seguente: il telegiornale è molto seguito perchè in realtà costituisce la più bella e la più _specifica forma di spettacolo della te- ' levisione. dubbio sui modelli di telegiornale presentati da Sartori sia pure con notevole brillantezza descrittiva.) Nello steso convegno di Trieste di cui ho già molto parlato, i fautori di questa seconda ipotesi erano effettivamente numerosi, e per lo più aderenti ad una tendenza semiotica nell'analisi del messaggio televisivo sull'informa,ione. pone l'accento sulle due modalità classiche di appariLione del discorso (messe in luce da Emile Benveniste nei Problèmes de li11guistiq11geénérale): la storia e il discorso vero e proprio o commento. Nel primo caso i fatti sembrano narrarsi da soli. ovvero colui che parla non lascia (o nasconde) la propria presenza creativa nel testo: il tempo dcll"evento Anzi, una sorta di spettacolo universalmente accettato e conosciuto, stando almeno ai dati e alle descrizioni fomite da cario Sartori ne L'occhio universale, volume rizzoliano che riprende una fortunata trasmissione televisiva dello stesso Sartori, li giro del mondo in 80 Tv, andato in onda nel 1980 sulla seconda rete Rai, e nella relazione da lui presentata a Trieste. (A dire la verità, avrei però qualche Me:.:.u,mtiuerc.•ute,lelcu ,lurt1111,• lt.• nuuru,·re Nmo in Friuli Lettere Citerò tre relazioni che mi paiono significative perchè tutte contengono una presupposizione di «spettacolarità> del telegiornale, e da questa base tutte partono alla ricerca dei maccanismi di costruzione della spettacolarità, che rilevano nell'aspetto più palese di discorsivizzazione del testo informativo. Gianfranco Bettetini ad esempio Convenazioni i) Preghiera di lasciare il poeta in pace Algirdas, mi girmi das dias! Gurd girdo, a/zird li zirli ac cozo mozo, ronzo e/ gardo: guardia auendo mas dal girdal girta attirno sombra en al. Santra ala pas trantra la ciompo Sur sirte es sartor resurtor: satrapas ras algias e res ennés mes ,nes mes mes. Alla redazione di Alfabeta II) Ipotetico diverbio con ingiustizie Vi facciamo presente che, come già patite e èoda recriminante d'accordo con Francesco Leoneui, gli Drumming oretor amzostia è al pas~to; si usa la terza persona; non ci sono indicazioni del «qui ed ora• relativi alla situazione e alle circostanze comunicative. La realtà sembra darsi oggettivamente: il che è palesemente falso, perchè la comunicazione (essendo lavoro linguistico) ha sempre un soggetto e un punto di vista. Nel secondo caso, invece, il discorso radesofonconile sifi episaffi fifisi». Assir oggia ro11dela mestria ne vistri estris al m11ndo. Saba: serbianco di abas IV) Viaggio notturno verso alte montagne Al boven en din d1111da mi sforzi sa rii/a n11gril/a cai bluis a brunna nierio emper al teid zisigia sartegi gioisti u11urdu sa11blur. An iaulta tristisi somàs mneta svita, mar entre lievo luinio sbofro viene esibito da colui che lo produce (o da un proprio delegato), e si mostrano i meccanismi della soggettività del linguaggio. Nella contraddizione fra i due aspetti (Bettetini condanna il primo, a favore di una esplicita discorsivizzazione, cioè presa di responsabilità linguistica. dell"informazione) sta il meccanismo manipolativo. e l'effe110 di appetibilità del Tg. Eliseo Veron, in Caratteristiche semiotiche del genere informazione nell'esercizio televisivo, ha proposto una analisi multidimensionale del testo telegiornalistico, e in particolare ha sottolineato tre punti di vista: quello delle proprietà