Alfabeta - anno IV - n. 33 - febbraio 1982

.,? l: .l:) .l:) ~ ..., ..., ii ~ .l:) ~ =" Schermdoellemiebrame D diritto d'laf-zioae e I proceai di muipoluleae ae11a com•lcazieae televisiva Convegno •internazionale dell'Istituto Internazionale sui Diritti dell'Uomo Trieste, 11-12 dicembre 1981 Carlo Sartori L'occhio ualversale: modeUi di sviluppo, progn111mie pubblico deUe televisioni del mondo Milano, Rizzoli, 1981 Giovanni Cesareo Fa notizia Roma, Editori Riuniti, 1981 pp. 188, lire 4000 11 telegiornale è la trasmissione televisiva più seguita in Italia, con i suoi venti milioni di spettatori giornalieri in media. Cifra che rende ridicola quella dei lettori di quotidiani, che dal dopoguerra ad oggi resta ancorata al di sotto dei sei milioni. Cifra, però, che contemporaneamente sembra rendere «positivamente• relativo quello che gli apocalittici ritengono con disprezzo il vero grande interesse delle masse: l'intrattenimento. Il pubblico del telegiornale viene infatti superato soltanto da quello dei grandi avvenimenti spettacolari, come un mondiale di calcio (nel quale però la nazionale reciti da protagonista), o una finale di Canwnissima (ma ciò avveniva solo nel passato), o un evento straordinario come l'uomo sulla luna, l'elezione del presidente degli Stati Uniti, l'atterraggio dello Shuttle (e siamo nuovamente nel campo dell'informazione). Ho messo delle virgolette su quel «positivamente• che si riferisce alla relatività del gradimento del pubblico per gli spettacoli o l'intrattenimento. E dirci che sono virgolette d'obbligo. se Omar Calabrese grande tradizione, per isuoi mezzi, per una presupposta oggettività che le deriva dall'essere pubblica. I telegiornali delle televisioni private, infatti, non ricevono alcun gradimento. E non solo perché sono poveri (fare un telegiornale è la voce più costosa di un palinsesto televisivo). o Carri M60 dell'esercito italiano durtmte le manovre Nuto in Friuli solo ci fermiamo ad alcune osservazioni sul significato e sul valore da dare alla pur eclatante cifra. Prima possibile riflessione: esiste un bisogno diffuso si informazione e a questo bisogno diffuso di informazione solo la televisione dà risposta esauriente. La televisione di Staio. naturalmente: per la ~ua tecnicamente inferiori: anche i grossi progetti giornalistici come TeleMontecarlo (in collaborazione col Giornale di Montanelli), o come Comatro (diretta da Maurizio Costanzo) non hanno avuto il successo preventivato.~ Contrariamente a quanto succede per i quotidiani. dove nessuno acquisterebbe un giornale dello Stato, nel campo del telegiornale il privato rende probabilmente sospettosi. Insomma; vige ancora una regola universalmente accettata anche quando nessuno ci crede più, e cioè che una notizia è «vera• perché l'ha detto la televisione. La coscienza della lottizzazione e dello scandalo del dominio politico governativo sull'informazione non intacca una legge che è prima che ideologica comunicativa. Secondo questo primo punto di viSia (che chiamerò «democratico•), si può asserire dunque che la gente vuol sapere. E si può dare anche un giudizio di merito su come alla gente si fa .sapere: giudizio negativo, evidentemente, se si pensa alla determinazione partitica dell'informazione televisiva italiana, con tre telegiornali su tre reti, di cui la terza non conta nulla, e di cui le altre due sono suddivise fra i due maggiori partiti del governo, la Dc e il Psi, con qualche regalino agli altri partecipanti alla compagine. E giudizio negativo se si pensa anche alle modalità di produzione e diffusione dell'informazione televisiva che ne discendono. Giovanni Cesareo, nel recente volume degli Editori Riuniti (dedicato non solo al telegiornale, ma all'ideologia della notizia nel suo complesso) offre un bello sguardo di• insieme su quelle modalità, trovando ad esempio il nocciolo dell'operazione manipolativa nella maniera di