BI k perazione sociale. Tant'è che all'emer- .c Out gere del cgiudice politico» è corrisposto lo svilimento delle funzioni processuali della difesa: l'avvocato difensore è costreuo da un'ambiguità configurabile nel reato di favoreggiamento. Favoreggiamento dell'imputato, quando tenta di strullurare i presunti reati in un contesto dal quale il giudice politico li L'anelenamento di UJI rigagnolo ha isolati come elementi separabili, può ucddere UJ1 mare come parzialità assemblabili nel/'interNegli ultimi sette anni, con lo scopo prelazione accusatoria; favoreggiadichiarato di sconfiggere il terrorismo, mento dell'inquirente, quando accetta è stato praticato un «dirittopenale spe- il terrenoprobatorio come fatto già stociale» progressivamente registrato, ol- ricizzato, quando cioè «avvicina» le tre da chi lo ha subito, daprovvedimen- imputazioni per confrontarle solo sulle li di legge. Questa normativa, anziché discriminanti proposte dall'accusa, e risolutrice di una «emergenza», sempre accetta cosi quell'inversione dell'onere più qualificantesi come bisogno di un dellaprova per cui qualsiasi atto o proprofondo mutamento dei rapporti tra gramma accusatorio è di per sé testisocietà e stato, è risultata veicolo di una monianza dell'altrui comportamento vera e propria eutrofizzazione sociale; illecito. dimostrando come l'avvelenamento di Dunque «emergenza» come terreno un rigagnolo può uccidere un mare. probatorio di una costruzione accusaSe i diversi provvedimenti, culminati toria allargata, che mira a rendere erecon il d.d.l. 15/12/79 (aumento delle dibile una continuità organizzativa tra pene, obbligatorietàdel mandato di cat- momenti diversi, anche contrapposti, tura, divieto di libertà provvisoria, Ira comportamenti sfuggenti l'integraaumento dei termini di carcerazione zione e il controllo sociale. Questa unipreventiva, riduzione dellepene per chi ficazione, forse iniziata come mera cafomisce prove utili etc.) e la legge 6/ talogazione delle presenze sul terreno 2/80, non erano direuamente avvertibi- della conf/iuua/ità sociale, tende a cali come inquinamento dell'intero corpo nalizzare ali'esterno dell'apparato di sociale, ciò che è avvenuto dopo, e che dominio quelle tensioni e quei deterioora si tenta di registrarenel disegno di ramenti che ne mellono in dubbio l'eflegge sui «pentiti» del governo Spada- ficienza; a partire da ciò che si dà già lini, cancella ogni residua illusione. come espulso (e quindi possibile interNon crediamo ci siano costi «che fa- locutore). __- talmente bisognava pagare alla libera- Un'operazione di forzata aggregazione del giudice dalla politica uni/ate- zione, caratteristicadei sistemi di simuraledel potere e il suo inserimento ne!f;!- .-lazwne, per ridurre e contabilizzare le politicageneraledellasocietà», quando variabili: viene assegnato artificiosaun'intera società è in attesa della rifar;,- 1--:mentuen valore alla variabile «terrorima del codice di procedura penale da smo» e si assimilano ad essa, in un vent'anni, quando sono tutt'ora in vi- ipoteticopiano di espansione, i territori gore le norme del Testo Unico di P.S. di tensione. La consonanza, falsa, tra del 1931 (in aperto contrasto con il territorio e terrorismo invita chiunque testo costiluziona/e). Tanto più che venga collocato entro questi confini a questi costi sono dettati da norme che conformarsi come «straniero»: nemico hanno permesso la definizione di bun- od agente infiltrato (delatore), mai perker giuridici e fisici in cui rinchiudere sona. La guerra è guerra: tulio il resto chiunque. non c'entra. Le eondizioni d'esistenza della poli- Non è in gioco, con queste regole, licitòdel giudice sono date oggi non da solo là sorte del campionario sociale, una nuova comprensione dei fenomeni 3500 detenuti politici, ma quella de/- sociali, ma da una - non confessata - l'intera «tensione» sociale che li ha supplenza di interpretazione storica, in prodotti. La responsabilitàpolitica del un perdurante impedimento della vo- <partiloarmato», ben