Carlo Maria Curci - Sette libere parole di un italiano sulla Italia

IL GENIO DI Pl() IX. 93 che doveano essere dalla larghezza dei benefizi e dalla illimitata fiducia. La nobile condotta di Pellegrino Rossi mostrò che la fiducia di Pio non era irragionevole; ma l' assasinio onde fu·vittima quel generoso faceagli paeare il fio meno di avere abbracciate, che di aver diserle le inonorate insegne, e fa1·à rinunziare alla speranza di trovar mai gli appoggi del Pontificato nella schiera dei suoi nemici. Costituito Pio lX tra quelle strette s' intendono le cagioni imperiose eziandio di quelle concessioni che potrebbero parere inconciliabili cogl' interessi della Chiesa; le quali per ]e specialità delle cit·costanze poteano riuscire pregiudizievoli ai popoli; che fecero inarcar le ciglia alla cattolicità tutta quanta; ma che ·pure erano le necessarie conseguenze della fàlsa posizione creatagli dalle diffidenze ,dei buoni o dalla prodig·iosa impostura degl' iniqu~ che lo assediavano. Tra il luglio del 46 ed il novembre del 48 noi vediamo due periodi diversissimi nell' andamento della cosa pubblica in Roma; e se ne doves.simo ancor segnalare il punto preciso di divisione, indicheremmo per ultimo atto del primo periodo , o per primo del secondo!> la pubblicità della discussione nella Consulta poco innanzi costituita. Pubblicità pretesa, domandata e concessa, come tutto il resto che venne appresso a quell'atto. Tra quello che facciamo spontaneamente, di tutta e piena nostra volontà perchè conosciuto sic-

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