Dario Barbacciani Fedeli - Prolusione alla solenne apertura degli studi nel ginnasio di Forlì

ELOGIO DI llllllf>lL!\!lU) lllll&~ Tltll\ll!\lLll PROLUSIONE AGLI SIIJDJ DEL GINNASIO DI JOILI

Quid .,irtus, et quid sapientia possit, Utile. proposuit oobit e.7:!!mplar. llorat . lib. t. Cap. ~ .

PROLUSIONE ALLA SOLENNEAPERTURA DEGLI STUDJ NEL GINNASIO DI FORLÌ 1l... r .A,...... s.. r...lioo .ss, .• .!,.. DETT.A. IN LODE DI GIROLAì.\10 MERCURIALE I L GIORI<O 5 NOVEOIBAS J83!j DJL Pll0PES$01lB DARIO BARBACCIANI FEDELI CAVALIERE DELL' OROINE DI S.A. X G1\EGORIO BUGNO DEtOnATO DA S. M. J. R. AP. DEI.LA GRAN M.ED.GLU. n' ORO DEL lfERlTO CIVILE DI PnUIA CLASSE E SOCIO o' ILLUSTRI ACCADEMI E SCIENTIFICHE E LETTERARIE• • lPORLI PRESSO LUIGI BORDA~UINI

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5 AGLI STUDJ DEL GINNASIO DI FORLI •Un' uom~ d'ingegno straordinario, che nella •difficili acte di guarire , io quell' arte divina che gl' infermi toglie alle fauci di morte, e li riconduce ad una novella esistenza, avanzò i medici tutti del secolo in che visse, e lasciò nelle di Lui opere monumenti perenni di un merito s ingolare, e di una vastissima erudizione; un uomo che fiori nel secolo XVI, e che a questa di lui patria, sin da quell'epoca illustre per tanti personaggi in Europa famosi, aggiunse pure nella medica scienza cotanta gloria o splendore, da destare l' invidia, e l' ammirazione delle più colte nazioni tra loro gareggianti, onde averlo nel suo ~eno; un uomo io fine che non solo fu insigne medico, precettore, e filologo, ma pur' anco eloquente oratore in difesa della di Lui patria, di cui sostenne con onore cd utilità i· diritti presso la S. Sede, fia sempre degnissimo di nostra commemorazione. A questi tratti, o Signori, voi ben ravvisate che l'animo mio è tutto inteso a ragiooat"vi ·di quell' altissima mente di Girolamo .l\lercuriale, vostro preclarissimo concittadino. E chi di voi potrebbe •a cotal nome un tributo negare di reverenza, e di lande? ISe Plutarco, dopo due secoli e più che la città di Cheronea di Lui patria sottratta venne da minacciante pericolo, credè ufficio d' animo grato e riconoscente narrar la vita, e le gllsta di Lucnllo, che con atto di meritata giustizia ne fu ' liberatore 1 persuaso eh~ u0; sol bene.f~i~ ~a patria ren-

6 duto obblighi i viventi cittadini, • . . i futuri, chi, non vede che il Romano Duce era strantero alla. cttta dt Plutarco e che Gil'Olamo Mercuriale ìracque m questa terra? Òte non nn sol beneficio, ma infiniti ne trasse Forlì dalla profonda sapienza di s~. grand'. no.mo ?. Con piu ragione adunque i'mitar debbes•. da ~ot l auttco esempio, che primi di crono un Pertcle m .Atene, u!l Pu- },lio Valcrio Publicola in Roma; esemp•o che Cl gutda a satisfare in pari tempo ad u11 debito comur.e di gratitudine, e ad accendere in petto della studiOsa gwventù ( bella speranza della patria ) il santo amore della vim't , c delle scienze, che rese il nome degli avi nostri immortale. E dove meglio poteasi adempiere all' ufficio propos tomi d'onorar la memoria di un celebre Forlivese, il quale visse una vita scientifica, e religiosa, (e dirvi non $apt'ei se maggiore iu , virltt, od in sapere )l clu in questo sauwar io delle lettere, e delle s~ieu~ei , dinanzi·, a voi, Eccellenza Reverendissima, di t~tte l<: ottime discipline esimio proteggi tot·e e custo<te; a . voi prestanJissioù Colleghi, Uditori, e Giovani ornatissimi, c h ç accesi del no" bile dçsiderio della sapienza qui acc<nTete a rice;carne i semi 1 che potranno un dì germogHando rendervi utjli a voi stcss( , alla pat•·ia, allo Stato. , Se per un lato mi sco~aggia ne\ dire, la vastità dell argomento, impossib ile a circo$cnversi ne' lim1ti di una breve orazione per le mohe op•re che. pub)>licò, n/ inaQjl)la · 11 f r l> Itro il riflettere chQMerc1,1riale i11 ogui parte 1u !P'illldo, c che· ogni p?' clt' io ne d ica, ,sarà b.stanto l! ,s1gnifiGarvi la di Lui rara gçanilezza. . r 1 l .,, N.a.cqp,c Giro!an\ \) , in lfo11ì il ,3o Se\tembre del t·53o, ed eblre a Geuitori Giov. uui ;\)prcuriale, e,Camilla Puugeui, . i quali di.scenJeoJo · da onorate antichi,ssio•e. famiglie di questa Gittà, ogni cura si 4ie;·ouo per un' ot~iu;ta <;ducazioue fisica, e morale del loro dilet~o figlio. fìill dal· 1!' puerile età fe' m9stra il giovine lto d' acuti~simo ingcSflo ' · ,e ciò ,che non e comnue, di ardente amore allo s_tudio, a talc,hè sin d' all(lra viJde ciascuno brillare in ~ui un. raggi\) dj quella luce, che dovea difiòudere un iftorno lll Eumpa tuua. Divenuto più adulto, e çomP\\O t) .corso delle umane lettere co11 istraordinaria t·apidità, , c sorprendente profitto, si die' a coltivare pro~