formali che fanno si che un discorso sia riconoscibile come informativo; quello delle proprietà condi sono psicanalisti (1101111ttic)on liii preciso progeuo cult11ra/e/editoria- /e. La diÌferenza 1101è1 senza effetti. Infarti, c'è dell'odio. li numero di aperlura di Alfabeta acchiappava/accoppava Verdiglione e, con la coperwra di liii titolo «spiritoso», se111p/ice111e111e lo ca/111111iava. Un'aperr11rapolitica in senso forre, a giudicare dalla tecnica d'individuazione dell'hosris. Un'operazione eguagliata solo dal discorso (che volge allaparanoia) della cosidderta «psichiatria democratica» che vede nemici e sabotatori dappertutto. interventi di Antonio Bevere e Romano lor mossirò pofr: lo love velùn lo/ove velùn Dopo di ciò, il misconoscimemo. Canosa pubblicati sul n. 26-27 di Alfa- «Ab ani Boltiasti volucitosi itosi», du das astigmas. Eppure nelle collane di «Spirali» vi beta fanno parte del convegno semina- assure edritò a/tistono Gudrun. sono testi di Deligny, Legendre, Oury, rio, «Tendenze fondamentali dell'or- rezzando ogligrammaii g/iassi. Sergio Landran Piedilupi Mannoni, Henri-Levy, Kristeva, Finzi, dinamento giuridico italiano negli ul- Manfra, nugrito, mi pertolossi nun Liscano, solo per fare q11a/chenome. comuni a tulli i discorsi regolati dallo stesso principio; quello delle proprietà differenti di questi discorsi. Veron ha poi proceduto ad esaminare un telegiornale francese, mostrando come esista una forma di spettacolarità «specifica» dell'a11ore-giornalista, fondata sulla mimica, sul ritmo, sullo sguardo. che costituiscono le forme esemplari del contallo e della simulazione di contallo col pubblico. È su questasim11/azione che si centra la credibilirà televisiva. Francesco Caselli (Tattiche dell'in- {or111azio11ea, vvero far guardare, guardare insieme, rivedere) è stato un po' il seguito ideale delle due precedenti relazioni, ed è entrato ancor più nel merito delle strategie della simula1.ionetelegiornalistica. Caselli ha studiato in particolare due figure della semiotica narrativa (messe in evidenza da Algirdas Greimas), che benissimo si adattano (anche per la loro metaforicità visiva) ad alcune situazioni testuali televisive. Sono le figure dell'informatore. e dell'osservatore. Il primo è delegato nel testo a simulare la funzione di colui che emette il testo (ci fornisce un sapere). li secondo è delegato nel testo a simulare la funzione di colui che riceve il testo (cioè noi) così come l'emittente pensa che debba essere. Nel gioco tra queste due figure, ricopribili da vari personaggi nel telegiornale si a11ua la dimensione pragmatica del testo, cioè l'insieme di posizioni reciproche di chi emette e di chi riceve l'informazione. Altre relazioni si sono succedute nel fin troppo denso convegno triestino (ricordiamo quelle di Rositi, Wolf, Perniola fra le più belle). E tutte hanno completato la serie di punti di vista concernenti la manipolazione telegiornalistica. E qui vale la pena di inserire l'ultima osservazione. Si possono dare due sostanziali significati al termine: uno, ovviamente, negativo, ed uno che potremmo dire «neutro». Da un lato la manipolazionecome operato truffaldino, con qualcuno che vuol mentire a un altro, o truffarlo, o fargli fare qualcosa contro la sua volontà. Dall'altro la manipolazione come operato tecnico, come trasformazione di un oggetto in un altro attraverso una soggettività («le mani•). L'informazione televisiva è tutte e due le cose, certamente. Ma probabilmente si può aggirare il pericolo