Niccolò Tommaseo - La pace e la confederazione italiana

) ., - ( 8) - • gli Stati stranieri i suoi propri inviati? I diritti e le querele de' singoli confederati non avranno un interprete aln1eno nelle straordinarie occorrenze'? E se l'inviato dell'Austria austriaca c quello. dell' Austria italiana dovessero non tenere lo stesso linguaggio? E chi decide i ' casi di guerra? I l saggio fatto in Italia i1el 1848 c nel 59 a ehi dà egli guarentigie e spe- ' \ ranze? Chi è che dete~--n1ina la proporzione delle gravezze necessarie a sostenere le spese con1uni? La materiale uguaglianza delle in1r poste è ella giusta e possibile? Non ci sarà modo di ragguagliarle un po' più ? Ma ehi lo . ~ trova, e chi arna cercarlo? · E egli così facile , come giusto il ragguagliarnento delle istituzioni che concernono l'educazione pubblica, e nelle quali presentemente notiamo rneno pedanteria e servilità in certi governi nel • ri~petto politico più illiberali? Gli studi fatti e i gradi ottenuti in un paese, sarann'eglino menati buoni, e non mai avuti cotne titoli sospetti, negli altri paesi? Il cittadino o l' esu]e dell'uno, sarà egli in tutta la confederazione cittadino o sbandito? Torino in cotesto e in altro, la sentirà come Rom~? ,.. l

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