Dario Barbacciani Fedeli - Prolusione alla solenne apertura degli studi nel ginnasio di Forlì

'4 . a . . ffi segn..amento j 11 qnella illustre ~~u· , ~ mvat n_t? cou o erte amplissime, or dallo Repubbliche dJ Venezia .e G enova, or da l Duca di Parma, or dal Gran Duca d1 T oscana , or dal Re di Francia , or da .Leone X!, e nov~llamen: te dal l' angusto Imperatore, c1~scun de qua l1 g •ovar SI volea della sperimentata dJ Llll . dottt·m~, cedè fina lmente agl'impulsi d• F er,linando de 1\tedtcl, Sovr a no della Toscana, e protettor~ munificc.u tis~imo c.lc' dott i, e let te.. ra t i che lo tolse ali t'lccademm d t Bolbgna , per da rlo a q~ella non meno celebre di P1 ~ a, ove . a ~u1 solo accrebbesi r onorario fino • due 10113 scurlt cl oro fiorentini con molte franchigie, e privilegi i. Un immeuso nuJoero di scolari, au rauo da!la fuma d1 Mercuriale, occorse in quest' ultima ciuà , che ben potea di•·si in a llora l' ita lica .Atene. Oiè incominciamento alle lezioni, rag ionando snlle s torie epidemiche, e sul prognostico d' I ppoct·ate, e spiegò un tt'allato sulla generazione dell' uomo, sull' acqua , e sul vino, c sui bagni P isnni. L e quali cose tutte portano il titolo di p raelrct iontls pisanae, che fece pubbliche, e che molta glori a a L ui partorirono. · E che ptù dirvi potrei, U ditori umanissimi , per addimostrarvi ch'egli fu l' Ippocratc del secolo XVI , l' iucomparobile tra i precettor i? Che le primarie Accademio ù' Italia, st rappondolo l' 1111a all 'altra dal seno, vollero tulle abbelli rsi del sapere, e della fama di si gr anù' uomo , desideratissimo dai primi Sovrani d' Europa? Per coslituire una sì rara ce lebrità. a Lui va lse non poco l' elor1ucnza, e l' erudizio11c, di cui e ra fo rnito, onde a ~agione veneravasi dai tlotti per uno de' più ins ig ui filolog•. A provarlo degnissimo di questo titolo, io non tor nerò novellamente a sp iegare, ch' egli era conosci tore p rof?udo. delle .lingue orientalJ ; ch' egl i fu p rimo t ra i med1c1, • qual! latiuamcote fav ellando dalla calledra, nelle bellezze della lingua giunse a sorpassare, od alflleno parcgg•ò ' p rofessori d' cloqnenzo. Oral ionis vero ca~Jdore ( s~rivc .Paleolli all' amico Lat ini) eos etiam, qut lwnc d~eendt artem profitenlur, si non superas - se, at aequa.rse saltem Juil judicatus. Ed in altra lett~ra esclama, laudan<lo sempre il sapirntissimo Mercur~ale. O quanta IJominis cruditio, fJUam suavissimi mores! -l.·.

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