venza. Le popolazioni dell'Irlanda. della orvegia bisogna pensare che per allora già erano e vivevano sul1'cultima terra»: erano già ai confini del mondo. sull'ultima Thule del mondo conosciuto. Mettersi in mare e proseguire oltre era una scommessa. o una disperazione. Il merito di Eric. di Thovald. di Cartier è stato quello di spostare di colpo i confini del mondo cal di làdell'ultima terra. La nuova cfine del mondo». ora. sarà quella nel senso letterale di ultima wast-land dell'America: la Patagonia. C'è tutta una letteratura su questo aspetto: Butch Cassidy e Sundance Kid scapperanno là quando l'OldWest si fa troppo ccaldo» per loro; quella è la terra modello per l'isola di Calibano della Tempesta; è li che Darwin incominciò a sospettare la sua csurvival of the fittiest theory». Il faro alla fine del mondo di J. Verne e Ultimo e primo uomo di W. Olaf Stapleton (1930) raccontano che la specie umana ormai completamente americanizzata - ad ovest si va verso il futuro - Ursula Le Guin D mago di Eartbsea Milano, Editrice Nord, I979 pp. 188. lire 3.500 Michael Moorcock Elric di Melniboné Milano, Editrice Nord, 1979 pp. 300. lire 5.000 Jack Vance Manme Milano, Editrice Nord, 1979 pp. 142. lire 3.000 Cecilia Gatto - Trocchi La fi1C,a italiana di magia. (Ipotesi di ricerca semiologica) Roma. Bulzoni, 1972 Carlos Castaneda 1be Second Ring o( Power. Tales o( Power, Joumey to IxtJan. A Separate Reality. 1be Teaching or Don Juan London, Hodder and Stoughton. 1977-78 U n principe albino, dagli occhi rossi e fiammeggianti. i candidi capelli al vento, che impugna una spada fatata cStormbringer», cTempestosa»; una principessa bellissima. sorella dell'usurpatore che filtri magici tengono addormentata nella più alta torre del suo castello; un Signore dei Draghi, che risveglia da un letargo millenario i favolosi rettili per lanciarli all'attacco in un'immane battaglia che si svolge non solo sul piano terreno. ma sul Piano Astrale, dove dominano le Forze del Caos; e via dicendo. Ecco alcuni degli ingredienti di cui è composta la saga di Elric di Melniboné. uno degli eroi della heroic fantasy, questo nuovo (o decrepito) genere narrativo che ha. in parte almeno. rimpiazzato la fantascienza. Ma potrei procedere con altri esempi: ecco quello di Ged - il Mago di Earthsea-un pastorello allevato da un mago buono, ma ostacolato da un altro mago malvagio. che finirà per diventare arcirnago d'un mondo formato di grandi oceani e di grandi arcipelaghi. dopoavercombattutol'Ombrache lo perseguita. L'Ombra - ossia il suo doppio. il suo Doppelganger - ha preso forza in seguito al peccato d'-ergoglio del giovane apprendista stregone. che ha osato evocare le Forze del Male prima d'aver raggiunto il necessario potere. Questi non sono che due scarni campioni. presi come esempio dell'improvvisa valanga di opere pseudoletterarie e spesso autenticamente perisce in un'epidemia nervosa e di cannibalismo. Un piccolo gruppo di sopravvissuti. però. sopravvive nel Sud della Baia bianca e una nuova civilizzazione ricresce nel lontano SudOvest sotto l'influenza di un adolescente di prodigiose capacità sessuali. noto come e Il Ragazzo che si rifiutò di crescere». Questi patagonesi civilizzeranno il resto del globo. ma non saranno cosi stupidi come i loro predecessori da distruggere se stessi in un cataclisma atomico. 3. D viaggio Nord-Sud Quello che corre sul Meridiano è essenzialmente un viaggio letterario. Dopo il viaggio a Oriente del medioevo e del periodo mercantile. possiamo far partire da Shakespeare il mutamento d'orizzonte nel corso del viaggio. (gli inglesi sono sempre stati i viaggiatori per eccellenza: esploratori. marinai. turisti. alpinisti. sportivi di ogni sorta). Il viaggio diventa uno spostamento ord-Sud. Scende. Sale. E Settentrione-Mezzogiorno è un asse /euerario. I gentiluomini dall'Inghilterra all'Italia. Otello tra Venezia e Cipro. la Tempesta da Milano a apoli; dalla Danimarca fino giù all'Africa. e ritorno- l'Età elisabettiana guarda all'Italia come al secondo termine di paragone di ogni espressione artistica. L'Italia già incomincia a diventare il paese feroce delle Cronache di Stendhal. dei