Alfabeta - anno II - n. 10 - febbraio 1980

jean-françois lyotard jean-loup thébaud aujuste ;::!:. lfflì]Wj ID.lroSEIJIB.ll~ chez le mémc t<litcur Be11jami11Coriat L'ATELIER ET LE CHRONOMETRE - Bernard Ede/man LA LEGA LISA TION DE LA CLASSE OUVRIERE • François Gtorge LA LO! ET LE P/;IENOMENE • Serge Moscovici HOMMES DOMESTIQUES, HOMMES SAUVAGES. A111011ioNegri MARX AU-DELA DE MARX - Kar/-Neinz Roth L'AUTRE MOUVEMENT OUVR/ER EN ALLEMAGNE //945-1978/ - Daniel Sibo11y LA NAINE DV DESIR - Mario Tro111iOUVRIERS ET CAPITAL antonio negri marx au-delà de marx DiRISTI.AN OOJl!m EOITEUR~ JeanBaudrillard Dela séduction Et si la production n'.était qu'un mythe ? Et si tout n'était que défi et séduction ? éditionsgalilée ~ Leimmagindi iquestonumero La fabbrica sommersa Come misura anticrisi delle singole imprese, il decentramento produuivo esce allo scoperto all'inizio degli anni '70. Dopo l'offensiva operaia del decennio precedente, sono mutali i rappor1i is1i1uzionalitra capitale e forza lavoro a favore di ques!'ultima; e tale mutamemo statuale, sovrapponendosi a una struuuia vroduuiva carauerizzata da deficienzè vecchie e nuove, contribuisce ad alimemare un alto tasso di inflazione e una conseguente crisi permanente. Ma il decentramento produttivo «non è e non può essere pensato come un processo di ristruuurazione qualsiasi, è la risposta specifica dei capitali individuali ad una specifica forma di apparizione della contraddizione tra capitale e lavoro» (Laura Fiocco, «Decentramento produuivo e area periferica», Inchiesta 36). Abbozziamo uno schema dei vantaggi di una risposta di questo tipo. Decentrare - in parte o totalmente - la produzione, significa un risparmio medio sul costo del lavoro per unità di prodouo calcolato tra il 60 e il 75 per cento. Investimenti bassissimi, rischi minori, minore assenteismo, sfruuamento autogestito secondo criteri di couimo, e perciò maggiore flessibilità della forza lavoro, minori o inesistenti oneri sociali, frammentazione della conjliuualità sociale epolitica e relativa auenuazione della contraddizione lavoro-capitale: insomma, un elevato sfruuamento in condizioni di relativa pace sociale. Questo «modo di ristrullurazione del capitale», o, meglio ancora, di razionalizzazione della produzione dal punto di vista del capitale passa - attraverso. una mobilità interna ed esterna della fabbrica, e anzi, mediante l'espulsione della forza lavoro da essa e il decentramento produnivo - solo se si verificaun processo parallelo di robotizzazione e di alta tecnologia all'interno della grande industria, e inversamente, nella produzione decentrata, un'obsolescenza del macchinario, compensata da un tempo di lavoro frenetico e comunque superiore alle ouo ore. Si veda quanto ha preceduto la robotizzazione spinta che - con forti resistenze operaie -si è inseritasul processo produuivo del/'automobile. Verso il 1955, la Fiat, dopo il licenziamento di numerosi operai, offre loro di diventare suoi operatori in alcune auività in proprio. Gli ex operai, ora divenwi titolari di officine solitamente piccole, alloggiati a volte in luoghi di fortuna come scantinati, e dotati di macchinari non programmati per opeSommario Augusto Graziani C'era una volta la teoria economica (Economia, di Franco Donzelli; Valoreeprezzo. Saggiosu Sraffa e lascienza economica, di Guido Montani; Efficienza e rapporli sociali di produzione, di Carlo Boffito; Georgescu Roegen. I fondamenti della teoria economica, di