'J fondamente la filosofia, le matematiche, e la greca lingua 1 ed in esse pure, ch' esi!!;ORO mente grave, incredibile fatica 1 e lnoghczza di tempo, tant' oltre progredl 1 che io breve ne addivenne ai di Lui colleghi maestro. , Ai voli di quest' ingegno sovrumano i professori , i letterati 1 i congiunti,· gli amici d' alta meraviglia compresi adoperaronsi d' ogni ·maniera, onde il padre di Girolamo, vinta la repugnanza del cuore •ll' allontanamento di un ~glio sl caro, lo inviasse all' Accademia cel&- bratissima di Padova, ov' egli per acclamazione laureato venne in Filosofia, e poscia dal Collegio Veneto in medicina. · Nel 1551, terminato appena il quarto lustro, men· tr' egli era s~olare in Padova 1 diè in luce il primo di Lui parto i>titolato Nomot!telasmus 1 ossia l a maniera di allattare i )ambini; operetta di argomento peregrino, d' immensa 3fudizione 1 e che racchiude i più sani pre· cetti pel go•erno de' lattanti; precetti pur troppo dalla società trasrorati 1 per la qual cosa 1 egli dice, 'derivano pessimi 'cos:umi 1 incurabili malattie, e morti prematu· re. Imperciccchè la felici tà od infelici tà della vita uma· na in gran 1ane dipende dal gittarne bene o malo le fondamenta, ed è perciò cosa importantissima che J' indole tuua, • di essa l' imagine s'informi col latte, donde trae il suo iocominciamento. Uopo ò adunque che il latte sia di ~nona qualità 1 perchè al dir d' Aristotile e Platone 1 egli è il sangue Je' bambini 1 che costituisce la vita ed il co1po de' medesimi 1 nè può esser diverso dal corpo 1 e dala vita di chi loro lo porge. La Marlre é l' ottunu fra lt nutrici 1 • siccowo quella che lo alimentò nell'utero col -proprio sangue , ed • · cui la natura preparò uu umore, <ual convieosi alla fisiologica condi~ione di un neonato . o perché invauo potrebbonsi sperare in altrui le tenere cure 1 e gli affetti di una Madre. l niqua dunque e snat,rata colei, che strappar ·si lascia dal seno il proprio figlo, per affidarlo a donna vile e mercenaria 1 conculcan<b il sacro dovere 1 che Iddio, e la natura impongono <i allattare la prole , ed esponendosi in cotal guisa ai griVisslmi danni, che alla materna salute derivano dalla ntrtJcessione del latte. Vien quinci statnito da Mercuriae l' allattamento a trenta mesi, od almeno a due auai 1 e dall'essersi accorciato questo im-

