quanto era avvenuto in Ungheria dove era stata proclamata immediatamente, questa esigenza di autonomia del movimento sindacale da «tutti i partiti politici> si sviluppa progressivamente, man mano che si approfondisce la crisi generale del regime. Ecco, in ordine cronologico, alcune citazioni tratte dalla rivista sindacale cecoslovacca Odborar fra il mano e il giugno 1968: «Per vent'anni abbiamo avuto paura, nella nostra democrazia, anche solo di pronunciare la parola opposizione. Oggi si parla molto di riduzione del ruolo del sindacato nella nostra società. Di chi la colpa? (...)Oggi posso dire che il Partito ha la sua parte di responsabilità.( ...) Il Partito dichiarava che la responsabilità dell'attività sindacale era sua, (...) affidava i posti chiave ai suoi responsabili, esigeva che più del 50% delle funzioni direttive negli organismi sindacali fossero occupate da comunisti( ...)> (mano 1968) «Per svolgere con successo le loro funzioni di difesa e rappresentanza dei salariati i sindacati devono essere un'organizzazione indipendente ed autonoma. Per l'avvenire i sindacati non potranno servire da "cinghia di trasmissione" né a persone né a istituzioni. La realizzazione effettiva di questa indipendenza e di questa autonomia esige naturalmente la realizzazione di tutta una serie di condizioni. Una di esse è che i sindacati( ...) non siano subordinati ad alcun partito politico.> (aprile 1968) • Muovendo dalla base, la contestazione del ruolo dirigente del Partito guadagna progressivamente i livelli sindacali superiori, senza tuttavia raggiungere il vertice. Alla vigilia dell'intervento delle truppe del Patto di Varsavia (agosto 1968) solo il Consiglio centrale dei sindacati sembra difendere l'esigenza del ruolo dirigente del Partito nei confronti dei sindacati. Fatto della massima importanza, le Federazioni che, in periodo normale, sono completamente sottoposte al Consiglio centrale, finiscono anch'esse per rivendicare l'indipendenza dal Partito. Ecco un estratto da un'analisi complessiva dei testi di risoluzioni elaborate dalle Federazioni sindacali: «Il principio del ruolo dirigente del Parito, cui aveva aderito la prima riunione plenaria del Consiglio centrale dei sindacati dopo il gennaio I 968, non è direttamente menzionato nei documenti delle Federazioni. Vi si parla piuttosto di indipendenza politica, organizzativa, ecc., come di quella dei quadri sindacali. Certi documenti parlano esplicitamente di indipendanza dai partiti politici,( ...)> (giugno 1968) Ma ancora una volta, come dodici anni prima in Ungheria, ci si avvia ad una progressiva "normalizzazione" grazie all'occupazione del paese. Normalizzazione che conduce a sua volta alla completa restaurazione della supremazia del Partito su tutte le attività sindacali. Polonia 1980 La contestazione della supremazia dell'apparato del Partito sui sindacati nel corso della «Estate polacca> del 1980 è indubbiamente meglio conosciuta. Se non si tratta di rivendicazioni nuove-ormai l'abbiamo ben vistoil fatto che gli operai le abbiano realizzate non cessa di stupire. È inutile rifa1e la storia di avvenimenti ancora pre-·· senti alla memoria. Ricordiamo solo il paragrafo 4-in realtà il primo dedicato alle regole organizzative- dello statuto del nuovo sindacato Solidarietà: «u sindacato è indipendente dagli organi amministrativi dello Stato e dalle organizzazioni politiche» La posta in gioco-tanto per il nuovo sindacalismo quanto per le autorità e per il Partito - era importante. Ciò spiega la portata dei mezzi e delle pressioni cui ambo le parti hanno fatto ricorso. Per le stesse ragioni, se una nuova «normalizzazione> dovesse avvenire in Polonia, essa avrebbe come primo obiettivo la restaurazione forzata del ruolo dirigente del Partito, in quanto regola di base e chiave di volta del sindacalismo di tipo sovietico. 2) Contestazione della supremazia degli apparati economici e amministrativi sui sindacati Abbiamo visto che nei periodi normali per i sindacati la subordinazione di diritto all'apparato di Partito si accompagna ad una dipendenza di fatto dagli organismi economici (direzioni d'impresa, livelli superiori degli apparati economici e amministrativi). È il motivo per cui ad ogni crisi (cioè in ogni occasione di indebolimento del regime costituito che può essere definito come un tutto indivisibile) la contestazione della supremazia del Partito si accompagna alla rivendicazione dell'autonomia dall'apparato economico e in primo luogo dalla direzione d'impresa. Dato che si tratta appunto di esigenze strettamente collegate, ci limiteremo in questo caso ad esempi relativi a tre crisi. In questo campo il senso della rivendicazione operaia è assolutamente evidente: consiste nel chiedere al sindacato di fronteggiare la direzione- invece di sostenerla contro Cecoslovacchia 1968 La crisi cecoslovacchia è particolarmente ricca di critiche operaie. Prima si constata la situazione, poi