Stefano Zamagni) Pagina 3 Maria Corti Beni e mali culturali pagina 4 Aurelio Macchioro Marxismo in toto (Storia del marxismo. Progeuo di Eric J. Hobsbawm, George Haupt, Franz Marek, Ernesto Ragionieri, Viuorio Strada, Corrado Vivanti) Pagina 5 Angelo Guglielmi, Francesco Leonetti, Antonio Porta Linguaggio e cambiamento pagina 8 MarioGalzigoa Foucault e altre genealogie (La volontà di sapere, di Miche/ Foucaulr;Il pene e la demoralizzazione dell'Occidente, di Jean Pau/ Aron e Roger Kempf; Castrazione e complesso, di Alessandro Fontana; L'impuro folle, di Rober10 Ca/asso) pagina 9 Milan Kundera Gli Angeli pagina 11 razioni complesse o differenziate tra loro e presto obsoleti, si riducono di fauo ad operare come microreparti staccati de~'azienda madre, con cui convivono in un rapporto prioritario, quando non assoluto, di lavoro. Ancora in tempi più recenti si è favorita la promozione di imprese in proprio, con prestiti a tasso agevolato - presso banche Fiat-per l'acquisto di macchinari e magari coi premi di licenziamento; unica condizione, il mantenimento di tm rappor10di lavoro preferenziale con la Fiat. Formalmente, perciò, essa dispone di 200.000addeui, ma ha «effeui occupazionali su una struuura dicentinaia di migliaia di imprese che hanno con la Fiat un rapporto di commiuenza privilegiata o di commiuenza obbligata» (La fabbrica diffusa I,« Disoccupazione e struuura industriale», ed. Librirossi). Dentro la fabbrica viene cosi a frantumarsi l'omogeneità dei gruppi operai e peggiora ulteriormente il livello di dequalificazione. L'operaio è ridouo a pura appendice al robot quale schiacciabouoni, senza alcuna possibilità di controllo su ciò che fa, avviato alla distruzione psicofisica, a/l'alienazione prodotta dalla monotonia e ripetitività delle operazioni, come succedeva anche nella precedente organizzazione taylorista (si veda la classicaraccoltadi ar1icolidi Romano Arquati., Sulla Fiat, ed. Feltrinelli). Questa stessa ripetitività e monotonia ritroviamo nella «componente periferica» del lavoro a domicilio, secondo la definizione di Arnaldo Bagnasco (Tre ltalie. La problematica territoriale dello sviluppo italiano, ed. li Mulino). Per essa si intende un'area del territorio italiano (il centro nordovest) par1icolarmente soggeua al fenomeno del decentramento produttivo. Quest'area ha caraueristichesocio-politiche diverse sia da quelle proprie del triangolo industriale («Componente centrale»), che dal sud («componente marginale»). , t una formazione sociale intermedia che si presenta con una piccola impresa - artigiana e industriale - diffusa sul territorio e con una for1e propensione al lavoro nero (coper1a, a volte, dalla finzione giuridica dell'iscrizione all'albo degli ar1igiani),soprauuuo presente in contesti rurali. Se a Napoli e nel Mezzogiorno, spesso, il lavoro nero rimane l'unica fonte utile allasopravvivenza, qui, di frequente, è integratocon un reddito regolare:da lavoro agricolo (5 O per cento), terziario (35 per cento) o industriale (15 per cento). Alessandro Dal Lago La buona morte (Passingon The socia/ Organi?.ationof Dying, di David Sudnow; The Dying Patient, di AA. VV.; Nemesi medica, di Ivan 1/lich; La mori à vivre, di A.A. V.V.; Storia della morte in occidente, di Philippe Ariès; Lo scambio simbolico e la morte, di Jean Baudril/ard) pagina 17 Cattedre: "Quest'anno faccio..." Rispondono: A. Fasolo, L. Ganapini, G. Geymonat, A. Illuminati, R. Luperini pagina 18 Giornale dei Giornali