Rosa Luxemburg - Replica a Lenin a proposito di centralismo e democrazia

vità creatrice sul piano della tattica e - ciò che è naturale in un periodo rivoluzionario - in una fase nella quale la sua sfera di influenza si allargherà e si sposterà spontaneamente e a sbalzi. Tentare in tale momento di incatenare l'iniziativa del Partito e circondare quest'ultimo con un reticolato di filo spinato, significa voler renderlo incapace di adempiere i formidabili compiti dell'ora. Tutte le considerazioni generali che noi abbiamo esposto a proposito dell'essenza del centralismo socialista non bastano a delineare un progetto di statuto adatto all'organizzazione del Partito, determinato soltanto dalle condizioni nelle quali si svolge l'azione russa. In ultima istanza, uno statuto di questo genere non può essere determinato che dalle condizioni nelle quali si effettua l'azione del Partito in un periodo dato. E poiché in Russia si tratta di un primo tentativo di mettere in piedi una grande organizzazione del proletariato, è dubbio che uno statuto, quale che esso sia, possa pretendere in anticipo all'infallibilità: bisogna che subisca prima la prova del fuoco. Ma ciò che abbiamo il diritto di dedurre dall'idea generale che ci siamo fatti dell'organizzazione della socialdemocrazia, è che lo spirito di questa organizzazione comporta, specialmente all'inizio del movimento di massa, la coordinazione, l'unificazione del movimento, ma non già la sua sottomissione ad un regolamento rigido. E, a condizione che il Partito sia improntato a questo spirito di duttilità politica che deve andare di pari passo con un'assoluta fedeltà ai principi e col proposito dell'unità, possiamo essere sicuri che la esperienza pratica correggerà le incongruenze dello statuto, per quanto infelice possa essere la sua redazione. Perché non è la lettera, ma lo spirito vivente che i militanti attivi gli conferisconp, che decide del valore di questa o di quella forma di organizzazione. - 26B bi oteca Gino Bianco

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