si procede a condannare apertamente un sindacalismo asservito all'apparato economico. «I sindacati( ...) hanno assunto delle funzioni di controllo dei comportamenti dei lavoratori, puniscono le infrazioni alla disciplina del lavoro, organizzano i loro iscritti in modo che attuino delle cadenze di lavoro più elevate> (Quotidiano sindacale, marzo 1968). « Il comitato sindacale farà ciò che vuole il direttore, è quindi inutile appellarsi ad esso» (Rivista sindacale, maggio 1968). Si aggiungono le contestazioni dei quadri di impresa che assumono funzioni di responsabilità nei sindacati: «È necessario restituire ai sindacati la loro missione iniziale, che consiste nel difendere gli interessi dei lavoratori e non quelli delle imprese ( ...) Ci re il passo decisivo in questo campo. Per restituire alle organizzazioni sindacali il loro carattere operaio - e per premunirsi al tempo stesso da una erosione progressiva dell'autonomia strappata a cornonamento di una cosi lunga lotta - lo Statuto adottato dal sindacato Solidarietà vieta puramente e semplicemente il cumulo di funzioni: «Nessuna responsabilità sindacale può essere affidata a coloro che occupano posti direttivi nell'ambito dell'impresa - vicedirettori, capi e sottocapi di imprese e capireparto delle grandi imprese - e nemmeno a coloro che occupano incarichi di responsabilità sotto il controllo diretto della direzione, ( ...)» (Punto 6 del paragrafo 9 dello statuto del sindacato Solidarietà) Possiamo perciò dire che, adottando questa fondamentale misura, il nuovo sindacalismo polacco è infine giunto a concretizzare una delle aspirazioni più profonde di tutte le passate rivolte operaie dell'Europa dell'Est. FrancoBeltrametti E allora per Giona e Nanni Balestrini 1. l'anno comincia in una stanza affollata di gente e cactus lll/81 2. l'ostinata lucidità, if you want it con ostinazione la lucidità con ostinazione la chiarezza con ostinazione la trasparenza con ostinazione l'allegria con ostinazione respirare con ostinazione non essere d'accordo con ostinazione non lasciarsi fare con ostinazione bisogna giocare con ostinazione l'ostinazione Il /2/81 3. ricevo da Philip Whalen Enough Said cioè detto abbastanza, ilsuo libro più recente da cui immediatamente traduco l'ispezione della mente in giugno (SF 14: VI: 78) Tutto quello di me che c'è fa un'ombra 3/3181 gli operai. Cosi, negli esempi seguenti, l'esigenza di autonomia da quadri economici si accompagnalogicamente allacriticadello stato di cose esistente. Polonia 1956 «Negli ultimi dieci anni (vale a dire dalla presa del potere del Partito e dall'instaurazione del sindacalismo di tipo sovietico) abbiamo marciato mano nella mano con l'amministrazione ed è per_questo che abbiamo perso la fiducia degli operai> (Quotidiano sindacale, agosto 1956, resoconto di un intervento ad una riuniÒne plenaria del Consiglio centrale dei sindacali). Anche su questi argomenti, una volta che le autorità hanno superato la crisi, le critiche cessano ed il sindacalismo polacco ufficiale ricade nella situazione precedente. 4. (in una fontana due pinguini a spasso sotto una palma) (perché la finestra è chiusa? aperta?) (bel posto qui ti piacerebbe 3500 anni di architettura and lots of chilis, Joanne da Oaxaca con Xipe Topec dio della morte in oro massiccio) (mi ricordache poche sere fa V. disse: voglio morire con te, mi ricorda E. come le piacerebbe morire: correndo, sparata) (cosa c'entrano i pinguini direte cosa c'entra la palma) ( Arbeit macht krank dice un muro Zurigo febb. 'BI) (ce type de musique c'est très bien ou très mal) (le tue dita correvano sulla mia bocca) (come dici: ci vediamo, in tibetano? 3-513/81 5. Carte tibetane ritaglio senza forbici cioè strappo con le dita in carta tibetana o nepalese forme elementari quasi triangoli quasi quadrati rettangoli e cerchi che compongo a due o tre o quattro passo delle leggere tinte d'acquarello trasporto e incollo ogni insieme nel suo campo di risonanza bianco fogli 30 x 40 o 70 x I 00 • laconici luminosi collages aerei trasparenti quasi incorporei che chiamo "carte tibetane" con matita 2H metto data e firma /9/3/81 FB opponiamo categoricamente (...) al cumulo fra funzioni economiche (di direzione) e funzioni sindacali a tutti i livelli» (Rivista sindacale, aprile 1968, testo di risoluzione approvato in un'impresa di Praga). «Quando il comitato sindacale.ed i suoi responsabili si decideranno finalmente a difendere gli interessi dei lavoratori? Quanti sono gli operai e quanti i membri della direzione nei comitati sindacali di impresa? Che cosa aspettate? Volete essere cacciati a bastonate? ...» (Rivista sindacale, maggio 1968, citazione da un resoconto di una «rivolta» operaia in un'impresa di Praga in cui «cinquecento domande scritte» nel corso «di una sola giornata» sono state indirizzate al comitato sindacale). Polonia 1980 È il sindacalismo polacco à compie6. the komeini trip se gli tagliano