Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

134 DRITTO E DOVERB voi, se non volete rassegnarvi a senirlo, avete uopo d• impedirne o almeno (pea·mettetemi la pa· rola) di neutralizzarne l'azione. A questo effetto non ci ha forza che la materiale. Gli è vea·issimo che quella è più nobile di questa; ma gli è vero . non meno che ove i mezzi morali illanGuidiscono o mancano, debbono essere sostituiti in debita proporzione dai materiali. Lo scadimento religioso nei popoli modea·ni ha grandemente sgagliardita quella specie di nobilis~ sima repressione morale che, eserc itata dasi' individui sulle propl'Ìe propensioni, gli contiene tra i limiti del dovere, e fa che i mezzi coattivi non si adoperino che raro e pochissimo. Nelle grandi metropoli soprattutto quel baluardo d ella morale è reso quasi nullo nelle classi infime , alle qu~li mancano eziandio i ft·agili presidii di una educazione forbita e degli umani ris uardi. I veri religiosi che sono il fondamento della morale o non saputi o non creduti; il clero, che n'è il mae sta·o al popolo, si è visto screditato e stremato di quella influenza che i laici &li hanno invidiata e rapita pu farne essi monopolio, esercitandola ruinosamenle nei clubs e nei giornali. Lo spettacolo dell ' ea·oismo cristiano che il chiostro dava di sè, e che era si polente stimolo, almeno si efficace contrappeso allo scandolo sugli animi della moltitudine, quello spellacolo , dico, calunnialo, volto in dea·iso, schernito , calpesto: le famiglie claustrali di opere più efficaci , di vita specchiata e di morale più

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