Alfabeta - anno I - n. 6 - ottobre 1979

AiQing La speranza Amica del sogno sorella dell'Ulopia è l'ombra di te stesso ma cammina davanti a te immateriale come la luce inquieta come il vento tra lei e te c'è sempre una distanza come uccello che vola fuori della finestra come nuvola vagabonda nel cielo come farfalla sulla riva del fiume maliziosa e bella se la raggiungi, vola se non la curi, t'insegue e per sempre ti tiene compagnia fino a/l'ultimo respiro dalla rivista Shikan n. 5.1979. Wolfgang U. Dressler (ed.) Current Trends in Texdinguistics Berlin-New York. de Gruyter. 1978 pp. VI - 308 (s.i.p.) Maria Corti O viaggio testuale. Le ideologie e le strutture semiotiche Torino. Einaudi. 1978 pp. 302. lire 8.000 Umberto Eco Ledor in fabula. La cooperazione interpretativa nei testi narrativi Milano. Bompiani. 1979 pp. 246. lire 7.000 Cesare Segre Semiotic:a filologic:a. Testo e modelli culturali Torino. Einaudi. 1979 pp. 189. lire 6.000 11 testo come fulcro di ricerche linguistiche e semiotiche: c'è una buona ragione per porre proprio qui il terminus ad quem di un discorso centrato su quattro libri. differenti l'uno dall'altro per impostazione e scopi. ed emblematici ognuno a diverso titolo (devo però subito avvertire. per un elementare senso di giustizia. che il punto di riferimento unificante ne saçrifica la complessità. e quindi una parte non piccola dei motivi di interesse_.e ne dà inevitabilmente un'immagine sfocata e parziale). La buona ragione di cui dicevo è il fatto che ognuno di essi è impegnato. in misura proporzionale alle proprie pertinenze. con problemi che scaturiscono da una nozione di testo divenuta familiare in linguistica da poco più di dieci anni. Per essere più precisi: divenuta centrale (come explicandum o come fondamento di teorie) in quelle direzioni di ricerca a Bandito e .poeta Nella mia giovinezza avevo un sogno: contro il disordine e l'ingiustizia farmi bandito nelle montagne volevo rapinare gli sfruttatori massacrare i brutali oppressori dei deboli contrastare le leggi protettrici dei ricchi e mescolarmi con i delinquenti per le contrade dove avrei galoppato non ci sarebbero stati re succhioni né mendicanti in cerca d'elemosina e finita l'iniqua tirannia ogni giorno avrei cantato spericolate gesta ma la realtà ha dissolto il mio sogno i libri mi hanno minato la salute e io che amavo i vagabondaggi ho lasciato la mia anima inquieta errare senza meta in questo mondo decrepito da quanto tempo mi chiamo «poeta»? a pensarci avrei voglia di piangere a Montparnasse ho perso la lancia di bambù i sospiri hanno preso il posto di canzoni --- ed avvizzisco giorno dopo giorno oggi sono arrivato al confine della giovinezza i mediocri e i pasciuti mi rivolgono il ghigno ma --- io mi ribellerò! il vecchio mondo provoca ancora in me la stessa indignazione il «poeta» e il «bandito» sono amici se ho perduto la lancia di bambù con questa penna d'oca senza piume colpirò il male del vecchio mondo. da Ai Qing Shixuan. Pechino 1955, p. 101 (Traduzione dal cinese di Anna Bujatti) cui si dà il nome di linguistica testuale; e sono appunto le tendenze rappresentate per una parte cospicua nella silloge curata da Dressler. Linguistica testuale è la traduzione del tedesco Textlinguistik. nome che ha la sua brava data di nascita e la sua paternità: lo ha coniato nel 1967. per analogia col termine filologico Textkritik ( critica del testo). il linguista e filologo tedesco Harald Weinrich. In quanto alla disciplina. converrà farvi rientrare ricerche di origine e di età variabili. Una delimitazione (ma è un ampliamento) di campo la suggerisce Eco. che distingue teorie testuali di prima e di seconda generazione. orientando il quadro di riferimento in direzione decisamente semiotica. di semiotica peirciana. Ma di solito gli antecedenti della Textlinguistik si ricercano addirittura nelle analisi delle strategie comunicative e nelle tipologie dei discorsi elaborate dalla retorica classica. Tra icontemporanei. si deve a Zellig S. Harris. uno dei maestri dello strutturalismo americano. il primo tentativo ( 1952) di assumere come unità di base della descrizione linguistica un'entità maggiore della frase o enunciato. cioè il «discorso continuato» (connected discourse): è infatti il discorso. non la singola parola o la frase isolata. affermava Harris. la forma primaria in cui il linguaggio si manifesta. D ire che si comunica mediante enunciazioni complesse. verbali e non verbali. e non mediante enunciazioni linguistiche elementari. oggetti di laboratorio isolati asetticamente dal contesto verbale e dalla situazione comunicativa. e strutturati proprio nella forma che i grammatici assegnano alle cosiddette frasi semplici. non sarebbe affatto una scoperta. sarebbe una banale evidenza. Ma è invece una novità di grande portata teorica e di altrettanto notevoli conseguenze pratiche proporsi di spostare la capacità descrittiva ed esplicativa di una teoria linguistica e di una grammatica oltre i confini della frase: oltre le colonne d'Ercole dei modelli strutturalistici descrittivi e dei modelli generativo-trasformazionali pre-( e attualmente anti-) testuali. Il «segno linguistico originario» (l'espressione è del tedesco Peter Hartmann) è stato identificato col testo: che può anche constare di un solo enunciato. o di una sola parola; l'importante è che la