la mano starà con le mani in mano? se la legherà al dito? 27/3/81 • 7. solo le tribù sopravviveranno (mi ha preso un colpo di primavera telefona G.N. da Milano) ( j'aime mieux respirer que travai//er) (dice è come occuparsi di cosa fanno le api di domenica) poi un altro ha riinventato il silenzio (buona cosa il silenzio) (che tiene banco nella notte oltre il terreno esplorato) (troppo silenzio da te, inquietante) (parole precise spruzzate sui muri) 2913/8/ 3) Abolizione del centralismo nei sindacati Abbiamo visto che il sindacalismo ufficiale si fonda su un centralismo rigoroso tanto da poter essere paragonato ad una piramide in cui tutte le decisioni partono dal vertice, vale a dire dal Consiglio centrale dei sindacati. Nei periodi di crisi, questa struttura piramidale è immancabilmente investita da una contestazione i cui obiettivi possono essere cosi riassunti: - ridimensionare sensibilmente le prerogative del Consiglio centrale dei sindacati, o addirittura sopprimere puramente e semplicemente questo organismo che concentra nelle sue mani tutto il potere; - dare il primato alle Federazioni (o «unioni») sindacali, vale a dire agli organismi di settore; - accordare una effettiva autonomia alle sezioni sindacali d'impresa. Anche qui l'omogeneità delle rivendicazioni avanzate nel corso delle varie crisi e nei diversi paesi è manifesta. Polonia 1956 - «Una piena democratizzazione non può essere attuata senza una maggiore autonomia delle sezioni sindacali. Esigiamo quindi l'autonomia delle unioni sindacali cui non farà seguito un Consiglio centrale dei sindacati, ma una Federazione sindacale» (Quotidiano sindacale, novembre 1956, intervento alla conferenza plenaria del Consiglio centrale dei sindacati). Cecoslovacchia 1968 «( ...) elemento determinante della vita sindacale saranno gli organismi sindacali di stabilimento e di impresa. È indispensabile (...) accrescere l'autonomia e le competenze degli organismi di base» (Rivista sindacale, giugno 1968). «Le unioni sindacali chiedono di essere completamente indipendenti, di avere personalità giuridica e non vogliono che altri organismi si immischino nella loro attività. In queste condizioni il Consiglio centrale dei sindacati deve servire unicamente da centro di coordinamento ed assume la denominazione di Consiglio centrale delle unioni sindacali» (Rivista sindacale, gennaio 1968). Polonia 1980 In seguito agli «accordi di Danzica» i sindacati ufficiali crollano. Ciò che ne resta cambia di nome ed il famoso Consiglio centrale dei sindacati sembra di fatto soppresso (si parla di 22.000 funzionari permanenti del vecchio sindacato disoccupati dal gennaio 1981). Un solo rilievo sulla struttura e sulle regole organizzative di Solidarietà: il suo statuto si oppone punto a punto a quello dei vecchi sindacati. Insomma anche su questo piano le rivendicazioni operaie formulate nel corso delle varie crisi non si possono interpretare come un semplice tentativo di «riforma» del centralismo, bensi come una volontà di trasformazione radicale e definitiva dei rapporti fra le diverse istanze sindacali. Qualche parola per concludere. Un fatto innegabile: le rivolte operaie in Europa dell'Est sorprendono sempre. Ogni volta (1953, 1956, 1968, 1970, 1980) il mondo intero «scopre», sempre con la stessa meraviglia, la classe operaia tedesca, ungherese, polacca, cecoslovacca, ed oggi in Polonia scopre la sua «maturità» .. Il sindacalismo ufficiale, in apparenza tanto solido, tenta di rinnovarsi, è scosso fin dalle fondamenta o semplicemente crolla come un castello di carte. Naturalmente l'opposizione quotidiana, della classe operaia dei paesi dell'Est non basta a produrre questo crollo. Perché esso avviene, quindi? Le pagine precedenti hanno tentato di darne una spiegazione: la struttura, le regole di funzionamento del sindacalismo ufficiale (che di fatto altro che è se non uno dei «settori» di attività del Partito) sono concepite e gestite per impedire metodicamente qualsiasi emancipazione operaia e sindacale. Pertanto i tentativi di liberazione si rinnovano ed aumentano, arricchendosi dell'esperienza acquisita con gli insuccessi del passato. Inoltre, malgrado l'assenza di crisi acute, tutto fa pensare che un'opposizione profonda della classe operaia al sindacalismo ufficiale esista anche in Urss. Sappiamo che, negli ultimi anni, per due volte vi sono stati tentativi operai di creare dei sindacati "liberi" e che gli scioperi sembrano moltiplicarsi, Sappiamoanchechela repressione è fra le più severe. La morsa in cui sono chiusi gli operai sovietici è ben stretta. È stata concepita per resistere alla loro naturale volontà di spezzarla. Può tuttavia accadere che l'opposizione, la resistenza, la rivolta finiscano per essere più forti. Se anche in Urss dovesse prodursi una crisi non vi sarebbe- sociologicamente parlando - niente di straordinario.
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