Pazzi. dei Borgia; l'Italia del Castello d'Otranto di Walpole, The italian or the confessional ofblack pe11ite111s di Ann Radcliff. .. Dal turista stesso del Volpone di Ben Johnson fino al viaggiatore Goethe sbigottito di fronte ai mostri della villa Palagonia di Palermo l'Italia per due secoli (decaduto il suo prestigio politico) assume le. caratteristiche di reperto archeologico. Girare per l'Italia diventa la curiosità di girovagare per un negozio di antiquariato demodè e pieno di mistero. Da Thomas Nashe attraverso Barry Lindon fino a Sterne l'idea di Grand tour sul continente diventa un itinerario artistico indispensabile. essere andati al Sud è una necessità. È durante questo periodo (Sei-Settecento) che assistiamo a quel mutamento che Hazard chiama la «crisi della coscienza europea». Se Boileau era un sedentario di stanza ad Auteuil. se Parigi bastava a Racine. se a Bousset o Fenelon non passò mai per la testa di andare a Roma. se Moliere non tornò più a rivedere la bottega del barbiere di Pizenas - passato poco tempo assistiamo al secolo più «errante» che si possa immaginare. Dai memorialisti italiani sparsi ai quattro venti (Casanova. Da Pònte. Alfieri Goldoni Baretti ecc.) agli illuministi francesi. l'Europa a poco a poco diventa un via vai frequentatissimo. Dai primi. i sedentari. ai secondi. i viaggiatori dinamici. a cambiare non è solo una moda ma una intera mentalità. una intera concezione del mondo. 4. Il nuovo protagonista E un ultimo aspetto. tra 1'800 e il 900. La nostra Rosa dei Venti aperta in ogni direzione: nel Novecento il protagonista nuovo torna a essere un vagabondo. colui che non ha direzioHeroicGf,nfasy Kitsch. che - al seguito di quelle più controllate e raffinate di Tolkien - stanno invadendo il mercato, in parte, sostituendosi alla fantascienza tradizionale. Anzi. il fatto più curioso è che la stessa fantascienza sta assumendo, da qualche tempo in qua. delle parvenze fiabesche più che tecnologiche. magiche più che scientifiche. Ne abbiamo un altro esempio nella grande saga del Pianeta Tschai ( di Jack Vance) e nel suo più recente romanzo Marune. Anche in questo caso - a parte un paio d'astronavi del tutto occasionali e tosto lasciate in disparte - quello che conta è la trama intessuta di gesta eroiche. di potenze occulte, di fantasie decisamente mutuate dalle saghe nordiche dei miti e riti dell'alto medioevo. Il protagonista. infatti, è un principe del minuscolo reame di Sharrode. che deve riconquistare il trono dal quale lo ha allontanato. mediante un filtro magico. il suo rivale d'accordo con la perfida matrigna, esiliandolo sopra un pianeta remoto. Dopo essere riuscito miracolosamente a far ritorno al pianeta natio, l'eroe sconfigge tutti i nemici e riconquista la memoria che il filtro gli aveva fatto perdere. nonché l'amore della fanciulla amata di cui aveva perduto il ricordo. A questo punto una domanda s'impone: come mai assistiamo a questo brulichio di stregoneria deteriore. a questo rigurgito di mitemi chè sono solo una pallida eco rispetto agli autentici miti dell'antichità; ma anche rispetto alla letteratura fantastica e orrori fica ottocentesca (da Poe a Hoffmann. da Lovecraft. a Ewers)? Credo che la risposta non sia difficile: evidentemente l'uomo d'oggi ha «sete di miti e di riti». Si moltiplicano gli esempi di ricerche dotte e di documentazioni fotografiche rivolte a antichi rituali sopravvissuti un po' dovunque. Ecco i tarantati della Puglia. gli incapucciati della Campania (di cui Marialba Russo ci ha dato una preziosa documentazione). Anche parecchie recenti indagini antropologiche ci riconducono all'origine favolosa di molti miti nostrani. Si riveda ad es. il libro di Cecilia Gatto - Trocchi sulle fiabe di magiadel nostro paese. Quali elementi sono alla base di queste favole. che l'autrice ha sviscerato applicando alle stesse gli ormai consueti strumentari levistraussiani e greimasiani? Eccone alcuni: uccelli fatati che trasportano l'eroe; viaggi nelle dimore degli spiriti. dei trapassati; sposa soprannaturale con sembianze teriomorfe; morte temporanea come equivalente al rito d'iniziazione; doni magici, periodi