Alfabeta - anno III - n. 30 - novembre 1981

• • Camminarceontro M olio probabilmente nella vicenda politica mondiale l'estate dell'81 resterà segnata (tra l'altro) come la stagione della e ripresa• delle marce: le marce come strumento di azione politica. Difficile dire quale sarà il respiro, l'ampiezza, la portata a venire di questa ripresa. Ma la ripresa c'è. Come tra il '79 e 1'80 si toccò il punto più alto di una spinta neo-liberista e monetarista che ebbe le sue più significative espressioni nelle vittorie elettorali della Tatcher e Reagan cosi, dopo una fase di attesa, di incertezze e di cl une di miele•, 1'81 porta i segni di una controffensiva: in Francia, in Inghilterra, all'interno della sinistra europea nel suo complesso a cominciare dal suo polo più significativo che resta la S.P.D .. E bisognerà tenere d'occhio i sindacati e i liberals americani. La marcia si differenzia da tulle le altre manifestazioni perchè è soprattutto un impegno personale a camminare con le proprie gambe lungo un percorso determinato durante il quale quel che vale è il rapporto dei marciatori tra di loro e con la folla. Si può concludere anche con discorsi. appelli. comizi, ma il dato preminente resta l'attiva partecipazione personale e l'ampiezza delle presenze. L'estate '81 ha visto folle imponenti di marciatori. in tulio l'occidente. La Questa ripresa ha trovato espres- "'+=-==:1 sioni diverse e meglio si direbbe dispa- .f rate: la vittoria elettorale di Mitterrand e i nuovi orientamenti congressuali dei laburisti inglesi, le cmarce• olandesi, belghe, scandinave e tedesche, i segni - certo significativi - di una ripresa della opposizione popolare e di massa in Italia. Tra i segni di questaripresacisonoappuntolemar- ✓ --\.:----,--' -1--·:-/ J~ ~J ce che nell'ambito delle diverse forme , ,,. /# ~ di presenza politica (comizio, corteo, ~ _' /,~"r f. manifestazione, meeting, veglia, hap- . ·M. l )Jt pening) hanno alcune caratteristiche \_ ~ t ,'• \ ,zA perchè mi pare che contribuiscano a ì Luigi A11derli11i nere una fase di transizione. quando forze diverse hanno bisogno di esprimere liberamente i loro punti di vista e tuttavia si ritrovano già convergenti su un minimo di piattaforma comune. Le «presenze• alla marcia sono sottolineate dagli striscioni. dai simboli diversi, dagli slogan non certamente consonanti nel corpo del lungo serpente, restando tuttavia prevalente il senso del comune impegno. della reciproca compatibilità. espressa appunto dal fallo che si marcia insieme. L a Perugia-Assisi come marcia ha una sua storia ormai ventennale. Vale la pena di ricordare che prima della edizione '81 vi sono state 'almeno 4 edizioni più o meno ufficiali. Nel '61 appunto (con Capitini). nel '69. nel '74. nell'80. e nell'81. tulli abituati per lunghi anni a convivere con l'idea della distruzione totale di ogni forma di vita organizzata sul pianeta. La bomba che a Hiroshima 1'8 agosto del '45 uccise all'istante 80mila persone è pari a un milionesimo della potenza distrulliva esistente negli arsenali atomici. Questo significa che. tenendo conto degli effelli devastanti delle ricadute radioattive e di una serie di altri fallori, possiamo calcolare che lo stoc di 20.900 megatoni esistente negli arsedà la misura del limite di follia che la corsa al riarmo ha introdollo nella storia che stiamo vivendo. Tullo questo fa il paio del resto con la bomba al neutrone la cui pericolosità consiste soprallullo nel fatto che. abbassando la soglia dell'intervento nucleare, può farlo