La crisi finanziaria mondiale a cura di lndex-Archivio criticodel/' lnforma~ione pagina 22 Poesie Nanni Balestrini Blackout pagina 15 Marica Larocchi Moulage en pi du roi Ekn pagina 16 Le finestre Francesco Leonetti Le forme di loua pagina 6 Amber Bousoglou Intervista a Milan Kundera pagina 12 Le foto Giovanni Giovannetti Le lettere Lettera di un operaio di Torino sui licenziamenti Fiat e l'Flm Riflessioni nel leggere Alfabeta n. 9 pagina 21 Con il lavoro a domicilio, lafamiglia ridiventa cellula produuiva, al cui interno un ruolo particolare speua alla componente femminile. Soprauu110 diffuse le industrie tessili con meno di 250 addeui (maglieria e ca/zeueria in particolare) e l'industria delle calzature e affini, come pelli e cuoio. Per Ugo Ascoli, «possiamo dire di aver assistito ad una verariconversione industriale di larghi seuori del capitalismo italiano, dalle regioni Nord-Ovest a quelle Centro-Nord-Orientali, il cui sviluppo ulteriore sembra oggi porsi in alcernativa allo sviluppo industriale del sud. In alcune regioni del meridione staremmo addiriuura assistendo al tentativo, parzialmente riuscito, di smantellamento dello scarso tessuto industriale presente, prevalentemente pubblico (vedi il caso emblematico {lei/a Calabria)> («Economia periferica e societàperiferica», Inchiesta37J. Per Giorgio Boatti, è un processo economico-politicomilitareche tende afare del settentrione «la Baviera mediterranea, tutro ordine e lavoro, controllo sociale e repressione del dissenso» («/ congiurati del 14 dicembre», Lotta continua 16 dic. 1979). Castelgoffredo, in provincia di Mantova, «capitale del collant», rientra in questaseconda Italia «periferica». Una organizzazione decentrata e capillare del lavoro - rodata da almeno un ventennio - che ha reso la calza monocultura e il contestosocialeruraleparallelo sovrapposto a volte al ciclo di produzione della calza, fanno di Castelgof [redo un esempio particolarmente adatto a i/lustrarelepeculiarità della «componente periferica» dell'Italia che tira. A Caste/goffredo, la storia della calza ha inizio nel dopoguerra quando, su un tessuto totalmente agricolo, si impianta la Noemi, una ca/zeueria che dà lavoro amille dipendenti. Molti di loro, una volta imparato il mestiere, danno vita a piccole unità artigiane.Altri operai Noemi integrano il salario con un supplemento di ore lavorative a domicilio, tagliando o imbustando collant. Così, quando una decina d'anni fa la fabbrica chiude, si atrivizza e sviluppa una intricatareteproduniva sommersa, definita in uno studio della Camera di Commercio di Mantova «una grande azienda composta però da una miriade di cellule capaci di auivarsi, integrarsi, riprodursi». Una «grande azienda» che produce ricchezza per 100 miliardi l'anno. Giovanni Giovannetti alfabeta mensile di informazione culturale Comitato di redazione Nanni Balestrini, Maria Coni, Gino Di Maggio, Umberto Eco. Francesco Leonetti, Antonio Porta. Pier Aldo Rovatti, Gianni Sassi. Mario Spinella. Paolo Volponi A n director Gianni Sassi Grafico Bruno Trombetti Direllore editoriale Gino Di Maggio Redazione, amministrazione Multhipla edizioni. 20137 Milano. Piazzale Martini. 3 Telefono (02) 592.684 Composizione GDB fotocomposizione via Commenda41. Milano.Te!. 544.125 Tipografia S.A.G.E. S.p.A .. Via S. Acquisto 20037 Paderno Dugnano (Milano) DiWibuzione Messaggerie Periodici Abbonamento annuo L. 9.000. estero L. 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