Alfabeta - anno III - n. 29 - ottobre 1981

Cfr. Bruno BÒngiovanni L'universale pregiudizio Milano, La Salamandra, 1981 pp. 112. lire'6.000 Non sembra proprio che il gran vociare che si va facendo intorno alla «crisi del marxismo• sia destinato a impedire la rigorosa e vigorosa ricerca teorica e storiografica sul pensiero di Marx. Né è. testimonianza- tra Ìemolte altre - questo saggio che Bruno Bongiovanni dedica agli scritti del Marx anteriore ai Manoscritti ·del 1844, e in particolare alla Criticadella filosofia hegeliana del diritto pubblico, e agli articoli pubblicati sul Vorwarts. Si tratta di un Marx critico della politica, che sottolinea con forza come la rivoluzione a venire non possa piò essere politica ( come la Rivoluzione francese e giacobina), ma dovrà essere sociale. Si tratta di un concetto-chiave che, come osserva Bongiovanni, Marx non abbandonerà mai; ma che, al contrario, la tradizione del «marxismo», e qui socialdemocrazia tedesca e leninismo si incontrano, trascurerà o capovolgerà. Rivoluzione «sociale», per dirlo schematicamente, significauna rivoluzione che non sostituisca uno Stato con un altro Stato, ma che distrugga lo Stato dalle sue fondamenta, per sostituirvi - come Marx scriverà ancora nel Terzo Libro del Capitai~, - la società dei «produ,ttori associati». La tesi di Bongiovanni è corretta e ampiamente documentata; lascia però dubbia la sua identificazione di queste posizioni marxiane con !'«anarchismo•, mentre elude la grossa questione - certamente documentabile nel successivo, pensiero -di Marx - della transizione, cioè d~lla fase di' passaggio tr~ capitalisn;i;>e ~ocialismo. Una questione, come s1sa, intorno alla quale si tormentò Lenin, e non soltanto in Stato e rivoluzione. Giovanni Cesareo Fa Notizia Mario Spinella Roma, Editori Riuniti, 1981 pp. 184, lire 4000 Il volume esce nella recente collana «Tendenze• in cui sono già apparsi Lo Stato spettacolo di Schwartzenberg ·e Il mito della cultura di massa di Swingewood. Oggetto.fondamentale del libro di Cesareo è il processo produttivo delle notizie, alla luce delle trasformazioni tecnologiche ed economiche in corso e in gestazione. Per quanto possa sembrare strano al non-specialista, il • processo produttivo delle notizie è ancora una sorta di «buco nero• nella ricerca sulle comunicazioni di massa. Per anni le analisi sono state orientate quasi esclusivamente sugli effetti della comunicazione e sulle caratteristiche del messaggio. Solo recentemente, e in modo abbastanza contrastato, gli studiosi hanno cominciato ad occuparsi con qualche sistematicità dei processi produttivi di informazione. In tre densi capitoli Cesareo ne abbozza un quadro analitico assai ampio, dove i processi sono considerati come intreccio concreto di fattori materiali e fattori culturali, di «produzione di merci» e di «produzione di senso•. Particolarmente penetranti e lucide sono le parti dedicate alla struttura delle fonti di informazione, alla strategia del segreto posto in atto dalle fonti «centrali», alla rilevanza del rapporto tempo/lavoro nella logica produttiva degli apparati giornalistici. Dopo la Televisione sprecata (1974) Cesareo fornisce qui un ulteriore contributo a quella analisi degli apparati che •rappresenta uno dei frutti più maturi del punto di vista marxista sui problemi dell'informazione e· delle comunicazioni di massa, in, una linea che parte dagli scritti di Brecht sulla radio, passa per Enzensberger e Althusser, confluendo in uno dèi filoni più vivaci del dibattito internazionale sul sistema informativo (si pensi ai contributi di Mattelart, Garnham, Flichy, Nordenstreng). Non a caso il lavoro di Cesareo, del resto, trova forse più estimatori fra gli studiosi stranieri che fra quelli italiani. L'antiaccademismo e le scarse concessioni ai linguaggi di moda non sono • fatti per attirare simpatie culturali. Ma, per le stesse ragioni, Fa notizia sarà forse apprezzato dagli operatori dell'informazione e dai «consumatori» più attenti. lndex Aspetti dell'informale io Liguria Genova. Palazzo Reale. Teatro del falcone 2 luglio - 30 agosto 81 Ordinatore: Franco Sborgi Organizzazione: Assessorato alla· cultura di Genova. Guido Giubbini direzione Bella sorpresa estiva, tra le altre, questa mostra genovese dell'informale in Liguria. Bella