in cui l'eroe non deve lavarsi o non deve parlare; e via dicendo. Se. allora. consideriamo il mito (come appunto Greimas. Barthes. Lévi-Strauss. Propp ci hanno abbondantemente chiarito) un metalinguaggio: ossia un linguaggio che si vale di uno schema linguistico preesistente per indicare delle significazioni ulteriori che sono solo adombrate nel primo; si tratterà. in definitiva. di «tradurre» i dati offerti dal linguaggio mitico in un odierno e decriptabile linguaggio «ideologico». per poterne approfondire le motivazioni. Si tratterà. cioè. di scoprire quali sono i meccanismi. molto spesso automatici. con i quali il mito - anche questo pseudomito recente - riesce a comunicare la sua «ideologia». la sua «falsa coscienza». Per ottenere ciò occorrerà identificare quali siano - nel groviglio dei mitemi. delle sovrapposizioni decorative. delle divagazioni dotte, dei condimenti sentimentali-. gli effettivi dati che il mito incorpora e che non sempre giungono alla ch1ara coscienza di chi legge (e di chi scrive). Possiamo allora applicare gli stessi schemi strutturali utilizzati per gli autentici miti. anche alle recenti creazioni di heroic fantasy o di fantascienza antropologica? Certo: potremmo tentare una simile analisi e non sarebbe difficile dimostrare come. anche in questi casi spuri. molto spesso l'intreccio del racconto segua dei binari fissi che conducono inevitabilmente ad un finale stereotipato. attraverso a una serie di eventi che, quasi sempre. ricalcano formule rintracciabili già nelle antiche leggende del passato. Proviamo a citare soltanto alcuni degli ingredienti che ricorrono più di frequente in questi romanzi (di fantasy): il conflitto del bene e del male; la presenza d'un eroe buono e d'un eroe malvagio; la presenza di esseri sovrannaturali: maghi. gnomi. elfi. streghe, profeti; di esseri teriomorfi: draghi. e altre bestie alate dotate di poteri magici; di utensili e oggetti investiti di Potere: spade. talismani. oggetti occulti. spade fatate e addirittura animate (come quella di Elric di Melniboné che si «nutre» delle anime di coloro che uccide).Eventia sfondomagico- misterico: riti di passaggio d'iniziazione; imposizione d'un nuovo nome occulto; presenza di nomi segreti, sviluppo di facoltà soprasensibili: telepatia. telecinesi. levitazione; simbologie mimeriche; ecc. ' Da questi brevissimi cenni mi sembra possibile ricavare quanto segue: quasi tutti questi testi (e si potrebbe ovviamente citare Tolkien. Robert Howard, Fritz, Leiber, ecc.) si valgono di schemi ormai istituzionalizzati e precisamente: 1) Un mondo molto simile al nostro ma più primitivo e quasi sempre a carattere medievale. Solo di rado la presenza di interventi tecnologici che però rimangono del tutto secondari alla vicenda. 2) Una folta rete di nomi e di toponimi che danno verosimiglianza a questo universo e di cui forse varrebbe la pena di accertare l'origine. 3) Presenza di caste differenziate (nobili. militari. sacerdoti. ecc.) senza che ne risultino chiare e profonde implicazioni sociologiche. 4) Presenza costante di particolari riti: di iniziazione. di investitura sacerdotale e militare, accompagnati da cerimoniali molto complessi, minuziosamente descritti. e costituenti altrettante «leggi» quasi sempre imperative e coartanti. 5) Antagonismo tra eroe buono e eroe cattivo. ma spesso con una decisa prevalenza dell'aspetto negativo. e sadico. 6) Presenza di «universi paralleli» o piani spirituali abnormi (piano astrale), riconducibili a ben note classificazioni desunte dalle diverse «scuole» teosofiche. occulte (Yoga. Zen. buddismi di varia tendenza). e osa possiamo ricavare. in definiti- . va. dall'analisi di questi testi che stanno a provare l'analogia tra gli stessi e gli antichi miti? Innanzitutto che l'uomo dei nostri giorni- forse a causa delle molte delusioni che la civiltà tecnologica gli ha inferto (carenza di fonti energetiche, inquinamento. minacce di conflitti atomici. ecc.) si è spinto. ancora una volta. alla ricerca di quelle radici occulte che condizionarono a suo tempo l'umanità primitiva. Il che giustifica altresi le molte pubblicazioni «serie» apparse su