8 d l . .• b portantissimo .periodo, ne. fa discen ~re a. l"~" plU r,eve u.eg"(i 119min i del di lu• ~eco lo. D1mostra c;pe J .quap.do H bambino., comjncia .a balbeftare., e. che tu!tO , l!pP~fil coll' ,Ì<Qjtazione, mal si addice a . genti~ G~stu~~r~bltU!!F.J lo 11 pronuqci~r paro!~ .ttoQ~h~, .cl•q 1l ,pi'tr1o , )u;Jgua~­ gio deturp~no con Vlr,J ~tça?• en, ; pt~mora~4o1 •f l111. 11 purgtto, ,favellar ;di Corlleloa" g•9vi:. alla faco.n4~a .ae Graçchi, e ·il .ben· tlQ<JIIio ,. d' .Prtensio ebbe prmc•pJo. tra ,, le br3K,I:Ì> paterne. Fi~almente additi\, in caso ~i 1~SI!I u.ta impotenz~ della Madre all' allattamçnto 1 le qppgrtWle , re,. gole per. la ,scelta (li una buona nuJr\çQ, e ij ple\o<lo .<l• scguirsi con tanta maestria e precisione, che nou . lasçia alo.un .c.he ~ · de&iderare, ~1a troppo \tmgo, ,io .suqi, ;se tutti e11umerar volessi gli uti lissimi in~cgnamenti di quell' au,reo 1rattato, cui attinsero coloro , chq die~o a Lui scrissero in codc~to argomento, c che as.~ai vplsc ad innalzar .1\Ie(curiolc A mollil .rinom:..n~a. Per ,!,t , qual cosa r educe in ,seno lilla, p<~tria, çiasouno }o , Ei.sg.>Jlr<\ava qual novello ipl\OCra\e, p Ga}enp 1 e <la Lui ~olo • e', ljlarl>i ·più o~c.uri , oft~neu con. ~ icura d/~ gnosi la h1:•»a~jl ;salute, allorchè avvenne il\ a '(nesta c(ttn' la hisOjlna,d' \IJ)Ii~.., un logato 4l .Pontefice. Pio l V. pet , so&tChcr4 e dilet}l)erla u,e' suo~ diriui. Secento er,no , gl' in<jill'idl)i <!• cui trarso_ potean,c l' plezione, ed alclln~ p~r dotrin'l., p.er nob 1ltlt, e pe~ Qgui niauiera. di vinù , ~hiaris<imi. Il lllag istrQ!o pre~celse a ,cotale iol)portaoJtissiU\o ,utl,ìci() GirolatpO l\1eco1•riale, nssai ,giovane d ' ot.à, nia.di , ~e}ln() maW~o •. gi •l<licandolo il p(ù atto Lln C{I•O.nti ~r~pv,i ,dj grave automà, N~ l'icusò ind.arno il ,Canq(datQ l' onorevole incarico •· il! q Q aie poseia adempì ppu tano !l,ecoro , che il Sommo PQnteficc, e la. Romana Corte uon &olo rimaser~ sorpre~i della rara eloquenl\3 , s piepta in una dottisSima orat1ono , '1:1" ben' aneo della pnden:r.a ed umanità, con ~he. fto:. tutti gU altri si COQ!Iadj~nso, e non senza ammol'a~obt)e cJ invidia. N~lla qual ](;azione egli seppe conse.gmre a pro dcll.a,patria sua non ,1i ccioli vantaggi. L alta ~ama che in qu?lla missi~te egli crasi acquist~to ! .. lo fe ben p1·esto cluamare alli splendida cot·te del pnncope Alessau~ro. Farnese , Ca.rd~ale di S. R. Chiesa, ~ l\1ecena!j! amplossomo di tuili i <lotti , che raccoglieva llt.toruo a sè, e largamente ricom1ensavoli; e fra quesu Merouriale ecclissò lo splenqor1 d' ogn' altro, e fu il

più caro e venerato, • talch.l lo volle comp.1gno de' st~oi viaggi in Sicilia, i quali proctH'arouo allo stud ioso gio· vane l' ncc1uisto eli preziosissirui libri greci, cd infinite cogni zioni. Il di L ui esercizio della medicina clinico in Roma fu prospero cotan to, e sì lo pose sovr a il livello de' Medici i più reputati, cl•e non era vi mMbo di qualche violen- ~a tra i Patri~ii, gl i Amb~t sciatori delle corti, i Prinn.. p i, i Cardinali , che non Invocassero il consiglio, o l' ef• fica ce assistenza d i 1\Iercuriale; assistenza cl1e prestò in pari modo al ··icco cd al mendico, il perclHl dai Romani veneravosi come uua divini tà tutelare dell' altrui sal ute, e il Senato lo innalzò con t utti g li oneri e privilegi nell' ordine insigne de" Patrizii . A quest'altezza egli, giova ue oncora , soll evato 11011 venne da cieco impul so· d' insperata fortuna, ch e sovcnti precipita a tnezzo i })ÌÙ ambizios i che savii. ma cautamente 1nisurando, c con sicuro pt·e5tezza discor rendo tutte le vie , che guida no al possedimen to di quella pruderJZ.l, ch'è signora degli even ti , e in che stassi la vera meàica dourina. Propagatasi di Roma in Italia tutta la celebrità del di Lui nome, non lasciossi alcu n mezzo itncnt~Ho d~lla Veneta Repubblica per ottenere un sì prezioso tesoro, e fina lmente pote riusci rvi, chiamandolo alla prima cattedra di medicina in Padova con decoroso onot·ario. 11 9 Novemhre del ' 56g. die' incominciamento alle sue lcziùu i in quella illustre accademia çou una elegantissimA e dalla prolusione, che terminò con lo strepito de' plaudenti udito l'i. E che dirvi pott•ei dell' incontro, che fece pos teriormente , e nel pratico esercizio 1 Vi hast i solo il sapere, ch' egli sorpassò d' assai la fama e la g lor ia di u n Fr acanzano in detta cattedra a Lui predecessor~, e che la medica repubbl ica teneva in conto di Clin ico sommo, e maestro. Era decorso appena il second' anno d' insegnamento in Padova, che g ià l'Europa in tera lo s alutava col nome di novello Esculapio , allorchè cadde in gravissi mo morbo l'augusto Imperatore Massimiliano Il. , il quale, mosso da l grido straordinario di Mercuriale , lo fe' tosto chiamare a Vienna, o ve si recò in tutta fret - ta, per satisfa re al dcsidc1·io , ed alle speranze del guerriero Monarca. li di Lui S<>spirato arr ivo alla He~~ia