più grave del calontà democratica per una diversa coo- rico di morte che gli va imputato, è lellère Tra cittadino e potere Spellabile redazione Alfabeta: Ho visto che la rivista è arricchila da una nuova rubrica, chiamata « Blackout». Spero che questo mio appello, in favore di un detenuto di estrema destra, possa trovarvi spazio. E che i firmatari dell'appello per Nanni Balestrini vorranno aderire a questo appello, perché Pucci - quando ci sarà - possa difendersi, nel processo, nelle migliori condizioni psichiche e fisiche. Cordiali saluti Valter Vecellio C'è un giovane di 22 anni, arrestato dieci mesi fa, e ancora in stato di detenzione, le cui condizioni di salute sembrano disperate. Si trattadi Alessandro Pucci; il suo stato, a quanto riferiscono le «relazioni», a causadi un forte deperimento organico, è da considerarsi «vegetativo», prossimo ad un collasso totale, e privato com'è delle urgenti misure di cui ha necessità, viene lasciato morire. Il tutto accade tra l'indifferenza e il silenzio: l'una e l'altro sono inspiegabili, o meglio, sono «spiegabilissimi»: Pucci è un militante della destra estrema. Pucci è ricoverato al secondo piano dell'ospedale San Giovanni di Roma: divide lesue giornate trauna fleboclisi e un tranquillante, sorvegliato a vistadai carabinieri. Nei tre mesi trascorsi sul lettino del San Giovanni, proveniente da Regina Coeli (dove ne aveva trascorsi 0110), ha perso venti chili, è semicieco, perde denti e capelli. Pucci è stato arrestato alla fine del mese di agosto di un anno fa, implicato nella strage alla stazione di Bologna; è ~ imputato di «costituzione di banda armàta». Non risulta essere stato mai interrogato;non si sa, dunque, di cosa è ·esattamente accusato, e perché. Il primario dell'ospedale San Giovanni, ha emesso una diagn si in cui si parla·di «cachessiadi notevole grado di ipoalimentazione su base neuropsichica», di «anoressia grave con dimagrimento», di «stato ansioso reattivo con sviluppo di psicosindrome reattiva del tipo ansioso neurastenico»; significa, in pratica, che Pucci, lentamente, muore. Sta morendo, in attesadi un processo che non si sa quando si farà, con i giudici che si rifiutano ostinatamente di concedere la libertà provvisoria. Credo che non si possa né si debba esseregarantisti a senso unico, mobilitarsi solo quando si trattadi «amici» o di «compagni» - penso a Scalzane, a Magnaghi, a Novack, a Fiora Pirri, pestata scelleratamente e criminalmente a sangue a Messina - e tacerequando ad esserein gioco è la vitadi un fascista. I democratici, coloro che si ostinano ancora a credere nello stato di diritto, devono unire le loro voci, fare «baccano», perché il diritto alla vita di Pucci sia garantito. È imputato di reati gravissimi: è il minimo -per lui, per ognuno di noi, anche - esigere che Pucci sia in grado di sostenere il processo che da tempo allende - e attendiamo - e si possa difendere nelle migliori condizioni fisiche epsichiche. Faccioappello ai tanti che ancora credono nel diritto e nella giustizia, ai «garantisti»: i Galli, i Sechi, i Rodotà, i Galli della Loggia, i Bocca, le Cederna, le Rossande, i Pintor, i tanti chepossono perché facciano: singolarmente e colleuivamente, parlino di questo «caso», attraverso le loro l, d'essere divenuto strumento di una codificazione di guerra. Chi ancora accetta di misurarsi sul terreno militare non comprende come questo sia l'unico congeniale al mantenimento di un potere statuale contrapposto alle esigenze di «comunità» maturate negli anni dei «movimenti». E da qui si è sviluppata una proposta, quella della dissociazione politica, che non ha voluto sostituirsi o proporre altre interpretazioni al «giudice politico», giocando sulle varianti possibili della delazione, del pentimento, dell'abiura, ma, più concretamente, chiamare ad un impegno politico, culturale, sociale contro ogni progello di guerra, restituire un territorio di confronto. Con la consapevolezza che solo una ripresa complessiva di nuove iniziative di cooperazione