apparire «praticabile» mentre in realtà non fa che accrescere il rischio di una prevedibile reazione atomica generalizzata. È come avvicinare il fiammifero alla miccia con l'aggiunta che i suoi effelli (distruttivi per i viventi, quasi nulli per le cose) appaiono il simbolo di una civiltà che ha assurdamente e incredibilmente rovescia'to di colpo la scala dei suoi valori. Per disumane e distrullive che siano state tulle le guerre precedenti, o le pestilenze e le catastrofi naturali, è la prima volta che l'umanità si trova davanti ~I rischio totale. Il che evidentemente cambia tulle le carte in tavola: quelle della politica, quelle dcli' «arte della guerra», quelle della scienza e quelle della morale. Non a caso si vengono sviluppando (ma sono germogli appena nati di una cultura della pace ancora soffocata da una prepotente e onnipresente cultura della violenza e della guerra) nuove ipotesi di organizzazione politica («governo planetario»), nuove forme di dirillo («dirillo dei popoli», "diritto alla pace») e nuovi canoni di comportamento (l'«obiezione di coscienza» collettiva contro ogni forma di coinvolgiment-0 con gli che vale la pena di sottolineare anche . ·; _d 1 1 ::~ farci .capire rriçgliQ,/a .stagione e/le ~ -'.'.'. e>,· stiamo vivendo, =-"--.:C""'--""-LAL ~~-, • La Perugia-Assisi non è una marcia lunga. a tappe. È una marcia che si conclude in una giornata. di solito dalle 9 del mattino alle 5 del pomeriggio con un percorso di 24 chilometri e due soste intermedie. Richiede. certo. un impegno fisico rilevante che però la quasi totalità dei cilladini validi è in grado di compiere. Quando Capitini la ideò nel '61, non pensò solo ai due poli della marcia già di per $è assai significativi ma anche al percorso. a quei 24 chilometri lungo le colline dell'Umbria. alla rapida discesa iniziale, allo snodarsi del precorso lungo la piana del Chiascio e del Tupino. ai 7 chilometri di salita conclusivi ben oltre il tempio di S. Franctj~co, fino alla« Rocca• appunto. a quell'ampio spiazzo dove con alle spalle una severa strullura architettonica duecentesca. dichiaratamente prefrancescana, si coglie nelle giornate Iimpide l'azzut ro dei due mari: il tirreno e l'adriatico. _ arsenali atomici). La marcia non è un comizio. L'ele- ,p,_,,7 ?n-. mento caratterizzante del comizio è il rapporto tra l'oratore (quasi sempre un oratore) e la folla. Un elemento che nella marcia non c'è o ha scarso rilievo. La marcia non è nemmeno un corteo. Il corteo si sviluppa di solito su un breve percorso cittadino ed ha come obiettivo finale un atto simbolico che può anche essere (ma lo è sempre meno) la partecipazione a un comizio. marcia più lunga (a tappe) è stata quella che si è svolta da Copenhagcn a Parigi (2000 chilometri), quella più numerosa ha avuto come scenario Washington e la Casa Bianca (500mila persone). Su posizioni intermedie si collocano la Perugia-Assisi (80mila persone, 24 Km) e quella di Bonn (300.000 persone). Direi che le marce segnalano in geGli arsenali atomici sono negli ultimi anni cresciuti a un ritmo spaventoso ma già molti anni fa essi avevano dimensioni da olocausto. Vale la pena di ricordare alcuni dati, non fosse altro per sottolineare come ci siamo un po' nali nucleari è capace di uccidere almeno 80 miliardi d1persone in un pianeta che ne contiene poco più di 4. Qualcuno dice che siamo in grado di distruggere 20 volte «il genere umano». Il che. proprio nell'assurdità logica di una morte ripetuta, proprio nel suggerire l'idea di un cadavere 20 volte