Aldo Garosci - Carlo Rosselli e il movimento "Giustizia e Libertà"

che fu forse il suo principale maestro, contro l'esclusivismo operaio e proletario del movimento socialista. È del resto prova di quanto incerte fossero allora le divisioni politiche, e immaturi gli ideali rivoluzionari, il fatto che Carlo Rosselli, nella crisi del 1919, quando la guerra civile insanguinava la Toscana, sia ri_masto, se non neutrale, almeno fuori della vita politica attiva. Molti, come R=!li, posti a scegliere tra una violenza di plebe in cui non riconoscevano ancora i caratteri di una società nuova e una violenza di stato che si ammantava dei caratteri nazionali, non potevano che rifiutarle ambedue. L'ingresso di Rosselli, e di molti altri come lui, nella vita nazionale, fu invece pieno e completo con il fascismo al potere. È questa una epoca breve, compressa ed interrotta, durante la quale si pongono le premesse della grande crisi morale del 1924 e di un quindicennio almeno di lotte successive. È l'epoca in cui la rivista di Gobctti Rivoluzione liberale si trasforma da rivista eclettica in organo di battaglia; è l'epoca in cui sorgono un po' dapertutto, a momenti vari, gruppi ài giovani, raccolti attorno a riviste e a nuovi capi: Pietre a Genova, Studi politici a Roma, il Caffè a Milano, ecc.. Rosselli in ·quell'epoca ipizia la sua collaborazione a Rivoluzione liberale, conosce Gobetti e Matteotti, lavora intensamente a cercare relazioni in tutta la penisola. A Firenze lui, Ernesto Rossi, e Marion Cave (più tardi moglie di Carlo Rossdli) fondano, con l'appoggio di Salvemini, un cc Circolo di Studi sociali» che verrà distrutto dai fascisti al momento della prima grande reazione fascista (1° gennaio 1925). Quando Matteotti fu assassinato, Rosselli, che fino allora aveva rifiutato di entrare in un partito, entra con altri nel « Partito Socialista Unitario », il partito di Matteotti, di Treves e di Turati. -381b1otecaGino Bianco

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