sociale può ridefinire ambiti e ruoli dei soggelli detenuti, le loro storie, le loro trasformazioni. Nel carcere, anche nel carcere «speciale» questo è avvenuto, sta avvenen- · do, basta considerare la nuova qualità del movimento dì massa sviluppatosi in questi mesi. Per tutta risposta il governo ha presentato un disegno di legge che usa il termine «dissociazione» (separando il significato dal significante) per descrivere il profilo plumbeo di un apparato <fi potere interessato solo ad omologare pratiche di guerra. A fronte di un impegno pacifico e di massa, ricco di tensioni (affeuive, culturali, partecipative), espresso da detenuti politici e comuni, c'è ancora la stantia riproposizione di un modello di comportamento tratto da squallide ombre, da residui organici al loro militarismo fallito, come via di liberazione. I risultali di questo modello ce li ha raccontati ultimamente il ministro de/- l'interno quando reclamizzava, come un venditore di prodotti detergenti, la vitalità e le viuorie brigatiste e quando viene aueso, come molti allendono, un autunno insanguinato solo per evitare che si apra una nuova crisi politica. Quindi chi propone questo disegno di leggesui «pentiti» lofa con ilcinismo di sempre, con il cinismo di chi, impotente a dare risposta aiproblemi sociali che gonfiano il carcere nelle proporzioni di regimi totalitari, sta operando per incanalarel'antagonismo versouna crescentemilitarizzazione del territorio in forme perdenti C<- me quelle della tribune: informino l'opinione pubblica, spezzino la cortina del silenzio. Senza entrare nel merito delle imputazioni elevate, che altra è la questione: quella dei diritti di un ciuadino, .che devono esseregarantiti -se siamo democratici, se vogliamo esserlo - anche (anzi, soprallutto), quando l'imputato è un fascista. Non tanto, non solo per lui, quanto e soprallullo per tutti noi. Valter Vecellio iscritto al Partito Radicale PubblichiamoI'«appello» fra le lettere. Alfabeta non crede alla neutralità dell'informazione e la nostra rubrica «Blackout» non è aperta a qualsiasi intervento. 1 motivi che ci inducono comunque a pubblicarlo non sono ispirati ad un umanitarismo generico, ma a una considerazione di ordine politico; l'ha espressa molto bene Canosa nell'articolo che apre questo numero: sta affermandosi una prassi giuridica fondata sul «delitto d'autore» che impedisce l'esercizio del diritto alla difesa. Informare su ogni caso che esemplifichi questa tendenza, a prescindere dall'ideologia politica di chi ne è vittibanda armata;partendo dallaaltreuanto cinica constatazione che sul terreno militare il più forte è lo stato armato. È chiaro a tulli che, se da unaparte questa legge santifica e generalizza il comportamento extra legale di molti «giudici d'assalto», dall'altra propone una normativa per i rapporti futuri fra stato e società. Ciò che sta davanti a tutti noi è un progetto politico di devastazione delle culture, delle economie, delle forme di vita che si oppongono alla mercifica- -zione di massa; per fermare questo progeuo non basta certo la dissociazione, essa è appello di presenze su cui misurare una disponibilità da qualificare. Questo è il compito di quanti ritengono ancora reversibile la follia che ci vuole, tulli, villime. Rapporto tra soggetti, capacità di impegnare livelli e parti di istituzione sensibili alle culture, alle economie, alle forme di vita, alle lotte operaie e proletarie che tendano al superamento degli «equilibri del terrore»; perché si stabilisca una diversa comunicazione, un flusso rivelatore e generatore di alternative reali. Le caratteristiche di una simile trasformazione sono in granparte da scoprire; possiamo però - esperienze europee importanti, di governo e di movimento, lo vanno proponendo in questi mesi - attivare una ricerca di soluzioni, sfuggire a quelle dipendenze che la nocività sociale induce, semplicemente decidendo di farlo. La nebulosa dei soggeui post-politici, che investe insieme la fabbrica, il territorio, il sociale, si