e la minaccia del primo significato soltanto passando per la piena consapevolezza del secondo. America (quella che al transfert preferiscel'empatia), l'unica voce di protesta levatasi in Italia è quella dello psicanalista zurighese Roschild, quando nel fare e nei discorsi di Armando Verdiglione, a11tipaticoi impossibili finché si vuole, c'è dal '74 a oggi la criticap,;; radicale dell'antipsicanalisi americana e non. Se poi ha organizzato liii co11gressoa New York, q11a/chemotivo ci sarà pur stato (111p1ocheuino di peste, no?). Forse la faziosità, di stanza ad Alfabeti~ è laforma della nuova veritàposrmodema e il misconoscimento il sapere della nuova alleanza? Non c'è di che stare allegri. Porta ha ragione quando dice che «è sciocco taceredi Alfabeta», ma se lo denuncia da queste stesse colonne, un mio amico poeta potrà sempre obiettare «da quale palpito viene la preda I da quale pulpito viene la preditimi dieci anni» (Modena 1615181)di platteri man Forse non tulli importa11tissimima tulli ca». imminente pubblicazione nel n. 21-22 cigliando sis forticas. Et mos111reggia C'è deU'odio? al centro del dibattito, scritti o tradotti Massimo Celani ~ della rivista Critica del diritto. anzico Doppia capitale è Milano (fra la cui- tempestivamente e con cura. Cosenza, 26 Novembre. -~ Ne/l'occasione vi anticipiamo l'usci- ar rimen tian: mra e l'economia vi è l'editoria) e, se11- Ovviamente si tratta di 11110 moneta Si, signor Celani, siamo faziosi, anzi cc ta, prevista per gennaio, del «Quader- «Gadda erta/ artiél, za molto semplificare, si possono indi- ampiamentecomraccambiata da Spira- faziosissimi, all'occorrenza. &. no n. 1 di Critica del diritto• (Nuove figliored intorettità vid~are due poli editoria/i. li. La D. ~ Edizioni Operaie), che sarà interamen- inzendo finzio, Il primo è costilllito dalla holding li numero 30 di Alfabeta raggiunge 1-------------------1 °' te dedicato alla ricostruzione dei pre- ararti mossendo liame». (senza cattiveria) Alfabeta-Multhip/a- però livelli estremi di cattivo gusto. Erràta Corrige -9 supposti giuridici, ideologici e storici Intrapresa, il secondo dalla Spirali Perniola magari i/libro di Atta/i se lo· Nel numero 32, rubrica Cfr, pag. 12, ] del processo «7 aprile» con interventi III) Promesse di felicità nonostante Productio11. Tutti si occupano i111e11- è letto in francese, ma com'è che 1101s1i seconda colonna, primo capoverso, ~ di Accattatis, Bevere, Canosa, Ferrajo- il cattivo stato di salute samente di libri (ne stampano, ne ree/a- da notizia di 1111vaersione italiana dello in vece di « Fotoromanzo del tutto di- ,..., li, Misiani, Petto ecc. Vi auguriamo Sporta ni, morrito litò, miuano, ne recensiscono) 111acon una stesso libro edito, guardaumpo', da verso è il libro di Rondolino», si legga: ,..., buon lavoro. opferò firetti rullisti! differenza: i primi sono cu/111rolog(iva Spirali. «Fotoromanzo. Del tullo diverso è il t: Redazione di Critica del diritto Russia eremòn 10/ilito: bè: scrirtori, filosofi, etc.) aperti alle Per la Fiumanò, a proposi10 della libro di Rondolino». ~ .Q ___ Nuove_Edi~ioniOperaie - Roma__ _•f~ -'~~o-~i~~'~'!'!~ :o_.:.._ ...__ ...__ .... _ interrogazioni della psicanalisi,· i se- ...... ~a.!'!~':!~~~1~e,_!!!f.a__ ..._J~SJCf!!,!<;}_!;~- ~'..- ,_ ..,. ~ ..,. ......_......."."...........,............. ~ ~ '-----------------'-----------------'-----------------~---------------~·-----------------~ <i 81oliotecag1nob1anco
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