JO J'. ~ , J de' Cesari fu sì caro e gradito, quan to ag • In eriJI I suo ~&ser car a e gradita la sa lute, e pose1a eh ebbe con severa analisi discoperto la causa e sede dcii~ Ul alatt!a , la combattè yalorosamcnte e la Yinsc contro l espct taziO.ne )lnive•·sale. Per sl difficile risa.nameut.o ottenne. M.crcur•a- )e doni d' ogni genere c spec1e d1 p•ctre P.reZIOSISSI~C ~ ra rp, di yasi d' 11rgeuto e. d ' .oro , ~d. al.tn presenti d t gran valore. 110n eh~ on0~1 _smgolanss1m1, resul_Laull d~ pn diploma, in che 11 red1v1vO lmpcr.atOrc a L UI co~•fcn il titolo di Conte e Cavaliere cou p~ena facoltà dt legittimare i figli spurii, di creare i ,~ottori. in . ni ~:dic_ina, p fin' anco i Notai. Ed oh l potess 10 qu• npetervl, o giovani ornatissimi , le tener~ ed affettuos.e pa•:ole dell' a11"usto l\Ionarca al suo d1letto l\1ercur1ale r1volte nel dipa~ti •·si da Lu i, clul pi[, d i lcggier i , elevandov! c?n la !lleute alla nob iltà e grandezza della nost..a profcss10uc, si accenderebbe in voi quella favilla d' amore per la sap ienza, ch'a rse in petto de l vost ro conciuadioo, e che degno lo r ese di tant i premii , ed onori. Rcstituitosi all'Accademia di P adova, ch e ne anelava il ri torno, ella rivestl il p rimiero lustro e splendore, ed immenso fu la letizia dc' suoi discepoli, e d1 tutta la città, la qua le ben sapea per prova d i avere in L ui l'italico I ppocrate, cb t nella curazione de' morbi nou appoggiavasi al prestigio di lusinghiere c fallaci tcoricl•o, mo bensì alle osservazioni, cd ai fatti reg istrat i da ll' antica sapienza. E di vero nelle di L ui opere di medicina clinica, nelle consuhazioni c risposte mediche ch iaramente rilevasi, ch'egli sempre lontano si tenue da quell' ambiziosa vanità, che a disoapito dell'arte nostra spinse pur' anco le menti pii, sublimi ad imaginarc spesso nuove ipotesi, e nuovi sis temi d i medica l'C, i qual i posando sopra b~si mal ferme e sicure, hanno tutti, alla facc dell es~er1enza e della ragione, incontrato una più o m~no r?ptda ca?uta. Ricco della greca dottrina ad essa d1 p;etcrenza SI attenne nel prat ico esercizio , e la rese .P~" bel.la. con le proprie osservazioni, d i cui giovaronst ' mediCI poster•o•·i, I mperciocchè consi •Yiiò sovent i jÌate nell.e cr~u i cbc nu.loui.e l' uso troppo nc~lctto degli ~m~uauu e rmfrescant1 , dtscoprl la causa delle frcqucnIISSimc •pocondri asi, d.cri~an.ti dal lusso sempre cresccnl@ 1 <Juella delle lussaz•on1 dipendenti da cause interne 1

Il quella della soverchia mobil ità della lingua , e fin almente della febbre petccclùale. Questi peregrini insegnamenti, sviluppati nelle anzidette consult•zioni con robusta argomentazione , Io dichiarano sperimeutatissimo mcdico, c non schiavo imitatore de' Greci, e degli Arabi (siccome vnolsi da straniera invidia rappresentare ) 'luantunque volte a Lui, della natura de' mot·bi scrutatoro sottilissimo, parlavano i fatti in altra guisa. Il trattato, che pnbblicò sulle malattie cutanee, sino a quell' epoca dai medici t rascurate, o per la loro levità, o pel timore del contagio in esse frequente, o per f1ue ll' apparente sordidezza e mal' odore, di che rives' ono il corpo, fu il po·imo, che corredato di belle descri7.ioul e considerazioni venne in luce nel x6or. cou universale applauso de' dot ti. Per due secol i e mezzo egli servì d' istruzione ai studiosi , e di fa cc ai Clinici nelle più oscure diagnosi, ed egli solo dischiuse il sentiero da seguirsi ai L ory, ai Sanvagcs, e all'instancabile Pieni.., che ne rettificarono le classazioni, e le ampliarono. Scrisse pure sui veleni, sulle malattie de' fanci ulli , sulle affezioni degli occhi c degli oo·ecchi, sulle macchie pestilenziali, e sulla peste di Venezia c Padova. In tutte queste di Lui opere campeggia il genio di un acnti•simo osservatore, di un JI'Iedico sommo. Non perciò dirvi potrei, che, vestito dell' umana nostra condizione, errato non andasse giamma i. Errò egli pure a prima giunt a nel giudizio dell' accennata veneta pes tilenza , clic col chiarissimo Girolamo Capovaccio crede non contagiosa; ma gli nomini grandi non persistono nell' errore, ed il nostro Mercuriale, che fu grandissimo, nel trattato che fece di pubbl ica ragione , la d ichiarò di un carattere sommamente appiccaticcio, cd iuscgnò 1l metodo curativo, e di preservazioPe. La grand' opera de medicina practica è un compendio di t ntta l' antica nocdica sapienza, abbellilO da profonde cogni zioni patologiche, da minute descri zioni sintomatiche, c da sottilissime spiegazioni de' pi ù oscuri fenomeni . Ne' ragionamenti appoggiasi con solide argomentazioni alla dottrina greca , che iu comparazione dell' araba, e della )atina trova piit corrispondente al vero uel di L n1 estcfjÌssimo csercìzio. Sembrami, o Sit: uori , senza mcmoo·arc le minori o-

