Alfabeta - anno III - n. 30 - novembre 1981

11 piano di immanenza che si manifesta nei roma.nzidi Manzoni e Stoker è l'idea del male. definita in due modi: a) per opposizione al bene (struttura ideologica callolica); b) per collezione di caratteri, e i caratteri messi in evidenza sono due: lapo1e11za e il col/[agio. La prima definizione di male 11011 è sufficiente ad applicare un romanzo sull'altro (o piuttosto, essendo abusata, ne applicherebbe pochi uno sull'altro) ma la seconda può essere un buon inizio. Potenza e contagio sono presemi nei due romanzi, ma/ promessi sposi manifesta la prima a livello narrativo e il secondo a livello figurativo, mentre Drac11/a fa il contrario. Il vampiro, prima di diventare un solitario eroe romantico, è una metafora della potenza nobiliare: il nobile che «succhia sangue» a contadini e borghesi, che si appropria delle vergini, di cui si parla con odio-terrore nei paraggi. / promessi sposi insiste su questa esplicita visione politica, mentre Drac11/a ne preferisce la versione metaforica. Viceversa, il vampiro di Stoker è un'entità che produce suoi simili non per filiazione ma per contagio, in senso letterale, alleandosi le sue vittime con un morso infetto sul collo, mentre / promessi sposi metaforizza l'idea del contagio del male con la peste. Dunque, dal punto di vista del piano d'immanenza i due libri sarebbero identici, e dal punto di vista del piano di manifestazione complementari. Ma naturalmente la realtà non è così schematica. E meno male, perché sarebbe troppo facile applicare un libro sull'altro solo attraverso il piano d'immanenza. Inoltre, quella strana complementarietà sul piano di manifestazione è una scoperta scomoda poiché non permetterebbe altre coincidenze. Ma, per fortuna, sono riscontrabili identità parziali anche dal punto di vista del piano di manifestazione. La potenza, presentata come potere politico e dunque non ~etaforicamente, non è esclusa del tutto dal romanzo di Stoker: Dracula resta «il Conte» e ha un castello molto simile a quello dei signorotti manzoniani. Si confronti soprattutto con il castello dell'Innomin.itn. il cui limih.· .,_·,h.·r111, L· ,.._.!.!.11.11t,. come per i castelli dei vampiri. da una taverna il cui nome è indicativo: «Malanotte» (Cap. XX). E. come per Dracula, la vita dell'Innominato «era un soggetto di racconti popolari; e il suo nome significava qualcosa cli irresistibile. cli strano, cli favoloso» (cap. XIX). Una seconda coincidenza avviene proprio al livello della struttura narrativa: nei due romanzi il vampiro vuole una donna promessa o appartenente ad altri. E anche qui c'è una sorta cli complementarietà: / promessi sposi racconta cli due vampiri (Don Rodrigo, l'Innominato) e di una sola coppia di fidanzati (Renzo e Lucia), mentre Drac11/a mette in gioco un solo vampiro e due coppie di promessi sposi (Arthur Holmwood-Lucy Wenstenrasi noti la casuale ma fortunata omonimia: Lucia-Lucy- e Jonathan HarkerMina Murray-che dopo molte peripezie riescono a sposarsi, ma vedremo con quale impedimento). A questo punto occorre introdurre un altro atlante, l'aiutante, che si incarna nei due romanzi in maniera molto simile: Fra Cristoforo e Van Helsing, colti cattolici, strani scienziati (fino a una sorta di positivismo) dell'anima. E tutti e due registrano un imprevisto fallimento: Fra Cristoforo quando affida Lucia alla Monaca di Monza, Van Helsing quando, dopo aver già diagnosticato che la strana consunzione di Lucy è dovuta ai morsi del vampiro, non riuscirà tuttavia a salvarla perché qualcosa di impre':'.isto si intromette (la madre di Lucy credendo di far bene toglie I'11glioche Van Helsing ha messo nella cameradella «malata», permettendo così al vampiro di morderla ancora). I _;1 mnr1t.· di I un roincid'-· c..·,rnil rapimento di Lucia. E morta Lucy (seppur salvata la sua anima con un paletto di frassino piantato nel cuore) Stoker sostituisce la coppia Lucy-Arthur con quella Mina-Jonathan, proprio mentre Manzoni sostituisce Don Rodrigo con l'Innominato. Poi i due romanzi continuano in modo diverse mao ancora una volta coincidono in un punto critico. Proprio quando lo scioglimento sembra vicino, un nuovo impedimento interviene: • ;I ;- ►• I,,,,..,,./, ,;,_, . ,,,,,,(,-:;,. , • -f Lucia ha fatto un voto di castità per salvarsi dall'Innominato e non può sposare Renzo, Mina è stata morsa da Dracula (che le ha fatto persino bere il proprio sangue) ed è perciò contaminata, il che compromette il suo matrimonio da poco celebrato con Jonathan. Le due donne si portano dietro il contatto con il vampiro come una maledizione, e anche se Lucia non è stata contagiata, quel voto in qualche modo è un residuo del ràpimentò e uri'disonore. Lucia non è contagiata dall'Innominato. viceversa lo contagia. {Il tc..