ucciso o di una stessa morte che assurdamente si ripete per 20 volte. ci ConAkkt,~apitini I on ~rano forse in molti, tra i partecipanti della marcia PerugiaAssisi per la pace, a conoscere il nome di Aldo Capitini, colui che, molti a1111oir sono, ne fu /'iniziatore e il primo organiuatore. E ancora meno saranno, ceno, a co11oscerlo,coloro che a decine o a ceminaia di migliaia si sono incontrati nelle piaue d'Italia e d'Europa, in gran parte giovani e giovanissimi, nelle successive se/limane. Ma se qui, acca1110agli seri/ti di Norberto Bobbio e di Luigi Anderlini, si vuol ricordare anche il pensiero e l'azione per la pace di Capitini, 11011 èper un - come si dice - «doveroso rico110scime1110»,e neppure per istituire 1,11a qualsi{ISico111inuitàstorica tra loua a11tif{IScista,movimemo per la pace degli anni cinquall/a, e /oua attuale per il disarmo atomico. La ragione che sollecita queste note è 1111 'altra, e ha anche qualcosa a che fare con un processo critico di ripe11same11to e di revisione che coinvolge, credo, molti militanti e molti intelleuuali della sinistra (una de11omi11azio11eq,uest'ultima, che malgrado i rece111diubbi e le molteplici perplessità, mi sembra conservi ancora umo il suo valore). Capirini, quando, nel 11/37, pubblicò in pieno f{IScismo i suoi Elementi di un'esperienza religiosa, suscitò un lievito, un ferme/I/o, che agì su 1111 certo ,..., nun1ero di persone e a1111otlò le varie e talvolta co/1/raddiuorie istanze che le sospingevano a prendere criticamente le distanze dal regime mussoli11ia110. Questo lievito e questo fermemo agirono in varie direzioni: e cauolici, socialisti, co1nu11isti, repubblicani, azionisti, liberali, prima ancora di dive111artali in modo consapevole e militante, 11efurono varilln1e11teauraversati. In seguito prevalse la «de11omi11azio11e»e;la 11onviole11za, il pacifismo, la religio, /'istanza vegeraria11adi 4/do Capiti11i apparvero come forme primitive, persino ingenue, di 111i1mpegno che il «politico» delimitava in gabbie sempre più precostituite e preordinate a ww logica che si fece, troppo spesso, «di partito». Anche quando nacque e si sviluppò il primo grande movimemo per la pace degli ultimi a1111qiuaranta e degli c11111i cinquanta, 1111atraccia, t111segno, di questa caraueristica 11011fu certo del umo asseme; e se esso ri11Scal coagulare tendenze e motivazioni tmche diverse, la sua complessiva coloritura 11011 riuscì, nell'insieme, ad andare oltre la logica di partito. lii ciò una sua causa di debolezza. A /forche, sos1a11zia/meme,i vari partiti acceuarono di fauo le illusorie teorizzazioni dell'«equilibrio» e del «deterrente», il 111ovime111d0apprima languì, poi si esaurì. Ma che covasse souo la cenere lo dimostrò la straordiIa.1co 11ariamobilitazione i11difesa del VietNam, 1111d0elle compo11emi centrali di quel/'eccezio11alemomelllo di vitalità e di emergenza po/irica che fu il sessa11touo. Oggi riaffiora - sollecitmo dalla crescell/e consapevolezza che la tregua armata i11cui abbiamo visrnto 1101p1ossa diventar pace se 11011 attraverso il disarmo. nucleare prima, e rowle i11 se/Juito - quel/'«ele111e11todi esperie11za» che Capiti11ivolle definire «religiosa», in quanto investe il sogge110singolo, lo sot111111wvfea, sì che si interroghi su se stesso, sul fwuro, sul che fare. E se la terrificante potenza degli Srmi. e di quei super-Su11iche sono oggi gli Usa e I' Urss, lw spesso per effe/lo di provocare la sfiducia e /'inerzia nel singolo, ciò 11011 è ttlllllvia a111011wticos. e vediamo, souo