esprime con proprie frequenze, a mala pena si riesce ad ascoltarle e sart!l!.beutopia violenta volerle ridurre a programma; ciò che invece può diventare possibile, perché utile ai più, è acquisire (questa è la trattativasociale sulla quale chiediamo impegno concreto) nuova distanza, autonomia, da scelte ritenute aberranti (siano la soluzione militare, la compressione dei livelli di vita, la programmazione nucleare, la morte alimentare etc.). Come è accaduto altre volte ciò che conta è costruire, giorno per giorno, un numero crescentedi condizioni'di liberazione. Augusto Finzi 7 aprile/21 dicembre Roma 17 settembre 1981 libro nella edizione veneziana del 1499 e non ho fatto quello che neppure gli studiosi d'oggi hanno fallo e che pur è di capitale importanza: che filigrana è nella carta dell'edizione originale? Dal 1282 fino alla seconda metà del secolo scorso la filigrana delle carte pare costituisca una coerente ed ininterrotta catena di emblemi. La fabbricazione della carta fu introdotta in Europa con legami, fin dall'inizio, con sette e movimenti di riforma religiosa, naturalmente anche con gli ambienti che si occupavano di alchimia, come è detto in chiusa dell'articolo. L'unico volume aldino che possiedo ha nella carta una filigrana davvero interessante. Giustamente è emersa la colleganza tra testo e tavole, ma sarebbe interessante riscontrarla anche nella prima edizione francese del 1546, dove le tavole sono state rifatte. Sarà una semplice coincidenza ma nell'Ordine dei Templari, come pure in alcune associazioni massoniche uno dei gradi più alti era quello di «Colonna d'oro». Distinti saluti. Claudio Bozzi ma, significaper noi stimolare la cultu- Alda non Alba radi sinistra a impegnarsi per impedire Spett. Redazione, che ogni conflitto fra ideologie diven- ho visto con enorme piacere le mie poega perfino secondario rispetto al ere- sie sul Vostro apprezzatissimo giornascente antagonismo fra cittadino e le, anzi rivista ma mi è immensamente 1-po_t_e_r_e__.________ ~ spiaciuto l'errore di stampa. Alda Merini non è una sconosciuta e sono molti moltissimi anni che io lavoro in questo campo. Perciò vi sarei molto grata se vorreste rimediare. Che filigrana è Con stima Alda Merini Ci scusiamo con Alda Merini per aver momentaneamente trasformato il suo IN FORMADI PAROLE LIBROTERZO TOMO UNO LABIRINTODELMONDO PARADISODELCUORE Jan Amo, Komen,kj LETIERE,FRAMMENTIL, ABIRINTI Sergio Cordua, INVITOAI SALMI Armido Rizzi L'INNOCENTEE ILRINNEGATO André Chouraqui LETTERAA MELANIA E11agnoPontico SIM!ll A DIO Paolo Bettiolo DUE PREDICHETEDESCHE Meister Eckhart LETRE RISATE Martin Buber IL PRIMOBUBER Sil11anaGaravelli ESTASIFEMMIN!ll Jean-Noel Vuarnet I MULESENIDEll.A MELAGRANA Erminia Macola COMEILLEGNOSOTTOLASCORZA Hartmann 110nAue COMELACORTECCIASOPRA ILTRONCO Chrétien de Troye, NEll.A PALMADEll.A MANO Lea Ritter Santini TOMO DUE FORTEZZADI SACSAYHUAMAN SAQSAWMAPUKARA FINESTRA T'OQO VENTONERO YANAWYRA I.sidro Candori NOTIZIA SULQUECHUA Antonio Melis DIETROILSILENZIO Antonio Melis I PERTURBATORI DEll.A QUIETECITTADINA Le,Jni di Shiràz STIRATIJRADI RICCIOLO Gianroberto Scarcia EROS, CHARIS, AID◊S Ettore Pe"ella LAFINEDEGLIARCAICI Enzo Mandruzzato PLATONICA Mano Andrea Rigoni UNA DISTRUZIONEORIGINARIA Maunzio Mazzotti MALATIDEIL'UOMO Marco Be/politi IL VIVEREVICARIO Frank Raymond Lea11is LO SCRUTINIODI LEAVIS Vita Fortunati Giovanna Franci BENJAMIN,IL PESCATOREDI PERI.E Hanna Arendt COILOQUIO SULSUICIDIO E. M. Cioran VENDITA PER.CORRISPONDENZA I due tomz; {620 pagi_ne), indi11isibili, lire tredicimila ELITROPIA edizioni ' Leggo nel n° di sellemb re 1981 di Alfabeta l'articolo di Marzio Porro su due volumi dedicati al «Sogno di Polifito» e di fronte a tanta erudizione resto in forse se scrivervi su punti, forse marginali. Durante alcuni decenni (ho oggi 80 anni) dedicati ali'antiquariato ho avuto incéico di vendere una copia del nome in Alba La redazione Cas. Post. 421 • 42100 Reggio Emilia
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