p~:eue di clinico argomento, averv! abbast,anza fatto CO• noscerc ch'egli fu il più gran med1co deli età sua, onJ d'e che per due volte chiamato venne a procurar la salute' di Gregorio XIII. c·X l V;. cl•: egli ?hhe uua fama europea, siccome rilevasi dai precotatl hbr1 delle sue dotte consultazioni, ove lcggonsi i u~mi de' pi•ì distinti perso1~aggi! Principi reali e Sovrani d ogm ~ta1.1ouc, ~be ne malo curabili cd incurabtli invocavano l oracolo dt Mercur1ale, il quale' non solo. nella c.u~a, ma nella progn,osi pur' anco mcritnmente r1tenevast ti degno emulo d l ppoerale, e di Galeno, che, per la ••eraciu) de' loro prognostici in allora prodigiosa, reputati venncr.o! ii ~ri.mo i~1 Gre~ eia, ed il secondo in Roana, uomm• d1vm1, o wsparau dai numi. Se gronde si olTre la di Lui rinomanza nell' esercizio medico, nou è ccrttunente rninore quella che ottenne nella cattedra colftC precettore, spiegando le opere cl' l ppocrate gi~ rese di pubbloco dorino. Dotato di Goissimo criterio, e profondo conoscitore dcl:a gn:ca lin hua , non solo potè nelle sue doue leziòni sugli aforismi di Ippocrate dilucidarne le più oscure seutenzc, e dirci quasi gli arcani più impenetrabili, ma seppe pure co11 saggia critica, e dietm alcune regole tralle da Galeno e da Eroziaoo, indicarci ')Dali debbano ritenersi figlie del venerando vecchio di Coo, quali da esso al>hozzate, e dai successori compiute , e quali finalmente appartengansi del tutto a' medici posteriori. Fra i molti lavori, che die' in luce preziosissimi, da Lui deui praelectiones patavinac 1 quello intitolato variarurn lect.ionum, Libri .scx presenta un tesoro di classica letteratura, e rncchiude le più profonde cognizioni de' padri nostri. Conciossiache fattosi ad ispiegare i luoghi più astrusi c dollìci li di autori Greci, Arabi, e Latini, così bene addentrasi ucl loro spirito, ne svolse le Yarie materie. ne combatte l'erro ne~ interpretar.ioni, ne dilucida i punti poit ioterc•santi. toghendouc tulle le controversie, che lo direste nudrito alle scuole de' Greci, La.tini, cd Arabi preccuori d' eloqueuza, filosofia, e med1cma. Oh mostro ù' inge"nO st raordinario! E qual fu vvi al pari di te, che arri;chisse la tn.,dica scien~a di tante ope~o utilissime, c in Europa tuua applaudite? Ben a rag10ne le primarie accademie d' inse· guameuto ti chiamavano al primo lor seggio, siccome

r3 maestro di coloro che sanno , per la qual cosa non b a- ~tò a Yinegia l' averti di buon' ora aumentato l' onorario, 6n dove non giunse mai alcun' altro, che l a Corte ~omana con ogni maniera di premii, e d'onori potè averti in Bologna alla suprema cattedra. Mentre il Padovano Liceo, cui desti per anni diciotto il maggior lustro e splendore amaramente contristavasi àella tua diparti ta, l' avventurata Felsina spiegava in più guise la gioja, da cui era compresa nell' acquisto dj un uomo sì grande. Il giorno, che recitò Mercuriale la prima orazione in Bologna, il Cardinal Legato della Provincia , l'Arcivescovo , il Senatore, i Professori , i Dottori, i Letterati , i Discepoli d' ogni facoltà accorsero in folla iale ad udirlo, che moltissimi penetrar non poterono nella grand' avla incapace a contenerl i. Il silenzio più p rofondo favo reggiò il suo dire, c la meraviglia e lo stupo~e investirono tutti gli animi, ravvisando in Lpi l' çloquenza di Demos tene , e la sapienza d' I ppocrate. All' annunzio che in Bologna insegnava Mercuriale, da ogni parte recavansi in quella ci ttà i giovani studiosi, cui fu sempre ubcrtosa nutrice, e videsi per un lustro ~opra le altre d' h alia fiorente mercè la presenza di sì grand'uomo, che dettava e spiegava dalla cattedra le opere . I ppocratichc. Meditandos i da quella mente sublime sul miglior metodo d' insegnamento , si avvide ( dietro alcnlle t,~accie segnate ;, dal chiarissimo Montano) che l'un ione (le' studii tcoretic~ e pratici più diritta.tnente g uida i scolari di medicina all' ,'1-Cquisto di solide cognizioni, ed egli si di è tosto a dilucidace colla soli ta maes tria il secondo libro sull' epidemie d' I ppocratc, int itolato in secundum librum epidemicorum Hippocratis praelectiones Bononienses. E avvegnachè in esse stor ie rinvengasi per la loro brevità un vuoto , che )ascia molto desiderare ad una facile intelligenza, tnttavìa non ispaventossi il dotto commentatore a ricmpier!o con i p itì esatti r agionamenti di patologia, semejologia, c terapeutica, rischiarando precipuamente que' punti , che rimaneausi oscuri. Ed ecco il nostro Mercuriale, che dischiuse anche in Bologna il fonte della ippocratica sapienza. Compiuti con applauso universale cinque anni d' in-