i segni de/l'aggravarsi delle tensioni. risorgere 1111movime11to che, almeno in Europa, coinvolge già ceminaia di migliaia di tedeschi, di italiani, di belgi, di olandesi, e rende ad allargarsi. agendo in prima persona e 11011 solo a/traverso le mpprese11w11zepolitiche e sindacali: anche se avanzare co,ne, in un altro Paese europeo, /'Inghilterra, le Trarle Unio11so il Labour Party. L'«esperienza religiosa» di Aldo Capitini h(1molte analogie con il «principio speranza» di Emst Bloch, con il «sogno di una cosa» del giovane Marx. con le grandi spime imeriori che Ju111110 . <lato vita a religioni storiche come il Buddismo o il Cristit111esi1110E., nei confromi della guerra, ha qualcosa a che fare con ciò che Freud, nel suo carreggio del ·32 con Albert Einstein, definiva «u11'i1110llera11za costituzionale, una idiosincrasia portata, per così dire, al 11wssùno livello». Questa «idiosincrasia», questa repug11a11zao, rigeuo, 11eico11fromi della guerra, le anni, gli eserciti, cl,e era di Capiti11i-e che talvolta qua/c1111d0i noi lw consitlerato come 11110 bizzarria tanto i11colpevole quanto improdwtiva - 11011 può, al contrario, cl,e essere alla base profo11dadi quesrn nuova fase del 111ovil11e111p0er il disarmo. Allo strangc love, allo Stranamorc del prorngo11isw di 1111 celebre fi/111, deve sostituirsi u11 altro amore, una «passione» altrellanto intensa, idiosincrmica, nei co11fromidi ogni azione che renda alla eli111i11azio1d1egli ordigni e degli apparati di guerra che oggi i11combo110, spada di Damocle senza ri10r110, su lllllo ciò che è vivo sulla Terra. Si tra11a 11011 di ww «c{m1pag11a»,ma di ww vera epropria ((lllt1tazio11eculturale». Se quel supremo indagatore della psiche che fu Freud, 1101c1eno a11i111aro da 01timis1110,la ritenne, questa 111utaCosa significa tulio questo in termini di distruzione di risorse altrimenti utilizzabili? Spendiamo per il riarmo più di· un miliardo di lire al minuto, quasi mille miliardi al giorno che sono pressappoco l'equivalente di 20 ospedali o di 200 scuole; 500 miliardi di dollari all'anno sono più che sufficienti per sfamare abbondantemente quel miliardo e mezzo di uomini che vivono in regime di sottoalimentazione. Per 1'81 saremo vicini, come spese per il zio11,·,pur possibile, donde derivano le riserve, gli indugi, gli sceuicismi di sì gran parte, in Italia e fuori, degli imellet111ali?<:::0111me111ando su Rinascita la marcia Perugia-Assisi, Lucio Lombardo Radice si doleva del fauo che a guidarla 11011fossero più, come ve11t'm111ifa, 1111 Italo Calvino e 1111 Giova1111Ai rpino. lnrerrogarsi su questa assenza, testùnoniata, del resto, dal silenzio degli imelleuuali ita/ia11i,a differenza di quelli tedeschi, nelle seui11u111e più rece111is,ignifica affondare il bisturi critico sulla si111azio11eodiema della intellighemsia i1a/ia11a,sulla rna sosu1111.ialeacceuazione di w1 ruolo subalterno e marginale. Se Aldo capiti11i fu, a suo t(!ll1po,emarginato perché si muoveva co11trocorrente, l'attuale a11toemargi11azio11edi molti, di 11·oppi, 1101è1, al co,urario, il seg110che ci si è faui rmvolgere dalla corrente, dallo ((Stato di cose esistente»? Uno s1111d0i cose che ha com~ urizw111e pressocché cerro la cr11a1rrofe atomica, la corsa alla morte: 11011~itì la pur feconda istanza critica del 11 '1ilis1110teorico e della cu/111ra negati· 11a f'a1111icl,i/ime11tol,a negazione, 1. 1 ·11i forma di vita. Né, rraquesre due' di termini, ci sembra110 possibili ,,_ sioni.

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