questo argomento. come quelle di Gilbert Durand, Mircea Eliade. Carlos Castaneda ecc. Se poi cerchiamo di considerare meglio le ragioni profonde del verificarsi di questo genere narrativo (e dico a bella posta «narrativo» e non «letterario». appunto perché metto in dubbio le sue qualità artistiche), potremo forse riassumere come segue le nostre opinioni. Nel mito autentico (Edipo, Teseo, Narciso. Wotan-Odino, Gilgameh, Nibelunghi. ecc.) esistevano motivi riflettenti situazioni cruciali del percorso umano e del suo processo evolutivo; nell'attuale reviviscenza di materiale mitico. per contro, si verifica soltanto una sorta di eco ritardata di quelle esperienze e di quelle esigenze. Non si dimentichi che l'immenso sviluppo scientifico e tecnologico della nostra «civiltà» (se tale dobbiamo considerarla), è avvenuto soltanto con la piena ne. anzi: che ha tulle le direzioni. che è sempre in giro. a caso. dappertutto. Il mondo è la ua città. C'è una differenza fondamentale di questo nuovo personaggio. che è Zarathustra. che è lo Sconosciuto di Verso Damasco. rispetto ai grandi vagabondi della tradizione. Ulisse o Ahasvero o l'Olandese sulla sua nave. erano gli erranti che aspettavano solo il momento di poter far ritorno. August di Hamsun invece. Tunda di Roth - un personaggio di Pirandello o di Celine -. sono i vagabondi in sordina. i randagi esclusi. i personaggi che vagano tra le bettole. che tirano a campare e che non possono tornare da nessuna parte per il semplice fatto che non sono mai partiti da nessun luogo. Un out-sider può solamente continuare a spostarsi da un luogo a quell'altro. la Rosa dei Venti in tasca. consapevolezza da parte di pochissimi specialisti. La quasi totalità della restante popolazione ignora ogni cosa dell'elettronica. della cibernetica, della fisica nucleare. Anzi; quasi tutte le realizzazioni tecniche e meccaniche sfuggono addirittura alla nostra capacità di comprensione. e già per questo solo fatto finiscono per affondare nel limbo dei mitemi. creando una situazione decisamente mitagogica. La stessa fantascienza. più che essere impostata su autentiche scoperte scientifiche o sulla presunzione di chiarire eventuali enigmi della scienza, deriva da un'urgenza di avvolgere di elementi fantastici eventi che l'uomo della strada non riesce a spiegare. Se questo accadeva per la tradizionale fantascienza «fredda» e tecnologica, qualcosa d'analogo, ma di segno opposto. accade oggi per la fantasy. I meccanismi della nostra psiche (conscia o inconscia). le più svariate situazioni fantasmatiche entro cui ci troviamo avvolti. continuano ad essere un mistero per i più. Ne abbiamo un esempio tipico nei cinque volumi di Castaneda, che-partito da una ricerca antropologica indiscutibilmente scientifica- ha finito per lasciarsi trasportare da una trascrizione romanzata delle sue avventure magico-iniziatiche con il risultato che i suoi libri sono. bensì, divenuti dei best-sellers. ma che la loro «credibilità» si è di molto attenuata. Mi sembra. insomma, che si possano puntualizzare nettamente due aspetti contrastanti ma egualmente importanti per la formulazione di un giudizio sulla narrativa fantastica di cui sopra: uno positivo e uno negativo. 1) Si può considerare quale segno d'un'effettiva sete di fantasia la volontà di sfuggire agli eccessi d'una civiltà tecnocratica come quella attuale soprattutto in un momento di grave crisi di questa civiltà. Il desiderio di venire a contatto con elementi magici, misterici. occulti. denota la volontà di scoprire alcuni dei lati più segreti e «clandestini» dello psichismo umano e rientra nel deciso recupero di aspetti simbolici e misteriosofici troppo spesso trascurati. 2) D'altro canto, il recupero o il ritornoa narrazionileggendarie fantastiche capaci di sospingere l'uomo verso un tipo di coscienza crepuscolare e nebulosa. è senz'altro indizio d'una tendenza irrazionale, addirittura di carattere regressivo e reazionario, e rischia di mettere in dubbio i poteri della ragione esasperando credenze e superstizioni il più delle volte esclusivamente epidermiche e puerili.
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