'4 . a . . ffi segn..amento j 11 qnella illustre ~~u· , ~ mvat n_t? cou o erte amplissime, or dallo Repubbliche dJ Venezia .e G enova, or da l Duca di Parma, or dal Gran Duca d1 T oscana , or dal Re di Francia , or da .Leone X!, e nov~llamen: te dal l' angusto Imperatore, c1~scun de qua l1 g •ovar SI volea della sperimentata dJ Llll . dottt·m~, cedè fina lmente agl'impulsi d• F er,linando de 1\tedtcl, Sovr a no della Toscana, e protettor~ munificc.u tis~imo c.lc' dott i, e let te.. ra t i che lo tolse ali t'lccademm d t Bolbgna , per da rlo a q~ella non meno celebre di P1 ~ a, ove . a ~u1 solo accrebbesi r onorario fino • due 10113 scurlt cl oro fiorentini con molte franchigie, e privilegi i. Un immeuso nuJoero di scolari, au rauo da!la fuma d1 Mercuriale, occorse in quest' ultima ciuà , che ben potea di•·si in a llora l' ita lica .Atene. Oiè incominciamento alle lezioni, rag ionando snlle s torie epidemiche, e sul prognostico d' I ppoct·ate, e spiegò un tt'allato sulla generazione dell' uomo, sull' acqua , e sul vino, c sui bagni P isnni. L e quali cose tutte portano il titolo di p raelrct iontls pisanae, che fece pubbliche, e che molta glori a a L ui partorirono. · E che ptù dirvi potrei, U ditori umanissimi , per addimostrarvi ch'egli fu l' Ippocratc del secolo XVI , l' iucomparobile tra i precettor i? Che le primarie Accademio ù' Italia, st rappondolo l' 1111a all 'altra dal seno, vollero tulle abbelli rsi del sapere, e della fama di si gr anù' uomo , desideratissimo dai primi Sovrani d' Europa? Per coslituire una sì rara ce lebrità. a Lui va lse non poco l' elor1ucnza, e l' erudizio11c, di cui e ra fo rnito, onde a ~agione veneravasi dai tlotti per uno de' più ins ig ui filolog•. A provarlo degnissimo di questo titolo, io non tor nerò novellamente a sp iegare, ch' egli era conosci tore p rof?udo. delle .lingue orientalJ ; ch' egl i fu p rimo t ra i med1c1, • qual! latiuamcote fav ellando dalla calledra, nelle bellezze della lingua giunse a sorpassare, od alflleno parcgg•ò ' p rofessori d' cloqnenzo. Oral ionis vero ca~Jdore ( s~rivc .Paleolli all' amico Lat ini) eos etiam, qut lwnc d~eendt artem profitenlur, si non superas - se, at aequa.rse saltem Juil judicatus. Ed in altra lett~ra esclama, laudan<lo sempre il sapirntissimo Mercur~ale. O quanta IJominis cruditio, fJUam suavissimi mores! -l.·.

t 5 Io non vi dirò ch' egli venia spesso spesso dai Scicn· ziati consultato, e che un Mureto ri spondeagli - quod si tibi quoque ila videtur, non dubito quin verum sit; si" lu secus judicas, nunquam milti dubium era, quin tut' senten tia f.!er ior sit. - Io non m· interterrò a narra rvi ch'egli fu soUlmo fisico nell'epoca in che fiorì, e seppe assai d' auti4uaria. Vi chiamerò solo ad aprire quell' opera insisne, che pubblicò iu Roma sull' aprile degli anni , inti tolat a arlis gymnasticae libri sex; opera di un genere affatto peregrioo, c che imagiuare ed esesuir 11011 poteasi , eh-:: dalla meute Sttbluue di un ge· nio straordinario, di un filologo sommo. lmper ciocchè a L ui solo, che in parità d' lppocrate, J ' Erasistrato , d t Erofilo, di Celso, di Andromaco, di A rcbigenc, che l'arte salutare appresero, non già colla nuda esperienza de' medicameuti, o co' libr i ùegli en•pirici, ma s volgendo e meditando pm' auche i commentarii de' filosofi , dc' poeti, de' retori , degli storici, ove attentamente spigolando la rin vc11u ~ro disseminata; a Lui solo, dissi , era riserbata la gloria di tessere un lavoro sì pt•ezioso con esatta cognizione ed intelligenza degli autori pilt remoti e sconosciuti, o ode instituire utili compara;.ioni fra gli antichi popoli e i moderni sulla maniera d i regolare la pr ivata e pubblica I giene. Ed avendo r ile1•ato c!.te alcune parti dell' arte di guarire, dagli avi nostr i altamente commendate per la cura e tutela della salute del corpo, erausi affatto obliate, richiamò r auenz ione de' Medici a tutti que' giuochi, ed esercizii ginnast ici, che non solo influiscono al sollievo dello spiri to, cotanto utile ne' morbi derivanti da cause . morali, ma sopratntto a render ferma la salute degli uomini, ad accrescerne la valentia per le milita l'i fatiche, ' a costituire robus ti Atlet i. Fe' conoscere cou chiare descrizioni, e disegni il modo di eseguirli; additò i casj, iu che ponoo convenire e disconveo ire alla conditione degl' infermi, e delle infermi tà; rappresentò in qnal pregio aveansi appo gli antichi sapienti , e come bene r iuniscano in l oro l' utile d~tlci di Orazio. Si pose a considerare que' superbi e maravigliosi edifizi i, che i Greci , e poscia i Romani inalzarono per l' uso delle indicate esercitazioni ; quali edifizi i chiamaronsi dai primi ginoasii, e dai secondi terme, in cui la Romana

