Niccolò Tommaseo - La pace e la confederazione italiana

l• - ( 79 ) - . \. forze che sole possono vincerla, le forze ·di Francia. Non ten1'egli 'l' ~ur opa cospirante , perchè creda che il ma'trimonio ·sàbaudo sia · cosa da pareggiare ai 1natrin1onii di Spagna; . e sa bene che la rovina di I~uigi Filippo non \. velnne da quelli; non la ~teme, dico, per sè , ma per la Francia amata sua, e per l'Europa infelice. , . ' .· . . ~ . · ' . } l '~ , .) l Se rion pure per cornpassione generosa ma ( per accorgimeùto prudente, il forte, quando . non si.a inebriato d' orgogliò o Jj rabbia,' si~ corn- • 1 piace nel cedere al debole, se non l'uso del libero arbitrio, almeno ]e apparenze dell'uso; .or pensa quanto più s~ conveng~ al qebole non parere di far forza o frode ai voleri del forte, del quale egli 'ha di Lisogno. Il forte, p i t~l d' qgni a] tro, sen te· le angustie ·dei 1 l l , . ' troppo larghi poteri, e i lin1iti della propria . potenza. L'Imperatore francese meglio di noi si rammenta che . le intimazioni' minacciose . ' a nn Re d'Italia fatte dai due più grandi ·'·potentati rl' Europa in no1ne della quiete di Europa attendono ancora .l'effetto; che la lettera al Ney da dieci anni chiede risposta; **

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