·rn,rt· lk·ll"l1111n111i11arn di frnnh: a Lucia è identico a quello di Mina di fronte a Dracula: «gli venne addosso una disperazione più nera, più grave. dalla quale non si poteva fuggire, neppure con la morte»; (cap. XXI). Ma il contagio avviene e testimonia del commercio intercorso tra i due. Fra Cristoforo-Van Helsing risolverà col suo sapere teologico (demonologico) il duplice problema. E qui esauriamo (ma il confronto potrebbe essere approfondito) le coincidenze relative alla potenza del vampiro e ai suoi effetti narrativi. Quanto alla trattazione del male come contagio, dicevamo. Stoker privilegia un uso narrativo (il morso del vampiro) mentre Manzoni un uso figurativo (la peste). Ma anche qui la complementarietà non è così rigida. Nel capitolo 24 del rol'lanzo di Stoker si dice che Dracula «può fiorire nel pieno di epidemie che sterminano interi popoli». Come se non bastasse, le ostie consacrate che Van Helsing mette nelle casse che il Conte si è portato dalla Transilvania fino a Londra servono per «sterilizzarle». È interessante notare anche come due versioni cinematografiche del romanzo (quelle intitolate Nosfera111, di Murnau e Herzog) portino il tema del contagio dal piano narrativo a quello figurativo, e proprio sotto la forma della peste, alleata e analogo del vampiro. Nei Promessi sposi la peste, come immagine del male, ha valore soltanto figurativo: gli untori sono presentati come il prodotto di una superstizione ingiustificata, mentre in Dracula le superstizioni inerenti al vampiro sono del tutto giustificate. Di fatto però, nonostante continui a ripetere che gli untori non esistono (e scriva sull'argomento La co/011110infame), Manzoni subisce il fascino di un'idea così gotica come quella di un contagio diabolico. Nel capitolo XXXII riferisce due cronache, qualificandole come superstiziose ma con evidente compiacimento letterario. Staccati dal contesto i due episodi rappresentano due esempi perfetti di racconto fantastico (con il contagio del male a livello narrativo). « t 'n lalt:. in lal !.!inrnn. a\'C-\':I \'i,10 arrivar sulla piazza del duomo un tiro a sei. e dentro. con gli altri, un gran personaggio, con una ·faccia fosca e infocata. con gli occhi accesi, coi capelli ritti, e il labbro atteggiato di minaccia. Mentre quel tale stava intento a guardare, la carrozza s'era fermata; e il cocchiere l'aveva invitato a salirvi; e ~ lui non aveva saputo dir di no. Dopo diversi rigiri, erano smontati alla porta d'un tal palazzo, dove entrato anche lui, con la compagnia, aveva trovato amenità e orrori, deserti e giardini, caverne e sale; e in esse, fantasime sedute a consiglio. Finalmente, gli erano state fatte vedere casse di danaro, e detto che ne prendesse quanto gli fosse piaciuto, con questo però, che accettasse un vasetto d'unguento, e andasse con esso ungendo per la città». La descrizione del palazzo ricorda Le mille e una 11011e, ma anche un po' quella del castello di Dracula, soprattutto per la presenza delle «fantasime» (cap. 3). La descrizione del «gran personaggio» ricorda quella di Dracula, soprattutto nei particolari degli «occhi accesi» e del «labbro atteggiato di minaccia» (Stoker dice: «occhi assai brillanti, che sono parsi rossi alla luce delle lampade», al cap, I e «bocca dura, d'un taglio alquanto crudele», al cap. 2). Ed ecco la seconda storia: «Due testimoni deponevano d'aver sentito raccontare da un loro amico infermo, come, una notte, gli eran venute persone in camera, a esibirgli la guarigione e danari, se avesse voluto unger le case del contorno; e come, al suo rifiuto, quelli se n'erano andati, e in loro vece, era rimasto un lupo sotto il letto, e tre gattoni sopra, 'che sino al far del giorno vi dimororno'.» La storia non dice quante fossero le persone, ma è ragionevole supporre che le quattro bestie siano il prodotto di una metamorfosi. Com'è noto, Dracula può trasformarsi in lupo, e all'alba deve far ritorno alla sua bara. La trasformazione di uno dei misteriosi personaggi in lupo e la fuga dello stesso «al far del giornq», sono forse l'ultimo indizio che penl'tette·'.di dire che: nei Promessi sposi il vampiro c'è, seppure innominato. È ÌN EDICOLA «L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA» UN PERIODICO DA LEGGERE, DA GUARDARE EnA CONSERVARE COME UN LIBRO • • • I • • • ._ ••. ~. r ••"' ~• - • -. l • • A CINQUANT'ANNI DALLA SUA FONDAZIONE. GUANDA È LIETA DI ANNUNCIARE L'USCITA DE «L'ILLUSTRAZIONE ITALIANA» Bibliotecaginobianco .L'ILWSfRAZIONE ITALIANA -~ .... bimestrale, lire 3.500 BIMESTRALE DI ATTUALITÀ E CULTURA CHE RIPRENDE UNA DELLE PIÙ ANTICHE E PRESTIGIOSE TESTATE ITALIANE

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