•6 ·c . I . grandezza superò d' assai quella de ree• ~er ~ magmficcnza, bellezza, e solidi tà del lavo~o, che ti tc~po cd~­ ce uon valse a distruggere, e c~10 ne .lo•:o ~v~nz~ destano ancora le meraviglie dello strame~o; ti per~he dts~e Marziale - quid Nerone pejus? Q1ud Thermu melzus neronianis ? Se cotanto adoperaronsi i Greci, c Romani nella erezione degli anzidetti stabi limenti per gl'. infiniti. vant.aggi, che li C lt'3C\'a }" umana ~a}u te t non. }JCVe fatiCa lmpie~Ò il grande ed i nstanca?~le Mercun~le ~el to.•·r~ ~~ll' oscurità, c rivendicore dali I!)DOranza degh nomtm l antica sapienza; fatica, che riuscita sarebbe frustr~ne~ io <Jnal :thro siasi nou fornito di quella vastissima erudiziollC, c di <Juel fino criterio, che lo guidò a stabi lire un ramo importantissimo di pubblica Igiene. Quest' opera classica c veramente originale, che dal morso di stralliora invidia non potè attaccarsi, basterebbe di per sè· ad immortalare il nome del di Lei autore, senza i tanti lauri da Lui colti nelle opere che vi accennai; imperciocchè (ripeterò con lo Sprcngel ) l~ ginnastica sarà sempre u11 repertorio ifldispeTisabilc per lo storico e pe,. l' amatore delle a11tichità. Ed eccovi, o Signori, oddimostrato che Girolamo Mcrcuriale non solo fu insigne medico, c celebre cattedratico, ma pur anche profondo letterato. Vestito di t~ nti meriti singol~ri non vi sorprenderà, se al sesto lustro dell' età sua lo rappresentai clinico in Roma alla corte del Principe Farnese; se per 18 anni lo dissi primario rrofessoro in Padova, per 5 anni in Bologna, per t4 ID Ptsa. Se da tutto le parti d' Europa i studemi l' arte salutare accorreano , o v' es li in cattedra sedea, per asco~tarlo; s~ in tutte le mediche ùisput~zioni riportavanst ~n~he ~ P.•ù. dotti all' oracolo di sì gr~ od' uomo; se, tnll~ 1 Pn~tcopt.' da cui molte gr~zie ottenne a prò dc suot conctttadmt e discepoli, lo ~m~ vano e desideravano. Girolamo . Mcrc~riale fu b ello c robusto della persona, genu.le dt ~~n.'e ~e, candido di costumi, religiosissimO) ~ ptcno dt c~•st •~na carità verso il povero, c fin' anche verso 1 ne~~c1 della di Lui gr~ndezz~, i qu~li, al valevole patroctmo affidandosi di un' uomo ai Sovrani sl caro, a luminose c~richc promosse e sostenne. E gli mo-

