Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

94 IL GENIO DI PIO IX come bene e siccome tale voluto, e quello a eui ci ricusiamo fet·mamente per un dovere imperioso di coscienza che altrimenti vi resterebbe grave. mente compromessa, debbono di necessità trovar· si molti gradi per mezzo. Da un perdono illimita. to, a cui il cuor di Pio si abbandonava in mezzo ai tripudii di una città che ebbra di contentezza non sembrava mai sazia di applaudiq~· li, fino al . Ministero democratico, che preteso colla ribellione e col cannone, obblirravalo ad involarsi trepido, nascoso e solita.rio alle turbe furiose che ne attorniavano la dimora, crediamo che molti stadii mediani si siano dovuti consumare. Esaurite pertanto tutte quelle condescendenze che stimò utili al suo popolo, e tanto solo bastavag·li per concederle, innanzi di diveni t· villima di una oppressione sacrilega, ce ne furono parecchie .altre che il Pontefice dovea vedere pregiudizievoli, rischiose e d'incertissimo esito; ma che chiedendoglisi da tali, innan~i a cui non avea mezzo da sostenere un nieg-o, eg· l i potè non sentirsi obbligato dalla coscienza a rompeda definitivamente, come fece pel Ministero 1\lamiani. Tale ci sembra la libertà quasi illimitata della stampa in Governo che da una parte dev'essere esclusivamente caLtolico, e dall'altra non votrebhe usare quell'estremo rig·ore di repressione indispensabile perchè la stampa fosse esclusivamente cattolica. Tale ci sembrano le armi accordate al popo-

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