sorpresa perché rivela un as~,tto dell'arte informale che nelle mostre «maggiori» rischia di rimanere in sordina: quello della felicità dell'immagine, della felicità di ritrovare il piacere della vitalità della pittura quando diventa immagine essa stessa. Può sembrare paradossale, dal momento che l'informale sembra annullare l'immagine. È vero il contrario,l'inforrnale ritrova l'immagine pittorica Il dove l'affonda, il punto della sua scomparsa e quello della sua riapparizione. Oltre la forma si ritrovano piaceri assoluti, purissimi movimenti di colori fatti agire anche per il loro spessore (perché trattati anche come spessori luminosi). Certo, l'informale, come pittura della luce, della materia luminosa ha trovato terreno accogliente e fecondo in Liguria: a noi, adesso, il piacere di ritrovarlo attuale, appunto per mezzo della gratificazione «materiale» di cui ci fa dono, facendo riaffiorare certe energie, anche pittoriche, che sembravano entrate in una crisi irreversibile. Ma certe crisi non le inventerà mica il «mercato• per suoi fini bassamente commerciali, e cosi poi fare anche le sue belle «riscoperte»? Domanda retorica, naturalmente. Godiamoci i contenuti bagliori che l'informale continua a emettere, senza pensare alle leggi del mercato. I pittori presentati: Giuseppe Allosia, Emilio Scanavino, Vincenzo Frunzo, Gian Franco Fasce, Vittorio Ugolini, Roberto Scuderi, Luiso Sturla, Tino Repetto, Raimondo Sirotti. a.p. a CO Giorgio Bocca, Piero Ostellino, Stefano Malatesta, Silvia Giacomoni, Barbara Spinelli e cento altri, articoli su La Repubblica, il Corriere della sera e cento altri giornali, nei mesi di luglio e di agosto 1981. Il lettore leggerà queste righe in ottobre, quando il ricordo dell'estate sarà ormai stemperato, forse svanito. Ma esse nascono in settembre, ancora «a caldo» ·dopo una calda··estate di mare, di campagna, di montagna, magari di città. Dopo un'estate di riposo, di .gioco, di disintossicazione, di avventura. Dopo un'estate di romanzi, di fumetti, di buone letture. O di nessuna lettura. O di cattive letture. Fra queste, appunto, ce ne sono sta- • te alcune, nella passata calda estate, a cui era purtroppo impossibile sottrarsi, proprio come succede per la pubblicità dei detersivi o per la disco-musico per le code dei traghetti. Impossibile, qualunque fosse l'ideologia politica che ci sostenesse, e qualunque, in conseguenza, fosse il quotidiano o il settimanale acquistato all'edicola più vicina. Si tratta degli articoli dei più noti giornalisti italiani (specializzazione: commentatori, di qualunque materia), i quali, essendo, com'è giusto; anche loro andati in vacanza, ci hanno raccontato per filo. e .P.(:rsegno le loro vacanze. Straordinario potere del più recente giornalismo nostrano: diventa notizia il mondo privato del giornalista. Il che implica poi che diventa mondo il mondo pefsonale del giornalista, quello e solo quello toccato dalla bacchetta magica del suo sguardo. Il che potrebbe essere anche un'idea giusta (o perlomeno inevitafole) quando quest'occhio è in servizio. Nel caso in esame, no. Era un'occhio in libera uscita. Era un occhio privato. Il che consente la profezia di un futuro denso di possibili paradossi. Primo: il giornalista «divo» potrebbe starwne anche tutto l'anno in vacanza, e, a meno di improvvise cecità, le notizie non mancherebbero lo stesso (mancherebbero però forse l giornali se la pratica fosse generalizzata). Secondo: il giornalista potrebbe affinare le proprie percezioni, farle divenire sempre più piccole. E potremmo avere interessanti opinioni sui viaggi notturni dalla camera da letto al bagno. Sulle mutazioni sessuali delle cameriere della riviera negli alberghi di prima categoria. Sulla scoperta della ruota di scorta. Sull'invenzione del ferro da stiro. Chissà, qualcuno potrebbe perfino inventare il cavallo. O, cosa estremamente più utile, la stampa quotidiana e settimanale. o.e. Philip K. Dick Non saremo noi. «Urania», 896, lire J.500 Piccola città «Urania», 897, lire 1.500 Si tratta di due antologie di uno dei maggiori scrittori di fantascienza viventi. Due antologie nella versione italiana, perché l'originale è in un solo volume. I racconti vanno dal 1954 al 1974, e sono preceduti da.una spl.endida introduzione (in Non saremo