. . .l . d ' d l ? Stross1 r•verente , ma non v1 e COl gran 1; mo erato nel· la prospera fortuna, c di animo forte nell' avversa. Dopo 1 1 lustri d' incredibili fatiche ne' primi seggi della sapienza do. Lui coverti, carco d'anni , e più ancora di gloria e di ricchezze, abbandonò l' Etruria , per deporre le di Lui ossa nella terra natale , che amò sempre d i un' amore vivissimo, c dove nel 1604 , avendo eretta n proprie spese nel tempio, e in onore di S. i\1 ercurialc uno. magnifica Cappella, di marmi , statue, e p iu ure l"'C· ziose vagamente adorna, fe' trasportare con devota pompo le ceneri sacre del memorato San:o , primo V.cscovo e protettore di questa ciuà, e fe' in quel recinto edificare il di Lui sepolcro gentilizio. E chi ridir potrebbe il gaudio che provasti , o Forlì , riabbracciando un figlio sì caro? Ma non andò guarì , che travagliato da gravissimo doloroso morho si converse in sospiri, e nell' universale compianto. Ed eccovi quel Grande, che infiniti trionfi riportò sulla morte , prossimo a soggiacere alle immutabili leggi dell' umana condizione. Tutti i medici della città accorsero al leuo del loro ben' amato Maestro, e si fecero a ragionare sulla causa e sede della malauìa , c sulla maniera di combaueda. l u tutto il corso della c•·udita consultazione, in che 1 poreri trovavansi tra loro discordi , l'infermo si tacq ue; qui nci con quella serenità d' animo , che l' accompas nù fino all' estremo resp1ro, e ch' è tutta propria del cris tiano filosofo, in cui le violenti passioni, fre na te da i d overi e dalle speranze dell' augusta 11ostra Religione, non han forza di sollevarsi contro lo spi rito, e pertur· hal'Oe la ragione, si pose a confutar dottamente le altrui opinioni, e dichiarò invincibile il morbo che lo travagliava, derivante da grossi calcoli ne· reni . E cbiamn· to a sè Francesco Sassi forlivese, medico sperimentatis - s imo , e che amava d' assai, in presenza del proprio fi. glio imposegli di eseguire in Lui la necroscopia , sicuro di rinvenire, siccome precisamente avvenne , gl' indicat i calcoli renali. Oh l Medico contra te stesso p ur' anche sapientissimo. E gli si giacque per un mese infermo, e tenne mai sempre dolcissima e santa consuetudine con i più esemplari c colti ministri della Divinità, i quali r~ddolcivano i di Lui patimenti con la lettura di coso

t8 sacre. Per quauro volte in sl· breve periodo chiese ed ottenne di pascersi dell' Angelico Pane; ricevè con devoto raccoglimento, e con lo più edificante rassegnazione gli ultimi uflìcii religiosi, e all'ora nona del 9 Novembre 1607 cessò di peregrinare in questa valle di pianto l' anima gr•nde di Girolamo Mercuriale, per gi rsene al Cielo , nell' et~ di anni 76 t mesi 1 o t e giorni 9; età non breve all' ordinario corso di natura, ma brevissima all'amore, alle speranze, al desiderio universale. All'annunzio ferali ssimo si sparse il l uuo in ogni classe di cittadini. Chi mcmorava in Lui il padre de' miseri, cbi il sostegno degl' infermi, e ch' il modello della vera sapienza. Ma piangersi non dovea la morte di un uomo che toccò l'apice della gloria terrena, ed a cui altro no~ restava a ùesiderat·si che la glo•·ia celeste. Egli non morì che per le spogl ie, cb e depose fra voi. L e di Lui opere lo resero immortale in questa terra , e le di L ui virtit lo guidarono a novella vita, e a più bello splendore.

OPERE DI GIROLAMO l\IERCURIALE VENUTE ALLA LUCE t. Nomolh~lnsmus, .fert ratio lactandi infimtes Pad. •551. , • Artis gymnasticne li b. 6. 1" en. .S6g. 3. Ynriarum lectionum lib . .t{. Alexon.d,·i Tralliani de lumbrici.t epistola, eju.ftlt m Mercurialis opera grtcne el lalinae nunc primum aedito Yen. tS71. 4. Repugnnntia, qua pro GaleM strenue p~tgnatur Pen. t57'l· 5. De morbi.t cutanei.r lib. 2 , et omnihus Cl)rporis llumnni excre• mmtis lib. 3. ren. • s,. 6. De pestilenlia in universum, praesertim vero de P end a, tl Patavilla P'tn. rS77. 7· Traclatus de maculis pt>sliforis, et de lìidroplrobia Pndova 1SSo. 8. Dt morbis muliebribus pratlutiones Basilea t58'l . 9· De morbis puerorum Y en. t 583. to. Censura et dispositio operum Hippocrati.t y ,.n, 1585. 11. De v enenis et morbis ventnosis Francfort. rS84. t'l. De dec:oratione lib., accrtf. de varicibus, et de rificiend. naso Yeu. t5S5. 13. Consultationt.s, d responsa medicinalia Yen. 1SS7. t4. Tlippocratis opera graecae d latinae P en. •588. J5. Tractatus de compositione rnedicamentorum,· de morbis oculorum, et aurium Ye.n. t5go. 16. Commentari i Eruditissimi in Hippocratis prognostlca, prorrlutica, et ilistorias epidtmicas ; acct dunt Tractatus de hominis gent rationt, aqua et vino, et balnt is Pisanis P t n. •597· '7· Medicina practica, Francfort 16ot. 18. In omnts Tfippocratis .Apho1·ismos praeltcliont s Patavinae, in qui bus obscuriores foci elucidantur, t l problt mata enodan.,. tur. Bologna 1609. l 9· In sectmdum librum tpidtmicorum Hippocratis prat lcctiones BonOI&Ìtnsts, Forll 1 G'l6. - ~o. Opuscula nurta, cl stll'ctiora 1' tn. 64l. '"' •

Forolivii 4. Aprilis t84o. IMPRIMATUR Fr. ALOYSIUS THOMAS FERRARI~! Ord. Praed. Vie• .'s. Olf, Forolivii 6. Aprilis t84o. IMPRIMATUR niARIANUS VENTURI Vie. Generalis, 7.

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