parola. l'enunciato. o la catena degli enunciati costituiscano un'unità comunicativa: un 'testo nel contesto'. Cesare Segre obietta che l'adozione del termine testo per qualsiasi discorso scritto o orale non è stata felice. sia perché obbliga a specificazioni quali scritto, lei/erario. ecc.. quando si adoperi il termine nel senso tradizionale. sia perché anticipa una conclusione che potrebbe essere smentita dall'analisi. e cioè la conclusione che vi siano leggi e condizioni di coerenza comuni ai vari tipi di testi. All'imbarazzo di chi. come Segre. coglie dall'interno. da addetto ai lavori. l'ambiguità di un'etichetta controversa ma ormai ben affermata. si aggiunge la difficoltà. per il non addetto. di tenere distinte le accezioni corrénti. preteoriche o anche metaforiche. del termine (che viene normalmente applicato ad oggetti di analisi di natura svariata. anche non linguistica) dal significato di testo come costrutto teorico: per alcuni. rappresentazione astratta di ciò che. sul livello dell'osservazione dei fatti. è chiamato discorso; per altri. entità semantica complessa. che si realizza in enunciati. ma ha una struttura sui generis. non riducibile a quella della frase; per altri ancora. realizzazione linguistica di una funzione socio-comunièativa; e la rassegna è ben lontana dall'essere completa. Viene da chiedersi: il testo aon è forse un testo? La risposta pronta sarebbe: qualsiasi «testo» realizzato (la Divina Commedia e uno slogan scritto su un muro. un'epopea orale e uno scambio di battute in autonus) può essere considerato come tewo. purché abbia i 'requisiti della testualità'. Come dire: un testo è un testo. purché sia un testo. Bisticci di parole a parte. avrebbe allora ragione Segre ad ammonire che. invece di una definizione («li testo è costituito da ...») bisognerebbe porre « una serie Nota biobibliografica Ai Qingè nato nel 1910 a Iwu, Chechiang. Figliodi un proprietario terriero. andò in Francia per studiare medicina. ma tornò in Cina nel '32 con il culto di Verhaeren e di Apollinaire, il mito della Francia della rivoluzione. Appena tornato, è messo in prigione per idee sovversive, proprio nella concessione francese. Durante la guerra di resistenza contro il Giappone. raggiunge le zone liberate, Yan'an (Yenan). Partecipa alle •discussioni sull'arte e la letteratura (1942) mantenendosi in una posizione molto indipendente. Scriveva: «bisogna continuare la rivoluzione portata in poesia da Whitman, Verhaeren e Majakovskij, cercando le forme più adatte a esprimere il senso di un'era nuova». Nel Giornale della liberazione, marzo 1942, scrive un famoso articolo: Capire gli autori, rispettare gli autori. L'etichetta di occidentalista, ma in realtà la sua posizione indipendente e anticonformista portano nel 1957 alla discriminazione nei suoi confronti nel corso della campagna contro gli uomini «di destra». Viene mandato nell'Heilongjiang e poi nel Xinjiang, nel nordest della Cina, in campagna. Scrive ancora, ma non pubblica; e ora dice-molte poesie sono andate perdute ... Ha scritto in questo periodo anche un romanw: li deserto si ritira. Nel 1978 è ricomparso sulla scena letteraria; scrive poesie ispirate allo sviluppo industriale, schizza il ritratto di un giovane operaio di questi anni, con un accenno positivo nei confronti della rivoluzione culturale che altri autori in vena di autocommiserazione non si lascerebbero sfuggire; di sé parla poco, e senza compiacimento. Le sue idee sull'indipendenza della creazione poetica restano ferme; la sua fiducia, non di maniera, e tutt'altro che indolore, nel lato «solare» dell'umanità. ha radici profonde. di progressive restrizioni alla definizione più generale di enunciato» (le «restrizioni» consistono nel tener conto del contesto pragmatico. degli scopi. delle modalità di comunicazione. delle norme istituzionalizzate e della ripetibilità dei singoli tipi). D'accordo. ma a patto almeno di leggere enunciato come discorso (la versione inglese della citazione. nell'intervento di Segre all'inchiesta di cui dirò subito. ha infatti discourse) e di accettare conseguenze che hanno peraltro una contropartita positiva molto forte. Per questa via infatti si riesce ad analizzare e a tipologizzare con tutte le garanzie. ma si perde facilmente l'idea del testo come unità della descrizione linguistica e come costrutto a cui riportare i caratteri generali comuni del discorso. Tutto bene. se lo scopo che si assegna alle ricerche testuali è quello di dare descrizioni sintattiche. semantiche e pragmatiche di testi/discorsi realizzati. ma non quello. che è tipico dei modelli textlinguistici. di 'predire' la conformazione di testi. di esplicitare le condizioni e le regole che consentono di generare testi coerenti (si vedano in particolare i saggi di Rieser. di Petofi e di Schmidt. nel volume a cura di DresSler). 11cap. 2 ( La natura del testo) del libro di Segre è apparso dunque in versione inglese fra le risposte ad un'inchiesta sullo statuto del testo e sui compiti della linguistica testuale. in due volumi. a cura di Jilnos S. Petofi. Text vs Sentence - Basic questions of textlinguistics. Hamburg. Buske. 1979; vi ha collaborato anche Eco. con un contributo sul ruolo della «competenza enciclopedica» nell'interpretazione dei testi. la cui versione italiana

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