noi) dell'autore, che racconta episodi della propria vita, aneddoti sul mondo della . l sf, aspetti della propria poetica, una filosofia dell'esistenza di grande modernità e di grande respiro e una serie di teorizzazioni, non solo narrative,,di straordinario interesse. Nella filosofiapoetica di Dick infatti ,sono presenti temi altrove dibattuti e consacrati dal successo, come la ben nota teoria dei simulacri (perfettamente esposta nell'omonimo romanzo) e qui rivisitata nel racconto Il gatto; o la teoria delle catastrofi, rappresentata da Dick mediante numerosi rinvii ad Eraclito; o il tema della falsificazione, reso con micidiale perfezione nel racconto La macchina, dove si narra di un indistruttibile strumento di morte capace di falsificare gli indizi che porteranno al riconoscimento di un assassino innocente. Su tutto, la cornice dell'alternanza fra mondi reali e mondi immaginati e il dominio dell'allucinazione sulla «coscienza critica». Di notevole utilità sono anche le schede poste alla fine di ogni volume con le osservazioni critiche dello stesso scrittore americano su· ognuna delle storie presentate. Prato Pagano Almanacco di prosa e poesia n, 3, 1981 Il melograno, Edizioni S.p.A., Roma, lire 3.200 o.e. Il terzo numero di Prato Pagano, l'almanacco letterario curato da Gabriella Sica, conferma un'impressione favorevole, soft e hard nello stesso tempo: il soft consiste nella gradevolezza dell'insieme, che è il frutto di una qualità «media» dei testi piuttosto elevaia (non si avvertono vuoti d'aria né si precipita in trappole puntute); l'- hard invece è il fondo resistente su cui l'almanacco si basa, che è costituito, mi pare, da una convinzione di resistenza della scrittura, nelle sue più litiere articolazioni; con resistenza intendo l'irriducibile affermazione della dignità e della necessità dello scrivere letterario. • Gli autori di Prato pagano sembrano curarsi poco delle vicissitudini del mercato editoriale e si curano invece moltissimo delle forme dei loro contenuti. Mi paionò esemplari in questa direzione la serie «Il falso piano» di Valerio Magrelli, il «Bestiario» di Pao0 lo Prestigiacomo, e le lievissime, tene-· re e taglienti poesie di Gabriella Sica, «Bruciasse almeno la mia vita». Occorré ricordare che la collana «Il rrtelograno», oltre l'almanacco, con il suo titolo che inclina verso il piacere della letteratura, ci ha riservato molte altre «perlè» (cimsiderate «marginali» dall'editoria cosiddetta maggiore) da Dostoevskij a Wilde, da George Sand a Sterne, da Gozzano a Segalen, e poi Madame De Stael, L'influenza delle passioni sulla felicità, Gustave Flaubert, Memorie di un pazzo, Edgar Allan Poe, Marginalia. Questo il contesto, e sembra suggerirci che il piacere della letteratura nasce da autentica passione. a.p. TEATRODI PORTA ·ROMANA ·eorso di·Porta Romana 124 telefono 5483547 ottobre 19!\1 I ' finoa venerdl 1O i Rosa Di Lucia<in Insulti al pubblico di Peter Handke , regiadi BrunoMazzali da giovedì 15 a martedì 20 Valeria Magli i~ Banana Lu~ière testi di NanniBalestrini musichedi John Cage e Walter Marchetti luce fantasticadi Piero,Fogliati regiadi LorenzoVitalone da mercoledì 28 Virginio Gazzolo in Kean di AlexandreDuÌn!3pSèrè traduzione,adattamentoe regiadi AldoTrionfo scene e costumidi GiorgioPanni con MariaChiaraMazzari/ Chicca Minin/i PinaraPavanir\/ • ••· ·' • PierGiorgioFasolo/-FedèricoFazioli - e altri Rivistadi fumettie d'altro AnnoXVII - n. lo (199) ottobre1981 lire 1800 Il piccolo Hans N° 30 aprile-giugno 1981 Aldo Gargani Epiftemologia e scena pnm1ttva Remo Bodei I livelli della credenza Mario Spinella Il notes magico di Marcel Enrico Ghezzi I milleuno notes Tibor Rajka La nevrosi ossessiva nell'infanzia I NOTES MA(HCO Emilio Tadini Diario di lavoro Vmcenzo Bonazza Lo scoiattolo e l'ermellino CarloCristianoDelfomo L'inferiore Fabrizio Chiesura Quattro racconti brevi Maria Luisa Cravetto Dire e canto in Francesco d'Assisi ErmannoKrnmm La fotografia piatta COmeultima allegoria MINUTE Italo VIOiaGiochi, amici, una rivista Guido Luccbini Francesco Orlando tra letteratura e psicoanalisi Lamberto Cantoni Lettura di Jakobson RUBRICA Direttore Sergio Finzi. Un fascicolo L. 4000. Abbonamento L. 14.000. Edizioni Dedalo, Bari.

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