selezionare il materiale proveniente dalle fonti (frammentando cosi l'immagine della realtà che ne deriva), e ricomponendo l'unità del mondo sotto una chiave, un ombrello, che è poi costituito dall'emittente stessa del messaggio). Democrazia! Democrazia! potrebbe essere il grido che unisce i critici dell'informazione. E invece, stranamente, si tratta di un grido che comprende già le voci di chi democratico necessariamente non è. Lo ha detto lo stesso Cesareo nella sua relazione al convegno decembrino di Trieste. Cè chi pensa (riassumo, ovviamente; e interpreto) che una possibile forma di democraz:a risieda nella piena utilizzazione di alcune nuove tecnologie, come il «teletext•. AppuntamentaoLaSpezia , .. L'Assessorato alla cultura del Comune di La Spezia ha invitato Alfabeta a intervenire nella serie degli incontri con la poesia che per la prima volta si organizzano nella città, che pure aveva ospitato nel I 967 uno dei più animati convegni letterari del Gruppo 63. L'invito fatto a Alfabetasottolinea l'attività' svolta dalla nostra rivista soprattutto come segnalazione costante di voci inedite o meno note assieme a voci famose e famosissime. La risposta di Alfabeta è starasubito un sl apatto che ci fosse la possibilità di sperimentare qualcosa di nuovo oltre la semplice e ormai classica lettura in pubblico. Anche la risposta dell'Assessorato è stata subito un sl, visto che /a"RAI-TV regionale (Genova) si metteva a disposizione. È nata cosi l'idea di fare un breve film con la poesia, in una direzione semplice ma, si spera, efficace: fare agire la poesia dentro la cittàcolta nelle sue immaginipiù significative, consonanti o antitetiche. Si è dunque deciso di scegliere tra i poeti stranieri pubblicati da Alfabeta e I' altenzione si è fermara su Milo.sz,Aleixandre,SUJTUgaV,ysosckij e sul titologenerale « La poesia che dice ne». A111onioPorta è staro incaricato dello «script» e dei sopralluoghi, poesie alla mano, insieme ali'attore Paolo Bessega,to che da anni lavora sulla poesia e sui suoi rapporti, positivi, col teatro. Il lavoro è cominciato a La Spezia con la collaborazione del regista Gianni Janelliea poco a poco la traccia portante del breve film è risultatachiara: un poeta, interpretato dall'attore Paolo Bessegato, arriva a La Spezia per leggere i suoi versi e conosce la città seguendo l'ossessione dei versi più significativi del suo repertorio. li fi!m è staro girato in tregiorni ( 17, 18, I 9 dicembre /98/) con un eccellente operatore della 7V genovese e con un tecnico del suono. Ora è rutto da scoprire. Va ancora precisato che il resto poe, fico del film è una libera scelta di Antonio Porta di versi dei poeti stranieri nominati variamente combinati tra loro e falli imeragire nelle diverse situazioni di azione. La collaborazione tra Bes• segato, lane/li e Porta è stata cosi stretta e efficace che si può senz'altro parlare di un film a sei mani, oltre a/l'occhio dell'operatore. Ma il film di Janelli, Porta e Bessegaronon è la sola novità di La Spezia. Lo stesso A111onioPorta registrerà nella sede genovese della 7V una lettura di versi propri insieme a Francesco Leonetti e Paolo Volponi. Anche queste registrazioni, curareda lane/li, faranno parte della cornice dell'incontro del 26 febbraio. I poeti saranno naturalmente presenti di persona per il dibattito con il pubblico. L'importante è che di questo intervento rimanga una traccia duratura e con una possibilità di diffusione, per esempio nelle scuole, ma non solo, davvero notevole. L'ambizione dei poeti coinvolti e degli autori del film è stara quella di proporre un modello operativo nuovo. Se darà buoni risultati sarà bello poter continuare. La Spezia, 26 febbraio I 982 I poeti e la poesia Presenze poetldie aelle dltl Comune di La Spezia Assessorato alla Cultura Novembre 81 • Aprile 82 • ·ìiotecagìnoofanco

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